Liverpool-Napoli, le pagelle commentate sul risultato di 1-0 (che qualifica i Reds)
Inghilterra amara per il Napoli. Come ai tempi di Mazzarri agli ottavi di finale contro il Chelsea, i catini britannici non portano fortuna ai campani che, pur con quasi tre risultati su tre, soccombono per 1-0, unico risultato che eliminava la banda Ancelotti, contro il Liverpool vice-campione d’Europa. Decisivi, il duello individuale fra Salah e Mario Rui, con quest’ultimo nettamente in balia dell’egiziano, la rete al 33’ dell’#11 dei Reds e la gegenpressing furiosa, forsennata, specie in avvio, dei padroni di casa.
Poi, dopo il vantaggio, la partita si accende, si infiamma e sul rettangolo verde di ‘Anfield’ succede di tutto: il Napoli ci prova e si sbilancia, i Reds sciupano occasioni e Ospina, protagonista negativo nell’occasione del gol, salva ben tre volte sugli uomini di Klopp. Il recupero però non basta, il forcing finale campano va a vuoto, anche per merito di un autentico miracolo di Alisson su Milik, e gli azzurri, ancora una volta nella loro storia, pur al netto di un gran girone, con 9 punti conquistati ed una sola sconfitta, abbandonano anzitempo la manifestazione.
Salah fa impazzire Mario Rui, Koulibaly accorre spesso in aiuto
La partita vive di sussulti, di fiammate e di duelli che, già alla vigilia, potevano sembrare non troppo equilibrati. Ed uno di questi confronti diretti, nel basket si chiamerebbero mis-match, ovvero scontri con uno dei contendenti sotto taglia o con meno armi per difendersi, è quello fra Mario Rui e Salah. Una sfida, sul filo della velocità, che già all’inizio non promette bene per il Napoli.
Spesso, difatti, l’asso ex Roma dribbla il lusitano con Koulibaly, anche stasera al top, chiamato a chiudere in raddoppio. Ma la resistenza del #6 campano dura 33 giri di orologio con l’egiziano abile nello stretto a superare Mario Rui, a fare leva sul suo corpo, a scappare in direzione dell’area piccola per poi avere la meglio del centrale senegalese e, con la complicità del non certo ottimo Ospina, depositare in rete. Uno a zero sì, ma anche successo, anzi dominio individuale sul terzino azzurro nel particolare derby fra ex giallorossi.
Mertens e Insigne soffrono la fisicità dei centrali Reds
Ad inizio partita Ancelotti prova a fare sua la partita sfruttando la velocità dei suoi due attaccanti centrali, chiamati a sprintare in contropiede e a guidare la transizione positiva. Eppure, questa strategia non ottiene i suoi frutti, anzi. Matip, ma soprattutto Van Dijk, che con un fallaccio in avvio sanzionato solo col giallo da Skomina inibisce Mertens, riescono a schermare bene la porta di Alisson impedendo agli scugnizzi partenopei di offendere ma, soprattutto, di creare tante occasioni da gol.
I 194 cm di media dei due stopper Reds, l’organizzazione difensiva corale ed il pressing forsennato del Liverpool sono un ottimo antidoto alle giocate nello stretto della coppia titolare napoletana che, specie nella prima parte del match, cede il passo all’atletismo avversario. Un atletismo, poi, contrastato dal polacco Milik capace, sia pure nella morsa della retroguardia rossa, di guadagnarsi una ghiottissima chance ancorché respinta dal guizzo felino di Alisson. Assente ingiustificato, invece, Insigne, giustiziere di Klopp all'andata, letteralmente soffocato dalla vigoria dei padroni di casa che, dall'altro lato, rispondono in termini di attaccanti deludenti con un Mané affamato capace di divorare almeno tre nitide palle gol nel secondo tempo.
Ospina horror che errore su Momo Salah. Nella ripresa si riscatta
Ritorno in Inghilterra fra luci e ombre per Ospina. Già il nuovo numero uno azzurro, chiamato ad una gara di livello per respingere gli assalti dei padroni di casa, stecca malamente il suo compito macchiando una discreta prova al 33’ e, dunque, non riuscendo ad arginare con efficacia il tiro, di destro, defilato e senza troppa forza, dell’egiziano Salah. L’ex Arsenal si tuffa sulla destra con largo anticipo, apre inopinatamente il goniometro delle sue gambe e concede un varco esiziale all’#11 avversario condannando i suoi alla rincorsa, disperata e senza effetto e se stesso all’oblio specie in relazione al collega Alisson, dall’altra parte, senza sbavature o imprecisioni di sorta con, anzi, una gran parata nel recupero su Milik. Nella ripresa, invece, il colombiano si riscatta alla grande salvando per ben tre volte proprio su Salah, che lo aveva beffato nel primo tempo, e su Mané tuffandosi, e dunque chiudendo alla disperata, al 75’.
Milner moto perpetuo, Hamsik impreciso
A centrocampo, nella terra di mezzo fra attacco e difesa, è autentica bagarre: ritmo, densità, grinta e contrasti da partita senza un domani. Ma a centrocampo ci sono anche i piedi buoni. Quelli di Wijnaldum, utile in entrambe le fasi, di Henderson, metronomo diligente, e di Hamsik che però, nella rete del pressing inglese, alterna buone geometrie a errori da matita blu. È il capitano, e da leader tecnico, da metafora di questo Napoli, sbanda, tiene botta ma non illumina, come di consueto, lo spartito campano. Milner, invece, in questo contesto, e con queste frenetiche pulsazioni, è un topo nel formaggio: corre, si fa vedere, chiama palla, si inserisce e, pure, calcia, talvolta con pericolosità, verso la porta avversaria.
Tabellino e voti
Liverpool (4-3-3) #13 Alisson 7; #66 Alexander-Arnold 6.5 (Dal 89’ Lovren s.v.), #4 Van Dijk 7-, #32 Matip 6.5, #26 Robertson 6.5; #5 Wijnaldum 6.5, #14 Henderson 6, #7 Milner 6.5 (Dal 84’ Fabinho s.v.); #11 Salah 7+, #9 Roberto Firmino 6 (Dal 78’ Keita s.v.), #10 Mané 5. A disposizione: #22 Mignolet; #6 Lovren; #3 Fabinho, #8 Keita, #23 Shaqiri;, #15 Sturridge, #27 Origi. Allenatore Jurgen Klopp 7
Napoli (4-4-2) #25 Ospina 6; #19 Maksimovic 5.5, #26 Koulibaly 7, #33 Raul Albiol 6-, #6 Mario Rui 4.5 (Dal 70’ Ghoulam 6); #7 Callejon 5.5, #5 Allan 6, #17 Hamsik 5.5, #8 Fabian Ruiz 6+ (Dal 62’ Zielinski 6-); #24 Insigne 5, #14 Mertens 5.5 (Dal 67’ Milik 5.5). A disposizione: #27 Karnezis; #23 Hysaj, #31 Ghoulam; #42 Diawara, #20 Zielinski; #11 Ounas, #99 Milik. Allenatore Carlo Ancelotti 5.5