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Solo 4 tiri in porta e scudetto sulla via di Torino. Napoli flop del 35° turno

Dal trionfo bianconero a Milano con l’Inter alla paurosa (e forse letale) sbandata del Napoli con la Fiorentina fino ai successi europei di Lazio e Roma ed ai successi salvezza di Crotone e Spal, ecco il film della 35esima giornata, con le formazioni promosse, rimandate o bocciate del 35° turno di questa 116esima edizione della Serie A.
A cura di Salvatore Parente
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La vittoria della Juve con l’Inter a Milano, sia pure fra mille polemiche e veleni, e la débâcle del Napoli a Firenze (solo 4 tiri scoccati dai campani al ‘Franchi’) sembrano rappresentare il turning point, il punto di svolta di questo campionato col 35° turno ad un passo dal diventare quello decisivo per risolvere il giallo e decretare la squadra campione d’Italia. I bianconeri, infatti, sono ora primi con un margine di vantaggio di 4 punti sugli azzurri con tre giornate ancora da disputare ed un calendario, Roma a parte, meno insidioso del Napoli che, invece, da parte sua, con una tenuta mentale precaria, ed un contraccolpo psicologico, immaginiamo, difficile potrebbe incontrare molte altre difficoltà sulla propria strada finendo per non rialzarsi in tempo in ottica titolo.

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Il 35° turno però, non è stato determinante solo in vetta ma anche in zona Champions con le romane a 70 punti, brave ad avere la meglio su Chievo e Torino, e l’Inter quinta a -4 da biancocelesti e giallorossi dopo il Ko interno con la ‘Vecchia Signora’. Insomma, una situazione meno ingarbugliata, più fluida e netta rispetto a domenica scorsa. In zona  Europa League, invece, tutto immutato con ciascun club interessato al sesto ed al settimo posto vittorioso con, dunque, Atalanta, Milan, Sampdoria e Fiorentina a tenere ancora vive speranze di qualificazione continentale.

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Infine, per la salvezza, ottimo spunto del Crotone, che batte agevolmente in casa il Sassuolo per 4-1, e preziosissima vittoria della Spal a Verona con gli estensi finalmente fuori dalla zona ‘rossa’ e scaligeri con più di un piede in B. Come vicini alla Cadetteria sembrano essere pure i cugini clivensi che, perdendo a Roma, si trovano terzultimi a 31 punti, senza Maran, sollevato dall’incarico, ma con un calendario (Crotone, Bologna e Benevento) alla portata.

Promosse

Col turnover ed il Liverpool nel mirino, la Roma schianta il Chievo

Al netto di un robusto turnover in vista della gara di ritorno contro il Liverpool, la Roma di Di Francesco si sbarazza facilmente del Chievo e si porta, contestualmente al Ko interno dell’Inter con la Juve, ad un passo dalla seconda qualificazione consecutiva in Champions League.

Un risultato importante che inguaia i clivensi (Maran esonerato domenica mattina), mette in evidenza alcune armi nascoste, dalla panchina, che potrebbero servire a metà settimana nell’appuntamento che vale una stagione, e consente al pubblico giallorosso di vivere una sabato pomeriggio sereno. Un sabato pomeriggio che porta in dote la 200esima maglia capitolina di Nainggolan, autore di una prestazione maiuscola, la seconda rete consecutiva dopo quella con la Spal al redivivo Schick e uno Dzeko, titolare di una doppietta, tirato a lucido, in versione ‘notte da leoni’. Tre punti, dunque, fondamentali per l’obiettivo dichiarato ma buono anche come auspicio favorevole per affrontare Salah e i suoi Reds (che pareggiano 0-0 con lo Stoke City) e per cercare, dopo l’impresa col Barcellona, l’ennesima remuntada da leggenda: la Roma c’è.

