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Apocalisse Italia, Azzurri fuori dal Mondiale 2018

Disastro mondiale, 5 errori della gestione Ventura che non dimenticheremo

Con l’eliminazione dell’Italia dai prossimi mondiali in Russia, andiamo a scandagliare nel dettaglio quali sono state le colpe principali del ct azzurro.
A cura di Salvatore Parente
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Due anni fa, al termine dell’ottimo europeo degli azzurri di Conte, Giampiero Ventura ereditava una buona squadra, un gruppo solido, compatto, in salute e con alcuni interessanti giovani da inserire. Così, con queste premesse, nasceva il biennio, divenuto poi terribile, dell’ex tecnico del Torino chiamato a diventare l’artigiano esperto e coraggioso che avrebbe dovuto plasmare la nuova fase della nazionale italiana.

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Eppure, il compito principale, quello della qualificazione ai mondiali in Russia, non era dei più semplici con, galeotto fu il ranking, un girone difficile in compagnia, nel Gruppo G, delle ‘Furie Rosse’ della Spagna. Il recente trionfo proprio sugli spagnoli nella rassegna continentale con un’Italia priva dei vari Marchisio, Verratti e poi di Candreva però, avevano fatto presagire ad un’impresa meno dura di quanto si pensasse. E invece, dallo scorso settembre in poi, dalla scoppola di Madrid in avanti, Ventura ha perso il polso della situazione annientando quanto di buono fatto nel periodo precedente e consegnandosi alla storia, dalla parte sbagliata della storia, della nostra nazionale. Ecco, in sintesi, tutti gli errori di gestione del selezionatore azzurro in questa sua esperienza azzurra.

L’esordio: risultati sì, ma quanta fatica

Nel corso della sua personale carriera, il Ct Ventura ha sempre privilegiato due moduli su tutti: il 3-5-2 ed il 4-4-2 con gli esterni di centrocampo più attaccanti, ali offensive che uomini della mediana. E così, consci della situazione, si è deciso di puntare sull’allenatore ligure che, per la verità, almeno all’inizio, non ha smontato l’impianto di gioco del suo predecessore. Nelle prime 3 gare ufficiali, infatti, il 3-5-2 contiano porta 2 vittorie ed un pareggio con l’ottimo 1-1 casalingo con la Spagna. Di qui, il neo selezionatore tenta di piazzare il suo colpo e di dare un’identità diversa ad una squadra ormai abituata al predetto sistema, ma il tempo c’è e le avversarie del girone, prima degli iberici, sono alla portata.

Partite e moduli scelti da Ventura nel Gruppo G di qualificazione al Mondiale (Transfermarkt.it)
Partite e moduli scelti da Ventura nel Gruppo G di qualificazione al Mondiale (Transfermarkt.it)

Con la nuova disposizione tattica arrivano tre successi contro Lichtenstein, Albania e ancora Lichtenstein e la squadra, pur giocando discretamente, si trova a pari punti con la Spagna. Eppure, l’alchimia, la chimica di squadra, complici i pochi allenamenti a referto, non è ideale con l’Italia che cambia regolarmente formazione da una partita all’altra, faticando a far gol e a concretizzare la mole di gioco contro nazionali nettamente inferiori. Per ovviare al problema, con la Macedonia a Skopje, gli azzurri si schierano super offensivi con Bernardeschi addirittura da mezzala più Candreva, Bonaventura e il duo ImmobileBelotti rischiando di perdere la gara (2-1 a 15’ dalla fine) che viene salvata però, in extremis, solo dalla doppietta, nel finale, del laziale. Insomma, le avvisaglie di una non chiara idea di gioco già s’erano intraviste con i risultati, almeno fino allo scorso settembre, che avevano mascherato la confusione di cui è stato spesso vittima Ventura.

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L’esclusione di Jorginho

Le convocazioni del tecnico azzurro non hanno sempre convinto con tante scelte discutibili. Al netto della sua grande propensione nel far esordire i nuovi talenti che il nostro movimento esprime, 14 nel biennio, Ventura si rifiuta categoricamente, in assenza, a suo dire, di ‘metodista', di leggere al meglio i messaggi del campionato e convocare, nello specifico, uno dei migliori registi d’Europa: Jorginho. Una vera telenovela con segnali differenti: apertura da una parte e porte chiuse dall’altra. Tuttavia, l’italo-brasiliano servirebbe eccome all’Italia con un Verratti spesso assente o con prestazioni tutt’altro che positive in azzurro ed il calciatore del Napoli che potrebbe o convivere o sostituire il talento del Paris Saint Germain.

