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Fifa World Cup 2018, i Mondiali in Russia

Moses terrorizza l’Argentina, la scarpata di Rojo batte la Nigeria. Ottavi con la Francia

Messi ci prova ma l’1-1 di Moses è come la kryptonite per lui. La Nigeria impatta, si porta sul pareggio, accarezza l’idea dell’impresa fino al 2-1 di Rojo che salva la Pulga, Sampaoli e una delle Seleccion più brutte della storia. Ora, sarà Francia-Argentina.
A cura di Salvatore Parente
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L’Argentina per il rotto della cuffia batte la Nigeria 2-1 e si porta con fatica al secondo posto. Utile per la qualificazione, per salvare Messi, questa campagna russa e, non ultimo, il Ct Sampaoli. L'eroe di serata però, non è la Pulga argentina ma il centrale Rojo che, a pochi giri di lancette dallo scadere, con il suo gol, da vero attaccante, paga la cauzione per tutti e regala ai suoi il pass per la sfida alla Francia, prima nel Gruppo C.

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Eppure, la gara ha avuto diversi volti: quello dell’Argentina rinata nel primo tempo, quella della Seleccion disperata nella ripresa, quella della Seleccion come un pugile suonato alle corde e poi quella di una Argentina risorta, finalmente convinta e pure vittoriosa.

Una Argentina che guadagna il biglietto per il turno a eliminazione diretta e rimanda i problemi, i demeriti, e soprattutto i processi, a qualche giorno.

Finalmente Messi, la Pulga è tornata. Ekong e Omeruo non possono nulla

Il fato, in questo mondiale, ha voluto scherzare con la sorte (appunto) di Messi. Dapprima, infatti, lo ha ipnotizzato contro l’Islanda con un rigore sbagliato che lo ha cacciato in un tunnel di tristezza quasi senza fine; poi, contro la Croazia, lo ha scherzato con un poderoso 3-0 fino a consentirgli l’incontro, proficuo, con la Nigeria, nazionale e terra fertile per la Pulga. E sì perché gli africani hanno prima rimesso in gioco Messi e compagni col successo contro l’Islanda e oggi, dopo un bel digiuno, prestato il fianco all’asso albiceleste che, udite udite, non segnava in un mondiale proprio dall’ultimo incontro con le Super Aquile di quattro anni fa, con la doppietta nel 3-2 finale del 25 giugno 2014.

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Quattro lunghissimi anni ma anche 194’ di gioco per rivedere il Messi che tutti conosciamo, per riapprezzare uno di quei numeri #10 che più si sono avvicinati a quel numero #10, un suo connazionale per intenderci. E la serata, inaugurata con un gol da cineteca, è la metafora dell’intera Argentina che, quando vede al meglio il suo leader tecnico, gira a mille.

Un leader tecnico capace di mettere a soqquadro la retroguardia nigeriana inadeguata, soprattutto con Omeruo, troppo alto e lento per il catalano, e poi con Ekong a porre anche solo un freno, un argine alla furia del talento di Sampaoli. Il gol, stupendo, lo sblocca e gli restituisce fiducia, estro, vitalità, fantasia almeno fino alla ripresa, almeno, fino al gol del pareggio di Moses. Da lì in poi, difatti, è il Messi visto in questo mondiale: spento, prevedibile in lotta con i fantasmi, e con i facili paragoni, di Russia con Rojo che salva la sua Argentina ed anche il modesto secondo tempo del suo capitano.

Etebo perde il confronto diretto con Banega per palloni giocati 63 (i colori arancio) a 111 (i colori blu) (Whoscored.com)
Etebo perde il confronto diretto con Banega per palloni giocati 63 (i colori arancio) a 111 (i colori blu) (Whoscored.com)

Etebo ci prova ma Banega lo domina

Sulla mediana almeno per fisicità, con Ndidi, Obi Mikel e Etebo, non dovrebbe esserci partita. Eppure, nel calcio, l’atletismo conta fino ad un certo punto con la qualità a subentrare e a dominare nei momenti decisivi. E così, ribaltato l’assunto, l’Argentina prevale. E così accade con Banega, ed in minor misura Mascherano, con l’ausilio degli esterni, per certi versi falsi proprio perché molto stretti in fase di non possesso, bravissimo ad avere il pieno controllo delle operazioni in quella particolare zona del campo facendo correre il pallone, e pure gli avversari, e dare fluidità alla manovra. Gioca di prima, non butta mai la sfera, garantisce affidabilità in fase di impostazione mettendosi in visione rispetto ai difensori e, appunto, domina, pure, sui rocciosi Ndidi, Obi Mikel e Etebo.

