Juventus-Atletico Madrid: le pagelle commentate sul risultato di 3-0
La Juventus riesce nell’impresa disperata, batte 3-0 l’Atletico Madrid e cancella i fantasmi del ‘Wanda Metropolitano’. E lo fa nel migliore dei modi, annullando i Colchoneros, togliendo linfa vitale agli uomini di Simeone e, pure, giocando un calcio a ritmi elevatissimi. Quasi, da PlayStation. I bianconeri sono imprendibili e tutti, da Spinazzola a Cancelo, da Bernardeschi a Chiellini, da Emre Can a Matuidi fanno la loro partita. Anche perché lì davanti, a finalizzare la mole di gioco di squadra, c’è uno che in contesti simili non perdona.
E anche stasera, dopo le tante polemiche piovute all’indirizzo di squadra e staff tecnico, il cinque volte Pallone d’Oro si mostra superiore, extraterrestre abbattendo con una tripletta, la sua vittima preferita. Quell’Atletico infilzato ben 18 volte e che, dopo questa sera, lo score sale a 21, non scorderà mai la furia di un Signore del calcio che non teme niente e nessuno. La Champions League è il suo habitat e di uscire agli ottavi non ne ha proprio voglia. Rojiblancos fuori, CR7 e la Juve ai quarti.
Bernardeschi inventa, CR7 segna…e poi fa tripletta: il destino dei grandi
Dybala si accomoda in panchina e Allegri per creare grossi fastidi alla rocciosa retroguardia colchonera, impiega Bernardeschi.
Meno offensivo certo ma dotato di un tiro dalla distanza, di una quantità e di una gamba, attacco-difesa, decisive in gare dove bisogna buttare tutto nella mischia. I polmoni però, non solo l’unica cosa che mette in mostra l’ex viola capace, specie nel primo tempo ma anche nel finale, di scompaginare gli equilibri difensivi dell’Atletico con Juanfran, sulla corsia mancina, e poi Correa spesso in apnea su di lui.
E poi, dopo tante sortite, personali e di movimento, in tandem con Cancelo, il #33 bianconero trova il traversone vincente, dalla trequarti, con Cristiano Ronaldo, famelico come non mai, bravo e cattivo ad aggredire la sfera e a trafiggere Oblak. Gol del vantaggio, 19esima gioia personale contro i rojiblancos per il lusitano, consacrazione serale per Berna e tavola apparecchiata per un grande ottavo di ritorno.
Dove, come da copione, non può mancare un CR7 cinque stelle extra lusso. Un CR7 con l’abito buono e la faccia cattiva. E che, ad inizio ripresa, bissa il gol della prima frazione di gioco salendo in cielo e raccogliendo lo splendido traversone di Cancelo per il pari fra andata e ritorno. Un pari, alla fine dei giochi, spaiato dal solito campione portoghese che, grazie alla sortita di Bernardeschi, che guadagna nel finale un insperato penalty, capitalizza al meglio: tripletta e spagnoli eliminati. È tripudio bianconero, felicità ed ennesima firma su una pagina di storia di Champions del fenomeno col numero #7.
Spinazzola senza paura, Juanfran incerto sulla sinistra
In teoria giocherebbe per le assenze di De Sciglio e Alex Sandro e, pure, per la prima volta in Champions League. Eppure, sul terreno di gioco dello ‘Stadium’ nessuno, men che mai i tifosi meno attenti alle statistiche, si accorgono di questo suo debutto. Spinazzola, infatti, gioca senza timori reverenziali, paure o titubanze di sorta.
Anzi, la musichetta europea lo esalta e gli consente di sprigionare tutta la sua forza, la sua qualità sul lungo e nel dribbling liberando la tanta voglia di calcio accumulata in questi mesi di alterna salute fisica. E Arias dalle sue parti fa spesso fatica a contenerne l’impeto. Un po’ come Juanfran che, adattato sulla sinistra, anche qui, per le contestuali assenze di Hernandez e Filipe Luis, fa difficoltà a risalire la corrente e ad arginare, a turno, Bernardeschi, Cancelo e poi, specie nell’occasione dell’1-0 bianconero, Cristiano Ronaldo.
Emre Can intuizione vincente. Terzo centrale in fase di possesso
Già dall’inizio, dal primo minuto di gioco, Allegri sorprende tutti. Emre Can in campo sì ma in una posizione del tutto inedita per lui: quella di centrale difensivo. In fase di possesso, e quindi di impostazione, il tedesco scende di 20-30 metri, si mette in linea con Bonucci e Chiellini e libera spazio per Cancelo che, di conseguenza, si occupa solo di offendere diventando una autentica ala aggiunta. Merito di un Lemar non certo al top, troppo innamorato del pallone e poco lucido in uscita ma anche di un Emre Can sublime tatticamente e, pure, perfettamente in grado di coprire il lusitano in transizione passiva. Mossa vincente quella del vecchio Max.
Morata spettatore pagante, come Griezmann. Bonucci e Chiello li controllano bene
Manca Diego Costa e si vede. Non solo quanto a pericolosità offensiva dei rojiblancos ma anche a voglia, carattere, grinta e temperamento. Morata, da questo punto di vista, difetta eccome ed in un match simile, doti del genere sono vieppiù esiziali. Soprattutto se vai sotto di due gol. E invece lo spagnolo, ex di turno, pur servito male e a sprazzi, conserva per gran parte della gara un body language poco pugnace e combattivo. Una sorta di antitesi dell’atteggiamento del puro cholismo. Un atteggiamento che consente a Bonucci e Chiellini (500 con la Juventus per lui) di controllarlo con estrema efficacia. Come, del resto, fanno anche con lo spento Diablo Griezmann che, al confronto con CR7, impallidisce e spedisce in soffitta velleità di Pallone d'Oro. In una gara così decisiva, il campione del mondo fa davvero troppo poco.
Tabellino e voti
Juventus (4-3-3) #1 Szczesny 6; #20 Cancelo 7+, #19 Bonucci 6.5, #3 Chiellini 6.5, #37 Spinazzola 7 (Dal 67’ Dybala 6.5); #23 Emre Can 7.5, #5 Pjanic 6+, #14 Matuidi 6.5; #33 Bernardeschi 7.5, #17 Mandzukic 5.5 (Dal 80’ Kean 6), #7 Cristiano Ronaldo 9. A disposizione: #22 Perin; #4 Caceres, #24 Rugani; #30 Bentancur, #41 Caviglia; #10 Dybala, #18 Kean. Allenatore Massimiliano Allegri 8
Atletico Madrid (4-4-2) #13 Oblak 5; #4 Arias 6- (Dal 77’ Vitolo 5.5), #24 Gimenez 5, #2 Godin 5.5, #20 Juanfran 4.5; #11 Lemar 5 (Dal 57’ Correa 5), #8 Koke 5.5, #14 Rodrigo 5, #8 Saul Niguez 6; #7 Griezmann 5, #22 Morata 5-. A disposizione: #1 Adan; #15 Savic, #35 Montero; #30 Carro, #23 Vitolo, #10 Correa; #9 Kalinic. Allenatore Diego Pablo Simeone 5