In Europa con 88 punti vinci lo scudetto: Serie A di nuovo top con Napoli e Juve
E adesso dite che la Serie A non è più il campionato più bello del mondo. Non è il più ricco ma sicuramente è l'unico capace di offrire uno spettacolo di emozioni che in altri tornei non c'è. In Bundesliga nessuno riesce a tenere testa al Bayern Monaco che ha vinto con 84 punti (-4 rispetto al Napoli secondo) e con un distacco dalla seconda (lo Schalke 04 di 21 lunghezze). In Ligue 1 il Psg dei petrol-dollari fa corsa a sé perché proprio non c'è concorrenza: 92 punti per i transalpini, appena 77 (-11 rispetto agli azzurri) per il Monaco immediatamente alle spalle. Cento punti è la soglia raggiunta dal Manchester City di Pep Guardiola in Premier League che ha sollevato il trofeo davanti allo United (81, -7 a confronto coi partenopei). Infine, nella Liga il Barcellona campione di Spagna ha chiuso i conti a quota 90, lasciando polvere di stelle all'Atletico Madrid (78 punti, -10 se paragonati a quelli del Napoli).
È il giorno dello scudetto, della matematica e della festa: Juventus, per la settima volta consecutiva, la 34esima nella loro storia, campione d’Italia. Campione d’Italia al termine di un campionato, onore al Napoli di Sarri, combattuto e teso fino alla fine, o quasi, con gli azzurri sempre, nonostante una rosa più corta e al netto di infortuni pesanti (Ghoulam o Milik), o in testa o a pochi passi dalla ‘Vecchia Signora’. Un campionato, dunque, come detto anche di recente da Cuadrado più combattuto e per questo capace di lasciare in dote maggior soddisfazione con i bianconeri a doversi sudare il titolo, come da slogan/hashtag, #finoallafine.
Per la zona Champions, invece, non è ancora tempo di verdetti, Roma a parte, infatti, sicura di un posto nella massima competizione continentale a causa dell’improvviso e inaspettato tonfo casalingo dell’Inter col Sassuolo, sia la Lazio, bloccata dal Crotone, che i nerazzurri, non conoscono ancora il loro destino con lo scontro diretto di domenica prossima, meneghini a -3, a determinare la quarta compagine nostrana nella prossima ‘coppa dalle grandi orecchie’.
In zona Europa League, invece, verdetti ancora sospesi almeno per l’Atalanta che, pareggiando 1-1 in casa col Milan, al netto del Ko della Fiorentina in casa, deve ancora fare qualcosa (poco in virtù della differenza reti con i viola) contro il Cagliari per assicurarsi la settima piazza utile. Per quanto concerne la zona retrocessione, invece, si tirano fuori, sia pure non matematicamente, Udinese e Chievo vittoriose con Verona e Bologna col Cagliari corsaro a Firenze, a +2 su Spal e Crotone, a doversi sudare, in uno scontro vitale, la salvezza con l’Atalanta in casa. Come pure si dovranno sudare ogni centimetro calabresi ed estensi contro Napoli e Sampdoria, con gli emiliani, quartultimi a 35 punti col Crotone, titolari di un miglior bilancio per scontri diretti contro i delfini. E così, ad una giornata dal termine, ecco, come di consueto, promosse, rimandate e bocciate del 37° turno di questa 116esima edizione della Serie A.
Promosse
Benevento cuore d’oro, i sanniti spazzano via il Genoa
Salutare la categoria con un risultato positivo e lasciare pure un sorriso sul volto dei propri tifosi non era affatto facile. E invece, il Benevento di De Zerbi, nella sua ultima gara casalinga nella massima serie, sabato sera al ‘Vigorito’, ha messo insieme una sfida davvero solida, gradevole e pure efficace, anzi: vincente.
Sotto il segno del bel gioco e di una spensieratezza, retrocesso già da quattro turni, che aiuta le gambe ed anche la velocità di pensiero, di manovra, i sanniti superano un tranquillissimo Genoa che, pure, ci teneva a far bella figura, specie sul suo terreno migliore: in trasferta con 20 dei 41 punti guadagnati arrivati proprio fuori dalle mura amiche. Ma alla fine, la voglia giallorossa di congedarsi al meglio coi propri tifosi ha prevalso e Brignola, all’86’, in fuga per la vittoria, si produce in un allungo di oltre 50 metri palla al piede, spezzando la retroguardia del Grifone, serve il solito Diabaté che, con precisione, trafigge Lamanna.
