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Promossi e bocciati della 13a giornata di Serie A

La sconfitta della Juventus e le contestuali affermazioni di Roma, Napoli e Inter restituiscono l’immagine di un campionato sempre più vivo ed entusiasmante. Bianconeri a quota 14 gol incassati. Risultato consecutivo numero 25 per il Napoli e il riscatto di tanti azzurri usciti malconci dalla débâcle con la nazionale di Ventura.
A cura di Salvatore Parente
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Dopo la sosta e lo shock mondiale dell’Italia fuori da Russia 2018, la Serie A torna a scrivere le pagine del libro del campionato con partite spettacolari, risultati inattesi e record riaggiornati. Il tutto, con una Roma che riaccende le speranze scudetto nel derby con la Lazio, col Napoli che ha la meglio sul Milan di Montella, l’Inter capace di vincere contro la pugnace Atalanta e la Samp in grado di fare la storia, 6 successi su 6 in casa in avvio di stagione, e superare la Juventus di Allegri, ora, a -4 dalla capolista campana ed una corsa al titolo che si fa vieppiù entusiasmante.

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In questo contesto, aspettando il risultato di Verona-Bologna che chiude il quadro della 13esima giornata che delineerà il volto completo della classifica del massimo campionato, ecco promossi, rimandati e bocciati del weekend di questo turno di Serie A.

Promossi

la prestazione di Nainggolan contro la Lazio (Sofascore.com)
la prestazione di Nainggolan contro la Lazio (Sofascore.com)

La Roma stende la Lazio e che partita per il ‘Ninja’

Aggressività, ritmi alti, pressing asfissiante, impermeabilità difensiva e qualità, tanta qualità. Questi gli elementi che hanno permesso alla Roma di stendere la Lazio (che non perdeva da quasi 2 mesi), aggiudicarsi il derby della capitale e scavalcare, in un colpo solo, proprio i rivali biancocelesti. Un sabato sera da ricordare quindi, con i giallorossi vivi, presenti, combattivi e cattivi su ogni palla, in ogni singolo contrasto. E se Perotti ha il merito di accendere la contesa con i soliti guizzi, Nainggolan, a proposito in dubbio alla vigilia per una lesione all’adduttore, è in grado di caricarsi la squadra sulle spalle e realizzare la rete, la sua seconda in un derby, del 2-0.

Una sassata da fuori area che fulmina Strakosha ma che, soprattutto, fa capire che quel numero #4, quell’automa che tutti chiamano ‘Ninja’, di umano, non ha proprio nulla. E così, a latere, ma non troppo, Di Francesco si prende Roma, si accattiva le simpatie di quella parte di stampa che lo aveva criticato in avvio e, con la quinta affermazione consecutiva in campionato, anche il terzo posto, vista Juve, in classifica aspettando l’Atletico ed una possibile ancorché storica qualificazione ai prossimi Ottavi di Champions League.

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Top del match: Nainggolan

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Napoli promosso ma con riserva

Trovare qualche difetto a questo Napoli appare un gioco sadico e, talvolta, anche ingiusto. Eppure, al netto dell’imbattibilità stagionale (11 vittorie e 2 pareggi) ma anche dei 25 risultati utili consecutivi, dei 35 punti guadagnati sui 39 a disposizione, delle 34 reti a referto e della ‘palma’ di seconda miglior retroguardia del torneo, qualcosa da migliorare ancora c’è. E sì perché se riesci a concludere nello specchio della porta avversaria, in media, 8.2 volte per match le partite, come quella di sabato sera, vanno chiuse prima e con una diversa autorità. Ma tant’è al Napoli piace il brivido. E, malgrado il 2-0 di Zielinski, cala troppo nella ripresa consegnandosi ad un volenteroso Milan che ci prova, trovando il gol del 2-1 con Romagnoli, fino alla fine.

