Marocco, Ziyech ed El Kaabi deludono. Disastro Bouhaddouz, festa Iran
L’Iran batte per 1-0 il Marocco al San Pietroburgo Stadium non fallendo l’esiziale appuntamento per guadagnare i gradi di pericolosa outsider per Spagna e Portogallo in ottica qualificazione. La tensione, l’emozione dei tanti esordienti, la tattica e la scarsa vena di molti dei protagonisti in campo, infatti, non tagliano le gambe al Team Melli che, pure con qualche difficoltà, riesce ad avere la meglio al 93’ sulle ambizioni del Marocco, almeno sulla carta più forte, ma meno concreto e cinico.
Bene, in avvio, i Leoni di Atlante con gli uomini di Renard a schiacciare nei primi minuti Cheshmi e compagni, male poi i minuti successivi con l’Iran bravo a prendere le misure agli avversari e a rivelarsi, specie con Azmoun, pericoloso nel finale del primo tempo.
Nella ripresa, il monologo non cambia col Marocco maggiormente in possesso della sfera e parimenti incapace, Ziyech a parte, di creare grossi grattacapi dalle parti di Beiranvand per un 1-0, in extremis, su autogol di Bouhaddouz su corner, ai punti, ingiusto ma che manda, con tutta probabilità fuori da Russia 2018, Belhanda e soci.
I top allo Stadio “San Pietroburgo”
Haji Safi, terzino molto affidabile
In questo spareggio per eleggere la formazione che potrebbe insidiare per la qualificazione le compagini iberiche Spagna e Portogallo, Haji Safi emerge con estrema evidenza. Il terzino sinistro dell’Olympiakos Pireo, infatti, malgrado un avvio in affanno, complici l’emozione dell’esordio e gli affondi di Amrabat, riesce a superare le incertezze iniziali prendendo le misure all’esterno del Leganes e poi proponendosi con continuità in fase offensiva. Mancino puro, e pure delicato, il fluidificante numero #3 risulta molto attento e ordinato in copertura ergendo una diga quasi insuperabile per gli avversari di stanza dalle sue parti. E poi, come detto, Haji Safi non si accontenta di ben figurare in fase di non possesso con diverse occasioni nel quale garantisce il suo contributo in attacco, con alcuni traversoni al centro, senza poi dimenticare le due conclusioni, una respinta e l’altra di poco alta su punizione, e l'assist vincente a referto in questo suo ottimo debutto.
Azmoun, gli manca solo il gol. Buona la prova del bomber del Rubin
Per un attaccante il gol è fondamentale ma, specie in una competizione complicata come il mondiale, non sempre. Grida vendetta però, il suo errore che avrebbe potuto cambiare il volto della gara, a fine primo tempo, quando, Azmoun, su un bellissimo contropiede Iran, spreca calciando sulla figura di Munir. Eppure, la sua è una partita importante, di peso, di sacrificio e da calciatore che, negli equilibri tattici della sua nazionale, è davvero decisivo. Il suo ruolo, oltre a quello di ariete dell’attacco dei bianchi di Queiroz, è anche, se non soprattutto, quello di pivot, di boa davanti che costringe la difesa rivale ad ardue lotte aeree per far respirare, con le sue imperiose sponde, il Team Melli. Missione, almeno per la seconda parte dei suoi compiti, riuscita appieno con il numero #20 del Rubin Kazan anima e alfiere del pacchetto offensivo ma anche del modo di interpretare il match da parte dei suoi.
Beiranvand salva il risultato, che guizzo al 78’
Fra i migliori della contesa o, almeno, fra quelli che più hanno inciso sui destini del successo finale, troviamo l’estremo difensore Beiranvand. E sì perché quando la tensione, la stanchezza e la paura sembravano essersi impossessati del match congelandolo sullo 0-0, il portiere del Perspolis si supera, su tiro dell’ondivago Ziyech, allungandosi sulla sua destra e strozzando l’urlo del gol del vantaggio in gola all’esterno dell’Ajax. Una parata, la sua prima, e pure determinante, della gara nonché del suo mondiale con i crismi dell’importanza capitale, dell’intervento che vale tanto, che vale, almeno, 1 punto, anzi, allo scadere: 3!