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Perez stecca, Idowu non ne approfitta

Sulla corsia di destra argentina, e quella mancina della Nigeria, va in scena il peggio del match.

lo sviluppo del gioco dell'Argentina, troppo per vie centrali (Squawka.com)
lo sviluppo del gioco dell'Argentina, troppo per vie centrali (Squawka.com)

Da una parte e dall’altra, infatti, né PerezIdowu riescono a garantire un contributo alle rispettive squadre delineando i contorni di una sfida, individuale e di corsia, davvero da dimenticare. Errori tecnici, scarse corse a sostengo, pochi dribbling, ancor meno passaggi in verticale prodotti ed un anonimato che spinge i propri compagni ad andare sulla fascia opposta dove, più Moses che il blasonato Di Maria, danno vita ad un duello diretto, più avvincente e tutt’altro che scontato. A Pavon, infatti, subentrato al 15 argentino, bastano pochi minuti per fare meglio e, soprattutto, per mettere insieme l'assist per Rojo, il suggerimento della qualificazione.

i duelli aerei fra Nigeria (a sinistra) e Argentina (a destra) (Sofascore.com)
i duelli aerei fra Nigeria (a sinistra) e Argentina (a destra) (Sofascore.com)

Duelli aerei? Mascherano si arrangia, mal gliene incoglie

In avvio di gara una delle preoccupazioni maggiori dell’albiceleste era quella relativa alla netta inferiorità di stazza sui duelli aerei. Basti pensare che, i nigeriani, sono titolari di una statura media di 183,6 cm rispetto ai soli 178,8 cm argentini: insomma: un bel po’. E così, specie nella ripresa, quando cioè l’Argentina deve difendere il vantaggio, gli uomini di Sampaoli provano ad arrangiarsi. Eppure, lo fanno male. Eh già perché Mascherano, fino al 51’ uno dei migliori dei suoi, trattiene troppo Balogun che, peraltro, si lascia cadere inducendo l’arbitro turco Cakir a fischiare il penalty. Un rigore, trasformato poi da Moses e che però non farà troppo male alla Seleccion.

41, i tocchi in partita di Higuain (Whoscored.com)
41, i tocchi in partita di Higuain (Whoscored.com)

Higuain statico, l’attacco diventa prevedibile. Rojo salva tutti

Sul banco degli imputati, paradosso dei paradossi, l’attacco argentino capace, con la gara di questa sera, di mettere a referto soltanto due gol con gli attaccanti quando davanti ci sono giocatori come Messi, Dybala, Higuain, Aguero ed un Icardi a casa, anzi, a godersi le vacanze. E anche oggi, il potenziale offensivo dell’Argentina, Pulce a parte, è quasi inconsistente con la prima rete, così come all’esordio con l’Islanda, siglata solo da una intuizione personale del predetti talento del Barça. E poi? Più nulla con la Seleccion vittima di un immobilismo in attacco davvero incredibile.

Tutti, specie Higuain, sono fermi, non si muovono, non dettano il passaggio, non allargano la difesa chiudendo in uno sterile imbuto i tentativi, vani, dei pochi elementi rimasti lucidi dopo il pari di Moses. E così, con questa indolenza, con questa inerzia, i nigeriani hanno la meglio e quasi riscattano le discutibili prestazioni personali di Ekong e Omeruo. Fino al gol di Rojo, salvifico come altri mai, con il difensore del Manchester United che spedisce i suoi agli ottavi contro la Francia e paga la cauzione per tutti, SampaoliMessi e attacco in primis.

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Tabellino e voti

Nigeria (3-5-2) #23 Uzoho 6+; #6 Balogun 6, #5 Ekong 5.5, #22 Omeruo 5.5 (Dal 90’ Iwobi s.v.); #11 Moses 7, #4 Ndidi 6, #10 Obi MIkel 6, #8 Etebo 6+, #2 Idowu 5.5; #7 Musa 6.5 (Dal 91’ Simy s.v.), #14 Iheanacho 5 (Dal 46’ Ighalo 6.5). A disposizione: #16 Akpeiyi, #1 Ezenwa; #21 Ebuehi, #20 Awaziem; #12 Shehu, #18 Iwobi, #15 Obi, #19 Ogu, #17 Onazi; #9 Ighalo, #13 Simy. Ct Gernot Rohr 6

Argentina (4-2-3-1) #12 Armani 6; #2 Mercado 6, #17 Otamendi 6.5, #16 Rojo 7.5, #3 Tagliafico 6 (Dal 80’ Aguero 6); #14 Mascherano 6, #7 Banega 7; #15 Perez 5 (Dal 60’ Pavon 6), #10 Messi 7.5, #11 Di Maria 5 (Dal 72’ Meza 6); #9 Higuain. A disposizione: #1 Guzman, #23 Caballero; #6 Fazio, #4 Ansaldi; #18 Salvio, #13 Meza, #8 Acuna, #5 Biglia, #20 Lo Celso; #21 Dybala, #19 Aguero, #22 Pavon. Ct Jorge Sampaoli 6+

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