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Dzeko ‘ottavo re’ di Roma in Champions, De Rossi da leader

La Roma ribalta il 2-1 dell’andata e, con un ottimo De Rossi, in versione leader, ed un sontuoso Dzeko, passa il turno e torna ai quarti di finale della più prestigiosa manifestazione continentale per club 10 anni dopo.
A cura di Salvatore Parente
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La Roma, sia pure a fatica, ribalta il 2-1 dell’andata e, vincendo 1-0 con lo Shakhtar Donetsk, si porta, a dieci anni di distanza dall'ultima volta, nuovamente nel novero delle migliori otto d’Europa, nei quarti di finale di Champions League. Eppure, il successo, il trionfo di questa magica sera e, di conseguenza, la qualificazione, non è stata un'impresa facile con i giallorossi imbrigliati nello scacchiere e nelle scelte tattiche di Fonseca e con tanti interpreti incapaci di trovare la giocata giusta nei primi 50′ di gioco.

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E invece, ad inizio secondo tempo, quando le cose sembravano doversi complicare maggiormente, la giocata di Dzeko, migliore in campo, rivoluziona, anche psicologicamente, la contesa con i capitolini finalmente vittoriosi in un ottavo e bravi ad avere la meglio contro gli ostici ucraini, in versione brasiliana. E così, dalla sontuosa prestazione del già citato Dzeko alle buone sgroppate sulla fascia di Ismaily fino alla serata da incubo di Ordets, ecco top e flop dell’Olimpico.

I top dell’Olimpico

Ismaily bene sulla sinistra: la fascia è sua

Fra i più positivi del match troviamo il terzino mancino dello Shakhtar Ismaily. Il brasiliano, infatti, sulla sua corsia, almeno nella prima frazione di gara, fa il bello ed il cattivo tempo spingendo costantemente in appoggio alla manovra dei suoi e arando più e più volte il settore sinistro del campo. E lo fa in pieno stile senza perdere duelli individuali e, soprattutto, sfoggiando una certa qualità nel palleggio, nel dribbling e nei traversoni con diversi cross, pur senza conseguenze, interessanti prodotti. Una prestazione all’altezza della situazione, una performance da Champions nella competizione dei campioni: molto bravo.

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Fred una forza a centrocampo, e il City gongola

Se sei promesso sposo del Manchester City (un affare da 50 milioni di euro), di questo Manchester City, qualcosa vorrà pur dire, qualcosa, del tipo, che sei fra i migliori interpreti del ruolo, attacco-difesa, d’Europa. Di chi stiamo parlando? Del brasiliano, l’ennesimo nell’undici di Fonseca, Fred che, anche questa sera contro la Roma, ha mostrato tutta la sua forza, la sua maturità e la sua debordante personalità. Col suo mancino, al netto di qualche errore nella ripresa, infatti, ha legato bene i reparti, fatto filtro, rilanciato l’azione in transizione e gestito, con Stepanenko di fianco, al meglio la sfera consegnandosi nel novero dei migliori in campo e nel ristretto circolo, come detto, dei migliori mediani, dei centrocampisti 2.0, dei fini dicitori dagli ottimi polmoni del ‘Vecchio Continente’.

Dzeko gigante buono, un gol dall’enorme peso specifico

Nella sfida più delicata della stagione, nella gara che poteva valere tanto non solo per la qualificazione ai quarti ma anche per le aride casse del club, il bosniaco, da cui dipendono i destini tecnici della squadra, non tradisce. E sì perché malgrado una prima frazione di gioco con un solo tiro a referto e poche, pochissime azioni da ricordare, il #9 giallorosso trova il pronto riscatto in avvio di ripresa con una rete tanto bella quanto importante. Su verticalizzazione di prima intenzione di Strootman, infatti, l’ex Manchester City fugge alle spalle della retroguardia ucraina, batte, con la complicità di Ordets, la linea dell’offside e supera d’esterno destro l’incerto Pyatov.

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Un gol che manda in visibilio il pubblico presente sugli spalti, porta il suo bottino annuale a 17 marcature ed ha il merito di mettere in discesa una sfida, fino a quel momento, davvero complicata.