Un risultato buono però per mettere pressione alla Juventus, che poi cade a Marassi, ritornare al successo dopo lo stop esterno col Chievo e restituire fiducia ad un gruppo che, in attesa dell’esiziale scontro del 1 dicembre contro la ‘Vecchia Signora’, si tuffa in Champions per battere lo Shakhtar e riaccendere le speranze europee.

Top del match: Insigne

l'effetto allenatore in Serie A, De Zerbi non cambia il risultato, Lopez sì: 3 vittorie in 5 match (Transfermarkt.it)
l'effetto allenatore in Serie A, De Zerbi non cambia il risultato, Lopez sì: 3 vittorie in 5 match (Transfermarkt.it)

Cagliari corsaro a Udine

L’effetto Lopez si vede, eccome. Da quando il tecnico del Cagliari ha sostituito Rastelli sulla panchina dei sardi, infatti, gli isolani hanno innestato le marce alte con 3 vittorie nelle 5 gare con l’ex centrale in sella. E in effetti, questi successi, ultimo in ordine di tempo quello con l’Udinese, hanno estromesso il Cagliari dalle zone meno nobili della classifica con un margine di vantaggio che, ora, è di 6 punti sul Genoa terz’ultimo.

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E così, la vittoria della Dacia Arena, diventa fondamentale con la formazione di Lopez che, pur rischiando in più di un'occasione contro i poco precisi friulani, riesce a conquistare ugualmente i 3 punti prendendosi gioco delle amnesie, offensive e non solo, dell’Udinese. E se Jankto e Maxi Lopez si mangiano l’impossibile, Danilo, Widmer e Bizzarri (poi espulso nel recupero) regalano, al 52’, il gol a Joao Pedro con una incredibile indecisione: rinvio io, rinvii tu, segna il brasiliano. E poi, a seguire, il Cagliari, nonostante il ritorno dell’Udinese, legittima il vantaggio e sfiora il raddoppio in un paio di pericolose circostanze con Farias prima e Faragò poi con un trionfo esterno che mancava da tanto con i sardi vittoriosi una sola volta nelle ultime 9 trasferte.

la partita, in nuemeri, dell'MVP Barella di udinese-Cagliari (Sofascore.com)
la partita, in nuemeri, dell'MVP Barella di udinese-Cagliari (Sofascore.com)

Top del match: Barella

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Icardi piega l'Atalanta, l'Inter c'è

Nelle partite complicate, chiuse, difficili, in definitiva: ostiche, due componenti spesso arrivano a risolverle. Una, è di sicuro la forza, il talento dei top player, l’altra l’importanza dei calci piazzati. Ecco, nel delicato posticipo del Meazza fra Inter e Atalanta queste due evenienze si sono incontrate per far felici i tifosi nerazzurri con Icardi che, su punizione di Candreva, al 51’, è riuscito a piazzare, di testa, la solita importantissima zampata: l’argentino attende il preciso suggerimento del compagno di squadra, si muove come un ossesso in area e sigla con stacco imperioso l’1-0, gara sbloccata e 93esima realizzazione con la casacca meneghina.

Pronti via, si riparte Petagna entra per Ilicic ma la gara ha ormai messo in partita ‘Maurito’ che, furtivo e letale, si aggira nella 16 metri avversaria. E così, su traversone preciso di D’Ambrosio, il #9 nerazzurro anticipa la coppia centrale, sempre di testa, e trafigge sul secondo palo l’incolpevole Berisha: 2-0.

Eppure, anche se gli orobici, ai punti, meriterebbero qualcosa in più dei due gol di svantaggio, l’Inter coccola il suo ariete capace, in attesa dei recuperi di Roma e Lazio e grazie al contemporaneo Ko della Juve con la Samp, di riportare i suoi a -2 dal Napoli e chiarire un messaggio piuttosto importante: per il titolo c'è anche l'Inter.

la prestazione, in cifre, di Icardi (Sofascore.com)
la prestazione, in cifre, di Icardi (Sofascore.com)

Top del match: Icardi

la classifica della Serie A (Sofascore.com)
la classifica della Serie A (Sofascore.com)

