Champions League: Napoli-Liverpool 1-0, tabellino e pagelle commentate
Il Napoli gioca bene, si impegna, annulla il tridente dei Reds, mette alle corde i vice campioni d’Europa del Liverpool e, quasi allo scadere, batte la maledizione dello 0-0 tratteggiando i lineamenti di una partita, in questa sua Champions League, finalmente stellare. A Belgrado, la traversa ed una prestazione incolore, negarono il successo. Oggi, l’imprecisione nell’ultimo passaggio, qualche sbavatura davanti e ancora la traversa si arrendono alla bravura di Insigne che, all’90’, trafigge Alisson e la formazione di Klopp.
Il Liverpool, invece, fa la sua partita, si difende bene ma lascia ugualmente il suo scalpo in Italia non riuscendo a speculare sul successo d’esordio contro il Paris Saint Germain che, ora, non garantisce più il primato con le chance di qualificazione inglesi costrette ad abbassarsi: è bagarre nel Gruppo C.
Insigne manda in paradiso il Napoli
Al 90’, quando tutti pensavano di dover dire addio alla vittoria ed alle residue speranze di qualificazione, Insigne, l’uomo di Ancelotti, regala i 3 punti agli azzurri, in estirada, per la sesta rete personale in stagione, la sua prima in questa Champions.
Un gol dal sapore della giustizia, divina o no fate voi, per un Napoli meritatamente vittorioso sull’ottimo Liverpool di Klopp che, quando incrocia lo scugnizzo in maglia #24, subisce sempre una sua zampata.
Napoli ancora camaleontico: 4-4-2 in fase difensiva, 3-5-2 in quella d’attacco
Il Napoli, oggi più che mai, è una creatura di Ancelotti. Una creatura versatile e che, specie in questi contesti, sa indossare più vestiti tattici nel corso di una gara. E sì perché il modulo previsto per affrontare i vice-campioni d’Europa, è quello del 3-5-2 che si tramuta in 4-4-2 per poi ridiventare 3-4-2-1.
Una metamorfosi costante, con meccanismi ben precisi, che prescrive una difesa a tre in sede di costruzione, con Mario Rui sulla linea dei centrocampisti, ed un pacchetto arretrato a quattro, con scivolamento del lusitano in difesa, quando la palla la tengono gli altri. Con, in più, una retroguardia altissima ed un Fabian Ruiz, a centrocampo, che si allarga sulla sinistra per creare spazio e supportare la punta Milik disegnando, in piena continuità col camaleontismo ancelottiano, un 3-4-2-1 con la catena sinistra come fulcro di queste mutazioni e luogo privilegiato per lo sviluppo della manovra dei padroni di casa.
Allan moto perpetuo, i Reds rispondono in blocco
A centrocampo, dove il più delle volte si risolvono le contese, il Napoli può annoverare un mastino, Allan che, senza tema di smentita, può accomodarsi di fianco ai Kanté, ai Keita o ai Matuidi, ovvero: ai migliori recupera-palloni d’Europa. A quegli uomini equilibrio capaci di interdire, aggredire l’avversario e consentire agli allenatori di schierare tanto talento davanti. E oggi, purtroppo per lo spettacolo, il duello a distanza con Keita dei Reds non si realizza, non decolla a causa dell’infortunio del guineano già al 19’. Eppure, il brasiliano, il suo show personale, fatto della solita grinta, di quantità, contrasti riusciti e ruvidi tackle, lo mette lo stesso in mostra col #5 napoletano letteralmente scatenato, specie nel primo tempo, su ogni portatore di palla avversario. E pure gladiatorio in diverse circostanze con la linea mediana dei Reds a rispondere non con un solo elemento ma con più uomini, Milner, il subentrato Henderson e Wijnaldum, in fase di non possesso.
