Pagellone a tinte bianconere. Hamsik, Çalhanoğlu, Ünder sul podio del gol della domenica
La 36esima giornata del massimo campionato italiano è stata, senza ombra di dubbio, quella decisiva per la lotta scudetto: il Napoli, crollando in casa col Torino per 2-2, consente alla Juve, vittoriosa col Bologna sabato sera, di aggiudicarsi, non aritmeticamente ma quasi, il settimo scudetto di fila, il 34° della gloriosa storia bianconera. Insomma, il giallo, il thriller targato Serie A che, appena due settimane fa sembrava essersi incredibilmente riaperto col coup de theatre del successo azzurro a Torino, s’è risolto con la ‘Vecchia Signora’, al di là delle polemiche e dei veleni arbitrali, nuovamente campione d’Italia. In zona Champions, invece, la situazione si fa vieppiù complicata.
La Roma, dal canto suo, col successo sul Cagliari, prenota un posto nell’Europa che conta con la formazione di Eusebio Di Francesco distante solo 1 punto dai ‘voli continentali’ mentre per Inter e Lazio, la contesa resta aperta e si preannuncia infuocata fino allo scontro diretto dell’ultima giornata. I biancocelesti si fermano all’Olimpico con l’Atalanta mentre i nerazzurri, col poker all’Udinese, si portano, ora, a sole due lunghezze di distanza dalla formazione di Inzaghi. Insomma, tutto rinviato.
In zona Europa League, invece, salto del Milan che scavalca l’Atalanta, prossimo avversario domenica a Bergamo in uno spareggio che vale la sesta piazza, e successo per la Fiorentina col pesante Ko della Sampdoria col Sassuolo, invece che praticamente estromette i blucerchiati dalla lotta europea. Per quanto riguarda la zona salvezza, al netto dell’addio alla categoria dopo un solo anno del Verona, la 36esima giornata di questo massimo campionato ci consegna una bolgia infernale nella quale ben cinque squadre, dalla Spal al Cagliari, sono divise da soli 2 punti a due gare dal termine. Una condizione, specie per gli spettatori non interessati, che non si vedeva da anni e che mette ancora più mostarda su un campionato, il 116esimo d’Italia, davvero avvincente, di più: straordinario.
Promosse
Juventus, ancora qualche veleno ma Douglas Costa avvicina il titolo a Torino
Sabato sera all’Allianz Stadium la Juventus, come è spesso accaduto in stagione, aveva aperto l’Ufficio complicazioni affari semplici: errore in impostazione di Buffon, Crisetig ne approfitta e Rugani lo stende in area per il penalty dello 0-1. L’incubo di Milano con l’Inter, si materializza ed il campionato torna, improvvisamente, in bilico. Nella ripresa però, la ‘Vecchia Signora’ cambia pelle e atteggiamento con l’ingresso di Douglas Costa, tenuto invece precauzionalmente a riposo per la finale di Coppa Italia col Milan, a risolvere la contesa.
Il brasiliano rivolta la gara come un calzino e mette in ginocchio la retroguardia dei felsinei. Dapprima, arriva, infatti, l’autogol di De Maio. Poi, il punto del 2-1 di Khedira (spinta fallosa da tergo su Keita?), su passaggio vincente dell’ex Bayern ed infine il 3-1 di Dybala sempre su assist del numero #11 per il successo che vale, forse, il titolo. Gara in cassaforte e polemiche arbitrali, sull’eventuale rosso da sventolare a Rugani nell’occasione del rigore o fallo sulla rete del 2-1, in soffitta: la Juve trascorre venti minuti in apnea, raddrizza la gara e vede sempre più vicino il tricolore che, sabato, ha aggiunto qualche inedita tinta in stile verdeoro.
Migliore in campo: Douglas Costa
Milan col cruise control: poker al Verona che torna in B
Nessuna sorpresa, nessuna ‘Caporetto’, nessuna ‘fatal Verona’, anzi. A Milano sabato sera il Milan ha quasi passeggiato sui resti dell’Hellas che, a ‘San Siro’, s’era presentata con un mix di giovani promesse e calciatori sul viale del tramonto. In 49’ di gioco, infatti, i rossoneri sono già sopra 3-0 e trasformano il match, in vista della finale di Coppa Italia di mercoledì sera con la Juventus a Roma, in un allenamento, in una partitella con un discreto sparring partner. Insomma, tutto secondo i piani, o quasi, col Milan non immune da scivoloni con le piccole, con la banda Gattuso brava a confermare lo stato di forma di Calhanoglu, ritrovare in difesa Romagnoli, rispolverare un buon Locatelli in regia, riaccendere il sopito estro di Suso e riabbracciare Cutrone, tornato dopo sette gare, efficace sotto porta.
