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Come giocano le squadre di Serie A 2019-20 (in attesa dei botti finali di mercato)

Dagli obiettivi di mercato a quelli di campionato passando per le formazioni titolari ad oggi a disposizione dei venti allenatori di questa Serie A, ecco tutto quello che c’è da sapere, sul campo e sulle trattative in corsa, su tutte le squadre protagoniste della 118esima edizione del nostro massimo campionato.
A cura di Salvatore Parente
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Ancora un giorno e poi sarà calcio, Serie A e tanta, tantissima passione. Per uno dei migliori campionati d’Europa attesi, chissà, ad una svolta dopo otto anni di incontrastato dominio della Juventus. Di Conte prima e di Allegri poi. Insomma, ci siamo, siamo ad un passo dall’inizio di questa ennesima importante annata che porta dritti all’Europeo itinerante del 2020 e all’avventura continentale dell’Italia del Mancio. E così, ad un giorno esatto dal calcio d’inizio, ecco il focus sulle venti squadre che nobiliteranno la 118esima edizione della nostra massima serie118esima edizione della nostra massima serie.

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La Juventus parte favorita, ma con la testa sempre alla Champions League

La Juventus parte anche quest’anno, nonostante un mercato positivo ma che resta bloccato in queste battute finali, come favorita per il trionfo finale. Ma anche quest’anno, il campionato deve cedere il passo, nella gerarchia delle priorità bianconere, alla Champions League che con Ramsey, De Ligt e Rabiot, in appoggio alla stella assoluta CR7, può diventare realtà.

Cosa manca: sfoltire per poi tentare l’assalto a Icardi

La Juventus ha ormai delineato la rosa che andrà ad affrontare la prossima annata con molti possibili partenti e pochi, pochissimi obiettivi ancora da ricercare. Fra esigenze di bilancio, lista di Serie A, spazi che si restringono e sogni, come quello Icardi, ancora lontani ma pur sempre vivi. Insomma, ad una compagine pressoché completa, che domina da anni in Italia, non manca nulla se non una ciliegina sulla torta come Maurito Icardi, e magari chissà Neymar o Pogba o la permanenza, finora sempre in dubbio, di Dybala. Vedremo.

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Il Napoli è l’anti-Juve, Ancelotti prova a rendere competitivi i suoi

Il Napoli è l’anti-Juve per eccellenza. Lo è stata per due anni e si candida ad esserlo anche per il prossimo. Con una stagione con Ancelotti in panca in più e qualche arma importante nell’undici iniziale da poter brandire nella corsa al primato. Manolas, Di Lorenzo, Lozano e chissà ancora quali altre (Icardi? James?). L’obiettivo è essere competitivi, dare fastidio alla ‘Vecchia Signora’, provarci fino all’ultimo e superare, stavolta partendo dalla seconda fascia – che quindi potrebbe evitare gironi impossibili – il gruppo in Champions League, vista ottavi di finale.

Cosa manca: una punta centrale ed un trequartista

Il mercato sta per concludersi. E al Napoli di Ancelotti, che ha in mente un 4-2-3-1, mancano ancora una punta centrale ed un trequartista. Che, probabilmente, arriveranno a fine mercato. Davanti, occhio a Icardi, la cui reticenza ad accettare la Campania potrebbe far ritirare il Napoli che, come piano B, tiene in caldo la pista per Llorente, svincolato dal Tottenham. A ridosso della punta, si segue sempre James Rodriguez anche se i segnali, o meglio, le distanze da Madrid restano sempre le stesse: prestito con diritto di riscatto per De Laurentiis, prestito con obbligo per Perez. Nel mezzo, la volontà del ragazzo, le strategie dell’agente Mendes e gli sviluppi del mercato Blancos, Neymar annesso, vista 2 settembre.

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Atalanta alla prova europea, alla ricerca di conferme

Stagione storica, emozionante, vibrante. L’Atalanta si appresta a toccare con mano il sogno Champions League e a misurarsi nel più ampio e competitivo contesto internazionale. Senza però trascurare un campionato che lo scorso anno ha visto nella Dea una delle sue più abili e spettacolari protagoniste. Con un leggendario terzo posto, una finale di Coppa Italia persa a Roma ed un gioco, a tratti, europeo, internazionale (appunto). L’obiettivo quest’anno è la conferma di quanto buono fatto nel recente passato al netto delle energie da dedicare alla Coppa dalle grandi orecchie.