Una rete buona per mandare al tappeto la formazione ligure, rimpinguare il bottino di gol segnati dal maliano, 8 reti in 10 gare (una ogni 71’ di gioco), e aumentare anche i rimpianti dei padroni di casa che, forse, con questa squadra, quella nata dal mercato di gennaio, dallo scorso agosto avrebbero lottato ancora di più per restare in A. A come arrivederci Benevento.
Migliore in campo: Giuseppe Rossi
Udinese corsara a Verona, la salvezza è ad un passo
Dopo ben 14 turni, quasi un intero girone, senza vittorie, l’Udinese di Tudor (peraltro quella con l’età media più alta della stagione, 28.5 anni) centra il successo esterno col Verona e risolve, quasi definitivamente, l’intricata trama di fine stagione. Al ‘Bentegodi’ il risultato, più che il gioco o i timidi segnali di ripresa visti col tecnico croato sulla panchina, è più importante di tutto con i friulani, fin da subito, ad attaccare la porta avversaria e ad impegnare Nicolas.
Ma al 20’, Barak, al suo settimo sigillo stagionale, terzo contro l’Hellas, abbatte la resistenza scaligera consentendo all’Udinese di trovare il punto del vantaggio, il gol del successo, la rete che, alla fine dei giochi, potrebbe risultare decisiva per i destini dei bianconeri. Il vantaggio però, non modifica il canovaccio del match con gli ospiti a cercare il raddoppio e i ragazzi di Pecchia, sette cambi rispetto alla sfida col Milan, a contenere le folate avversarie. Il triplice fischio finale però, annulla i tentativi veronesi di rimonta e consegna tre punti di platino a Jankto e compagni con l’Udinese, ora e col Bologna in casa domenica prossima, ad un passo dalla salvezza.
Migliore in campo: Antonin Barak
Successo Chievo, cancellata (o quasi) la B
Secondo successo consecutivo per il Chievo nella gestione D’Anna per una salvezza che, col colpo esterno di Bologna ed un Benevento al ‘Bentegodi’ che attende, pare ora una opzione del tutto reale, anzi, quasi una formalità. Insomma, in poche settimane, il panorama è cambiato con i clivensi non più ad un passo dal baratro della Cadetteria ma, invece, in possesso, come detto, con i sanniti, di un prezioso match point domenica prossima.
Eppure, come ormai accaduto per tutta questa travagliata stagione veneta, i gialloblù hanno dovuto faticare non poco per battere i felsinei che, liberi da drammi di classifica, hanno fatto la loro partita raggiungendo persino il vantaggio col solito Verdi e producendo diverse palle gol nella prima frazione di gioco chiusa poi in vantaggio per 1-0. La ripresa però, grazie al gioiello di Giaccherini, ridesta i mussi volanti bravi a rianimarsi, a crescere e trovare fiducia nei propri mezzi e pure il raddoppio con Inglese, abile a liberarsi della marcatura di Helander e a fulminare Mirante: 1-2. Un gol dal peso specifico immenso che decide il match, fa gioire i tifosi ospiti ed arrabbiare quelli locali che, al triplice fischio finale, contestano una squadra capace, nel girone di ritorno, di rimediare solo 15 dei 39 punti totali.
Migliore in campo: Emanuele Giaccherini
Juventus Campione d'Italia, l'Olimpico solo una tappa
Parliamoci subito chiaro, la promozione odierna è merito più del titolo che della gara di ieri sera all'Olimpico. La Juventus, reduce dalla vittoria della Coppa Italia mercoledì sera col Milan, infatti, in maniera piuttosto pragmatica si è imposta un obiettivo: il pareggio. E, alla fine, il pari, quel punto che mancava per il settimo sigillo consecutivo, per il 34° scudetto della storia, e per il quarto double di fila (mai nessuno nei top 5 campionati d'Europa c'era riuscito) è arrivato col minimo sforzo contro una buona Roma.
