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Serie A, Pagellone: Juve, scudetto in tasca, il Napoli aveva la testa agli struffoli

Dal pareggio della Juventus sul campo dell’Atalanta, che non riduce ma anzi aumenta il divario, lo spread col Napoli, uscito malconcio da ‘San Siro’ e pure battuto per 1-0, all’ennesima prova di forza della Lazio, vittoriosa sul Bologna, passando per le importanti affermazioni di Parma e Sampdoria fino al pareggio a reti bianche, che inguaia Gattuso, del Milan, ecco il pagellone del 18° turno di questa avvincente Serie A.
A cura di Salvatore Parente
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Turno pro-Juventus doveva essere, e turno Pro-Juventus è stato. Già perché al netto del pareggio dei bianconeri che, in dieci uomini per gran parte della ripresa, limitano i danni col solito Cristiano Ronaldo portando a casa un pari contro l’ottima Atalanta di Gasperini, il Napoli, impegnato sul campo dell’Inter, si ferma al ‘Meazza’ con il tiro mancino di Martinez, nel finale, a condannare i ragazzi di Ancelotti, sotto di un uomo. Insomma, la 18esima giornata, va in archivio come l’ennesima curva utile per la ‘Vecchia Signora’ per scavare un vasto solco sul Napoli e ricucirsi, ancora una volta, lo scudetto sul petto. In zona Champions, invece, boxing day terribile per il Milan incapace di avere la meglio del Frosinone, allo ‘Stirpe’, e poi definitivamente scavalcato dalla Lazio, corsaro a Bologna, e ora a +3 sul ‘Diavolo’. Sempre in tema ‘coppa dalle grandi orecchie’, grandissima prova della Sampdoria che, con l’ennesima firma di Quagliarella, ottavo sigillo di fila per lui, come Vieri nel 2002, supera l’arcigno Chievo di Di Carlo e si porta a -2 dalla formazione di Inzaghi.

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Per l’Europa League, invece, come ormai da settimane, è autentica battaglia senza quartiere con, nell’ordine, Milan, Roma, Torino, Atalanta, Fiorentina, Sassuolo e Parma, nel giro di 3 punti ed in piena corsa per le posizioni numero sei e sette che darebbero il pass per accedere alla prossima seconda manifestazione continentale organizzata dall’Uefa. Nelle zone basse, infine, colpo del Cagliari, che batte in casa il Genoa di Piatek e Prandelli, pari a reti inviolate fra Spal e Udinese e Ko di Chievo, Frosinone, Bologna ed Empoli. E così, al termine dei dieci match del 18esimo turno, di questo eccitante e non privo di sorprese boxing day nostrano, ecco promossi, rimandati e bocciati di questa incredibile giornata.

Promossi

Samp in paradiso, Quagliarella porta i doriani a -2 dalla Champions

Se in campo hai un campione longevo, anzi, eterno come Fabio Quagliarella, il sogno europeo, Champions o Europa League lo vedremo, non è così peregrino. E sì perché anche nelle difficoltà di gioco di ieri, contro un Chievo, al solito, attento, compatto, corto ed aggressivo fin dall’inizio, col suo inedito 3-4-3 che aggredisce alto i doriani, la zampata di Quagliagol, al suo ottavo centro di fila, eguagliato Bobo Vieri edizione 2002, sblocca il match, ridesta dal torpore i suoi e rimette in moto una macchina, quella doriana, comunque molto veloce.

Già, la sua fiammata, una gemma di tacco delle sue, dà energia ai blucerchiati, suona la carica per i padroni di casa capaci, al seguito del suo capitano in maglia #27, di mettere sotto i gialloblù, costringerli alla difensiva e poi a capitolare a causa del destro, su assist di Murru, di Gaston Ramirez. Prova convincente, anche se dai due volti, 2-0 al ‘Ferraris’ e, grazie al contestuale risultato del Milan, bloccato a Frosinone, meno due lunghezze dalla Lazio, quarta in classifica. Sognare si può, di più: è doveroso.

