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Fifa World Cup 2018, i Mondiali in Russia

Kolarov manda in paradiso la Serbia, Ruiz e Venegas affondano Costa Rica

Il terzino della Roma toglie le castagne dal fuoco per la sua Serbia con un missile dai trenta metri che si spegne alle spalle di Keylor Navas. Un gol che lo elegge migliore in campo e manda i suoi, momentaneamente, in testa al Gruppo E e consente alle Aquile Bianche di riabbracciare una vittoria mondiale dopo 20 anni. Male, invece, Bryan Ruiz che non riesce a garantire la solita qualità alla manovra dei Ticos con una gara davvero anonima per lui, malissimo pure Ljajic troppo fuori dalla manovra del Ct Krstajic.
A cura di Salvatore Parente
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La Serbia esordisce al meglio nel Gruppo E della Coppa del Mondo battendo per una rete a zero la Costa Rica di Ramirez riuscendo, pure, ad agguantare un successo che, in una rassegna iridata, mancava da ben 20 anni. Decisiva, la rete su punizione di Kolarov al 56’ col terzino giallorosso bravissimo a risolvere la contesa con un siluro su punizione dai 30 metri. Vittoria, per i ragazzi di Krstajic, fondamentale per approcciare al meglio col torneo internazionale dopo otto anni di assenza ma anche per far rompere il ghiaccio ai tanti talenti al proprio esordio assoluto ad un mondiale.

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Tre punti preziosi e pure meritati con MilinkovicSavic e soci bravi a legittimare la propria superiorità tecnica e a superare l’ostinata resistenza dei Ticos che, per buona parte del match, si sono schierati a cinque in difesa.

Sugli scudi però, non solo il matchwinner Kolarov ma anche il centrale difensivo della Fiorentina Milenkovic e l'estroso laziale MilinkovicSavic. Qui, al termine della gara della Samara Arena, top e flop della partita fra Costa Rica e Serbia.

I top di Costa Rica-Serbia

le posizioni medie in campo di Costa Rica e Serbia (Whoscored.com)
le posizioni medie in campo di Costa Rica e Serbia (Whoscored.com)

Milenkovic sorprendente, spacca in due l’esordio mondiale

Ad appena 20 anni e all’esordio assoluto ad un mondiale a qualsiasi calciatore sarebbero tremate un po’ le gambe. Ecco, a qualsiasi calciatore, non certo a Milenkovic che, dopo un avvio nel quale soffre un po’ la mobilità di Urena, riesce a prendere le misure all’attaccante del Los Angeles FC e a sovrastarlo in quasi ogni intervento difensivo.

Milenkovic, meglio di tutti per palloni respinti con 9 azioni intercettate (Whscored.com)
Milenkovic, meglio di tutti per palloni respinti con 9 azioni intercettate (Whscored.com)

Bravo nelle chiusure, ordinato e pulito nelle coperture, il talento classe ’97 della Fiorentina si fa apprezzare anche in fase di impostazione con una buona cura della trasmissione del pallone e poche sbavature nei passaggi dimostrandosi, a 20 anni, un giocatore maturo nonché perfettamente all’altezza di simili palcoscenici.

Kolarov matchwinner, che siluro per lui

Le palle inattive, in gare difficili come quella di oggi col Costa Rica, sono fondamentali e possono diventare un’arma atomica se, in squadra, puoi vantare un paio di piedi come quelli di Kolarov. E sì perché il capitano della Serbia, per stravolgere il copione di una gara avviata sui binari del pareggio, al 56’ ricorda di essere uno specialista della materia fulminando su punizione il buon Keylor Navas.

Kolarov primo per gol, valutazione, e fra i top per precisione passaggi
Kolarov primo per gol, valutazione, e fra i top per precisione passaggi

Una rete speciale, la sua undicesima in nazionale, che ha il merito di sbloccare la sfida, vieppiù complicata, e condurre, dopo 55’ di gioco non proprio eccellenti, il capitolino nel novero dei migliori di giornata.

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Milinkovic-Savic solido, gara di sacrificio per il laziale

Pur non disputando una sfida sontuosa, come ci ha spesso e volentieri abituato MilinkovicSavic, il talento della Lazio gioca un match solido, concreto e deciso. Pochi spunti, ma efficaci, pochissimi ricami ma tanta sostanza, intelligenza tattica ed aiuto anche in fase di non possesso. Insomma, un ragazzo che non forza la giocata, si rende utile anche e non solo esclusivamente in fase d’attacco e trova, nelle rare occasioni nelle quali le maglie avversarie gli danno tregua, anche qualche suggerimento utile con, specie nella ripresa, una sua scucchiaiata che grida vendetta per l’errore sotto porta del bomber (6 reti nelle qualificazioni) Mitrovic.