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Migliore in campo: Edin Dzeko

Cuore e polemiche, la Juventus resta in vetta

Il derby d’Italia, uno degli appuntamenti più eccitanti della stagione termina 3-2 per la Juventus per un risultato che, a tre gare dalla fine e con un Napoli, almeno alla vigilia, così arrembante e pure ad un soffio di distanza, diventa di assoluto valore. Al netto delle eterne rivalità fra le due compagini, infatti, i tre punti di Milano sponda Juve sono un eccellente tonico per allontanare le scorie di domenica scorsa e rimettere in carreggiata la formazione di Allegri brava a crederci fino alla fine, come da slogan, e a portare, in qualche modo, la piena posta in palio a casa. Eppure, gli episodi, dubbi, discussi e discutibili, hanno rovinato un match che, già dalle premesse, con un ‘San Siro’ sold out ed una coreografia da scudetto, meritava una attenzione maggiore nella gestione dei falli, nella scelta e nella selezione dei cartellini con Orsato, la terna arbitrale e i Var in totale confusione.

La Juve trionfa, anche in apnea, anche in rimonta, anche con un disperato arrembaggio contro una ottima Inter, costretta in dieci per oltre 75’ di gioco, dimostrandosi brutta, sporca, cattiva e vincente. Ciononostante, le scelte del direttore di gara mettono quasi in secondo piano la grinta bianconera e inaspriscono i toni della contesa per una sfida, quella di sabato sera, sportivamente entusiasmante, ricca di colpi di scena, emozioni ma anche discussioni e veleni. Il settimo sigillo di fila, intanto, con la disfatta azzurra del Napoli, è sempre più vicino.

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Migliore in campo: Juan Cuadrado

Crotone in scioltezza: la salvezza è vicinissima

Terzo risultato utile consecutivo, 7 punti nel momento clou della stagione, doppietta per gli attaccanti, Trotta a quota 7 in stagione e Simy a 6, e tre punti dal sapore del successo, anzi, della probabile salvezza. Tre punti conquistati in poco meno di 31 giri di orologio con le maggiori motivazioni dei calabresi a prevalere sugli emiliani apparsi, sia pure reduci da ben nove risultati positivi di fila, svagati e pure sazi.

E così i pitagorici ci mettono qualcosa in più sul piano dell’agonismo con i rossoblù bravi, sin dall’inizio, a chiarire le proprie intenzioni e a indirizzare la gara su precisi binari, quelli dei tre punti e di una gestione, in toto, da pilota automatico. Una vittoria dal peso specifico enorme e che, ora, con lo spareggio di domenica prossima col Chievo consegna agli uomini di Zenga (58 anni sabato ) la chance di archiviare la stagione, addirittura, con due giornate d’anticipo.

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Migliore in campo: Marcello Trotta

Atalanta show: 3-1 al Genoa. Il repeat europeo è possibile

Scrivi Atalanta, leggi Europa League (o quasi). E’ questa ormai da due anni, la certezza a Bergamo e dintorni con Gasperini e la società orobica a infilare, stagione dopo stagione, risultati importanti, anzi, importantissimi. Al netto delle cessioni estive e dell’onere dell’appuntamento continentale (assolto come meglio non si poteva), infatti, Gomez e compagni sono riusciti a creare nuovi equilibri, a far rinascere talenti come Ilicic e mettere in evidenza nuovi ed interessanti prospetti, come, ad esempio, Cristante (9 gol in A) o il baby Barrow.

Insomma, a Bergamo, e più precisamente all’Atleti Azzurri d’Italia, da qualche tempo a questa parte, riesce tutto. Come riesce tutto anche contro l’ostico Genoa di Ballardini con i padroni di casa bravi a tramortire gli ospiti in 6 minuti con le firme dei predetti Cristante e Barrow, legittimare il punteggio col rientrante Ilicic (mancava in campo dal 18 marzo) e poi a controllare, sia pure con qualche difficoltà di troppo, la reazione ligure. Insomma, calendario alla mano, nel momento decisivo dell’annata, i nerazzurri hanno innestato le marce alte e, col successo sul Genoa, conseguito qualcosa come otto risultati utili consecutivi, con sei vittorie e due pareggi per 20 punti, 16 gol fatti e solo 3 incassati.

