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Fabbricini: “20 squadre in Serie A? Troppe e vorrei ridurre anche gli extracomunitari”

Il nuovo commissario della Figc, in un’intervista radiofonica, ha parlato di quelle che potrebbero essere le due riforme più importanti: “Bisogna dare la possibilità ad una futura governance di avere regole chiare”.
A cura di Alberto Pucci
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Il calcio italiano è all'alba dell'ennesimo ribaltone. Archiviata senza rimpianti la gestione Tavecchio, Malagò ha dato incarico a Fabbricini di gestire l'emergenza dopo la mancata elezione di un nuovo presidente. Il nuovo commissario della Figc, si è dunque subito messo al lavoro seguendo alcune sue convinzioni condivise con lo stesso Malagò e con Alessandro Costacurta e Angelo Clarizia: i due subcommissari scelti dalla giunta esecutiva del Coni.

Tra le possibili riforme sul tavolo, c'è anche quella del numero di squadre in serie A: "Forse 20 sono troppe, il campionato e' lungo e ci sono domeniche in cui 4 o 5 partite già a febbraio non valgono più nulla – ha precisato Fabbricini, in un'intervista rilasciata a Radio Radio – Io a titolo personale penso che un campionato a 20 squadre sia eccessivo".

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Il problema degli extracomunitari

"Bisogna dare la possibilità ad una futura governance di avere regole chiare – ha continuato l'ex segretario del Coni – E’ tutto un gioco ad incastro, le cose difficili vanno affrontate con necessità. Bisognerà avere tanto buon senso. Ancora non abbiamo incontrato nessuno, lo faremo nelle prossime settimane". Dopo aver elogiato Costacurta ("Non lo conoscevo bene, sto imparando a farlo adesso. E’ entusiasta, ottimista e competente"), Fabbricini ha parlato anche della questione legata agli extracomunitari.

"Sono troppi, e basta guardare il campionato Primavera dove ci sono ragazzi con nomi che vengono dall'Est europeo o dal continente africano in numero esorbitante. Questo è un aspetto da seguire, perché non possiamo pensare che ci sia una liberalizzazione d'ingressi di giovani che vanno a impattare negativamente sul livello tecnico del calcio italiano".

Un salvagente agli arbitri…e al Var

La chiusura del suo intervento radiofonico, è infine dedicata agli arbitri e al Var: "Ho fiducia nel sistema governato da Marcello Nicchi, che è un uomo che sa lavorare bene – ha concluso il commissario della Figc – Anche io qualche volta, con questa "passionaccia" che abbiamo tutti, posso essere critico e posso magari alzare la voce. Però dobbiamo pensare che gli arbitri sono un gruppo di persone che certamente lavorano con passione e con competenza e che possono sbagliare. Il Var? Sono a favore purché venga utilizzato nella maniera giusta".

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