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Perché Kylian Mbappé merita il Pallone d’Oro e Antoine Griezmann no?

Mbappé e Griezmann. Amici, compagni di squadra e poi rivali. Ma solo in campo internazionale perché secondo le ultime indiscrezioni il ‘Diablo’ dell’Atletico Madrid, malgrado tre successi internazionali con club e nazionale, resta fuori dalla lotta per il Pallone d’Oro. Trofeo che potrebbe essere assegnato all’attaccante del Paris Saint Germain capace di vincere da assoluto protagonista il Mondiale e di dominare nei confini nazionali col suo Psg. Motivi e record del possibile trionfo di Mbappé e recriminazioni ‘mondiali’ sull’esclusione di ‘Grizou’ dal podio.
A cura di Salvatore Parente
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Gli exit poll, se così li possiamo definire quando si parla di Pallone d’Oro, vedono Modric più avanti rispetto a Mbappé e Varane. Un vantaggio risicato, di misura ma che andrebbe a confutare la tesi secondo la quale chi vince da protagonista il mondiale, poi, deve anche ottenere il premio individuale più ambito per un singolo calciatore. Eppure, per il giovanissimo attaccante del Paris Saint Germain, le chance di vittoria non sono poche anche se, a dire il vero, il podio stesso per lui può rappresentare già un premio alla sua annata ed a questo suo speciale 2018.

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Un podio davanti all’amico e compagno di reparto Griezmann che, forse, ex aequo, avrebbe meritato miglior sorte e, dunque, piazzamento. Ma la giuria, composta da un giornalista sportivo per Paese, grazie anche alle anticipazioni di France Football e Equipe, si è (sarebbe) espressa ed ha regalato, al giovane 19enne, la possibilità di diventare il più precoce vincitore di un Pallone d’Oro nella storia del gioco. Un Pallone d’Oro, forse inatteso, ma che proviamo a spiegarvi anche in disaccordo con la scelta di tagliare fuori dai giochi, la punta dell'Atletico Madrid.

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Fiammate mondiali. Decisivo ed incantevole come un levriero

Al mondiale, in alcuni momenti, ci sembrava di tornare indietro nel tempo rimirando, per tratti somatici, potenza nelle gambe, talento, classe, dribbling e velocità, quel fenomeno (il fenomeno), al secolo Luiz Nazario da Lima Ronaldo, che, 20 anni prima, aveva incantato a Francia ‘98. Se vogliamo però, l’asso parigino è andato addirittura oltre il funambolico attaccante verdeoro conquistando, in tenera età, la rassegna iridata in finale contro la Croazia.

le sue statistiche al mondiale (fifa.com)
le sue statistiche al mondiale (fifa.com)

Insomma, al di là delle affinità tecniche e delle somiglianze nel lungo, per esplosività e rara bellezza, il #10 transalpino si è rivelato decisivo giocando a livelli altissimi, spaventando i difensori avversari, caricandosi sulle spalle la squadra in momenti di difficoltà e risolvendo parecchie grane nel percorso, netto, dei suoi. Gol, vincente, al Perù, doppietta che suggella la qualificazione contro l’Argentina, condito da un assist nel definitivo 4-3 e punto per il pokerissimo in finale al ‘Luzhniki’ contro i fieri biancorossi di Modric e compagni.

E poi tanti guizzi, tante sortite, tante cavalcate in campo aperto che lo hanno messo finalmente in mostra in uno dei palcoscenici più adatti a lui: il mondiale. Un mondiale quasi perfetto e che, sull’onda lunga dei grandi enfant prodige della rassegna iridata delle ultime edizioni, gli ha consentito di vincere il premio di miglior giovane del torneo. Con la conquista della Ligue 1, della Coppa di Francia, della Coppa di Lega e della Supercoppa transalpina, forse, a bastare per la ‘palma' di miglior calciatore del 2018. Il tutto, con la spinta di un mondiale, dunque, giocato da protagonista ma non certo da primo violino assoluto con il suo reparto, capace di mettere a referto ben 14 gol totali in sette gare, esaltato dal suo compagno, dalla spalla perfetta, da Antoine Griezmann.