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Migliore in campo: Josip Ilicic

Il Milan torna al successo, ma quante occasioni sprecate per il ‘Diavolo’

E dopo diverse giornate di assenza, torna nel novero delle promosse, e lo fa con pieno merito, pure il Milan capace, dopo sei turni, di riprendersi tre punti di vitale importanza per la zona Europa League. Calhanoglu e Bonaventura aprono e chiudono la contesa mettendo insieme una prima frazione di gioco da incorniciare al cospetto di un buon Bologna che pure lotta con le sue armi, Palacio su tutti. Eppure, questi primi 45 giri di orologio non servono a legittimare il successo rossonero con gli avanti milanisti, a turno, a sciupare ben quattro nitide palle gol per sigillare l’exploit del ‘Dall’Ara’. Errori di precisione (ma anche di sfortuna con Bonaventura a colpire la traversa nella ripresa) importanti e che alla fine, come spesso accade nel calcio, consentono al Bologna di crederci e di provare, dopo il gol di testa di De Maio, a spaventare gli ospiti. Missione, peraltro, compiuta con Mbaye che sfiora il pari del 2-2 con Donnarumma bravo, come al solito, ad opporsi e a mantenere intatte le distanze: 1-2 e ‘Diavolo’ a -1 dall’Atalanta.

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Migliore in campo: Hakan Calhanoglu

Lazio corsara a Torino, Inter a -4

Con la forza di chi vuole mettere in cassaforte la zona Champions e sfruttare la sconfitta interna dell’Inter della sera prima, la Lazio di Inzaghi ci mette cuore, voglia, grinta e determinazione per avere la meglio di un ostico ed arcigno Torino. Un Torino privo di obiettivi reali di classifica e per questo imprevedibile, maggiormente pericoloso e pure capace di liberare tutto il suo imponente arsenale offensivo. Eppure, gli ospiti, pur perdendo già in avvio per problemi muscolari il proprio bomber principe Immobile, con le armi citate, mette in difficoltà i granata riuscendo, al termine di una gara vissuta sul filo dell’equilibrio, a battere Belotti e compagni con la rete del solito, e pure ritrovato in zona gol, Milinkovic-Savic. Una rete pesante che consente alla Lazio di sopperire all’assenza forzata del capocannoniere della Serie A, di mettere a referto l’ottavo risultato positivo di fila e distaccare, all’ultimo chilometro, l’Inter di Spalletti.

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Migliore in campo: Sergej Milinkovic-Savic

Rimandate

Tudor ridesta l’Udinese: a Benevento arriva (almeno) un pari

Cambiando gli ordini degli addendi, il risultato non cambia. Questa la regola della proprietà commutativa che, almeno per l’Udinese e la gioia dei suoi tifosi, non ha avuto applicazione ieri a Benevento. I friulani, infatti, dopo aver cambiato nuovamente guida tecnica con l’avvicendamento fra Oddo e Tudor, arrestano, pur con la stessa formazione, la nefasta scia di undici sconfitte di fila riassaporando la gioia del punto conquistato dopo oltre due mesi. Eppure, l’appuntamento e anche l’andamento stesso della gara, poteva essere sfruttato meglio con l’Udinese contro il già retrocesso Benevento, a doversi mangiare le mani dopo l’iniziale vantaggio, il pareggio, la rimonta subita e la contro-rimonta, nel giro di due minuti di gioco con Lasagna, messa a referto.

E invece al 90’, quando i sanniti sembravano irrimediabilmente vinti, Sagna, al suo primo gol in giallorosso, rispedisce al mittente le velleità di successo dei bianconeri cancellando il momentaneo vantaggio ospite. Una rete beffarda ma che almeno, volendo attenerci alle fredde statistiche, consente all’Udinese di riabbracciare un punto anche se inutile ai fini della salvezza con la banda Tudor, ora, a soli tre punti di vantaggio sul Chievo terzultimo.