De Rossi cuore di capitano: prestazione da leader

Il senso di responsabilità, di appartenenza, in certe occasioni, ti dà quella spinta, quella carica, quella vigoria in più necessarie per superare ardui ostacoli. Ed è quello che, in sostanza, è accaduto stasera a capitan De Rossi capace, con spirito di sacrificio, umiltà e consapevolezza, di guidare con leadership la squadra e dare la carica, specie nel secondo tempo, ai suoi. Una prestazione tutta cuore, grinta, determinazione e garra che lo elegge alfiere, gladiatore ma anche anima di una formazione, prima della riscossa, in seria difficoltà. Ma questa qualificazione gratifica anche se non soprattutto lui che, c’era in quel di Manchester, nel 2008, nell’ultimo quarto di finale, in ordine di tempo, della storia capitolina.

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I flop del match

Florenzi in crisi, male sull’out destro

Come nella partita d’andata, dove però il ragazzo poteva giocarsi l’alibi dell’influenza nelle ore immediatamente precedenti il match, Florenzi, sulla sua corsia, gioca una sfida rivedibile. Rischia l’autogol al 9’, viene ammonito a metà primo tempo e, per concludere una prestazione poco propizia, non accompagna la manovra limitandosi, mica poco, a gestire la fase di non possesso. Eppure, malgrado la serata no ed il giallo che pende sulla sua testa, Di Francesco non rinuncia al numero #24 che però, non può essere scagionato: da lui ci si attende, sempre, di più.

le conclusioni parate da Pyatov (Whoscored.com)
le conclusioni parate da Pyatov (Whoscored.com)

Pyatov incerto, l’1-0 è anche colpa sua

Sull’economia globale di una qualificazione che dura 180’ un errore, una incertezza, uno sbaglio può costare tanto, tantissimo. Uno sbaglio come quello di Pyatov che, nell’occasione del vantaggio dei padroni di casa, quasi da portiere inesperto, eppure conta 70 presenze in nazionale, indugia troppo, spiazzato, dubbioso sul da farsi, restando, mentre Dzeko avanza verso la porta, nella terra di mezzo a limite della sua 16 metri. Una scelta fatale che presta il fianco al bosniaco bravo, d’astuzia, a superarlo con un dolce esterno destro, un esterno raffinato che vale la qualificazione. Un abbaglio clamoroso, decisivo che lo condanna inevitabilmente nel girone infernale dei peggiori in campo.

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Ordets horror: partita pessima per lui

E se Pyatov viene condannato, senza appello, per l’errore dell’1-0 giallorosso, il centrale Ordets, uno dei noti punti deboli degli ucraini, meriterebbe, a rigor di metafora, l’estradizione nel suo Paese.

Iperbole a parte però, il difensore ucraino ha vissuto una serata da incubo con diverse incertezze letali per i suoi: in prima battuta, il lungagnone numero #18 sbaglia il fuorigioco sul gol dell’1-0 e, poi, per dare il colpo di grazia ai suoi, alcuni minuti più tardi, si fa superare in velocità da Dzeko, mica da Usain Bolt, per poi stenderlo da ultimo uomo prima di farlo entrare nella propria area di rigore. Insomma, una sfida da dimenticare, senza troppi eufemismi, pessima.

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Tabellino e voti

Roma (4-3-3) Alisson 6; Florenzi 5, Manolas 6, Fazio 6, Kolarov 6+; Nainggolan 6.5, De Rossi 7, Strootman 6.5; Perotti 6+, Dzeko 7 (Dal 89’ El Sharaawy s.v.), Under 6- (Dal 52’ Gerson 6). A disposizione: Skorupski; Bruno Peres, Juan Jesus; Pellegrini, Gerson; El Shaarawy. Allenatore Eusebio Di Francesco 6.5

Shakhtar Donetsk (4-2-3-1) Pyatov 5.5; Butko 6, Ordets 5, Rakitskiy 6.5, Ismaily 6.5; Fred 6.5, Stepanenko 6-(Dal 74’ Alan Patrick s.v.); Bernard 5.5, Taison 6, Marlos 6- (Dal 82’ Dentinho s.v.); Facundo Ferryra 6-. A disposizione: Kudryk; Khotcholava, Petryak; Alan Patrick, Dentinho; Koavlenko, Zubkov. Allenatore Paulo Fonseca 5.5

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