Grizou meritava migliore trattamento. Tripletta inutile (o quasi)

Già, quel Diablo francese che, in queste settimane, potrebbe vivere una delle delusioni più cocenti della sua carriera. Già scottato dal Fifa Best Player con sopra di lui, sempre sul podio, Salah, Cristiano Ronaldo e Modric, la punta colchonera potrebbe vedersi scavalcato ancora una volta. In questo caso però, proprio dal suo compagno di squadra, anzi, dai suoi due compagni di squadra, Varane Mbappé, rendendo vano un 2018 da incorniciare. Successo in Europa League, trionfo mondiale, con ben 4 gol e 3 assist e qualche calcio di rigore pesante nei momenti che contano, sgambetto al Real Madrid nella Supercoppa Europea 2018 e qualcosa come 29 reti e 14 assist, a cui vanno aggiunte le 6 realizzazioni ed i 4 passaggi chiave di questo avvio.

il confronto statistico di Mbappé e Griezmann in questo avvio di stagione (whoscored.com)
il confronto statistico di Mbappé e Griezmann in questo avvio di stagione (whoscored.com)

Uno score di tutto rispetto, un rendimento super che legittimerebbe, o almeno avrebbe legittimato, una candidatura nel novero dei migliori tre di questo anno solare. Non fosse altro che per la semplice, e forse banale, equazione del suo precedente terzo posto nella classifica del Pallone d’Oro di due anni fa, dietro CR7 e Messi. All'epoca, si piazzò sul terzo gradino del podio dopo tre finali perse con l'Atletico, oggi, invece, a fronte delle altrettanti finalissime, edizione 2018, vinte, anzi, stravinte Grizou, non rientra nemmeno fra i primi tre. Eppure, la maggiore considerazione guadagnata sui rettangoli verdi di tutto il pianeta nell’anno della sua definitiva consacrazione e nell’annata che lo mostra indispensabile, gol, assist, giocate utili e tanto, tanto carisma, non arriva. El Diablo viene lasciato fuori, ai margini, all'inferno pur avendo meritato qualcosa in più.

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Il futuro è di Mbappé, ma il presente potrebbe essere storico

Le solite frasi, quelle che si dicono per alcuni giovanissimi nel mondo del calcio, non sembrano fare al caso di Mbappé. Il “si farà” non attiene alle sue opzioni col nativo di Bondy capace, fin da subito, di bruciare le tappe, crescere in maniera esponenziale, mandare in frantumi record su record, in Ligue 1 o in Champions League e guadagnare, anche, 18 milioni di euro a stagione oltre che la copertina, lo scorso ottobre, del Time. Premio di miglior giovane del mondiale, Under 20 più costoso del pianeta a quota 180 milioni di euro, quarto calciatore più giovane della storia a vincere un mondiale e, questa la giustificazione della sua prima su Time Magazine, “leader delle prossime generazioni”.

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Insomma, il futuro sorride al giovane di origini camerunensi ma il presente non è affatto male, anzi. La sua eventuale incoronazione, meritata per percorso annuale, qualità di gioco, freschezza e capacità di determinare, infatti, lo eleggerebbe più precoce Pallone d'Oro della storia del gioco battendo, nell'ordine, George Best (22 anni e 7 mesi), Michael Owen (22 anni e 17 giorni) ed il fenomeno, di cui sopra, Ronaldo (21 anni e 3 mesi). Niente male per uno che non ha nemmeno 20 anni, lì compirà il 20 dicembre prossimo, e per un calciatore che ha appena cominciato a grattare l'estesa superficie del suo talento. Nel caso non dovesse arrivare l'ambito premio però, niente paura il tempo ed il talento, sono dalla sua parte.

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