Cosa manca: un esterno di fascia e qualcosa davanti

L’Atalanta è un gioiellino con gerarchie e stili di gioco piuttosto definiti e che, in questi mesi di mercato, non sono assolutamente stati stravolti, anzi. Sono stati acquistati calciatori adatti al gioco del Gasp, ai dettami dell’ex tecnico dell’Inter e pure pronti alla sfida europea. Eppure, manca ancora qualcosa. Sulle fasce, con l’infortunio di Castagne che complica le scelte in casa orobica, e con un Laxalt come erede designato, ma anche davanti con i vari Martinez, Joao Pedro e Ramirez possibili colpi last minute. Sulla mediana, un po’ scarna specie se dovessero andare via Pessina e Valzania, idee Bertolacci, Guarin, Fofana, Duncan e Lemina.

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L’Inter parte da solide basi e prova ritornare grande

Un mercato importante, l’arrivo di Conte e l’addio a figure controverse che hanno prodotto più ombre che luci rispetto allo scorso anno proiettano l’Inter nell’alveo delle compagini che si candidano ad essere l’anti-Juve. Insieme al Napoli. I nerazzurri, costruiti a immagine e somiglianza del suo nuovo allenatore, con gli arrivi di Godin, Lazaro, Sensi, Barella, Lukaku e Sanchez possono dire la loro in Serie A, attaccare le posizioni di vertice della graduatoria e fare bene anche in Champions con l’obiettivo ottavi, rosa alla mano, assolutamente alla portata.

Cosa manca: dopo Sanchez, Biraghi chiude il mercato nerazzurro

Il mercato dell’Inter, come detto, è stato sontuoso, fra i migliori dell’intero campionato. E Sanchez però, ultimo di una lunga e fruttuosa lista di volti nuovi, non chiude di fatto le trattative in casa nerazzurra. La Beneamata, infatti, presa dall’affare in uscita Icardi, fra Napoli, Juventus e gelida permanenza, tenta di piazzare l’ultimo colpo in entrata con un interessante scambio alla pari: Biraghi alla Fiorentina, con la formula del prestito con diritto di riscatto, e il brasiliano Dalbert, con la stessa formula, a Firenze con i viola.

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Il Milan cresce con la Champions come obiettivo finale

Dove può arrivare il Milan è un rebus di difficile soluzione. Eppure, a giudicare dal precampionato rossonero, il Diavolo può fare bene e crescere sotto il segno di Giampaolo, giornata dopo giornata. Il bel gioco c’è, o almeno si intravede, Suso sembra un trequartista perfetto in attesa dei gol di Piatek e delle magie del talentuoso Rafael Leao. L’obiettivo dichiarato, specie senza impegni continentali, è quello della qualificazione in Champions League per un Milan da tanto, troppo tempo fuori dal suo habitat naturale.

Cosa manca: una seconda punta…come Correa

Il mercato del Milan è stato intelligente, oculato in grado cioè di garantire a Giampaolo le pedine di cui ha bisogno per il suo 4-3-1-2. Meno che una: la seconda punta. Che resta lontano da Milanello per un mercato in uscita, al momento, fermo. Con André Silva, Castillejo, Biglia e Strinic con una valigia in mano ma senza credibili acquirenti e ingaggi, a bilancio, pesanti. Con le cessioni di alcune pedine però, Correa, valutato 50 (più 5 di bonus) milioni di euro dall’Atletico Madrid, potrebbe sbarcare a ‘San Siro’ e fare la differenza nello scacchiere tattico di Giampaolo.

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La nuova Roma di Fonseca punta alla Champions

Ricostruire, rifondare, ricominciare, quasi daccapo, a mettere insieme un progetto nuovo: frizzante ma allo stesso tempo capace di puntare in alto. E raggiungere la Champions League. C’è ottimismo comunque al di là del pesante addio di Manolas e del mancato rinnovo di De Rossi, volato in Argentina. Veretout e Diawara sulla mediana, Mancini in difesa con le conferme di Zaniolo e Dzeko, tiratisi fuori dalle bagarre di mercato, con un gioco già molto intrigante, rappresentano le premesse migliori per la nuova Roma di Fonseca e del post Totti, anche da dirigente.

