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Da Mancini a Ranieri, da Conte a Ancelotti: ecco come potrebbe essere la Nazionale 2.0

Con la nomina a commissario straordinario della Figc di Roberto Fabbricini e in vista dei prossimi impegni degli azzurri a marzo contro Argentina e Inghilterra, la scelta del ct che guiderà la rinascita italiana sembra sempre più vicina. Ecco come giocherebbe la nuova Italia con Mancini, Ranieri, Ancelotti o Conte.
A cura di Salvatore Parente
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Dopo settimane intere di immobilismo e di campagna elettorale fra i tre candidati: Gravina (Presidente della Serie C), Cosimo Sibilia (Presidente della Lega Nazionale Dilettanti) e Damiano Tommasi (Presidente dell’Assocalciatori), il calcio italiano sembra essersi ridestato dal torpore per cercare di dare una nuova forma alle macerie post eliminazione dal mondiale russo. Eppure, il risveglio non è stato di quelli piacevoli. Lunedì scorso, infatti, l’intero movimento nazionale ha assistito all’ennesima lotta senza quartiere per la poltrona di presidente federale, con un nulla di fatto che ha poi cancellato la pur minima speranza di una radicale trasformazione dell’assetto istituzionale del nostro “governo sportivo”. E invece, di nuovo paralisi e poi, per iniziativa del Coni di Malagò, nomina di Roberto Fabbricini a commissario straordinario della Figc.

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Una nomina che, come dicevamo, sembra stia accelerando questioni rimaste irrisolte/sospese da un pezzo, come quella della nomina del nuovo Ct, e che potrebbero sbloccarsi in tempi rapidi dopo una lunga quiete, un enorme vuoto di potere. E così, in un contesto di nuovo fluido, liquido e dinamico la macchina delle trattative, degli abboccamenti, degli impegni e dei colloqui sembra ripartita con il braccio destro di Fabbricini, Alessandro Costacurta, in prima linea per risolvere la questione commissario tecnico. Quindi, con, ad oggi, nessun profilo più avanti rispetto ad altri, ecco una breve disamina su come potrebbe essere la nuova Nazionale con i nomi che girano in queste ultime ore: Roberto Mancini, Claudio Ranieri, Carlo Ancelotti e Antonio Conte.

Roberto Mancini, nessuna difesa a tre e 4-2-3-1

Il commissario straordinario Fabbricini ha dichiarato di non vedere, al momento, alcun allenatore in ‘pole position’ per la carica di Ct rispetto ad altri. Ma, è innegabile, che da qualcuno le trattative siano pure ricominciate. Quel qualcuno, risponde al nome di Roberto Mancini attualmente in Italia per la sosta del campionato russo del suo Zenit San Pietroburgo. E quindi, volendo ipotizzare un suo ingaggio, ecco come giocherebbe e quali potrebbero essere i volti nuovi della Nazionale del ‘Mancio’.

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Analizzando gli ultimi 8 anni di carriera dell’allenatore di Jesi con Manchester City, Galatasaray, Inter e Zenit, emergono alcune certezze. La prima è che l’ex sampdoriano non ama la difesa a 3 utilizzata, peraltro, solo una dozzina di volte su 345 partite; la seconda è la sua profonda passione per la difesa a 4, in linea, e, infine, il suo ideale podio di moduli preferiti: 4-2-3-1 (utilizzato 139 volte), 4-3-3 (in 69 occasioni) e 4-4-2 (57). In sostanza, il nuovo assetto sembra già designato col sistema di gioco più europeo del momento. E quindi, con l’addio fra i pali di Buffon, ecco spuntare, da erede designato, Donnarumma con, in difesa, Bonucci, Caldara al centro e Florenzi e Spinazzola sulle corsie laterali. A centrocampo, JorginhoVerratti a sostegno di Insigne, Chiesa e uno fra Berardi o Bernardeschi con, in attacco, da punta centrale, da bomber di razza: un serrato ballottaggio fra Immobile e Belotti con SuperMario Balotelli più defilato ma con qualche speranza in più di convincere il ‘Mancio’ e quindi di indossare una casacca che non gusta da quasi 4 anni.

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Esperienza e 4-4-2: le armi di Claudio Ranieri

Alle spalle del tecnico marchigiano, invece, troviamo, in una gerarchia che appare, dichiarazioni a parte, piuttosto precisa l’eroe di Leicester Claudio Ranieri. Uno che, di calcio, a qualunque latitudine, se ne intende; uno che, a coronamento di una carriera da artigiano del football, un’altra chance da Ct (male quella con la Grecia) la meriterebbe. E sì perché, Nantes permettendo, col quale il romano sta approntando l’ennesima favola, Ranieri dovrebbe poter essere il profilo giusto per ripartire e restituire un gioco ed una fiducia a ragazzi di sicuro traumatizzati dalla recente scoppola svedese. E infatti, il suo carisma, la sua esperienza ma anche la capacità di tirare fuori il meglio da ogni calciatore, abbinati al suo storico 4-4-2, potrebbero diventare la miglior ricetta per l’ammalato movimento nazionale.