Rimandati

Fiorentina ancora in costruzione, solo un pari con la Spal

Alla vigilia, il fatturato degli ultimi anni con le neopromosse, 16 vittorie e 5 pareggi con l’ultima sconfitta distante 3 anni e mezzo, autorizzava qualche aspettativa in più con i viola chiamati a riscattare un periodo non troppo positivo. E invece, la Fiorentina, con un inedito 4-3-2-1 in campo con Dias e Chiesa in appoggio di Simeone, fatica non poco grazie alla voglia e all’energia di una Spal, reduce da 2 risultati utili consecutivi, in fiducia. E così i padroni di casa trovano la rete alla fine del primo tempo con Paloschi, alla sua terza realizzazione in campionato, che manda in rete di testa un pallone che aveva prima sbattuto contro il palo di Sportiello.

Finisce il primo tempo e la Viola sembra quella vista in diversi match esterni nei quali i toscani hanno raccolto 2 sconfitte, altrettante vittorie ed un solo pari. Girandola di cambi con Pioli che rivolta come un calzino la squadra inserendo Saponara e Babacar per Dias e Olivera con un punteggio però, che fatica a cambiare.

Chiesa, fresco di rinnovo, è intraprendente, ci prova ma non sembra in grado di poter evitare la terza sconfitta di fila per i suoi fino allo spunto, al guizzo finale, in tandem con Simeone, per il gol, quasi insperato, dell’1-1. Una rete che salva Pioli dall’ennesima delusione stagionale ma non dal confronto con la storia che vede questa giovane versione della Fiorentina fra le peggiori degli ultimi 7 anni con solo l’edizione serba di Mihajlovic (2011/12) con meno punti di questa allo stesso punto del campionato.

la prestazione, in cifre, di Chiesa contro la Spal (Sofascore.com)
la prestazione, in cifre, di Chiesa contro la Spal (Sofascore.com)

Top del match: Chiesa

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Toro seduto, è solo pari col Chievo

Dal Mihajlovic toscano a quello granata, il passo è breve, così come la parziale bocciatura odierna. E se il pari del Meazza con l’Inter prima della sosta aveva avuto il merito di confermare il buon momento del Toro dopo un mese di astinenza dalla vittoria, l’1-1 casalingo col Chievo ha il sapore della sconfitta. E sì perché un successo oggi contro i veneti avrebbe garantito ai piemontesi una prospettiva europea diversa col settimo posto in solitaria grazie all’insuccesso del Milan al San Paolo e al contestuale pari della Fiorentina a Ferrara con la Spal.

E invece, dapprima il gol di Hetemaj, poi la rete di Baselli ed infine il fallito penalty di Belotti al 72’ consolidano il match sull’1-1 con l’attaccante azzurro in piena crisi, il gol manca addirittura dal 20 settembre scorso con l’Udinese, ed i granata incapaci di dare continuità al proprio campionato con due vittorie di fila che mancano, ormai, da inizio stagione. Il tutto, col sostegno del pubblico che, poi, a fine gara, si sfoga con una marea di fischi e insulti in direzione di una squadra di là dall’esprimere un calcio ragionato, piacevole e vincente.

il migliore in campo col Chievo (Sofascore.com)
il migliore in campo col Chievo (Sofascore.com)

Top del match: Baselli

Bocciati

Juve, clamoroso Ko a Marassi, ora i gol subiti sono 14

Nello scorso campionato la Juventus, in 38 giornate totali, aveva subito appena 27 reti. Oggi, con 13 giornate a referto, lo score è ben diverso: 14 gol incassati, oltre 1 di media a partita, solo 5 clean sheet e tante reti che affossano le ambizioni bianconere. E così, anche con la Samp, la Juve, pur giocando bene, subisce troppo finendo per patire la forza, l’entusiasmo e la vigoria dei blucerchiati che, in 27 minuti, si portano sul 3-0. Prima Zapata, poi Torreira e infine Ferrari mettono a nudo le lacune in fase di non possesso dei campioni d’Italia incapaci, con costanza e attenzione, di chiudere per tutta la gara le sortite offensive degli avversari.