Cosa manca: un centrale per Fonseca

Le residue energie della squadra mercato giallorossa si stanno concentrando su un difensore centrale giovane, abile palla al piede e che, in coppia con Mancini, prelevato dall’Udinese, sia in grado di rappresentare la linea centrale della Roma per diversi anni. Motivi che portano l’attenzione giallorossa su Rugani, in uscita dalla Juventus, che potrebbe arrivare a stretto giro nella capitale. Restano obiettivi per l’attacco Suso, così come Swiderski del Paok Salonicco e Mariano Diaz del Real Madrid.

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Il Torino punta all’Europa. Non solo quest’anno

Al di là di come andrà il preliminare col Wolverhampton, l’obiettivo stagionale del Torino di Mazzarri resta l’Europa League. Conquistata quest’anno grazie alla defezione del Milan ma anche ad un bel campionato fatto di organizzazione di gioco, compattezza, ampiezza e imprevedibilità davanti. Doti presenti anche in questa edizione 2019/20 e che potrebbero rivelarsi decisive malgrado una folta schiera di dirette concorrenti per le zone nobili della classifica. Manca ancora qualcosa in rosa. Specie se l’avventura internazionale dovesse continuare.

Cosa manca: un esterno d’attacco

Torino pressoché uguale a quello dello scorso anno e in attesa di aggiungere qualche buon tassello davanti. Un alter ego di Iago-Falque, un valore aggiunto in grado di aumentare la pericolosità dell’attacco granata e ampliare la rosa di scelte offensive di Mazzarri. Sul taccuino: Verdi, Kamano, Keita e Politano.

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La conferma di Milinkovic-Savic e l’aggiunta di Lazzari fanno bene alla Lazio

La Lazio può diventare una autentica mina vagante. La conferma di Milinkovic-Savic, il ricco precampionato dei biancocelesti – fatto di nove vittorie su nove gare – con l’aggiunta del roccioso difensore Vavro e dell’esterno destro Lazzari, proiettano l’Aquila in alto nelle griglie di partenza del campionato. Per una squadra compatta, solida che va a memoria e che ha bisogno di poco altro sul mercato per dirsi completa e pronta ad un’annata interessante. Con l’Europa League, conquistata col trionfo in Coppa Italia, come obiettivo importante per la compagine laziale.

Cosa manca: un punta da aggiungere all’attacco biancoceleste

Che ha poco altro da fare sul mercato. Come ad esempio, aggiungere una punta che possa dare manforte a Immobile e Caicedo e liberare la fantasia di Correa. Sul taccuino, una lunga lista di nomi che vanno da Yaremchuk del Gent a Hassan dello Sporting Braga passando per Petagna, Cosgrove dell’Aberdeen fino a Llorente.

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La Sampdoria è ancora in fase di costruzione. Ma riparte da Quagliagol e Caprari

È una Sampdoria diversa da quella dello scorso anno: orfana di Andersen, Praet e del suo tecnico Giampaolo, riparte col 4-3-3 e un Di Francesco in più. Eppure, al momento, i vari Murillo e Maroni potrebbero non bastare per sopperire alle dolorose e milionarie (51 milioni in due) partenze dei migliori elementi blucerchiati delle ultime annate per una Doria ancora incompleta e tutta da scoprire. C’è però Quagliarella, capocannoniere dell’ultima Serie A, un ritrovato Caprari davanti e tanta fisicità e compattezza nel pacchetto arretrato.

Cosa manca: un esterno d’attacco per DiFra

La Samp è un cantiere aperto e i dirigenti blucerchiati sono alla ricerca degli uomini chiesti dal proprio allenatore. Parliamo di un esterno d’attacco che potrebbe essere Rigoni dello Zenit, Verdi dal Napoli ma con maggiori probabilità Defrel dalla Roma con l’affare Schick, con il pagamento del cartellino del ceco ancora in corso in quanto dilazionato negli anni, come chiave per il buon esito della trattativa. Si cerca anche un vice-Audero con Puggioni, svincolato dal Benevento, pronto ad unirsi alla truppa DiFra.

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Bologna 2.0: riconferme e giovani aggiunte per la salvezza (e non solo)

La malattia di Mihajlovic potrebbe essere la miccia che consente al Bologna di replicare l’ultima parte della scorsa stagione. Del resto la squadra che ha conquistato l’ultima salvezza è stata confermata in blocco con i riscatti di Orsolini, Sansone e Soriano a cui sono stati aggiunti diversi giovani elementi dai grandi margini di miglioramento. Vedi Skov Olsen, Tomiyasu, Schouten, Denswil o Lappalainen per una formazione young e che potrebbe crescere strada facendo. Con in testa, prima dell’entusiasmo collettivo, del peso delle scommesse in campo o della vicinanza al leone Sinisa, sempre l’obiettivo salvezza.

