Follia Caballero, Messi è piccolo-piccolo. Modric e Rebic fanno ballare il tango
L’Argentina crolla sotto i colpi della Croazia 3-0 ed è ora ad un passo da una incredibile eliminazione dalla rassegna iridata con Islanda-Nigeria come unica, residuale speranza di restare in Russia. Un ko, alla fine dei giochi, che ci sta, con la formazione di Dalic più quadrata, pronta, corta e cinica di una Seleccion troppo contratta, intimorita e schiacciata dalla pressione.
Una pressione canaglia che frega, per l’ennesima volta c’è da dire, il 37enne portiere Caballero, vero autore del punto di svolta del match a favore dei balcanici, e che poi manda in tilt i piani partita di Sampaoli. Un Ct, a dire il vero, parso allo sbando, senza troppe idee e che poi si affida, in extremis, all’HD juventina con Higuain e Dybala chiamati al miracolo.
E invece, ecco il raddoppio dell’eterno Modric, il terzo gol di Rakitic e la sconfitta, forse esiziale, per l’Argentina.
Modric-Mascherano, duello pari? Fino alla ripresa
Il croato, spinto dalla scarsa esigenza di attaccare dei suoi, l’argentino, bravo più nell’interdizione e pure frenato dalla pressione, dall’importanza della partita, impattano, idealmente, 0-0 nel loro duello individuale sulla mediana. Questo, almeno fino al secondo tempo, fino all’errore di Caballero e al gol di Rebic col madridista poi, bravo negli spazi larghi, a caricarsi sulle spalle la sua nazionale e ad innestare le marce alte: è tempo di giocare.
Il #10, infatti, palleggia con qualità, si propone, si mette in visione, sfugge alle marcature dello Jefecito (e non solo), manda al bar i pochi avversari di centrocampo rimasti dopo il restyling di Sampaoli e risolve con una magia dai 30 metri una partita, almeno alla vigilia, complicatissima.
Rebic in stile tir, picchia tutti indistintamente e poi segna
In un nazionale con tanto, tantissimo talento in fase offensiva c’è bisogno, specie se a centrocampo disponi di più piedi educati che di gregari, di corridori, almeno di un esterno, nel 4-2-3-1 totale, bravo ad accorciare e a dare una mano in fase di non possesso all’intera squadra. Un elemento, visto anche con la Nigeria, che corrisponde all’ex viola Rebic. Un ex viola che, nel corso della sua gara, per carità, aiuta i suoi, forse fin troppo, finendo per abbandonare spunti in avanti (eccetto una sua conclusione alta a fine primo tempo) e mettere insieme solo, a destra prima e a sinistra poi, interventi da karateka. In pratica, senza distinzione, picchia tutti mettendo nel mirino, nell’ordine: Acuna, Tagliafico e Mercado.
Nella ripresa però, dopo una bella strigliata (immaginiamo) del suo allenatore, recupera il senno, lucidità e, oltre a fare a sportellate, si regala anche il gol dell’1-0 con una girata al volo di destro su gentile concessione dell’incredibile Caballero.
Caballero folle, Subasic vince a mani basse
Sabato pomeriggio contro l’Islanda l’indizio, anzi, la prova che Caballero non fosse all’altezza della situazione Sampaoli l’aveva pure avuta ma, come è noto, non c’è peggior sordo di chi non vuole ascoltare. E così, nella perseveranza di una scelta da rivendicare, di più, da difendere, l’ex allenatore del Siviglia lo ripropone in porta, sia pure con 10 gare stagionali a referto nel Chelsea. Una scelta però, che non paga dividendi con il #23 albiceleste autore di una incredibile sciocchezza con uno sbilenco rinvio che diventa il miglior assist per lo scatenato Rebic. Gol e dramma sportivo ma anche evidenza di una impreparazione forte, una inadeguatezza manifesta con Subasic, nella sfida a distanza, pure con pochi interventi fatti registrare, nettamente meglio di un Caballero ai limiti del ridicolo.
Aguero e Messi schiacciati dalla solidità del blocco croato
Le speranze serali di una Argentina chiamata al riscatto dopo l’amaro pari con l’Islanda erano tutte affidate, con la panchina per l’HD juventina Higuain-Dybala, a Messi e Aguero. Due calciatori fenomenali e che, specie nei rispettivi club, hanno spesso risolto le cose con il loro estro, la loro verve e la loro fantasia. Una fantasia che, questa sera al Nizhny Novgorod Stadium, non si è assolutamente vista con il Kun, uscito poi al 55’, e la Pulga ben controllati, di squadra, dal granitico blocco centrocampo-difesa della Croazia. A turno, infatti, sia i mediani Brozovic-Rakitic, che la coppia centrale Vida-Lovren, spengono i vani tentativi del duo argentino e poi dei vari Dybala e Higuain che, alla fine, anche a causa dello svantaggio, si ostinano a perseguire strade individuali schiantandosi sul muro croato.
Una prestazione pessima, che manda sul banco degli imputati il #10 della Seleccion, ora, ad un passo dal precoce ritorno in patria ricordando, in loop, quel penalty sbagliato contro Halldorsson.
Tabellino e voti
Argentina (3-4-2-1) #23 Caballero 4; #2 Mercado 5.5, #17 Otamendi 6, #3 Tagliafico 6-; #18 Salvio 5 (Dal 56’ Pavon 5.5), #15 Perez 5.5 (Dal 68’ Dybala 5.5), #14 Mascherano 6, #8 Acuna 6-; #10 Messi 5, #13 Meza 6; #19 Aguero 5 (Dal 55’ Higuain 5.5). A disposizione: #1 Guzman, #12 Armani; #4 Ansaldi, #6 Fazio, #16 Rojo; #5 Biglia, #7 Banega, #20 Lo Celso, #11 Di Maria; #22 Pavon, #9 Higuain. Ct Jorge Sampaoli 4.5
Croazia (4-2-3-1) #23 Subasic 6+; #2 Vrsaljko 6.5, #6 Lovren 6.5, #21 Vida 6.5, #3 Strinic 6+; #7 Rakitic 7, #11 Brozovic 6.5; #4 Perisic 6.5 (Dal 82’ Kovacic s.v.), #10 Modric 7+, #18 Rebic 6.5 (Dal 57’ Kramaric 6); #17 Mandzukic 6+ (Dal 90′ Corluka s.v.). A disposizione: #12 Kalinic, #1 Livakovic; #5 Corluka, #13 Jedvaj, #15 Car; #14 Bradaric, #19 Badelj, #8 Kovacic; #20 Pjaca, #9 Kramaric. Ct Zlatko Dalic 6.5