I flop di Marocco-Iran
Belhanda spento, male il #10 marocchino
Una delle armi migliori del Marocco è sempre stata la qualità, nel palleggio, nella visione di gioco, nel dribbling e nella conclusione, di Belhanda. Un’arma, oggi, facilmente disinnescata dalla mediana iraniana che, a turno, con Shojaei e Ebrahimi, ha praticamente azzerato le geometrie ed i guizzi del talento del Galatasaray. Un talento appannato e che, salvo rare occasioni, non s’è mai acceso per regalare all’abbandonato El Kaabi qualche palla importante per sbloccarsi e sbloccare il punteggio. Il tutto, nella partita, forse, determinante per alimentare il sogno di una complicata qualificazione agli ottavi di finale.
Jahanbakhsh deludente: ordinato in difesa, poco lucido in attacco
Quando ci si ritrova dinanzi a talenti del genere bisogna essere piuttosto critici e attenti. E sì perché se diventi il primo calciatore asiatico a vincere la classifica dei marcatori di un campionato europeo, quello olandese, l’asticella, per forza di cose, si alza e le pressioni aumentano. È così, pure, quando, a maggior ragione, rappresenti una delle frecce offensive più pericolose della tua nazionale. Insomma, al di là delle premesse, Jahanbakhsh delude tutti e si colloca in un limbo tecnico che, per qualità e storia personale, non gli appartiene. Manca il bersaglio grosso in una sola occasione, sbaglia spesso il suggerimento per Azmoun, salta raramente l’uomo e si limita a svolgere al meglio compiti difensivi, di contenimento su Harit e, soprattutto, su Hakimi fallendo il suo impatto col mondiale e facendo segnare note negative negli scouting report di diverse squadre, Napoli compreso.
El Kaabi evanescente, si spegne dopo un avvio promettente
L’avvio del match aveva fatto presagire ad una gara, per El Kaabi, davvero gustosa: il bomber marocchino, con le sue due conclusioni in appena 7’ di gioco, sembrava infatti dover gonfiare a breve, e a ripetizione, la rete iraniana. E invece, questo suo ottimo inizio, coinciso con il promettente avvio del Marocco, è rimasto l’unico segmento apprezzabile della sua gara individuale: 15’ e più nulla, l’oblio. Complice anche la scarsa verve delle mezze punte a sostegno.
L’attaccante del Renaissance de Berkane non riesce a mantenere la sua ottima media realizzativa di 11 gol in 10 gare finendo poi, al 77’ per uscire mestamente dal campo per Bouhaddouz che, se possibile, fa anche peggio siglando l’autogol dello 0-1, l’autogol della sconfitta finale.
Tabellino e voti
Marocco (4-1-4-1) #12 Munir 6.5; #16 Amrabat 6.5 (Dal 76’ Amrabat s.v.), #5 Benatia 7, #6 Saiss 6.5, #2 Hakimi 6; #8 El Ahmadi 6; #7 Zyech 5.5, #10 Belhanda 5, #14 Boussoufa 6, #18 Harit 6+ (Dal 82’ Da Costa s.v.); #9 El Kaabi 5 (Dal 77’ Bouhaddouz 4). A disposizione: #22 Tagnaouti, #1 Bono; #3 Mendyl, #4 Da Costa; #17 Dirar, #21 Amrabat, #11 Fejr, #15 Ait Bennasser, #23 Carcela Gonzalez; #20 Bouhaddouz, #13 Boutaib, #19 En-Nesyri. Ct Hervé Renard 5.5
Iran (4-1-4-1) #1 Beiranvand 6; #23 Rezaeian 6, #4 Cheshmi 6+, #8 Pouraliganji 6, #3 Haji Safi 7-; #9 Ebrahimi 6+ (Dal 78’ Montazeri s.v.); #18 Jahanbakhsh 5.5 (Dal 85’ Ghoddos s.v.), #10 Ansarifard 6-, #7 Shojaei 6 (Dal 67’ Taremi 6), #11 Amiri 6; #20 Azmoun 6.5. A disposizione: #22 Abedzadeh, #12 Mazaheri; #15 Montazeri, #13 Reza Khanzadeh, #19 Hosseini; #5 Mohammadi, #21 Dejagah, #16 Ghoochannejhad; #14 Ghoddos, #2 Torabi, #17 Taremi. Ct Carlos Queiroz 6.5