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Napoli Champions League 2018-2019

Turnover sì, ma in Champions ci sono i big: Napoli, ecco gli uomini per il Psg

Il Napoli cambia spesso pelle e dà una chance da titolare a tutti, fa rotazioni estreme e coniuga al meglio il concetto di turnover. Eppure, anche in questa versione dei partenopei esistono gerarchie fisse, quasi imprescindibili che, nelle gare di cartello, si fanno largo per mandare in soffitta i cambi e le inedite formazioni. Ci si affida ai grossi calibri e si affrontano a viso aperto le big d’Italia e d’Europa, come la Juve in Italia e, appunto, il Paris Saint Germain in Champions League.
A cura di Salvatore Parente
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Una delle note che maggior successo hanno riscosso in questo avvio di stagione targato Ancelotti è stata senza dubbio la grande gestione delle risorse a disposizione dell'ex tecnico di Bayern Monaco e Real Madrid. E sì perché dal suo approdo all'ombra del Vesuvio, dove lo stesso Carletto ha detto di trovarsi benissimo, ogni singola pedina nel suo scacchiere è stata, se non frenata da infortunio, impiegata in questa sua alba di avventura napoletana con 21 elementi sui 27 convocati con almeno un minuto sul rettangolo verde.

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Una sorta di rivoluzione, specie se ci si rapporta alle ultime tre stagioni ed ai metodi del comandante Sarri che, da questo punto di vista, non ha mai fatto prigionieri: uomini e caporali, titolari e riserve. Ora, invece, il confine fra questi due termini è molto più sottile, sfumato con le vigilie delle gare che si trasformano in autentici ballottaggi dove tutti possono entrare in gioco ed aiutare la squadra a raggiungere i propri obiettivi. Eppure, in forza anche delle cifre numerico-statistiche, con solo quattro calciatori sempre utilizzati nelle prime 14 uscite stagionali, delle gerarchie, pure precise, ci sono eccome. Dalla coppia centrale KoulibalyAlbiol al centrocampo con Hamsik e Allan al tandem offensivo MertensInsigne, ecco le certezze azzurre chiamate all'impresa contro la corazzata Paris Saint Germain.

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In porta nessun dubbio: Ospina

Meret è stato per lungo tempo fermo ai box a causa di un infortunio che gli ha precluso quasi tutta la preparazione mentre il greco Karnezis, prelevato non per fare il semplice terzo, si è avvicendato più e più volte col colombiano Ospina. Insomma, il Napoli ed il suo allenatore, hanno mantenuto le promesse iniziali facendo ruotare, in attesa dell’ex Spal, tutti gli interpreti fra i pali. Eppure, stasera, un po’ come accaduto nelle gare di cartello in Serie A ed in tutte le altre partite di Champions, a difendere i legni azzurri ci penserà l’ex Arsenal chiamato, come in 810’ sui 1.260’ totali, a schermare la propria porta e cercare di rimediare un clean sheet, stasera, vitale. Le gerarchie, in attesa di Meret, ci sono anche nel ruolo di numero #1 con Ospina, al momento, al netto delle rotazioni ancelottiane, erede designato di Pepe Reina.

KK-Albiol, nei big match una sola ricetta difensiva

E pure in difesa, quando le partite scottano e la posta in palio è alta, indipendentemente dal modulo, in Europa il 3-5-2, in Italia il 4-4-2, la coppia centrale di riferimento è quella sull’asse iberico-senegalese con Kalidou Koulibaly e Raul Albiol dal primo minuto. Un tandem importante, titolarissimo anche con Sarri, che si rivela essere la diga per eccellenza per la formazione campana. Tanto che, nel turnover dell’ex milanista Ancelotti, il numero #26 KK, non esce mai dalle scelte partenopee.

Allan-Hamsik e Callejon, geometrie e quantità

A centrocampo, dove pure tutti gli esponenti della mediana hanno dato il loro contributo, da Diawara a Rog e Zielinski fino a Fabian Ruiz, Hamsik, Allan o Callejon, la ricetta anti-Psg dovrebbe prevedere almeno tre ‘sicuri’ nella zona nevralgica del gioco. E sì perché anche le recenti gare contro Empoli, Sassuolo o Parma hanno dimostrato il gap, non tanto tecnico, ma in termini di rendimento e, soprattutto, copertura fra le varie soluzioni proposte nel tempo. In particolare, contro i toscani venerdì sera la coppia Rog, Diawara non ha convinto appieno con la parte iniziale del secondo tempo, l’azione del gol di Caputo e lo scarso pressing del secondo tempo a non consentire ipotesi estreme per l’appuntamento di questa sera. E quindi? Spazio ad Allan, secondo per minutaggio nella rosa azzurra a quota 1.052’ di gioco, Hamsik in regia, riposatosi proprio venerdì sera contro i toscani ed in grado di garantire ritmo, geometrie, visione di gioco ed interdizione ed il solito Callejon, sulla destra, ottimo protagonista sia in un più folto centrocampo a cinque che in 4-4-2. In sostanza, mettendo da parte l’ecumenismo del turnover, solidità e tecnica al servizio di uno scopo più alto: battere o almeno uscire indenni dallo spauracchio Neymar ed alimentare speranze di qualificazione europee.

Insigne-Mertens, la fantasia al potere

Infine, in attacco, i dubbi o i ballottaggi svaniscono completamente. Al momento, nonostante un Milik in ascesa ed in costante miglioramento in termini di condizione fisica, la coppia a cui affidare i destini napoletani è chiara: Mertens ed Insigne. Due attaccanti che convivono al meglio (e da tempo) insieme e che quest’anno stanno frantumando ogni record: con le 14 segnature messe a referto finora (7 reti a testa), infatti, i folletti azzurri sono il terzo tandem d’attacco d’Europa in coabitazione con Jovic e Haller dell’Eintracht di Francoforte, dietro a Messi e Suarez, a quota 16 gol, e proprio NeymarMbappé a 20.

Il polacco, al momento, resta fuori ma potrebbe essere decisivo a partita in corso, e più in là, nel prosieguo della stagione. I titolarissimi mazzarriani e poi sarriani esistono anche con Ancelotti e coesistono alla grande con le rivoluzioni, tecniche e di uomini, di mister Champions League.

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