Zero a zero, pochissime palle gol da una parte e dall'altra e tutti contenti: Roma aritmeticamente in Champions League e ‘Vecchia Signora' campione d'Italia. Via ai caroselli, ai trionfi, ai tripudi ed ai giusti e meritati tributi, la Juve, in Italia, sembra inarrestabile.
Migliore in campo: Federico Fazio
Napoli secondo con onore: miglior seconda di sempre
Nel giorno dello scudetto alla Juventus il Napoli, al ‘Ferraris', anche solo per una sera, torna ad essere quel club spettacolare, corto, alto, spumeggiante e divertente che, in questi ultimi anni, ha fatto parlare, e poi innamorare di sé, migliaia di tifosi e centinaia di addetti ai lavori. Unico neo, specie fino alla metà del secondo tempo, la scarsa brillantezza degli avanti incapaci, in fase di realizzazione, di capitalizzare la mole di gioco prodotta.
Entra Milik e tutto si risolve, il Napoli trova la porta, batte la Sampdoria 2-0 e mette le mani sull'effimero titolo di vice-campione d'Italia oltre che sul miglior rendimento ogni epoca dei campani in campionato, 88 punti con ancora una giornata da disputare, ma anche di miglior seconda della storia della Serie A a 20 squadre, appunto con 88 punti conquistati. Magra consolazione ma anche dettaglio statistico di un campionato, il 116esimo della storia d'Italia, combattuto fino alla fine.
Migliore in campo: Kalidou Koulibaly
Rimandate
Lazio incerta: i biancocelesti falliscono il match point Champions
Lazio rimandata come pure rimandata la pratica Champions League con i biancocelesti incapaci di sfruttare la grossa chance del Ko interista col Sassuolo e di archiviare anzitempo la qualificazione per la massima competizione calcistica europea.
Certo, le assenze di Immobile, Luis Alberto, Parolo e la garra calabrese hanno pesato molto nel 2-2 finale (impatta il solito Milinkovic-Savic) ma l’occasione del 37° turno era troppo ghiotta e, paradossalmente, potrebbe rappresentare il turning point, il punto di svolta, in negativo, di una stagione vissuta sempre al massimo ma con qualche scivolone di troppo, specie nei momenti decisivi, vedi il derby d’andata o i quarti di finale col Salisburgo. Intanto, però, il pari in terra calabrese permette a Inzaghi e compagni di conservare un discreto margine sull’Inter, ora a -3, e poter giocare contro i nerazzurri per due risultati su tre.
Migliore in campo: Felipe Anderson
Col pari di Bergamo il Milan prenota l'Europa League: rossoneri sesti
Battere l'Atalanta in trasferta e poi cercare di cancellare in un colpo solo la scoppola della Coppa Italia era, onestamente, impresa difficile per questo Milan che domenica sera si presentava a Bergamo per la 55esima partita, dal 27 luglio scorso, della stagione. Eppure, al netto dell'1-1 che, per come è arrivato, in rimonta negli ultimi minuti, lascia l'amaro in bocca, il risultato è piuttosto positivo con gli uomini di Gattuso capaci di mettere in scena una gara solida, robusta, educata tatticamente e pure di carattere (12 cartellini in totale) con diversi calciatori decisi a riabilitarsi dopo il Ko di mercoledì scorso.
Vantaggio di Kessié, alla sua quinta rete in campionato, pari di Masiello su assist del solito Ilicic e rossoneri che archiviano l'Europa League, ma per evitare la partenza anticipata della prossima stagione dovranno battere la Fiorentina, ed un'annata fra mille proclami, entusiasmi e difficoltà. Una stagione vissuta fra alti e bassi con la prestazione di ieri all'Atleti Azzurri d'Italia che rappresenta uno dei momenti positivi del percorso della formazione rossonera in grado di giocarsela a viso aperto con l'Atalanta e di andare ad un passo dal bersaglio grosso lì, dove in campionato, sono passate solo quattro squadre: Roma, Napoli, Cagliari e Sampdoria. Insomma, una prestazione piuttosto importante, certo non esplosiva, visto però il periodo, l'avversario ed il contesto globale. Benino, infine, fra gli osservati speciali, Donnarumma apparso sicuro malgrado la serataccia di Coppa con Bonucci, alla sua 300esima in A, a ben comandare il pacchetto arretrato dei suoi.