Arnold timido, Fabian Ruiz incerto. I giovani non decollano sulla sinistra
Come detto, la corsia mancina del Napoli, quella destra del Liverpool, almeno nella prima frazione di gioco, è una delle catene più battute e frequentate da entrambe le formazioni. E lì però, pur essendoci due giovani dalle grandi potenzialità e dalle ottime prospettive, il confronto non è di altissima levatura. Sia Fabian Ruiz in appoggio che Alexander–Arnold in sede di contrattacco, infatti, non sono decisi, netti e autori di buone scelte nella manovra corale delle loro formazioni mettendo insieme una prestazione volenterosa, rispondente alle direttive tattiche dei propri allenatori ma certo non eccellente. Ma se l’inglese si adegua al tentativo di speculazione del Liverpool, con gli ospiti ad attendere il gioco campano, lo spagnolo si lascia preferire nello specifico confronto mettendosi sempre in visione e proponendosi come ulteriore sbocco del canovaccio partenopeo.
Mario Rui si propone ma non sfonda, Klopp gli concede spazio
Il Napoli, specie nella prima parte del secondo tempo, evidenzia una certa supremazia in fase di impostazione ed occasioni con oltre il 60% di possesso palla e ben quattro conclusioni in direzione della porta inglese. Ma la sua pericolosità, spesso, in questo segmento temporale, resta lettera morta proprio perché, come detto, sulla sua porzione sinistra non riesce a sfondare.
Merito dell’attenzione di Milner, delle non sempre ottimali scelte di Fabian Ruiz ma anche della scarsa utilità di Mario Rui che, pur trovando spesso terreno fertile e praterie per creare la superiorità numerica e buttare la palla in mezzo, non trova la giocata vincente, l’idea determinante. E questa sua condotta, alla lunga, gli fa perdere fiducia con l’ex Roma via, via a spegnersi e a risultare fra i meno positivi della banda Ancelotti.
Salah, Firmino e Mané non incidono: è bunker Napoli al ‘San Paolo’
Gli azzurri giocano bene, mettono sotto gli avversari per buona parte del match e, alla fine, vincono. E questa, è la notizia che più conta nella cornice di una serata perfetta. Sugli spalti, in campo e pure in difesa dove l’esperimento del terzetto difensivo, che diventa a quattro quando la palla ce l’hanno gli avversari, funziona con Raul Albiol, Koulibaly e Maksimovic (fra i più sicuri il serbo) capaci di oscurare, anche grazie all’aiuto della mediana, uno dei terzetti più prolifici del ‘Vecchio Continente’. Ciliegina sulla torta per una contesa che, per il futuro e le le prossime gare, internazionali e non, lascia in dote ad Ancelotti una nuova soluzione ed una retroguardia rinforzata da questi ulteriori, solidi 90’ di gioco.
Tabellino e voti
Napoli (3-5-2): #25 Ospina 6; #19 Maksimovic 6.5, #26 Koulibaly 7, #33 Raul Albiol 6.5; #6 Mario Rui 5, #5 Allan 7.5, #17 Hamsik 7- (Dal 81’ Zielinski s.v.), #8 Fabian 6 (Dal 68’ Verdi 6), #7 Callejon 6.5; #99 Milik 6 (Dal 68’ Mertens 6.5), #24 Insigne 7. A disposizione: #27 Karnezis; #23 Hysaj; #42 Diawara, #30 Rog, #20 Zielinski; #14 Mertens, #9 Verdi. Allenatore Carlo Ancelotti 7
Liverpool (4-3-3): #13 Alisson 6.+; #66 Alexander-Arnold 6, #12 Gomez 6, #4 Van Dijk 6+, #26 Robertson 6-; #7 Milner 6 (Dal 76’ Fabinho s.v.), #5 Wijnaldum 6, #8 Keita s.v. (Dal 19’ Henderson 6); #11 Salah 6-, #9 Firmino 5.5, #10 Mané 5.5. A disposizione: #22 Mignolet; #6 Lovren, #18 Alberto Moreno; #3 Fabinho, #14 Henderson; #23 Shaqiri, #15 Sturridge. Allenatore Jurgen Klopp 5.5