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Migliore in campo: Fabio Quagliarella

Cagliari e Parma, la provincia al settimo cielo

Canovaccio simile e punteggio identico per Parma e Cagliari che, rispettivamente contro Fiorentina, in trasferta, e Genoa in casa, vincono per 1-0 e si regalano 3 punti di platino. Per i sardi, bravi e fortunati contro una ottima versione della squadra di Prandelli che, però, disattenta ed imprecisa sotto porta, anche col capocannoniere Piatek, spreca la chance di impattare.

E per gli emiliani in grado, pure a Firenze, di mostrarsi cinici, freddi, compatti ed organizzati ottenendo lo scalpo di una Viola che, in casa, prima di ieri, aveva perso solo contro la Juventus capolista. Farias da una parte ed Inglese dall’altra, spezzano le reni alle avversarie di giornata e rimpinguano i loro bottini, non solo personali, due reti per l’ex Nocerina, cinque per l’ex Chievo, ma anche di squadra con Cagliari e Parma a mettere insieme punti che valgono tanto in ottica salvezza e in quella, inattesa a inizio stagione, Europa League. Sepe fa la sua parte, Cragno sbarra la strada a tutti, da Piatek a Kouamé, da Bessa a Hiljemark, e la classe operaia, il calcio di provincia, vanno in paradiso.

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Migliori in campo: Luigi Sepe e Alessio Cragno

La Roma torna grande, Sassuolo spazzato via

Entra Dzeko, anche se il grosso, il Sassuolo, contro questo Sassuolo, è già fatto, rientra Pastore, anche per mettere un po’ di minuti nelle gambe, nella passerella conclusiva, con la Roma brava a vincere, convincere, ritrovare il gioco, che peraltro si era pure intravisto nel secondo tempo contro la Juventus, e mandare in gol anche la stellina, la giovane promessa Zaniolo.

Insomma, la serata natalizia, da boxing day nella capitale va alla grande alla formazione di Di Francesco che, già nel primo tempo, chiude la pratica contro i ragazzi di De Zerbi mandando facilmente al tappeto una creatura, quella emiliana, lontana anni luce dal Sassuolo vivo, gagliardo e frizzante di qualche settimana fa. Apre Perotti, che non marcava dallo scorso marzo, bissa Schick, che dribbla con sicurezza Consigli per il momentaneo due a zero e la seconda rete in campionato per lui, e Zaniolo, a proposito, 16esimo marcatore diverso fra le fila giallorosse, sigla il 3-0 prima del graffio, finale, definitivo e senza appello, di Babacar. La Roma, ora, complice anche un avversario simil sparring partner, sotto tono e morbido, ripete il successo casalingo col Genoa, si riprende i 3 punti dopo lo stop di sabato con la Juventus e si regala chance europee, non certo di Champions, ancora lontana quattro lunghezze, ma d’Europa League con i giallorossi, ora, in piena bagarre per un posto nella seconda manifestazione continentale. Segnali di rinascita importanti, in attesa di recuperare i lungo degenti, per costruire l’operazione rimonta e allora sì puntare verso le zone di vertice, vista quarto posto.

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Migliore in campo: Nicolò Zaniolo

Inter di cuore e di voglia: Martinez beffa il Napoli

Allo scadere, al termine di una partita non scintillante per occasioni da gol, ma combattuta e sempre in bilico come poche in questo torneo, l’Inter, di voglia, all’ultima curva utile, supera il Napoli e rimedia 3 punti di notevole importanza. Per se stessa, e quindi per rinsaldare la sua terza posizione, e magari chissà tirare la volata agli azzurri in ottica secondo posto, ma anche, indirettamente, per la Juventus capace, malgrado il mezzo passo falso di Bergamo, di guadagnare addirittura 1 punto sui partenopei.

