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Il Napoli di Sarri sta vincendo coi giocatori di Benitez. In 5 anni investiti 336 milioni

Il tecnico spagnolo ha avuto il merito di inaugurare l’ascesa azzurra, Sarri ha plasmato la rosa trasformandola in competitiva. Sono 336 i milioni di euro investiti negli ultimi 5 anni culminati col patto scudetto e la conferma dei big. Ma la stagione attuale rappresenta anche la fine di un ciclo e servirà tornare a fare mercato sul serio.
A cura di Salvatore Parente
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Il Napoli non ha acquistato alcun calciatore in questo mercato di gennaio scatenando non poche polemiche, specie, se si prende in considerazione il fatto che, l’unico innesto per il prossimo anno, Younes, potrebbe pure non arrivare. Eppure, ad oggi, con tanti protagonisti azzurri, da Reina a Callejon, da Mertens a Raul Albiol, vicini o oltre la soglia dei 30 anni, sarebbe stato opportuno fare qualcosa almeno in prospettiva futura. La scelta di confermare i pezzi da novanta (ed esserci riusciti) è stato un segnale chiaro, testimonianza di quel patto scudetto sancito all'interno dello spogliatoio ed è per questo che la stagione attuale rappresenta il punto di non ritorno, la fine di un ciclo iniziato cinque anni fa.

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I no di Verdi e Politano, i ripensamenti del predetto talento dell’Ajax e le mille difficoltà per migliorare una compagine già vicina alla perfezione, hanno imposto una brusca frenata al progetto 2.0 di questo Napoli: quello che guarda oltre il 2017/18 e punta ai prossimi 5 anni. Cinque anni, quelli trascorsi, che però, voltandoci indietro, hanno rivoluzionato l’assetto di una squadra non più alla ricerca di scommesse ma brava, soprattutto grazie all’ascendente di Benitez da un lato ed al plenipotenziario manager Quillon dall’altra, a prelevare profili già pronti, maturi ed in grado di elevare il tasso tecnico della rosa. Una rosa, poi, diventata matura, adulta, in definitiva fortissima grazie all’artigiano Sarri che, sfruttando i campioni ‘a roster’, coltivando l’eredità del maestro spagnolo, ha plasmato una formazione capace, oggi, di lottare, quasi ad armi pari, con la Juventus. E così, in questo contesto, anche per tracciare un bilancio dell’ultimo lustro partenopeo, ecco quanto raccolto dal Napoli dall’approdo di Benitez al magico presente di ‘coach’ Sarri.

Stagione 2013/14, l’annata della costruzione delle fondamenta azzurre

È l’anno della rifondazione, della fine del ciclo di Mazzarri, dell’addio di Cavani, dell’arrivo di Benitez e di un mercato sontuoso. In quella particolare stagione, infatti, fra l’estate e l’inverno partenopeo, giunsero all’ombra del Vesuvio, nell’ordine: Higuain, Callejon, Mertens, Ghoulam e Jorginho.

Il primo Napoli di Benitez
Il primo Napoli di Benitez

Quattro calciatori che, oggi, sono assolutamente, ‘Pipita’ a parte, imprescindibili negli schemi azzurri. Quattro giocatori eccezionali che riuscirono, con un saldo fra entrate e uscite di -33 milioni di euro, a riportare la Coppa Italia a Napoli, in finale con la Fiorentina, e a condurre i campani al 3° posto in classifica.

Il secondo Napoli, stagione 2014/15, di Benitez
Il secondo Napoli, stagione 2014/15, di Benitez

Stagione 2014/15, l’anno dei rimpianti

L’anno successivo è quello dei ‘poteva essere e non è stato’, dei rimpianti, dei dispiaceri e delle recriminazioni. In quel mercato però, fra i flop, anzi fra i bidoni, Michu, Andujar, De Guzman e Gabbiadini, qualcosa di buono comunque arrivò. In particolare, approdò in Campania quel Kalidou Koulibaly che appare ora essere uno dei migliori centrali d’Europa. Ma la stagione, purtroppo per i tifosi del ‘Ciuccio', non fu eccellente.