Migliore in campo: Robin Gosens
Bocciate
Inter Ko letale, addio Champions? No ci pensa il Crotone
La scala del calcio, il teatro dei sogni italiano, il ‘Meazza’, si trasforma ancora una volta per l’Inter, malgrado i 66mila supporters presenti sugli spalti col Sassuolo, nella tomba (o quasi) delle speranze nerazzurre.
Dopo la sconfitta con la Juventus, sia pure con mille attenuanti, come l’inferiorità numerica, le discusse decisioni arbitrali e la stanchezza finale, infatti, arriva un inaspettato tonfo interno con i neroverdi che, senza assilli di classifica, liberano tutto il loro potenziale, Politano–Berardi davanti (entrambi in gol), proseguono il loro magic moment in campionato, dieci risultati positivi nelle ultime undici gare, e si confermano bestia nera dell’Inter con la sesta vittoria negli ultimi sette incontri.
Un ko che fa male, mette in discussione il campionato meneghino, ora molto meno positivo rispetto al girone d’andata ma che pure non chiude, grazie al pari della Lazio a Crotone, le porte della Champions League rendendo infuocata l’ultima giornata all’Olimpico proprio contro i biancocelesti. Insomma, una serata decisamente no, chiusa coi fischi del pubblico, le contestazioni a Perisic e i dubbi di Icardi che, ancora una volta, senza l’Europa che conta potrebbe per davvero abbandonare la nave. Eppure la triste nottata del ‘Meazza', 17 ore dopo, col mezzo passo falso laziale viene nettamente ridimensionata: è tutto ancora aperto.
Migliore in campo: Matteo Politano
Dal paradiso all’inferno, la metamorfosi della Spal
Un anno fa, precisamente il 13 maggio 2017, la Spal, pur perdendo 2-1 con la Ternana riuscì a raggiungere la Serie A a 49 anni di distanza rientrando nel novero dei migliori club del Paese. Una data propizia, favorevole e che pure sembrava esercitare la sua magia ieri a Torino con gli estensi, per buona parte della gara, sopra di un gol, il secondo in campionato di Grassi, e fuori dal baratro, dalla zona retrocessione e pure con un certo margine. Per una decina di giri di orologio, con i risultati dagli altri campi, gli spallini erano addirittura salvi con un turno d’anticipo.
Eppure, in venti minuti, Belotti prima e De Silvestri poi, con un rigore reclamato dagli ospiti nel finale per fallo su Felipe, ribaltano la situazione e spediscono all’inferno i ragazzi di Semplici sorpresi dallo svantaggio e da un crollo atletico quasi inatteso. Un crollo che ora, dopo aver assaporato l’impresa, potrebbe compromettere la tenuta mentale degli spallini costretti a doversi guadagnare la permanenza in Serie A all'ultima giornata in casa con la Samp con sì un vantaggio di scontri diretti sul Crotone ma anche senza alcuni titolarissimi come Cionek, Everton Luiz, Meret, Salamon e forse Lazzari. Servono nervi saldi e lucidità.
Migliore in campo: Andrea Belotti
Fiorentina desaparecida, il Cagliari la sovrasta: è 1-0 al Franchi
Dov’è finita la Fiorentina? Questa dovrebbe, presumibilmente, essere la domanda che in molti al Franchi si sono posti ieri. E sì perché quella formazione arrembante, determinata, cattiva, corta e pure capace di sviluppare un ottimo calcio e che aveva messo Ko Napoli e Genoa, domenica pomeriggio non si è affatto vista: wanted. Anzi, il suo atteggiamento è parso, a tratti, troppo arrendevole specie al cospetto di un Cagliari col coltello fra i denti e la voglia di mettere fieno in cascina per raggiungere la salvezza.
E così, la maggior foga degli ospiti ha la meglio sulle ambizioni europee dei padroni di casa con Pavoletti abile a sfruttare la sua fisicità su punizione di Lykogiannis, siglare l’undicesimo gol stagionale, il nono di testa, e a mandare al tappeto i viola incapaci, nel resto del match e anche nel confuso e rissoso forcing finale, di creare grattacapi a Cragno. Viola fuori, o quasi, dall’Europa col Cagliari che si regala una chance domenica in casa con l’Atalanta.
Migliore in campo: Leonardo Pavoletti