Cosa manca: due centrocampisti e una punta. In caso di addio di Destro

Mihajlovic non è ancora contento al 100%. Malgrado un buon mercato, infatti, il serbo, complice anche l’addio di Pulgar sulla mediana, non ritiene completa la sua squadra e così tenta di far pressione su Saputo e Sabatini per una ultima accelerazione in sede di compravendite. A centrocampo, dove i felsinei seguono uno fra Dominguez del Velez, Kranevitter dello Zenit e Prcic dello Strasburgo, e in attacco dove una eventuale cessioni di uno fra Destro e Santander riaprirebbe la corsa all’attaccante.

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Sassuolo formato Europa? Di sicuro da campionato tranquillo

Al netto di alcuni addii pesanti, vedi quelli di Demiral, Sensi o Lirola, il Sassuolo si presenta rinnovato negli uomini ma soprattutto rinsaldato nei principi. Con un anno in più con De Zerbi alla guida, gli emiliani sembrano compatti, giovani, con qualità e pure ricchi di alternative in diverse zone nevralgiche del campo. Con la salvezza come obiettivo principale ed il centro classifica come posizione più vicina alla qualità media della propria rosa. Capitanata da Berardi e impreziosita, in attacco, dall’ex Empoli Caputo.

Cosa manca: un giocatore per reparto

Alla rodata macchina di De Zerbi, che potrebbe perdere Berardi per via della seria corte della Fiorentina, a sua volta a rischio con Chiesa cercato dalla Juventus, serve un innesto per reparto. In difesa, dove si prova a prelevare Pablo dal Bordeaux, a centrocampo, dove piace Oriol Busquets del Barcellona, e poi davanti con Kouamé e poi Eder nelle mire dei neroverdi.

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Udinese identica al passato. Ma Tudor può condurre i friulani alla salvezza

L’Udinese ha cambiato poco. E di per sé questa potrebbe essere una buona notizia. Soprattutto se De Paul dovesse continuare ad essere il Diez friulano. Tudor, poi, potrebbe garantire quella continuità e quella tranquillità necessarie ai bianconeri per trascorrere una stagione senza troppi pericoli.

Cosa manca: un centrocampista centrale e un esterno

Dopo Jajalo e Nestorovski, Walace e De Maio, l’Udinese tenta di completare la propria rosa cercando specifici profili da regalare a Tudor. Parliamo, nello specifico, di un centrocampista centrale, da affiancare a Mandragora, vedi la corte per Dominguez del Velez, Tokoz del Besiktas e Sibo dell’Ibiza ma anche di un esterno d’attacco. Come Damm del Tigres e il ventenne scuola Tottenham Marcus Edwards.

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Spal alla ricerca del tris salvezza

La Spal è una squadra che ha cambiato poco ma che pur con poche cessioni pare aver perso tanto. Ad esempio, le sgroppate sulla destra dell’esterno Lazzari, spesso fra i migliori in campo per mister Semplici o la pulizia difensiva di Bonifazi, tornato alla casa madre a Torino. Insomma, il mercato estense è stato un mercato teso a sopperire questi addii affidando ai vari D’Alessandro o Di Francesco, l’onere di cancellare questi pesanti sacrifici. A Semplici, invece, in attesa di ulteriori rinforzi, l’ennesima sfida per mantenere nell’aristocrazia del calcio nazionale, il miracolo Spal.

Cosa manca: si cercano un fluidificante mancino, un centrale e una punta

Dopo l’infortunio dello sfortunatissimo esterno mancino Fares, chiesto da molti club prima del crack dello scorso 8 agosto col Cesena, la Spal è alla ricerca di un terzino di fascia sinistra in grado di sostituire al meglio l’ex Verona per completare l’undici di Semplici. Fra i candidati, Reca dell’Atalanta, Lykogiannis del Cagliari ma anche Strinic dal Milan, Santon dalla Roma e Arana dal Siviglia. Per il centrale di difesa, con Bonifazi sempre più vicino alla permanenza al Torino, possibile accordo con Tomovic in uscita dal Chievo. Per l’attacco, in attesa di capire il futuro di Petagna, piace Babacar fuori dai giochi del Sassuolo e che potrebbe approdare al ‘Mazza’ anche in caso di partenza di Paloschi.