Vittoria della Supercoppa a parte (che resta l’ultimo trofeo alzato al cielo dal Napoli), quella della mega-rimonta napoletana sulla Juve e della interminabile lotteria dei rigori contro la ‘Vecchia Signora’, la banda Benitez finì fuori dall’Europa League contro il Dnipro, dando un bel calcio al secchio del latte dopo una campagna continentale favolosa, e pure fuori dalla terza piazza Champions con un quinto posto di sicuro fallimentare: il dominio spagnolo volge al termine.

Il Napoli di Sarri
Il Napoli di Sarri

Stagione 2015/16, la prima di Sarri

Nel 2015/16 si riparte ancora una volta, lato guida tecnica, daccapo pur con un parco giocatori che si arricchisce di Valdifiori ma soprattutto del rientro di Reina e dell’arrivo di Hysaj, Chiriches e Allan. È l’anno del Napoli Campione d’inverno, del Napoli stellare che comincia a sciorinare il miglior gioco d’Italia e dello scontro diretto, poi perso con la Juventus a Torino, nel quale i titolarissimi, sulle gambe, soccombono per un tiro beffardo di Zaza accomodandosi, fino al termine, al secondo posto.

È l’anno del record di segnature di Higuain, 36 reti in campionato, ma anche dei sedicesimi di finale in Europa League, dell’eliminazione ai quarti di finale di Coppa Italia e delle potenzialità di una formazione davvero forte e che annuncia, alle altre, una pericolosa competitività.

Il primo anno senza il 'Pipita'
Il primo anno senza il ‘Pipita'

Addio ‘Pipita’, Napoli ugualmente competitivo. Arrivano pure Rog, Diawara e Zielinski

Quella competitività però, viene subito attutita dalla cessione, sofferta e dolorosa, del ‘Pipita’ Higuain. 94 milioni di euro sull’unghia e Napoli privo del suo bomber principe. E quindi ecco arrivare Milik in sua sostituzione ma il rapido infortunio del ragazzo, che si fa male al ginocchio, complica l’assunto, meglio inventarsi qualcosa: Mertens, con tutte le note conseguenze, punta centrale.

In estate però, dopo il commiato con l’argentino gli azzurri hanno denaro fresco da spendere e così arrivano i colpi in prospettiva ma anche 97 milioni di euro investiti con Rog, Diawara e Zielinski a ringiovanire una rosa non proprio freschissima. L’annata termina con un crescendo rossiniano, una quantità di record infranti, dai gol segnati al rendimento esterno al primato di punti, ed un 3° posto, con un saldo di +9 milioni di euro, piuttosto promettente.

 

Le spese azzurre, Napoli al top in Italia. Sarri esalta Benitez

Insomma, in cinque anni, tralasciando l’analisi dell’attuale stagione ancora in corso, il Napoli ha speso tanto (336 milioni di euro), incassato quasi altrettanto (235 mln), trovando numerosi talenti in grado di segnalarsi come elementi ormai indispensabili. Elementi però che sono arrivati nella prima parte del lustro analizzato con giocatori capaci di giocare tantissimo con addirittura 103mila minuti divisi fra tutti gli innesti giunti sotto entrambe le gestioni da Benitez a Sarri, da Bigon a Giuntoli. Ma se i primi sono stati bravissimi a portare questi top player a Napoli, i secondi, anzi il secondo, il tecnico toscano, ha messo insieme una sorta di capolavoro tirando fuori il meglio da tutti pur sacrificando, sull’altare dei meccanismi tattici, i vari Valdifiori, Giaccherini, Pavoletti, Tonelli o Maksimovic.

7 degli acquisti più costosi della storia azzurra arrivati negli ultimi 5 anni (Transfermarkt.it)
7 degli acquisti più costosi della storia azzurra arrivati negli ultimi 5 anni (Transfermarkt.it)

Il tutto, per una certa continuità che, seppure non vincente, ‘zero tituli’ nell’era Sarri, ha portato i campani ad essere una seria contendente per il titolo, ogni singolo anno, oltre che una compagine d’elite per forza economica. Il Napoli ha avuto, infatti, il miglior bilanciamento tra acquisti e cessioni con un saldo negativo di soli 101 milioni di euro (simile ai -107 mln di euro della rivale Juventus) con i partenopei che, spendendo 336 milioni di euro, sono quinti dietro alla stessa Juventus (588,38 milioni di euro), alla Roma (428 mln), all'Inter (412 mln) e al Milan (369 mln).

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