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Juventus Champions League 2018-2019

Juve, una sconfitta da 40 milioni: Cristiano Ronaldo per ora non paga

Con l’eliminazione ai quarti, la Juve incasserà dalla Champions circa 95 milioni più i ricavi da botteghino. La società ha previsto di chiudere con un bilancio in perdita la stagione. Cristiano Ronaldo ha fatto aumentare gli introiti ma anche i costi della rosa e l’indebitamento, tamponato col bond da 175 milioni.
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Addio Champions, addio sogni di gloria. Addio anche a una quarantina milioni di possibili guadagni che i bianconeri avrebbero potuto aggiungere da qui alla finale. In termini di soli premi, senza contare dunque i ricavi da biglietteria, la Champions League frutterà alla Juve poco più di 95 milioni. Una cifra che sarebbe potuta lievitare fino a 125 milioni in caso di qualificazione alla finale, più altri quattro in caso di vittoria.

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La stima delle perdite

A questi sarebbero stati aggiunti almeno gli incassi della semifinale in casa, che si può immaginare non sarebbero stati così lontani dai 4,9 milioni di ricavi da botteghino per il ritorno contro l'Atletico Madrid. L'eliminazione rinforza così l'immagine di un club che, secondo le stime del suo stesso direttore finanziario Marco Re, è destinata a chiudere il prossimo bilancio con i conti in rosso. Peraltro, partendo da una posizione di indebitamento finanziario crescente. Motivo per cui ha emesso il bond da 175 milioni che, a dispetto delle prime sintesi giornalistiche, non serve a coprire gli effetti di Cristiano Ronaldo ma proprio a ristrutturare le scadenze del debito.

Il bilancio 2018, infatti, evidenziava “linee di credito bancarie per 502,5 milioni, di cui 226,1 milioni revocabili, utilizzate per complessivi 332,3 milioni. I debiti finanziari ammontavano a 37 milioni con il Credito Sportivo", legati ai mutui per la costruzione dello stadio, "182,1 milioni di indebitamento con le banche (di cui 136 milioni in quota non corrente)" e 110,1 “verso società di factoring per anticipazioni su contratti e crediti commerciali”.

Morale della favola: la Juventus avrebbe potuto andare ben oltre i 500 milioni di ricavi ma non ci riuscirà, considerati i riflessi del flop in Champions. Registrerà comunque un aumento passando dai 402 dello scorso anno ai circa 455 di questa stagione ma sarà comunque una stima al ribasso rispetto ai benefici quanto a introiti che una qualificazione (eventuale finale/vittoria del trofeo) avrebbe portato consentendo una gestione più agevole delle spese e del monte ingaggi lievitato.

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Modello di business da ripensare

Il quadro che emerge, secondo le stime di una dettagliata analisi pubblicata su Calcio e Finanza, racconta di una squadra dal patrimonio netto molto basso, destinato peraltro secondo le previsioni di Banca Imi ad azzerarsi addirittura nei prossimi anni. Il club bianconero finanzia l'attività con mezzi propri per circa il 10%. L'anno scorso, poi, l'indebitamento finanziario netto è raddoppiato rispetto al 2017 e potrebbe crescere di un altro centinaio di milioni data la struttura del bilancio bianconero e gli effetti dell'acquisto di Cristiano Ronaldo anche sul costo complessivo della rosa.

Re a febbraio spiegava che la società punta alla “sostenibilita” del conto economico, anche attraverso operazioni di diversificazione delle fonti di ricavo come il rinnovo, a condizioni più favorevoli, dell'accordo di sponsorizzazione con Adidas che partirà dalla prossima stagione anche se i bianconeri hanno già messo in bilancio nella prima semestrale  un premio addizionale di 15 milioni.

La ricerca quasi obbligata delle plusvalenze

La Juve, che ha completato plusvalenze per una cinquantina di milioni nel mercato di gennaio, avrebbe comunque perdite stimabili intorno ai 60 milioni a fine anno. E cercherà almeno di dimezzarle, anche ai fini del rispetto delle condizioni del fair play finanziario in cui però vanta un conto in attivo nel totale del triennio nel bilancio tra ricavi e costi rilevanti. Come? Presumibilmente agendo sulla leva del player trading.

Dunque, con cessioni anche importanti, con operazioni in uscita in grado di generare plusvalenze cospicue, come i 70 milioni di benefici sul conto economico delle operazioni dell'estate 2017, su tutte la cessione di Bonucci e Lemina, e le cessioni di Caldara, Sturaro, Audero, Mandragora e Favilli dell'anno scorso che hanno avuto effetti del tutto paragonabili sui conti della società. Con questa situazione, il ritorno sull'investimento per l'acquisto di Cristiano Ronaldo non c'è ancora. E il bilancio è destinato a rimanere in rosso. La programmazione può aspettare.

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