I flop della Samara Arena

Venegas: tanto fumo, poco arrosto

Una delle frecce offensive dei Ticos, Venegas, quest’oggi, non ha proprio funzionato. Malgrado un avvio promettente, infatti, nel quale il 29enne del Deportivo Saprissa crea qualche grattacapo al suo dirimpettaio Ivanovic, l’esterno d’attacco, pur volenteroso e molto dinamico, finisce per spegnersi via via nel corso del match ed essere poi ben controllato dal più esperto terzino ex Chelsea. Prova la giocata, tenta più volte il dribbling ma, spesso, viene rimbalzato dagli avversari che erigono contro di lui una sorta di muro di gomma rispedendo al mittente le sue velleità. Spostato a destra ad inizio ripresa, Venegas non inverte la rotta per poi uscire dopo lo svantaggio dei suoi sostituito dal più navigato Bolanos.

la corsia più battuta dalla Serbia è la mancina ma non certo per merito di Ljajic (Squawka.com)
la corsia più battuta dalla Serbia è la mancina ma non certo per merito di Ljajic (Squawka.com)

Ljajic impalpabile. Il granata è una delusione

Fra le note meno positive di un debutto vincente, sponda Serbia, troviamo un impalpabile e forse problematico Ljajic. Posto a sinistra nel terzetto a sostegno dell’attaccante del Newcastle Mitrovic, difatti, il granata non si segnala come elemento al quale affidarsi per creare qualcosa con pochi palloni giocati, ancor meno iniziative intraprese ed una assenza (ingiustificata) in fase di ultimo passaggio preoccupante. Insomma, la solita gara di un talento potenzialmente, appunto, mondiale nella mente e nel corpo di un calciatore ondivago, spesso svagato e poco costante. Croce e delizia.

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Ruiz parte bene e poi si perde: stanchissimo nel finale

La Costa Rica, e questo è stato anche il suo segreto agli ultimi mondiali, quelli, per rinfrescarci la memoria, della qualificazione proprio ai danni dell’Italia, si è servita di una impostazione tattica piuttosto difensiva: 5-4-1 stretto, corto e pedalare. Eppure, nei rari capovolgimenti di fronte, l’uomo transizione, il #10 per eccellenza, il talento cioè al quale affidare le proprie speranze di far gol ha vestito i panni del capitano Ruiz che però, nelle diverse occasioni nel quale è stato chiamato in causa, specie nella ripresa, non è stato in grado di smistare al meglio la sfera e fare la scelta giusta per la sua squadra. Il tutto, quasi cancellando la sua consueta eleganza, il suo mancino delizioso, la solita voglia di fare col tanto sacrificio in fase di non possesso che ha pesantemente inciso sul suo fiato e la sua forza nelle gambe.

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Tabellino e voti

Costa Rica (5-4-1) #1 Navas 6.5; #16 Gamboa 6, #3 Gonzalez 5.5, #2 Acosta 6, #6 Duarte 6, #15 Calvo 6+; #10 Bryan Ruiz 5.5, #5 Borges 6+, #20 Guzman 5.5 (Dal 73’ Colindres s.v.), #11 Venegas 5 (Dal 60’ Bolanos 6); #21 Urena 5.5 (Dal 67’ Campbell 6). A disposizione: #18 Pemberton, #23 Moreira; #4 Smith, #8 Oviedo, #19 Waston, #22 Gutierrez; #7 Bolanos, #13 Wallace, #14 Azofeifa; #17 Tejeda, #12 Campbell. Ct Oscar Ramirez 5.5

Serbia (4-2-3-1) #1 Stojkovic 6; #6 Ivanovic 6.5, #15 Milenkovic 7.5, #3 Tosic 6.5, #11 Kolarov 7+; #4 Milivojevic 6+, #21 Matic 6.5; #10 Tadic 6+ (Dal 82’ Rukavina s.v.), #20 Milinkovic-Savic 6.5, #22 Ljajic 5 (Dal 70’ Kostic 6); #9 Mitrovic 6- (Dal 89’ Prijovic s.v.). A disposizione: #12 Rajkovic, #25 Dmitrovic; #2 Rukavina, #5 Spajic, #13 Velijkovic, #14 Rodic, #7 Zivkovic, #16 Grujic, #17 Kostic; #8 Prijovic, #18 Radonjic, #19 Jovic. Ct Mladen Krstajic 6+

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