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Serie A, pagellone 15a giornata: Juve marziana, il Napoli non molla. Milano ‘batte’ Roma

È un film già visto e che, tappa dopo tappa, sembra riproporsi con eccezionale puntualità: Juventus schiacciasassi e Napoli a inseguire per un campionato, quando siamo giunti al 15° turno, aperto sì ma comunque nelle mani dei campioni d’Italia in carica. E poi? E poi c’è un altro torneo. Quello della zona Champions, col Milan che sfrutta l’ennesimo pareggio della Lazio. Quello dell’Europa League, con ben 7 squadre coinvolte per l’accesso alla seconda competizione continentale. Quello per la salvezza col Chievo sempre più vivo nelle zone basse della classifica, l’Empoli più tranquillo dopo il trionfo col Bologna e l’Udinese con solo 2 punti di margine dai felsinei terzultimi.
A cura di Salvatore Parente
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La Juventus continua la sua inarrestabile marcia di avvicinamento all’ottavo titolo nazionale di fila battendo, anche senza dominare la contesa, pure l’Inter di Spalletti. Il Napoli, invece, che alla vigilia sperava nel turno favorevole, resta in scia col successo casalingo sul Frosinone per 4-0 restituendo una classifica, al vertice, immutata rispetto a soli sette giorni fa. Classifica identica, ma non certo in chiave Champions League col Milan, che impatta col Torino a ‘San Siro’, bravo a sfruttare lo stop interno della Lazio contro la Sampdoria e a portarsi a +1 sui biancocelesti e a -3 dall’Inter. In zona Europa League è ancora accesissima bagarre con ben sette squadre in soli tre punti e tante pretendenti, dal Torino alla Fiorentina, dal Parma al Sassuolo, per la sesta e la settima piazza. Piazza occupata dalla Roma che, contro il Cagliari, cancella la buona prova dell’Olimpico con l’Inter di una settimana fa gettando alle ortiche il doppio vantaggio firmato CristanteKolarov. È crisi a Trigoria.

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Per le zone basse, infine, buono spunto del Chievo sul campo del Parma, con i clivensi a strappare il pari agli emiliani, e ottima affermazione dell’Empoli al ‘Castellani’ col Bologna. Passo indietro dell’Udinese fra le mura amiche della ‘Dacia Arena’ contro l’Atalanta con i friulani, ora, a soli due punti di vantaggio sui felsinei terzultimi. Qui, come di consueto, promossi, rimandati e bocciati, del 15° turno della 117esima edizione del nostro massimo campionato.

Promossi

Juventus cinica, supera pure l'Inter: è record di punti in campionato

Il derby d'Italia, la partita che avrebbe potuto interrompere la striscia vincente della Juventus, va ai campioni in carica che, pur non giocando al massimo del loro potenziale, riescono ugualmente a superare l'ostacolo nerazzurro. Per un successo, forse, ancora più esasperante per le inseguitrici con la ‘Vecchia Signora’ con tre punti in cascina malgrado una Inter solida, propositiva e in grado di costruire tre nitide occasioni da gol dinanzi a Szczesny.

I bianconeri però, hanno in rosa campioni assoluti e, forse, più maturi con Cancelo e Mandzukic a confezionare l'1-0, il gol del successo, e a controllare il ritmo della gara nella seconda frazione di gioco. Vittoria e allungo sull'Inter, successo e record di punti in Serie A con 43 lunghezze in 15 partite e la consapevolezza di avere pochi rivali in Italia e, forse, chissà, anche in Europa.

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Migliore in campo: Mario Mandzukic

Napoli in scioltezza: 4-0 al Frosinine

Rientrano Meret, Ghoulam e Younes, Milik sigla una doppietta, Zielinski si sblocca dopo tempo immemore, Ounas sciorina il suo talento e le sue potenzialità e il Napoli, il più giovane Napoli in campo dal 2009, vince e convince contro il Frosinone.

Il tutto, per un pomeriggio tranquillo, da incorniciare e nel quale arrivano messaggi confortanti e minacciosi al tempo stesso. Nel primo caso, messaggi positivi per Ancelotti che, quasi come in un mercato di riparazione anticipato, si trova altri tre elementi abili ed arruolabili nelle sue già ampie rotazioni; nel secondo, messaggi bellicosi per la capolista che, ora, avrà contro di sé una squadra ancora più lunga e completa.

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Migliore in campo: Arkadiusz Milik

Cuore Chievo, impatta col Parma e resiste anche in inferiorità numerica

Una rondine non fa certo primavera, ma due indizi, in questo caso quattro, fanno una prova: il Chievo c’è e nonostante i tre punti in classifica ed il -10 dalla quota salvezza, non ha alcuna voglia di abbandonare la presa sul campionato. Col pari di Parma, infatti, arriva il quarto pareggio di fila, il quarto risultato utile consecutivo con i clivensi bravi a dare battaglia, a metterci cuore e impegno ed a passare, pure, in vantaggio con Stepinski al 46’.