La vince l’Inter brava a sfruttare gli episodi a suo favore con il rosso di Koulibaly all’80’, per plateale protesta all’indirizzo dell’arbitro Mazzoleni, col senegalese che applaude il direttore di gara dopo un giallo per fallo su Politano, a cambiare la gara e scompaginare tutti i precedenti equilibri. I nerazzurri si gettano a testa alta in attacco, buttano nella mischia Martinez che, implacabile, fulmina di mancino l’incolpevole Meret con, nel finale, la tensione che sale a mille con Insigne, per fallo di reazione su Keita, non esente da colpe, a guadagnare anzitempo gli spogliatoi. Vince l’Inter, che si riprende dopo il pari col Chievo, perde il Napoli, ora, in pezzi, non solo moralmente, contro il Bologna.

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Migliore in campo: Lautaro Martinez

Rimandati

Juventus ad un passo dal Ko. Poi ci pensa CR7

Alla vigilia del match Allegri, uno che di gestione delle risorse a disposizione ne sa qualcosa, annuncia la panchina di Cristiano Ronaldo a Bergamo. E così, la difficile trasferta dell’Atleti Azzurri d’Italia, terreno ostico per i bianconeri negli ultimi anni, diventa una sfida ancora più delicata, una missione, una sorta di responsabilizzazione collettiva della rosa piemontese. E l’esame lombardo, almeno in avvio, pare facile, tutto in discesa: Djimsiti, già al 2’ di gioco, liscia un pallone che giunge in area dai piedi di Alex Sandro e inganna Berisha. Juve in vantaggio e partita, come detto, ‘facile'.

Eppure, la veemenza, la carica, la voglia e l’agonismo dei ragazzi di Gasperini rimette tutto in discussione. La furia di Zapata costringe i campioni d’Italia al pari, poi, Bentancur, fa il resto: si fa espellere al 53’ per somma di ammonizioni, con i piemontesi alla mercé dei padroni di casa. Raddoppio di testa di Duvan, inarrestabile anche oggi ed in gol otto volte nelle ultime cinque, e gara compromessa. La sconfitta sembra vicina, il nervosismo sale, la Juve pare perdere le distanze e la tranquillità giuste fino all’ingresso in campo del fenomeno portoghese al minuto 65. Tredici minuti dopo, al 78esimo giro d’orologio, CR7, in mischia, sigla il punto del 2-2 salvando i suoi, ed Allegri, e definendo ancora meglio un concetto ormai noto, quasi scontato: senza di lui, questa Vecchia Signora, diventa umana, battibile; con lui non proprio.

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Migliore in campo: Duvan Zapata

L’Udinese muove la classifica ma è solo 0-0 con la Spal

Derby di salvezza, derby di paura. Fra due squadre che, alla vigilia, si giocano tanto. La Spal, la chance di ritornare a far punti, in questo caso pesanti, l’Udinese, l’opportunità di cancellare le contestazioni, le incertezze e le critiche di un periodo, malgrado il cambio di guida tecnica, complicato. Eppure, nonostante la voglia di entrambe di superare l’avversario e mettere del buon fieno in cascina, come spesso accade in contese simili, il timore di perdere e complicare l’assunto, prevale con le occasioni da gol che, progressivamente con il trascorrere del tempo, evaporano pian piano. Le sortite di De Paul, le saette di Petagna, le discese di Lazzari, i movimenti in profondità di Lasagna tendono a svanire ed il risultato, positivo comunque, prende sempre più forma, si irrobustisce fino al triplice fischio finale che proclama lo 0-0: l’Udinese muove la classifica e guadagna un punticino sul Bologna, la Spal, ancora a secco di successi dal 20 ottobre all’Olimpico con la Roma, distanzia i felsinei di quattro lunghezze in attesa dello scontro, esiziale, di sabato proprio contro i ragazzi di Inzaghi.

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Migliore in campo: Rodrigo De Paul

Bocciati

Milan ancora a secco, 0-0 col Frosinone

Spesso, nelle situazioni complicate, quando piove grandina. E a Milano, sponda rossonera, è burrasca. I rossoneri, infatti, non vincono dal 2 dicembre scorso, realizzano solo 2 gol nel mese di dicembre, eguagliano la peggior serie di gare senza reti a referto, l’ultima nel 1984, mettono in mostra un Higuain specchio di questo pessimo momento stagionale e pareggiano 0-0 contro il Frosinone penultimo.

