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Apocalisse Italia, Azzurri fuori dal Mondiale 2018

E adesso date fiducia ai giovani talenti, Chiesa e la ‘green generation’

Con il Playoff mondiale in archivio è già tempo di sperimentare nuovi volti che possano dare linfa vitale alla compagine azzurra. Ecco chi sono i giovani Under 23 che possono rappresentare il futuro della Nazionale.
A cura di Salvatore Parente
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Tutto è andato per il verso sbagliato: l'Italia non si è ripresa dallo sbandamento di Stoccolma, non è riuscita a battere gli svedesi e strappare il pass per i mondiali di Russia 2018. Eppure, se il destino di Ventura appare ormai segnato, quello della della nazionale è ancora in bilico e di là dal trovare una giusta sistemazione.

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La Caporetto di Milano, infatti, è solo l'ultima goccia degli ultimi disastrosi mesi, dalla sfida di Madrid con la Spagna in poi, con diversi interrogativi che guadagnano la scena di qui ai prossimi mesi. Nel frattempo però, per cercare di concentrare le nostre attenzioni solo sulle risorse umane che possono aiutare l'Italia a crescere, vediamo quali potrebbero essere i volti nuovi in grado di rilanciare le ambizioni iridate, la ripartenza tricolore, con i migliori giovani da integrare nello scacchiere tattico azzurro.

Portieri, Donnarumma insidia Buffon

Al netto dell'addio dell'istituzione, della leggenda, della bandiera Buffon (primatista assoluto in azzurro con 175 presenze in nazionale), in rampa di lancio, da un anno a questa parte, come erede designato c'è l'enfant prodige del Milan Gigio Donnarumma. Il 18enne rossonero, infatti, malgrado un avvio di stagione non proprio esaltante per la sua squadra di appartenenza, risulta essere fra i migliori prospetti dell'intero movimento calcistico nazionale.

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Numeri impressionanti, precocità assoluta (esordio in Serie A a 16 anni e 8 mesi) e talento da vendere come chiavi per guadagnarsi, con l'abdicazione di Buffon, il trono di numero #1 della nazionale azzurra. Un ruolo prenotato da tempo, con investiture da più parti ma che si è materializzata, purtroppo per tutta Italia, in tempi celeri: Gigio per Gigi, la staffetta è servita.

Dalla ‘BBC’ alla ‘RCR’, il futuro è di Rugani, Caldara e Romagnoli

La ‘BBC', da Lippi a Prandelli e poi da Conte fino a Ventura, il suo lo ha sempre fatto. Basti pensare che, insieme, l'ex tridentazo difensivo della Juventus, in nazionale, ha giocato ben 244 partite complessive e 20.202’ di gioco tirando la carretta per tanto, troppo tempo. Così, non tanto per rottamarlo quanto per far rifiatare questo onorato trio, alla vigilia del 2018, è tempo di dare ampio spazio e fiducia a nuovi, forti, emergenti interpreti della scena calcistica nostrana. Nello specifico, il riferimento è ai vari Rugani (4 presenze in azzurro), Caldara (1 con San Marino) e Romagnoli (5). Tre ragazzi che stanno avendo molto spazio nelle rispettive squadre e che, a 23 anni, sembrano aver trovato la giusta consacrazione, la definitiva maturazione in Serie A.

Il tutto, con un nuovo ‘tridente' buono per ogni evenienza: dalla difesa a 3 a quella a 4 con i predetti interpreti dotati tutti di buoni piedi e di discrete geometrie in fase di impostazione. Insomma, con Acerbi, Izzo e Ferrari in “pre-allarme” e nell’attesa dell’esplosione dei vari Under 21 Mancini (Atalanta), Romagna (Cagliari) Coppolaro (Brescia) o Marchizza (Avellino), Bonucci, Barzagli, Chiellini sembrano avere già le spalle coperte: i “cadetti” sono ormai pronti. E quindi, dalla ‘BBC’ juventino-milanista alla ‘RCR’ juventino-milanista (con Caldara promesso sposo della ‘Vecchia Signora’), il passo, sembra essere breve.

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Terzini: Masina, Conti, Calabria e Emerson, le possibili new entry

Sulle corsie laterali, invece, al netto della difficoltà per l’Italia di rintracciare un terzino di piede mancino, con il conseguente dirottamento a sinistra dei vari Darmian e De Sciglio, troviamo diverse soluzioni. Nel ruolo di fluidificante mancino, infatti, i nomi inediti potrebbero essere quelli del bolognese Masina che sta migliorando a vista d’occhio anche in fase di non possesso, Barreca, anche se in difficoltà nell’ultimo periodo, ma anche Emerson Palmieri della Roma che, lo scorso anno, ha messo insieme, infortunio ai legamenti a parte, una stagione davvero importante con i vari Pezzella dell’Udinese e Petretta del Basilea un po’ più defilati.

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Sulla destra, al netto dei recenti inserimenti di Zappacosta e D’Ambrosio, le new entry potrebbero essere quelle di Conti, che finora ha collezionato una sola presenza in nazionale, complice anche l’infortunio al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro di settembre, del 20enne Calabria, ma anche di Adjapong col classe ’98 proprietario già di 6 gare quest’anno col Sassuolo di Bucchi e di una certa fama per tecnica e forza fisica.

Nuova linfa in mezzo al campo: Barella, Sensi ma anche Benassi e Pellegrini

In mezzo al campo, con De Rossi sul viale del tramonto, almeno per quanto concerne la nazionale, ed alcune perplessità tattiche per un Verratti che non sembra a suo agio con la maglia azzurra, i nomi che potrebbero ringiovanire la rosa non sono pochi. Dal bacino degli Under 23, infatti, potrebbero giungere calciatori già fatti come Benassi (già convocato due volte ma senza mai scendere in campo), Cristante o Lorenzo Pellegrini che, da mezzeali di fianco al regista parigino, restituirebbero una nuova dimensione al centrocampo italiano. Senza trascurare per questo gli emergenti Locatelli, Murgia, Mandragora ma anche Sensi ed il baby prodigio del Cagliari Nicolò Barella, peraltro, corteggiatissimo sul mercato dalle big del nostro calcio, Juventus in primis.

Da Petagna a Chiesa, la new generation del football azzurro

In avanti, al netto della totale integrazione nei meccanismi di gioco azzurri di Belotti, il parco attaccanti potrebbe essere allargato con diversi giovani che, pur già convocati, non hanno avuto l’opportunità di evidenziare le loro importanti doti. Così, fermo restando lo status di intoccabile di Immobile (19 gol in 19 gare stagionali) come punta centrale, le porte della nazionale potrebbero spalancarsi per l’atalantino Petagna, più efficace sotto porta negli ultimi tempi e con una nuova dimensione europea con la compagine bergamasca, per l’asso juventino Bernardeschi, in cerca di spazio anche in azzurro, per Berardi del Sassuolo, Grifo del Borussia Monchengladbach, Verdi del Bologna ma, su tutti, per Chiesa della Fiorentina.

Una sterminata platea di mezze punte, di esterni d’attacco in grado di garantire qualità al reparto offensivo ma anche diverse soluzioni tattiche con, nelle corde di questi giovani esponenti del nuovo football all’italiana, il 4-3-3, il 4-3-2-1 ma anche il più europeo 4-2-3-1 con tre estrosi talenti alle spalle della punta. Insomma, il materiale umano, in attesa dei vari Cutrone, Kean, Favilli, Vido, Pellegri, Cerri, Orsolini o Pinamonti, sembra esserci.

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