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Malagò fa tabula rasa, il piano per il Calcio italiano con Costacurta e Mancini

Il nulla di fatto in Figc ha portato al commissariamento della Federazione da parte del presidente del Coni. Giovedì la giunta prenderà in esame il futuro del movimento: nel progetto che va delineandosi Costacurta sarà uno dei subcommissari mentre Mancini è il favorito per la panchina della Nazionale.
A cura di Maurizio De Santis
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E' la vittoria di Malagò. L'incapacità da parte delle società di calcio di trovare una linea comune e ripartire con un progetto condiviso intorno a una persona che fosse la sintesi delle diverse anime ha lasciato una situazione di stallo e consegnato – di fatto – al presidente del Coni la possibilità di commissariare l'intero movimento. Aveva auspicato il rinvio delle elezioni, chiedendo ai 3 candidati alla guida della Figc (Gravina, Sibilia, Tommasi) un passo indietro, adesso ne fa due in avanti e spariglia le carte in tavola rispetto alla litigiosità dei club e alla necessaria opera di rinnovamento che – almeno per adesso – esiste solo sulla carta.

Di buone intenzioni è lastricata la strada che porta all'inferno… il calcio italiano c'è finito a novembre scorso, quando la Svezia inflisse agli Azzurri l'umiliazione della mancata partecipazione al Mondiale di Russia 2018. Tavecchio, a malincuore e schiumando rabbia contro i traditori, fu costretto ad abdicare ma dopo di lui nessuno è riuscito, risultato abbastanza credibile e forte da rimettersi alla testa del movimento che – a detta di presidenti rivoluzionari come De Laurentiis – andrebbe rifondato/ripensato/rigenerato e non semplicemente ristrutturato.

Cosa accadrà adesso? L'unica certezza è l'impegno diretto di Giovanni Malagò che – in base allo scenario all'orizzonte – potrebbe assumere le funzioni di commissario della Lega di serie A mentre a Roberto Fabbricini toccherebbero quelle di commissario della Figc con Costacurta (ex calciatore del Milan, oggi opinionista Sky) come subcommissario. Tra gli uomini del presidente anche Carlo Mornati segretario generale del Coni oppure Paolo Nicoletti, che ha buone possibilità di essere eletto poi dai presidenti delle società di calcio per il gradimento e soprattutto per la conoscenza della difficile materia dell'assegnazione dei diritti tv. Michele Uva, stimato dallo stesso Malagò, resta direttore generale in Federcalcio. Possibile che nel nuovo gruppo dirigente ci sia spazio anche per Paolo Maldini, un'icona e una bandiera che potrebbe presto divenire un punto fermo di Casa Italia.

E Tavecchio cosa farà? Il discorso di addio ha ricevuto un plebiscito in assemblea ma è difficile che possa restare al timone della Lega Calcio anche perché l'intenzione del numero uno del Coni è fare tabula rasa. Sicché  l'ex presidente della Figc potrebbe restare alla guida di Dilettanti Srl e Dilettanti Immobiliare.

La Nazionale e il nuovo commissario tecnico. Tra i candidati a ereditare la panchina di Ventura c'è Roberto Mancini, ora è allo Zenit di San Pietroburgo ma ha da tempo fatto sapere di essere pronto ad accettare una sfida così importante e stimolante per la sua carriera. Alternativa numero uno è il ritorno di Antonio Conte, in rotta di collisione con il Chelsea, mentre sullo sfondo c'è Claudio Ranieri, pronto a lasciare il Nantes. Carlo Ancelotti è un nome suggestivo ma tale resta per adesso, considerata anche la volontà espressa qualche mese fa di continuare la propria avventura alla guida di un grande club (magari proprio i Blues di Londra). Per adesso, almeno fino a nuove disposizioni, il cerino resta in mano a Gigi Di Biagio, spetterà a lui fare da traghettatore. Perché prima o poi ‘usciremo a rivedere le stelle'.

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