Poi però arriva la doccia fredda, con Bruno Alves ad impattare su punizione magistrale qualche giro d’orologio più tardi per un punteggio che non cambierà fino al triplice fischio finale. Un punteggio, peraltro, messo a dura prova dagli attacchi degli emiliani e da un rosso, per somma di ammonizioni, guadagnato dal terzino Depaoli al 73’. Eppure, nemmeno l’inferiorità numerica abbatte i ragazzi di Di Carlo bravi, invece, a raddoppiare gli sforzi, aggredire gli avversari e portare a casa, anche con un pizzico di fortuna con Inglese, ex di turno, a prendere il palo a pochi minuti dalla fine, un pareggio, dopo quelli con Bologna, Napoli e Lazio, davvero importante: il Chievo c’è e non molla, mai.

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Migliore in campo: Mariusz Stepinski

Rimandati

Fiorentina in extremis, ma la vittoria resta lontanissima

La Fiorentina si salva in extremis e, a sua volta, allontana le voci che vorrebbero Pioli non più tecnico dei viola per via degli ultimi risultati dei toscani. Gol di Mirallas, appunto, in extremis, e tutto rinviato alle prossime uscite di Chiesa e soci. Eppure, nonostante tutto, la Fiorentina è ancora lì a sole due lunghezze dall’Europa e da una qualificazione in Europa League che, ai nastri di partenza, era l’obiettivo principale del club di Firenze. Insomma, i viola stanno speculando, forse un po’ troppo, sull’ottimo inizio di stagione con la vittoria che latita addirittura da due mesi e mezzo: vale a dire dal 2-0 casalingo rifilato all’Atalanta il 30 settembre scorso. Poi, più nulla.

Con la sfida del ‘Mapei Stadium’ a rappresentare un match vissuto pericolosamente e poi riacciuffato con un pizzico di buona sorte, sette minuti di recupero nella ripresa e l’espulsione di Djuricic all’86 che lancia la volata finale degli ospiti: 3-2 di Benassi e 3-3 del belga ex Everton. Un punticino che sa di speranza, che fa bene all’autostima, che evidenzia la reazione e la voglia di crederci degli ospiti ma che comunque non segna la svolta per i toscani ancora nel limbo fra sorpresa, rivelazione del campionato e opera incompiuta, mediocre, a metà del guado.

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Migliore in campo: Alfred Duncan

Bologna sfortunato, a Empoli stop immeritato

Il Bologna esce sconfitto dal ‘Castellani’ contro l’Empoli e, pure, ammaccato da un Ko di elevata rilevanza contro una diretta concorrente per evitare la retrocessione. Una parola, ormai, che da qualche settimana aleggia nello spogliatoio felsineo con i rossoblù incapaci di agguantare un successo dal 30 settembre scorso contro l’Udinese. Poi, quattro punti ed altrettante gare perse. Eppure, l’insuccesso di domenica contro l’Empoli, ai punti, è del tutto immeritato con i ragazzi di Inzaghi, lui pure sul banco degli imputati e dunque in biblico come altri suoi colleghi, sempre in partita, sempre propositivi e, spesso, padroni delle operazioni in cabina di comando. Orsolini e Palacio regalano imprevedibilità e qualità alla manovra, Nagy ordine in impostazione e Mattiello una caterva di cross dalla destra. La difesa però, la quinta meno efficace del torneo, lascia a desiderare e concede a Caputo prima e La Gumina poi, due occasioni troppo ghiotte per non essere sfruttate. Finisce, dunque, malgrado il parziale di 1-1 all’intervallo, 2-1 per i padroni di casa che staccano gli emiliani di 5 lunghezze, mettono in cascina il quarto risultato positivo di fila e dimostrano che cambiare tecnico in corsa, vedi Iachini al posto di Andreazzoli, può servire, e anche tanto. Bologna, ora, ad un bivio: perseverare con Pippo, che comunque non ha colpe nella specifica gara con l’Empoli, o cambiare e cercare di dare una svolta. La palla passa ai dirigenti rossoblù.