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Il Parma mette le ali: Karamoh di fianco a Gervinho

Il 4-3-3 è il sistema di gioco di base, la ricetta, riuscita pure lo scorso anno, per restare in A e continuare a programmare il futuro. Che si basa su prestiti con obbligo di riscatto, come quelli per Inglese o per Karamoh, e per un’idea di calcio ben definita. Intanto, i ducali possono dirsi ottimisti. Hanno confermato al centro della difesa Bruno Alves, hanno aggiunto un pizzico di qualità sulla mediana con Hernani dallo Zenit (ma anche con Brugman e il rientro di Grassi), ritrovato Inglese davanti e aumentato la velocità delle sue corsie d’attacco con Karamoh dal Bordeaux, via Inter. Sulla corsia opposta a quella di Gervinho. Per un Parma attento in difesa, bravo a costruire e straripante in ripartenza, in transizione positiva.

Cosa manca: un difensore centrale e un esterno basso

Il Parma ha già una sua importante fisionomia. Ciononostante gli uomini mercato degli emiliani sono al lavoro per ottenere un duplice scopo: sfoltire la rosa e aggiungere gli ultimi tasselli utili per il progetto di mister D’Aversa. Che vuole un altro centrale, magari il ritorno di Bastoni, e almeno un altro esterno di difesa con Padoin, Santon, lo svincolato Fabio Coentrao, Molinaro e Pezzella dell’Udinese nel mirino.

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Il Cagliari si rifà il look: il Ninja spinge in alto le ambizioni sarde

Il Cagliari alza il tiro. E lo fa con una mediana di livello superiore dopo l’addio, ormai scontato da un anno, di Barella. Rog, Nandez e Nainggolan assicurano forza, qualità, energia e tanto supporto all’attacco, che vedrà in Pavoletti il suo leader offensivo. Squadra intrigante, affascinante, solida e pure forte sulle catene laterali dove i vari Mattiello e Pellegrini assicurano gamba e buoni cross per il #30 sardo. La salvezza è un obbligo, divertire, nell’anno del centenario e del cinquantesimo dal primo scudetto degli isolani, un dovere. Formazione da metà classifica, almeno.

Cosa manca: una seconda punta da affiancare a Pavoletti

Il mercato rossoblù è stato di sicuro soddisfacente con l’arrivo del Ninja a rappresentare la ciliegina sulla torta per un Cagliari all’altezza della situazione. Eppure, manca ancora qualcosa. Bisogna sfoltire la rosa, ancora troppo ampia, oversize ma anche aggiungere una seconda punta per completare l’undici titolare. In lista: Simeone della Fiorentina, Barrow dall’Atalanta e, più difficile, Kouamé dal Genoa.

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Fiorentina in stile Atalanta: l’obiettivo è sorprendere

I viola non si accontentano di cancellare la difficile coda della scorsa stagione. Quest’anno, complice anche il cambio di proprietà, i toscani vogliono sorprendere tutti. E lo stanno facendo, a bocce ferme, già sul mercato con gli innesti di Lirola, Pulgar e la conferma (almeno momentanea) di Chiesa, prima dell’incredibile affare Ribery – che ha riportato grande entusiasmo a Firenze – come evidente segno di una rinascita, di una certa voglia di riscatto. Con l’ultima porzione del mercato che potrebbe regalare altro talento da ammassare e poi plasmare nel buon 4-3-3 di Montella. Che ha tanta voglia di dimostrare il suo valore, come il suo attuale club, dopo diverse esperienze dai contorni negativi fra Milano e la Spagna.

Cosa manca: un esterno d’attacco dopo Ribery

È caccia aperta ad un terzino mancino, in sostituzione del partente Biraghi, promesso sposo dell’Inter, che vorrebbe girare in prestito Dalbert, e ad almeno un altro esterno offensivo dopo l’ufficializzazione di Ribery. Con Berardi, e in minor misura De Paul e Politano, nel mirino dei viola.

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Genoa promettente: Schone, Saponara e Pinamonti i leader tecnici del Grifone

Dopo lo spavento dello scorso anno, il Grifone si presenta all’inizio di questo nuovo campionato con un progetto tecnico ed una rosa nettamente superiori a quelli dello scorso anno. Specie dopo l’addio a gennaio di Piatek. Andreazzoli godrà della qualità e dell’esperienza di Schone, dell’efficacia tra le linee di Saponara, della conferma in difesa, almeno per un altro anno, di Romero, della solidità di Zapata e della freschezza in attacco di Pinamonti, in tandem con Kouamé. Col bel gioco di marca e di derivazione toscana, e una buonissima panchina (vedi Barreca, Agudelo, Pajac, Romulo, Sanabria o Pandev) come bussola verso la salvezza. Una salvezza nelle corde dei rossoblù che potrebbero anche andare oltre l’obiettivo stagionale.