Una sfida, dunque, che ha il merito di allungare a due le vittorie consecutive del Milan, rasserenare gli animi in vista di mercoledì sera e restituire tanta fiducia ai meneghini per una partita, la prossima con la ‘Vecchia Signora’, che vale una stagione.
Migliore in campo: Hakan Calhanoglu
Chievo matato il Crotone: tre punti per la salvezza
La sfida salvezza, la gara di cartello per le zone basse, senza ombra di dubbio, era quella fra Chievo e Crotone. Due squadre, alla vigilia, separate appena da 3 punti. Eppure, chi rischiava di più nel derby della disperazione, erano proprio i clivensi ad un passo dal baratro sia pure con un calendario più favorevole nelle ultime due. Ma la svolta, forse, prima ancora sul campo, è avvenuta domenica scorsa quando i vertici dirigenziali del Chievo hanno affidato la panchina a D’Anna e allontanato Maran, in piena crisi di gioco e risultati coi suoi. Ammutinamento o no, i gialloblù sono apparsi totalmente diversi, sia nell’undici titolare che sul rettangolo verde, con i padroni di casa, spinti da 17mila spettatori, bravi a raccogliere una vittoria che mancava dal 31 marzo scorso. Birsa e poi Stepinski affondano i delfini che, anche con un pizzico di sfortuna, non riescono a giocare sul doppio risultato ricacciandosi dunque nella zona calda. Una zona torrida con i rossoblù, ora, a doversela vedere con Lazio e Napoli e clivensi, ad un passo dalla salvezza, con Bologna e Benevento.
Migliore in campo: Mariusz Stepinski
La Spal continua a crederci: il Benevento esce sconfitto dal ‘Mazza'
Da una parte, c’era la Spal in piena corsa per la salvezza. Dall’altra, il Benevento già retrocesso. Insomma, partita, almeno alla vigilia, scontata, anzi, scontatissima. E invece, al di là del 2-0 ferrarese finale, il canovaccio del match ha detto tutt’altro con gli spallini a sudare non poco per sbarazzarsi del fiero Benevento. I ragazzi di De Zerbi, infatti, malgrado diverse assenze nell’undici titolare con Brignola, Cataldi, Djuricic, Tosca, Costa, D’Alessandro, Memushaj, Antei e Guilherme fuori, hanno ugualmente opposto una ostica resistenza ai padroni di casa riuscendo, peraltro, a tenere, per buona parte del match, il pallino del gioco in mano pur non bucando la porta dell’estremo difensore avversario Gomis. E così, come spesso accade nel calcio, gli episodi, a favore della Spal, la risolvono con Paloschi prima e Antenucci poi, che non segnavano da tempo immemore (700’ di gioco) a disegnare i contorni di un successo, forse, determinante per la salvezza emiliana. Una salvezza che passa anche per questa vittoria, che si deciderà nel rush finale ma a cui avrebbe potuto iscriversi anche la compagine sannita con i giallorossi, al termine della contesa, applauditi da tutti: propri supporters e tifosi di casa.
Migliore in campo: Nicolas Viola
Sassuolo (A)ncora salvo: lo scalpo della Samp vale la salvezza
Le partite di fine stagione, si sa, sono una sorta di teorema, di antico ma sempre valido detto: mors tua, vita mea. E sì perché al ‘Mapei Stadium’ i padroni di casa si giocavano l’aritmetica salvezza, gli ospiti residue chance di restare attaccati al treno europeo.
E alla fine, a trionfare, è la superiore voglia dei neroverdi di confermarsi compagine di Serie A da Serie A con Politano, nelle sliding doors della vita, ad un passo dal firmare col Napoli a gennaio, poi protagonista, non solo della gara di ieri, ma di una parte centrale e finale di stagione stellare. Vittoria, dunque, decisiva e pure figlia dell’allergia della Samp a giocare fuori casa, i blucerchiati hanno ottenuto solo 15 punti su 54 in trasferta, che riporta Iachini al top ed il Sassuolo a prenotare, con due giornate d’anticipo, il sesto anno nella massima serie.
Migliore in campo: Matteo Politano
Rimandate
Lazio: un punto che vale oro ma si infortuna Luis Alberto
Fosse stato un incontro di boxe, ai punti, avrebbe vinto l’Atalanta ma, contemplando il pareggio, il gioco del calcio è più clemente con biancocelesti e bergamaschi a dividersi la posta in palio. La sblocca, in avvio, Barrow, al terzo gol in campionato, con Caicedo, sostituto di giornata dell'infortunato Immobile, a raggiungere il pari.
