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Il Pagellone del calciomercato, la Serie A chiude con pochi sussulti

I 31 giorni di mercato di gennaio riassunti in un piccola storia di cosa è avvenuto e di chi, alla fine dei giochi, sembra essersi mosso meglio. Napoli a bocca asciutta alla fine i colpi veri sono Giaccherini al Chievo e Babacar al Sassuolo.
A cura di Salvatore Parente
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Allo scoccare delle 23, ufficialmente chiusa una delle sessioni invernali di mercato meno esaltanti degli ultimi anni. Una sessione priva di grandi colpi, sussulti e tutt’altro che inondata da fiumi di danaro come invece accaduto alla solita Premier League (l’affare Aubameyang, ad esempio). Eppure, da guardiani del panorama calcistico nazionale, non possiamo esimerci dall’esprimere un parere (di qui l’idea della mega-pagella) su quanto avvenuto in questi 31 giorni con voti e giudizi sulle singole compagini che, in una maniera o nell’altra, hanno provato a fare qualcosa in questa campagna di riparazione.

Le big

Napoli (5.5)

Parliamoci subito chiaro: il mercato del Napoli è assolutamente da bocciare con diversi no e l’estremo tentativo per Klaassen come metafora di un mese da dimenticare. I rifiuti di Verdi prima e di Younes poi, con una certa impreparazione a redigere piani alternativi e le difficoltà per strappare Politano dal Sassuolo, infatti, condannano senza appello un club che doveva dare un chiaro segnale a tutte, Juve compresa, anche sul mercato. Un segnale per rafforzare il concetto e legittimare le ambizioni della squadra, come per dire, anche la società crede nel titolo e, per raggiungerlo, apre i cordoni della borsa, investe e allarga la rosa.

Juventus (s.v.)

La Juve dall’alto della sua forza e di un contingente di calciatori in grado di mettere insieme ben due squadre alternative, ed ugualmente competitive, non ha investito per niente in questo mercato. Eppure, qualcosa, in vista della prossima stagione, è stata fatta con un pressing costante su Emre Can, in scadenza col Liverpool, l’arrivo del talento del PSV Fernandes ed il tentativo per il giovane dalla Corea del Nord Han del Cagliari con i sardi però, a fare resistenza. Il tutto, nell’ottica di una squadra già forte, in attesa del rientro di Dybala, e pronta a scatenarsi nel rush finale per il titolo col Napoli ed in Champions League per vendicare l’onta di Cardiff, un anno dopo.

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Lazio (6)

Perché cambiare i pezzi di una macchina che corre e va forte? E’ questo il ragionamento seguito dal Ds Tare che, per puntellare la rosa, ha pensato solo a coprirsi in una zona strategica del campo con l’arrivo, per 600mila euro dall’Hellas Verona, di Martin Caceres. Un acquisto azzeccato in relazione alla polivalenza del ragazzo, terzino destro, sinistro e centrale, ma anche ai tanti infortuni patiti dai biancocelesti proprio in quella specifica zona del rettangolo verde. Insomma, squadra che vince, non si cambia.

Inter (5.5)

Il colpo dell’ultim’ora, quello che avrebbe potuto portare enormi benefici alla squadra, non è arrivato. Pastore, infatti, al di là delle aspettative che s’erano pure accumulate intorno alla trattativa nelle prime ore di questa mattina, non approda a Milano e non si sistema sulla trequarti di Spalletti, dietro il bomber Icardi. E quindi, il progetto iniziale di prelevare un suggeritore (in extremis tentativo di scambio con l’Everton con Schneiderlin in cambio di Brozovic), un fine dicitore capace di azionare con maggiore frequenza l’argentino non è andato a buon fine con però una sessione invernale comunque discretamente positiva. Senza colpo ferire, o meglio, senza spendere soldi, i nerazzurri hanno portato a casa due talenti niente male. Lisandro Lopez (450mila euro per il prestito) dal Benfica per dare una mano alla difesa e Rafinha dal Barcellona per far fare il salto di qualità alla linea mediana. Due colpi importanti, da valutare, specie l’ex catalano, nei prossimi mesi per far sì che questa piena sufficienza possa trasformarsi in un voto negativo o in una autentica manna dal cielo.

Roma (5.5)

Se l’estate della Roma è stata piuttosto traumatica con i giallorossi che hanno dovuto fare a meno di Rudiger, Salah e Paredes per problemi di fair play finanziario, l’inverno capitolino si è concluso con un grosso pericolo scampato ed un sospiro di sollievo. E sì perché la corte del Chelsea per Edin Dzeko non si è concretizzata con Emerson Palmieri unico sacrificato, sempre destinazione Stamford Bridge, sull’altare dei conti per 20 milioni di euro (più 8 di bonus). Un sacrificio meno problematico e traumatico di quello del bosniaco, che pure sembrava ad un passo, ed un ultimo giorno di mercato che ha condotto, via Sporting Lisbona, alla corte di Di Francesco il terzino destro portoghese Jonathan Silva in prestito con diritto di riscatto. Insomma, con Hector Moreno già ceduto dopo solo sei mesi all’Olimpico per 5 milioni di euro alla Real Sociedad, la Roma ha scampato un grosso pericolo e pure sistemato qualcosa in difesa.