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Migliore in campo: Kevin Lasagna

Bocciate

Hellas Verona ad un passo dal (B)aratro: Ko con la Spal

Se contro Cagliari, Bologna, Sassuolo, Genoa e Spal fai solo tre punti allora qualcosa che non va, a livello tecnico, mentale o di spogliatoio c’è, eccome. Non tanto e non solo per la levatura degli avversari (alla portata degli uomini di Pecchia) ma anche per l’urgenza con la quale si dovevano trovare punti pesanti in ottica salvezza e fronteggiare formazioni in ascesa come Crotone o Spal. E invece, la gara di ieri, metafora ed emblema del campionato scaligero, ha chiarito ancora una volta la pochezza ma anche le infinite difficoltà degli uomini di Pecchia nel riuscire a gestire la tensione della gara ed anche momenti positivi come, per tornare alla cronaca, il momentaneo vantaggio di Valoti. Dall’1-0 dei padroni di casa, infatti, le gambe cominciano a pesare e a non girare al meglio. E, proprio quando il primo tempo sta per andare in archivio, Fares, svirgolando un pallone su cross di Costa, beffa il suo estremo difensore per l’1-1 ferrarese. Un 1-1 che ingessa ancora di più Cerci e compagni del tutto imballati/terrorizzati nella ripresa con una Spal, invece che, sentendo l’odore del sangue e della possibile impresa, si lancia a tutto campo in cerca del successo. Successo che poi arriva, con merito, nei minuti successivi. Dapprima Felipe su corner, su tap-in ravvicinato dopo la spizzata di Vicari e poi Kurtic al 93’ disegnano i contorni di una disfatta, sponda Verona, decisiva, esiziale: la salvezza, con tre gare ancora a referto (Milan, Udinese e Juventus) sembra (è) un miraggio.

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Migliore in campo: Jasmin Kurtic

Cagliari sempre più giù: secondo poker consecutivo subito fuori dalla ‘Sardegna Arena’

Il Verona però, in questo girone dei dannati del calcio nostrano, non è solo. A fare compagnia ai gialloblù, nel novero delle bocciate di giornata, infatti, c’è anche il Cagliari che, sul campo della Sampdoria, resiste poco meno di un tempo con i doriani all’intervallo, già sopra di tre gol. La difesa a tre di Diego Lopez, viene messa subito a dura prova dai blucerchiati capaci, nell’afa genovese di ieri, di rispolverare un gioco bello, rapido e godibile come non accadeva, con questa continuità, da tempo come, in sostanza, in avvio di stagione.

E anche se non c’è Zapata e Quagliarella esce per infortunio , non prima di aver siglato la sua rete numero 19 in campionato e 127 all time (raggiunto Shevchenko), i padroni di casa gestiscono bene la gara e frustrano, quasi subito, il tentativo sardo con Pavoletti (decima firma stagionale per lui), di rientrare in partita. Insomma, il conto è il seguente: 4-1, secondo poker consecutivo subito fuori dalle mura amiche, un margine di vantaggio di soli due punti sul Chievo terzultimo ed un calendario monstre con, nell’ordine, Roma, Fiorentina e Atalanta.

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Migliore in campo: Dennis Praet

Napoli sconfitto a Firenze, titoli di coda sul campionato?

Era la gara più attesa della domenica, la sfida della verità, la partita chiave di una stagione, fra sorpassi, controsorpassi e curve pericolose, vissuta con Napoli e Juve lì davanti.

E la gara, specie per i tifosi viola e quelli juventini, insolitamente uniti per lo stesso fronte, non tradisce le attese. Attese, invece, proditoriamente tradite dalla formazione di Sarri che con l’obbligo di dover per forza di cose vincere, distratta, parte male con l’espulsione di Koulibaly e finisce peggio soccombendo, quasi inerme, senza lottare, sotto i colpi di una buona Fiorentina e di un implacabile Simeone autore di una tripletta.

E’, in pratica, la ‘Caporetto’ napoletana dopo il -1 in classifica raggiunto a Torino, i festeggiamenti di una città che arriva a sfiorare un sogno, il 2-3 juventino a Milano e le tante ore trascorse a rimuginare su un match decisivo. Il crollo è verticale e la tenuta mentale dei partenopei non è di certo ottimale con gli azzurri vittima del ‘braccino del tennista’ e dei contraccolpi che giungono da Torino, sponda Juve. Così, al di là degli episodi arbitrali che, specie in questa giornata hanno inciso nell’economia globale della classifica, non si vince né si onora al meglio un campionato da assoluta protagonista.

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Migliore in campo: Giovanni Simeone

I gol della ‘domenica’

Marcello Trotta

Hakan Calhanoglu

Josip Ilicic

Miguel Veloso

Gaston Ramirez

Jasmin Kurtic

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