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Migliore in campo: Antonino La Gumina

Prandelli, buona la prima: pari casalingo con la Spal

Prandelli torna nel nostro campionato dopo otto stagioni di assenza (ultima gara in Italia il 16 maggio del 2010) e approccia bene con la nuova realtà genoana strappando un pari, nello scontro salvezza del 15° turno, contro la Spal. Certo, ci si aspettava una gara da tre punti ma l’espulsione in avvio, a freddo del capitano Criscito ha un po’ complicato le cose col Grifone costretto a giocare per quasi 90’ in inferiorità numerica. E visto da questa prospettiva il pareggio è importante, se non altro per fermare l’emorragia di punti del Genoa che non vince da oltre due mesi. E così, malgrado il vantaggio di Petagna, bravo subito a sfruttare l’uomo in più in mischia, i padroni di casa si rianimano e, pungolati dall’arrivo del nuovo tecnico, ce la mettono tutta. Fino a sporcare la partita, a metterla sul piano dell’agonismo, delle ripartenze per poi trovare, per fallo di Fares su Romero, il penalty dell’1-1 trasformato, come da copione, dal capocannoniere, una delle poche luci di questo avvio ligure, Piatek. Finisce 1-1 per un punto per parte utile ma non certo risolutivo, anzi: la Spal muove la classifica, il Genoa inaugura bene il nuovo corso prandelliano tenendo, entrambe, lontano lo spettro della retrocessione ed il Bologna terzultimo.

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Migliore in campo: Cristian Romero

Milan spuntato: è solo 0-0 col Toro

Milan rimandato. Sentenza senza appello di questa quindicesima giornata. Ma non tanto per il gioco o per la prestazione offerta, contro comunque un ottimo Torino, ma per la chance fallita di staccare di tre punti la Lazio e bissare il successo di sette giorni fa col Parma. Pari, dunque, che muove la classifica rossonera ma che non consente ai meneghini di spiccare il volo e, pure, lanciare il guanto di sfida all'Inter terza.

Guardando nel dettaglio al posticipo del ‘Meazza' però, il pari sembra un risultato giusto con entrambe le squadre a prevalere in una particolare porzione del match e a costruire diverse palle gol, non sfruttate o per imprecisione o per l'intervento, estremo, di Donnarumma e Sirigu. Insomma, la sfida di Milano è frizzante, gradevole, godibile ma priva dello spunto vincente, del guizzo decisivo (dei vari Belotti o Higuain) che potrebbe scompaginare l'equilibrio che regna, anche a causa dell'errore sotto porta di Cutrone all'87, fino allo scadere per un punto, tutto sommato, positivo per Torino e Milan: granata sesti a quota 22 punti, rossoneri quarti in solitaria a 26 lunghezze.

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Migliore in campo: Koffi Djidji

Bocciati

Roma e Lazio: la capitale dei rimpianti

Giocano nella stessa città, nello stesso stadio, sono accomunate, e pure divise, da tante storie, episodi, icone e leggenda ma, in questo turno, Roma e Lazio sembrano l’una la copia dell’altra. Non solo in termini di risultati, 2-2 per entrambe, ma anche per come, alla fine, si è evoluto il punteggio a Cagliari contro i sardi (a proposito, unica squadra con Juventus e Napoli imbattuta fra le mura amiche) e all’Olimpico contro la Sampdoria.

E la capitale, difatti, si trasforma nella città dei rimpianti con Roma e Lazio, a pochi secondi dallo scadere, a +1 sulle rivali di giornata. Ma Sau prima, e Saponara poi, spezzano le velleità delle due formazioni che, alla fine dei giochi, sono costrette ad accontentarsi del pari e a rimandare l’appuntamento col successo che manca, da tre gare per la Roma e quattro sfide per la Lazio.

Per due stop che frenano le ambizioni di giallorossi e biancocelesti ed inguaiano più Di Francesco che Inzaghi. Col primo chiamato ora al pronto riscatto per non vedersi allontanato dalla panchina della Roma dopo un anno, quello passato, davvero di straordinaria fattura. I prossimi impegni, contro Atalanta per la Lazio e Genoa per la Roma, potrebbero valere una stagione.

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Migliori in campo: Kolarov e Acerbi

L’Udinese ripiomba nel baratro: 3-1 contro l’Atalanta

L’Atalanta è viva, rabbiosa, vogliosa di ripartire dopo lo stop interno col Napoli e cancellare le due sconfitte di fila delle ultime due settimane. E l’Udinese, forse non prontissima in avvio, si fa sorprendere dalla grinta orobica.

E infatti, dopo appena due giri di orologio, Zapata, che poi finirà il match portandosi il pallone a casa, segna già il gol dello 0-1. I friulani riprendono il filo del discorso, pareggiano con Lasagna ma poi, alla distanza, cedono al palleggio ospite, alla qualità sulle corsie dei bergamaschi, ad un imprendibile ex ma anche alla bassa qualità difensiva dei padroni di casa. Troppe, difatti, le amnesie nella seconda parte della gara con il colombiano, aiutato in fase offensiva da Barrow, subentrato allo spento Rigoni, devastante sotto porta: 1-2, palo di Fofana per l’ultimo anelito Udinese e 1-3 definitivo, finale e senza appello. L’Atalanta torna al successo, i ragazzi di Nicola sull’orlo del baratro a sole due lunghezze sul Bologna terzultimo. E ora arriva l’Inter.

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Migliore in campo: Duvan Zapata

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