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Milan (s.v.)

Se la Lazio è partita da solide basi per scegliere di non sconvolgere i delicati equilibri trovati, il Milan di Gattuso, agli antipodi, ha preferito immobilizzare il proprio mercato in entrata per valorizzare quei giovani talenti prelevati nella sontuosa estate da quasi 200 milioni di euro. E quindi, nulla s’è mosso, con solo prospetti in uscita, molti in prestito (Zanellato e Gabriel) e zero ingressi dalle parti di Milanello. Una strategia che potrebbe essere vincente, le ultime 3 vittorie consecutive lo dimostrerebbero, e che sta cementando un gruppo alla continua ricerca dell’alchimia giusta.

Fiorentina e Chievo fanno segnare i colpi dell’ultim’ora

Scendendo più giù, zona Europa League e centro classifica, il conto degli acquisti e delle cessioni non sembra diventare più cospicuo, anzi. Pur con qualche innesto ciascuno, infatti, la geografia e le gerarchie del football del ventre della graduatoria non sembrano per nulla cambiate con diversi colpi interlocutori o, soltanto, in attesa del vaglio del campo.

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Procedendo dalla sesta piazza in poi, la Samp ha ceduto Djuricic (prestito) e Puggioni (definitivo) al Benevento per poi prelevare, come secondo alle spalle di Viviano, il numero 1 dei sanniti Belec (prestito più opzione di acquisto) segnalandosi come club, sul mercato invernale, senza infamia e senza lode. Come pure interlocutoria è la campagna di riparazione di Atalanta e Udinese che, a gennaio, non stravolgono il loro assetto con gli orobici ad acquistare Rizzo dalla Spal e Mattiello (poi riceduto a titolo temporaneo proprio agli estensi) via Juve ed i friulani ad acquisire le prestazioni di Zampano che, alla Dacia Arena, ritroverà il suo tecnico al Pescara Oddo. Il Torino, invece, perso Donsah, che resta al Bologna, non sposta nulla, in attesa del pieno recupero di Belotti, mettendo però in piedi qualcosa in uscita: in particolare, il Ds Petrachi cede in maniera vantaggiosa Lucas Boyé al Celta Vigo con la formula del prestito con diritto di riscatto a 12 milioni di euro.

Infine, il Bologna, anche a causa dell’infortunio di Verdi, si copre bene assicurandosi le prestazioni di Orsolini (prestito con diritto di riscatto e controriscatto dalla Juventus) con Chievo e Fiorentina (oltre a Dabo dal Saint Etienne) a segnare i veri colpi dell’ultimo giorno di mercato: Babacar al Sassuolo (in prestito con obbligo di riscatto) per Falcinelli (a titolo temporaneo con diritto di riscatto) e Giaccherini a Verona via Napoli fino al prossimo giugno.

Fondo classifica: le piccole si muovono tanto. Genoa al top

Detto dello scambio di prestiti fra Sassuolo e Fiorentina e della resistenza dei neroverdi per Politano (a proposito, il Napoli ci ha provato fino alla fine), con Lirola prelevato dalla Juventus a titolo definitivo per 7,5 milioni di euro e Lemos in sostituzione della bandiera Cannavaro, le compagini che meglio si sono mosse in questo mercato, anche per numero di arrivi a referto, sembrano essere Genoa e Benevento. E sì perché se il Cagliari, con Caligara e Castan, ha puntellato la rosa ed il Crotone, come la Spal, si sono assicurati giocatori utili e funzionali allo scacchiere tattico di Zenga e Semplici (Kurtic, Dramé, Cionek, Everton Luiz e Simic per gli emiliani e Capuano, Benali, Ricci e Zanellato per i calabresi), le predette Genoa e Benevento hanno quasi rivoluzionato tutto.

Il Grifone, infatti, dopo aver ceduto il baby-fenomeno Pellegri ha messo le mani oltre che sulla scommessa El Yamiq dal Raja Casablanca, sugli ottimi Pedro Pereira, l’estoroso e talentuoso Iuri Medeiros dallo Sporting Lisbona ma anche Bessa, spesso fra i migliori in campo dell’Hellas Verona, per poi richiamare Hiljemark dall’esilio greco del Panathinaikos. Il tutto, per un undici, ancora più competitivo di quello attuale. In conclusione, buoni gli innesti anche per il Benevento che, al mercato, ha affidato le residue speranze di mantenere la categoria con Puggioni, Billong, Ashong (svincolato), Diabaté dall’Osmanlispor, Guilherme, Djuricic, Sandro e l’approdo last minute Tosca (a titolo temporaneo dal Betis Siviglia) chiamati a rafforzare una compagine in netta difficoltà in massima serie.

 
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