Juve, che spreco. Parte forte e si affloscia. Spurs, in difesa si balla
La Juventus non riesce a battere il Tottenham e, ancora peggio per la qualificazione ai quarti, subisce ben 2 reti in casa rimandando la soluzione del ‘giallo’ al 7 marzo prossimo a Wembley. Eppure, l’avvio è tutto di marca bianconera con i padroni di casa bravi non solo a passare in vantaggio ma, poi, su rigore, a siglare pure il punto del 2-0. Sembra tutto fatto. E invece, il Tottenham, come un pugile suonato barcolla per poi ridestarsi e mostrare i muscoli. I soliti, quelli di una squadra che non perde da 12 gare consecutive (l’ultima a metà dicembre) e ripone estrema fiducia nei propri mezzi.
E così, Kane accorcia, nel mezzo, ma non tanto, Higuain spreca il secondo rigore, quello del possibile 3-1, e Eriksen, nella ripresa, pareggia. Il tutto per un 2-2 che abbassa l’autostima della ‘Vecchia Signora’ esalta gli Spurs e sposta, almeno a livello potenziale, gli equilibri, in chiave passaggio del turno, verso Londra, con esattezza: verso il nord di Londra. Dalla straripante prestazione del ‘Pipita’ alle folate di Kane fino alle difficili chiusure difensive di Davies e Aurier, ecco top e flop del match di Torino.
I top dell’Allianz Stadium
Higuain doppio volto: doppietta agli Spurs in 8’ e poi spreca tutto
Nelle serate di gala, nelle notti che possono decidere una stagione, sotto i riflettori che squarciano il crepuscolo, i campioni, nella manifestazione a loro dedicata, si rivelano, gettano la maschera e decidono di incidere, di essere determinanti. E Higuain, per essere decisivo, ci mette appena 80 secondi.
Schema da piazzato sulla trequarti, scavetto a mezza altezza di Pjanic che verticalizza per il ‘Pipita’ e argentino che, calciando al volo di destro, piega la mano di Lloris mandando in visibilio l’Allianz Stadium: è 1-0.
Una rete di una bellezza, mista a furbizia, stordente che accoglie gli Spurs nella tana della Juve ed esalta l’albiceleste tornato, proprio nel momento più importante della stagione, risoluto, caparbio e irresistibile.
Irresistibile come nell’occasione del penalty del 2-0 che lo esalta e mette subito in chiaro un concetto molto noto in Italia: all’Allianz, specie con un #9 in queste condizioni, non si passa (o quasi). Eppure, dopo questa sua doppietta personale, un po’ come Penelope con la sua tela, l’ex Napoli fa e disfa divorando due grossissime occasioni che avrebbero, in un caso, chiuso il match e forse il discorso qualificazione, nell’altro, messo una pietra tombale sulla gara. Al 30’ spara a lato dopo una combinazione in contropiede con Pjanic, allo scadere, ancora su rigore, spreca il 3-1 colpendo la traversa.
L’Uragano si abbatte allo Stadium: Kane sigla il punto esterno
Fra le sfide a distanza più interessanti della partita, dal sorteggio all’immediata vigilia del match, di sicuro quella fra Higuain e Harry Kane. Due campioni assoluti, due fenomeni del gol nonché due attesi protagonisti. E così, quando l’argentino inaugura e poi mette la seconda firma sul match, l’inglese, punto nel vivo, si sveglia. Eppure, un paio di chance mancate, entrambe per la grande reattività di Buffon, avevano fatto pensare alla classica partita storta, nata male per poi chiudersi peggio.
E invece, il bomber dell’anno solare 2017, non tradisce, anzi, non perdona. Su imbeccata centrale di Eriksen, su palla malamente persa a centrocampo dalla Juve, l’inglese penetra in area, dribbla l’estremo difensore avversario e sigla il gol del 2-1 ma anche, la marcatura che potrebbe pesare come un macigno, in ottica Wembley, nell’economia globale della qualificazione. Del resto per uno che si presentava con uno score di 32 gol in 33 gare giocate, la rete poteva, come poi è stato, diventare inevitabile.