Insomma, un boxing day amaro per Gattuso e soci che, al netto di tutti i possibili alibi, gli infortuni (non ultimo quello di Suso che salta proprio la trasferta ciociara), le difficoltà di modulo, la scarsa forma di alcuni top player, deludono anche allo ‘Stirpe’ contro i canarini. E lo fanno non solo non riuscendo a superare l’ostacolo gialloblù ma anche giocando in maniera troppo piatta, lineare e, a tratti, confusionaria. Ringhio, in preda ad una crisi esistenziale, mette insieme una serie enorme di sistemi tattici passando, senza soluzione di continuità, dal 4-4-2 al 3-4-1-2 all’attacco all’arma bianca, creando ancora più caos sul rettangolo verde e finendo, pure, di dare spazio ai padroni di casa bravi, in almeno tre circostanze, due con Ghiglione ed una con Ciano, ad impegnare seriamente l’ottimo Donnarumma. L’unico, nella mediocrità generale a guadagnare un voto altissimo all’interno di questo Frosinone-Milan.

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Migliore in campo: Gigio Donnarumma

Bologna è crisi: ora sono undici i turni di fila senza i 3 punti

Il derby fratricida fra gli Inzaghi termina, come da pronostico, a favore del più piccolo Simone che, proprio sotto le feste, inguaia Pippo, ora, a rischiare seriamente il posto. Certo, la rosa a disposizione dell’ex allenatore del Venezia non è di altissimo livello, con tanti giovani alla loro prima esperienza in A e tanti veterani dall’eccessivo chilometraggio, ma gli undici turni di fila senza vittoria, eguagliato il record negativo della stagione 2004/05 che poi portò alla retrocessione nello spareggio col Parma, con l’ultimo successo datato 30 settembre, esige risposte. Forse, una testa. Già perché se è vero che la salvezza non è un obiettivo impossibile, è altrettanto pacifico affermare che i felsinei sono entrati in una spirale mentale negativa che pare difficile rovesciare, se non con un cambio di guida tecnica. Il Bologna fa il solletico alla Lazio, non riesce mai, o quasi, ad essere pericoloso dalle parti di Strakosha emarginando dalla manovra offensiva un Santander che si sacrifica come può. La scossa non arriva mai, nemmeno con l’ingresso di Orsolini, Destro e Palacio, e gli emiliani affondando con la seconda rete, arrivata alla sua 300esima presenza con i biancocelesti, di Senad Lulic: game, set and match. Game over Inzaghi?

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Migliore in campo: Senad Lulic

Empoli ancora sconfitto: stavolta è il Torino a battere i toscani

Empoli timido, troppo fragile e, poi, sconfitto da un Torino concentrato e determinato nel corso di tutti i 90’ di gioco. Così, in maniera telegrafica, si potrebbe riassumere il terzo stop di fila della banda Iachini che però, complice il Ko rimediato dal Bologna, può ancora respirare a +3 sui felsinei. Eppure, i segnali che vengono dal Piemonte non sono molto incoraggianti con una squadra troppo dipendente dal suo umore e dagli episodi della partita. Dopo la rete del vantaggio di N'Koulou, infatti, i toscani si spengono, non si dannano per cercare di raggiungere il pari e prestano il fianco ad un cuore granata, al solito, enorme ma anche stavolta efficace fra le mura amiche, dove, quest’anno, Belotti e soci non brillano (4 Ko interni). E così, nella ripresa, arriva il raddoppio di De Silvestri che chiude tutto, con il terzo sigillo, quello di Iago Falque, a far innervosire ancora di più l’ambiente toscano, che poi rimedia un rosso, per proteste, con Krunic. Ora, per chiudere al meglio un anno comunque molto positivo, culminato col pronto ritorno nella massima serie, testa all’Inter dell’ex Spalletti.

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Migliore in campo: Iago Falque

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