Così, tutti si mettono il cuore in pace fino all’incredibile convocazione per il Playoff mondiale con la Svezia nel quale Jorginho, corteggiatissimo dal Brasile di Tite, viene cooptato dall’Italia. Risultato? Nell’unico match disputato è il migliore dei suoi mettendo a nudo, ancora una volta, l’ostinazione e la scarsa lungimiranza, sacrificata sull'altare dei suoi princìpi tattici, del Ct.

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Gli altri calciatori esclusi dal Ct

Una lungimiranza assente anche per altri ragazzi che pure hanno fatto bene negli ultimi tempi con, Zaza a parte, da Caldara a Balotelli, da Romagnoli a Soriano, da Petagna a Chiesa a Masina, diversi calciatori in grado di poter dare una mano a questa nazionale.

Debacle spagnola, l’inizio della fine

L’eliminazione, almeno sugli almanacchi e negli annali del calcio è datata 13 novembre 2017. Per tutti, invece, l’eliminazione ha una data diversa: 2 settembre 2017. In quel giorno, precisamente, in quel sabato sera, il superbo Ventura che pure era costretto alla vittoria per evitare gli spareggi, compie forse l’autogol più clamoroso sfidando al Bernabeu la corazzata Spagna con un incredibile 4-2-4. Candreva a destra, Insigne a sinistra e Immobile e Belotti al centro dell’attacco, a centrocampo, solo De Rossi e Verratti contro i palleggiatori iberici e la classe dei vari Iniesta, Busquets e Koke. 3-0 sotto i colpi di Isco e Morata e tutti a casa con, come rivelerà poi Buffon, un’eredità pesante di una partita tanto sconvolgente da avere ripercussioni anche nel prosieguo delle qualificazioni e del conseguente autunno nero.

L‘autunno nero e l’addio ai mondiali

Il vecchio adagio medievale recita: “Beati monoculi in terra caecorum” che si traduce in: nella terra dei ciechi è fortunato chi ha un solo occhio. E invece, il nostro Ct, come se non avesse assistito, da una posizione privilegiata, allo spettacolo, al monologo spagnolo, mostra la sua cecità e insiste: è ancora 4-2-4.

E così, anche in un periodo dell’anno, l’autunno, nel quale l’Italia storicamente fa fatica a segnare e a macinare gioco (gli azzurri non sono mai riusciti a realizzare più di 1 solo gol nelle 5 partite disputate dopo la pausa estiva), Ventura gioca con lo stesso sistema anche contro Isarele, con un risicato quanto scarno 1-0 a Reggio Emilia, e poi a ottobre con Macedonia e Albania, strappando solo un pari interno con Nestorovski e compagni ed uno scialbo 0-1 a Scutari con la nazionale di Panucci. E poi, come ormai descritto in diverse salse, il ravvedimento, il ritorno alle origini, alle “certezze” del passato col 3-5-2 come ultima spiaggia, estrema ratio, ancora di salvezza. Eppure, un po’ gli episodi, un po’ per sfortuna, un po' per la solita cocciutaggine, con un Insigne che gioca solo 14′ dei 18′ minuti a disposizione, nel doppio confronto l’Italia non riesce a segnare una singola rete agli arcigni ma modesti svedesi finendo per ottenere una eliminazione che mancava, addirittura, da 60 lunghi anni.

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Confusione e mancanza di convinzioni tattiche, Ventura che fallimento

In conclusione, dunque, dalle convocazioni ai sistemi di gioco, dalle scelte iniziali ai cambi, Ventura ha fatto tutto e il contrario di tutto riscrivendo impianti di gioco, rinnegando decisioni iniziali e dimostrando una completa inadeguatezza al ruolo. Nelle gare decisive, infatti, dopo due anni di lavoro, non solo non si era certi di come avrebbe giocato la squadra ma nemmeno quali potevano essere gli interpreti ai quali affidare una maglia da titolare e, di conseguenza, le speranze finali di un intero popolo che vive di calcio. Una gestione fatta di improvvisazione e di mancanza di polso con il Ct che non è stato capace di cancellare il tarlo della disfatta di Madrid dai propri calciatori e di piegare le sue convinzioni al materiale umano a disposizione condannando tutti, tifosi e nazionale, calciatori e vertici federali, ad assistere alla pagina più drammatica del calcio italiano.

 

 

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