Alterno e fondamentale: Christian Eriksen
La sua partita è come una sorta di enorme montagna russa: alti, altissimi, bassi, bassissimi. E sì perché in certe occasioni, di sicuro molto rare, scompare creando una sorta di buco, di assenza di legame fra centrocampo e attacco. In altre, decisamente più vaste e temporalmente più estese, gioca al meglio, diverte e regala assist preziosi ai suoi compagni. Nella ripresa però, in uno di quei momenti, suoi, personali, di stasi, di break esce dal buio e su punizione-fotocopia, per canovaccio, rispetto a quella di Bernardeschi con la Fiorentina, beffa la Juve e Buffon sul suo palo sublimando la sua prestazione e mandando agli inferi Allegri e compagni.
I flop di Juventus-Tottenham
Davies soffre l’avvio, provoca il penalty e fa rimpiangere Rose
Al 24enne gallese, ad una delle prime gare da ‘win or go home’, tremano un po’ le gambe. Per l’importanza della posta in gioco, l’avversario da fronteggiare ma anche per un’atmosfera, quella dell’Allianz, caldissima, british potremmo dire, Davies finisce per soffrire l’inizio del match. E questo suo mentalmente tardivo ingresso in campo lo condiziona pesantemente: al 7’, infatti, per un intervento scomposto su traversone al centro, entra in anticipo su Bernardeschi ma, invece di impattare il pallone, tampona violentemente l’ex viola per il rigore del 2-0. Un errore clamoroso, specie a questi livelli, che spiana la strada ai piemontesi, inguaia i suoi e sconfessa il proprio tecnico che lo preferisce a Rose, in panchina. Per sua fortuna però, gli Spurs poi si riprendono e pagano, per lui, la cauzione per una partita alterna.
Pjanic parte bene ma poi delude le attese (ma non sempre per colpa sua)
Da direttore d’orchestra principe, da mente della Juventus, da trascinatore della ‘Vecchia Signora’ e, soprattutto, da frequentatore abituale del club dei top di ciascuna partita bianconera, sinceramente, ci si attendeva qualcosa in più dal ‘dandy' Pjanic. E invece, il bosniaco, al netto del succoso assist per la rete dell’1-0 di Higuain, sembra soffrire il ritmo partita degli Spurs ma anche l’assenza di Matuidi in un contesto ancora più ostico, competitivo e veloce rispetto alla consueta Serie A. Un’assenza che ha pesato sulla libertà del playmaker ex Roma che, in una linea mediana a due e con un Khedira non al top della condizione, è stato costretto a diventare più partecipe in fase di non possesso finendo per perdere, inevitabilmente, lucidità, rapidità di pensiero e velocità d’esecuzione. Insomma, una gara discreta ma influenzata, anzi, deflazionata, per chiare circostanze tattiche, di campo.
Aurier in difficoltà, male in difesa
Il punto debole mostrato questa sera dal Tottenham è stato piuttosto evidente: da destra a sinistra, infatti, i terzini, difensivamente, hanno fatto male, molto male. Terzini, peraltro, cambiati rispetto alla sfida di sabato scorso contro l’Arsenal quando, a Wembley, furono schierati Trippier da un lato e Rose dall’altro. Pochettino però sceglie così e si fida dei suoi. E fa male. Entrambi spingono, accompagnano l’azione d’attacco ma si mostrano disastrosi in fase di non possesso. E se Davies provoca un penalty, Aurier, per non esser da meno, replica a pochi secondi dallo scadere con una chiusura, in estirada, su Douglas Costa assolutamente fuori tempo. Il tutto, giallo annesso, rimediato nel secondo tempo, per un match da incubo.
Tabellino e voti
Juventus (4-2-3-1) Buffon 6.5; De Sciglio 6, Benatia 5.5, Chiellini 6, Alex Sandro 6-; Khedira 5.5 (Dal 66’ Bentancur), Pjanic 5.5; Bernardeschi 6, Douglas Costa 6- (Dal 92′ Asamoah s.v.), Mandzukic 6 (Dal 77’ Sturaro s.v.); Higuain 7. A disposizione: Szczesny; Rugani, Asamoah; Marchisio, Bentancur, Sturaro; Muratore. Allenatore Massimiliano Allegri 6
Tottenham (4-2-3-1) Lloris 6; Aurier 5.5, Sanchez 6, Vertonghen 6, Davies 5.5; Dier 6, Dembélé 7-; Eriksen 7 (Dal 91’ Wanyama s.v.), Alli 6+ (Dal 83’ Son s.v.), Lamela 6 (Dal 88’ Lucas s.v.); Kane 7. A disposizione: Gazzaniga, Trippier, Rose; Wanyama, Sissoko; Son, Lucas. Allenatore Mauricio Pochettino 6.5