E a nulla serve poi il poderoso rientro della ‘Vecchia Signora’ che accorcia con l’HD con Higuain su rigore e Dybala in transizione offensiva. Insomma, Bonucci o non Bonucci, spocchia o assenza di motivazioni, la Juve, almeno dietro, non sembra essere quella solita, quella schiacciasassi, quella dei sei titoli di fila dal 2011/12 in poi.

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Top del match: Torreira

Crotone che flop in casa, il Genoa passa allo ‘Scida’

La sosta, pur con solo 6 calciatori in giro per nazionali, ha provocato più di qualche danno ai ‘pitagorici’. Il Crotone, infatti, in appena 45’ di gioco cancella quanto di buono fatto nelle ultime settimane, il riferimento è al doppio successo contro Fiorentina e Bologna, con un primo tempo da incubo per atteggiamento e approccio alla partita. La prima frazione di gara termina 1-0, risultato finale del match, eppure, poteva terminare con uno score, un divario ben più ampio con l’imprecisione degli avanti del Genoa e la bravura di Cordaz come argine alle chance d’attacco degli ospiti.

la zona bassa della classifica, in attesa di Verona-Bologna (Sofascore.com)
la zona bassa della classifica, in attesa di Verona-Bologna (Sofascore.com)

La volenterosa ripresa dei padroni di casa però, non riesce a sovvertire il risultato con il ‘Grifone’ finalmente attento in fase difensiva e capace di riportare, dopo 3 Ko consecutivi, derby della ‘Lanterna’ compreso, la vittoria in Liguria. Una affermazione che inaugura la nuova era Ballardini in panca e riporta sulla terra i calabresi, ora, nuovamente ad un passo (3 punti) dalla zona retrocessione.

Top del match: Taarabt

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Benevento, ancora uno stop: il record da battere, ora, è quello del Sunderland

Ormai il destino del Benevento, con ancora 25 giornate da disputare, sembra segnato con la sfortuna, il fato e la malasorte ad avercela con i sanniti. E così, il record di 12 sconfitte di fila che fu anche del Manchester United stagione 1930/31 è superato col Benevento di De Zerbi a riscrivere, ovviamente in negativo, la storia. E ora, prima di riferirci agli score di nazionali come Andorra (incapace di fare punti per 12 anni) o a nuovi sport e ad altre discipline per ottenere un termine di paragone del baratro raggiunto, manca solo il filotto, non in avvio di stagione però, del Sunderland incapace di guadagnare un punto per ben 15 gare nell’annata 2002/03.

La cronaca del match è infausta con i giallorossi in possesso del pallino del gioco ma anche della dote, della capacità di anticipare il Natale con un regalo di Brignoli che serve Missiroli che, a sua volta, serve Matri per lo 0-1 iniziale. Il Benevento pareggia con Armenteros ma poi, dopo il rigore fallito dal rientrante Berardi al 92’, su corner, subisce il gol di Peluso, allo scadere, che piega la strenua resistenza delle ‘Streghe’.

la prestazione di Politano contro il Benevento (Sofascore.com)
la prestazione di Politano contro il Benevento (Sofascore.com)

Top del match: Politano

I gol della domenica

Nel fine settimana che segna il ritorno della Serie A dopo le ‘malefatte’ di Ventura e della sua nazionale, i sontuosi gol siglati nel weekend conciliano, pacificano i depressi animi dei tifosi. Spettatori di prodezze di assoluto valore in una 13esima giornata che potremmo definire ‘la sagra del gol dalla distanza’. Da Nainggolan nel derby a Romagnoli col Napoli fino a Torreira con la Juventus, infatti, i tiri dalla lunga gittata si sono rivelati letali con parabole imprendibili per i vari portieri costretti a inchinarsi alle doti balistiche degli avanti avversari. A seguire, ecco i loro fantastici spunti.

Nainggolan

Romagnoli

Torreira

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