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Il verdetto: la Juve si riavvicina al tricolore, l’Inter dice addio alla Champions

Una stoica Inter, dal 15′ in 10 contro 11 non ferma la Juventus che sbanca Milano e si rilancia nella corsa scudetto. In vantaggio 2-0 i bianconeri si fanno raggiungere e superare ma alla fine ci pensa Higauin con un gol che sa di tricolore.
A cura di Alessio Pediglieri
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Le scelte di Allegri e Spalletti sono chiare sin dall'inizio. In 11 contro 11 i nerazzurri si schierano optando per le geometrie in mediana: Vecino con Brozovic per dare la quadratura al cerchio in attesa degli inneschi di Rafinha e Icardi. I bianconeri rinunciano invece al trequartista, con Paulo Dybala in panchina e un gioco che si sviluppa sulle fasce dove la doppia coppia Cuadrado-Costa e Alex Sandro-Mandzukic ha l'obbligo di aprire la retroguardia interista.

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Manovre tattiche che durano l'arco di 20 minuti, perché tra il 15′ e il 20′ l'Inter subisce prima il gol della Juventus, poi il rosso di Orsato (su Vecino). In entrambi i casi il vero protagonista è il VAR. Nel caso del vantaggio di Douglas, la moviola dà ragione all'ex Bayern che raccoglie la palla sul filo dell'offside per bruciare Handanovic. Sull'espulsione dell'ex viola, invece, le immagini del monitor inducono Orsato a rivedere il primo giallo con un rosso diretto.

La gara cambia, inevitabilmente, sia per inerzia che per tattica e nervosismo. L'Inter è costretta a ritrovarsi in un 4-4-1 in cui Spalletti non effettua sostituzioni ma che lascia Icardi solitario in avanti, mentre la Juventus aumenta il pressing sui portatori di palla conducendoli all'errore e soprattutto mantenendo il baricentro alto, sfruttando l'uomo di movimento in più.

Il primo tempo si conclude con i nerazzurri che hanno le gambe ma soprattutto la testa pesanti e il raddoppio di Matuidi, che Orsato convalida malgrado l'evidente fuorigioco (per poi essere smentito dal VAR) è l'ennesimo campanello d'allarme per una ripresa da giocare in modo diverso. Ma Spalletti non cambia, soddisfatto dei suoi malgrado l'inferiorità numerica e una Juventus che spinge non appena può.

La ripresa inizia con le squadre invariate, Spalletti continua a dare fiducia ai suoi che lo ripagano col pareggio di testa segnato dal solito Icardi che punisce ancora una volta la Juventus. L'Inter è meglio sistemata rispetto ai bianconeri, che non riescono a sfruttare la superiorità ed entrano in blackout mentale: Allegri prova a dare la scossa con Dybala in campo ma la Joya resta estraneo alla manovra.

A tratti si intravvede la Juventus vista contro il Napoli che cerca di gestire la situazione. Prima sull'1-0 poi sul pareggio, più per una difficoltà mentale che per una scelta voluta. Chi non cambia è Spalletti che spreme i suoi fino in fondo: il 4-4-1 riesce nella remuntada grazie ad un affondo di Perisic che beffa Cuadrado e costringe Barzagli all'autogol in chiusura su Icardi.

Nel finale tutto di chiara matrice bianconera, è Spalletti a cambiare prima Rafinha poi Icardi per Santon e Borja Valero. Ma sono cambi che non aiutano i nerazzurri che vanno in affanno proprio quando c'è un successo da raccogliere: prima una deviazione di Skriniar nella porta di Handanovic e poi una incornata di Higuain condannano l'Inter che esce da San Siro battuta e beffata.

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