Cosa manca: prima cedere, poi qualche altro tassello

Il Genoa, dopo diversi acquisti, ha bisogno di cedere. Prima ancora di attingere a piene mani dal mercato. Eppure, ad oggi, gli obiettivi restano tanti. Per la difesa, Goldaniga e il terzino destro del Copenaghen Ankersen, per la mediana, Thiago Maia e Guarin, per l’attacco, Elyounoussi del Southampton e Babacar dal Sassuolo.

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B come Balotelli per un Brescia che vuole la permanenza in A

Con l’arrivo di Balotelli il Brescia si candida ad essere, fra le neopromosse, quella con maggiori chance di raggiungere la salvezza. Specie se si considera la conferma in mezzo al campo di Tonali – che potrà giocare il suo primo anno nella massima serie – e si ascoltano le sirene di mercato che vorrebbero, nelle ultime ore, altri nomi di grido per rinforzare il club di Corini. Un mix di giovani interessanti e vecchie volpi in cerca di riscatto, dunque, per un Brescia da Leoni che punta alla permanenza in Serie A.

Cosa manca: si cerca un trequartista. Piacciono Rami e Guarin

In attesa di sciogliere le riserve per quanto concerne il tandem offensivo delle Rondinelle, col ballottaggio TorregrossaDonnarumma per affiancare Balotelli davanti, il Brescia cerca un trequartista, da alternare a Spalek, come Almau dell’Heracles o Sarr del Marsiglia e due o più nomi che possano garantire qualità ed esperienza. Nomi che portano agli svincolati che hanno vissuto dalle parti della Madonnina: l’ex Milan Rami (33 anni) e l’ex interista Fredy Guarin (31).

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Il Lecce punta sull’entusiasmo dell’ambiente

Doppio salto e trionfo. Il Lecce, in appena due anni, ha letteralmente ribaltato tutto ritornando nel calcio che conta in aiuto del Napoli che, con i salentini, resta l’unica squadra made in Sud del campionato. I giallorossi però, a differenza degli azzurri, hanno un solo obiettivo: realizzare un altro miracolo e restare in A. Un obiettivo difficile, complesso, specie se si considerano i rinforzi prelevati dalle dirette concorrenti, ma che potrebbe arrivare grazie all’organizzazione di gioco di Liverani e all’entusiasmo di un ambiente affamato di calcio, di grande calcio.

Cosa manca: una punta da affiancare a Lapadula

Al netto degli interessamenti per calciatori appartenenti ad altri ruoli, come quello per Goldaniga del Sassuolo, il Lecce prova a mettere insieme un colpo importante in attacco per garantire gol salvezza al tecnico Liverani. Si cerca una punta di peso, di spessore, con un buon palmares alle spalle e l’esperienza giusta per restituire fiducia ai salentini. Indizi, che portano a Mitroglu dell’Olympique Marsiglia, a Mitrovic del Fulham e, nelle ultime ore, all’ex Manchester City Bony, attualmente in forza all’Al Araby.

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Rivoluzione Hellas Verona, ma l’attacco non convince

La recente eliminazione in Coppa Italia per mano della Cremonese, che pure punta in alto in Cadetteria, ha fatto scattare gli allarmi dalle parti di Verona, sponda Hellas. Gli scaligeri, in questa fase finale del mercato, hanno intenzione di rivoluzionare la squadra a garantire a Juric gli uomini giusti per rincorrere una difficile salvezza. Difesa e centrocampo del tutto nuovi ma è l’attacco a preoccupare di più mancando una punta di riferimento, di grande spessore.

Cosa manca: qualcosa davanti, in attacco

Nelle ultime ore il Verona ha messo a segno due colpi molto interessanti: Adjapong in prestito dal Sassuolo, con diritto di riscatto in caso di salvezza, e Sofyan Amrabat dal Club Brugge, con identica formula. Mentre si segue pure Pessina dall’Atalanta. Ma è l’attacco, come dicevamo, il reparto da migliorare con diversi elementi sul taccuino dei dirigenti gialloblù: il sogno Simeone, in uscita dalla Fiorentina, Salcedo, Barrow, Falcinelli e Babacar.

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