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Una ricetta, con Donnarumma fra i pali, Bonucci, capitano, leader e colonna degli azzurri, Caldara, Romagnoli o Rugani al centro, in attesa della definitiva decisione di continuare o lasciare di Chiellini, e diversi ballottaggi sulle corsie con, da Conti a Florenzi a Calabria, da Spinazzola a De Sciglio a D’Ambrosio, diversi elementi a battagliare per una maglia dal primo minuto. A centrocampo, con solo due interni, bravi sia ad interdire che a suggerire, il tandem perfetto potrebbe derivare dall’alchimia del duo BarellaVerratti con, sugli esterni, Chiesa da una parte e Candreva dall’altro. In attacco, con la seconda punta, spesso a fare da raccordo, da trait d’union con la mediana, uno come Insigne, intoccabile con, al suo fianco, Belotti, Immobile o proprio quel Balotelli di cui, al momento, è ‘nemico’ sui campi di Francia, proprio l’ex allenatore della Roma.

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Convogliare la delusione in energia positiva? Il nome giusto è quello di Carlo Ancelotti

Dopo Mancini e Ranieri ecco spuntare le soluzioni, in questo momento storico, più difficili da realizzare, vale a dire: Ancelotti e Conte. Due allenatori che, per diversi motivi, sembrano più lontani dalla maglia azzurra anche se ugualmente nel mirino del duo FabbriciniCostacurta convinti di poter strappare il tanto agognato sì. Eppure, Ancelotti in questa shortlist, sarebbe quello in teoria più avvicinabile dopo l’esonero dal Bayern Monaco ma l’ingaggio dell’ex Milan (15 milioni a stagione) come pure la sua volontà di voler ancora allenare un club diventano ostacoli non di poco conto.

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Ciononostante l’Italia, dovesse Costacurta convincere il suo ex allenatore, sarebbe in grado di ritrovare, anche in panchina, quell’appeal e quel rispetto profondamente oltraggiati lo scorso novembre. Un uomo di successo, un ‘hombre vertical’, tutto d’un pezzo capace di soffiare sul fuoco della delusione mondiale e trasformare lo scoramento in rabbia, la voglia in energia vitale. Un’energia da convogliare nel suo sistema di gioco preferito, anche per lui un bel 4-2-3-1 così disegnato: la posizione di Insigne, al centro nel tridente alle spalle dell'unica punta Belotti con uno fra Berardi e Bernardeschi a destra e Chiesa a sinistra. A centrocampo l'asse di lotta e di governo VerrattiJorginho con Barella, new entry, a insidiare uno dei due. In difesa Bonucci, Caldara, Spinazzola e Florenzi mentre tra i pali la fiducia resta tutta a favore del baby-fenomeno Gigio Donnarumma.

la carriera di Antonio Conte da allenatore (Transfermarkt.it)
la carriera di Antonio Conte da allenatore (Transfermarkt.it)

Antonio Conte, difesa a tre e usato sicuro

A chiudere il cerchio dei maggiori indiziati a subentrare sulla panchina azzurra dopo l’apocalisse di Gian Piero Ventura, rintracciamo Antonio Conte, ovvero: l’uomo dello straordinario Europeo in Francia nel 2016 e della quasi impresa con la Germania. Un uomo che, quindi, ha già avuto un certo approccio con la panchina azzurra e che sarebbe perfetto per ricostruire quel progetto interrotto dall’interregno anarchico e poco proficuo dell’ex Torino. Uno che già conosce il ruolo, che si è saputo destreggiare al meglio nei panni di selezionatore e che pure ha lasciato uno splendido ricordo.

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Ma anche qui, come per Mancini e Ranieri, c’è da convincere della bontà del progetto prima ancora che il tecnico i rispettivi club d’appartenenza che, al momento, sembrano intenzionati a tenersi stretti questi eccellenti manager. La nostalgia per l’Italia ma anche il ruolo di Ct però, potrebbero essere la leva per convincere un Conte titolare ancora di 18 mesi di contratto coi Blues del Chelsea. Risolte queste problematiche però, l’ex Juventus troverebbe un parco giocatori molto migliorato rispetto alla precedente edizione della sua Nazionale con elementi davvero promettenti e degni di infiammare il suo entusiasmo. E così, con un presto ritorno alla difesa a 3, il suo 3-4-2-1 dovrebbe poter vedere protagonisti Donnarumma fra i pali, Caldara, Bonucci e Romagnoli in difesa, Florenzi e De Sciglio laterali, Verratti e Barella al centro, e Insigne, Chiesa e Immobile davanti.

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