E poi? E poi tanta Atalanta con i nerazzurri bravi ad imporre il loro gioco e a mettere in difficoltà l'Aquila che, grazie ad uno strepitoso Strakosha, non capitola e mantiene intatte speranze di qualificazione Champions. Un pari che non risolve la situazione di nessuno ma prolunga la suspence per gli obiettivi di entrambe con la banda Inzaghi, ora, a +2 dall’Inter e gli uomini di Gasperini, col pari, scavalcati dal Milan.
Migliore in campo: Thomas Strakosha
Bocciate
Udinese in caduta libera, l’Inter passeggia e vince
Con una salvezza ancora da raggiungere, un pareggio col Benevento in archivio ed un nuovo allenatore, il lunch match di domenica poteva, anzi, doveva, sponda Udinese, essere di sicuro diverso.
Certo, la sconfitta contro una compagine come l’Inter poteva esser messa in preventivo ma l’andamento della gara ha mostrato una Udinese ancora affetta da una inspiegabile maledizione che, dopo lo svantaggio, le tarpa le ali ed ogni tipo di reazione.
E infatti, al gol iniziale di Ranocchia, i friulani si sciolgono come neve al sole e prestano il fianco agli ospiti bravi, poi, ad approfittarsi dello stato catatonico dei padroni di casa e a siglare, già prima dell’intervallo, altri due gol, con Rafinha e Icardi killer dei bianconeri.
Migliore in campo: Rafinha
Napoli in apnea: è solo 2-2 col Toro, scudetto alla Juve
In un ‘San Paolo’ pieno, traboccante di entusiasmo ma anche di gratitudine per quanto fatto dal Napoli in stagione, gli uomini di Sarri non ripetono la prestazione scialba dello scorso weekend ma neppure riescono a tenere in vita, con la matematica ancora dalla loro, una bagarre scudetto ormai del tutto compromessa.
Col Torino dell’ex Mazzarri è 2-2 ed è anche, nel giorno dell’estremo tentativo, dell’ultimo assalto alla Juve, addio ad ogni sogno di gloria. Sul rettangolo verde resta impressa l’immagine di una squadra scarica fisicamente e mentalmente e che, attiva da luglio, sembra già aver dato tutto.
Uniche note liete, la 100esima rete in Serie A di Hamsik ed un pubblico follemente innamorato dei suoi beniamini e di mister Sarri che, invece, potrebbe lasciare a fine stagione. Ora, dunque, si aprono gli interrogativi futuri: a De La e alla dirigenza, ma anche allo stesso tecnico, le ardue decisioni.
Migliore in campo: Marek Hamsik
Genoa vittima di una crisi di nervi: alle ortiche la vittoria con la Fiorentina
A latere del risultato, della condotta di gioco, della trama del match o del rosso a Pandev, la notizia più bella, attesa e, a tratti, romantica è quella del ritorno al gol di Pepito Rossi quattro anni dopo. Una rete che potrebbe, questo è l'augurio di tutti, cancella il lungo calvario dello sfortunato talento nostrano. Una rete però, inutile ai fini del cammino del ‘Grifone’ che, dopo la rimonta del predetto Rossi prima e di Lapadula poi, con l’espulsione di Pandev, scompare dalla contesa.
Una contesa poi, dominata dalla Fiorentina capace, con la superiorità numerica dal 71’, di ribaltare nuovamente tutto. Eysseric e Dabo, quest'ultimo su passaggio vincente di Chiesa, risolvono il delicato appuntamento del ‘Ferraris’ bissando il successo casalingo del Napoli e rilanciando, nel segno di Astori, la propria corsa verso l’Europa League che, al momento, dista solo due punti.
Migliore in campo: Marco Benassi
Cagliari vicino all’inferno, la Roma è un osso troppo duro per i sardi
Il Cagliari non riesce a bissare gli ultimi due risultati positivi in casa con Udinese e Bologna e rischia, ora più che mai e con un calendario piuttosto difficile, di ritornare, dopo solo tre anni, in Serie B.
Lo spauracchio, anzi, la possibilità di ripiombare in Cadetteria è infatti seria. Eppure, sul piano del gioco, i sardi contro una buona ma soprattutto cinica Roma, non deludono le attese, anzi, forse, mettono insieme una delle migliori gare della stagione.
Ma non basta. Under stende il Cagliari che, poi, malgrado la mole di gioco prodotta, non riesce ad impattare sciupando, anche grazie all’ennesima ottima prova di Alisson, diverse occasioni pericolose condannandosi, contro Fiorentina e Atalanta, a soffrire fino all’ultimo per raggiungere una complicatissima salvezza.
Migliore in campo: Edin Dzeko