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Serie A, pagellone 16a giornata: la Juve continua a fare la lepre, il Napoli insegue

È la storia di sempre. È la storia di un campionato che, al vertice, dipende appena da due squadre: dalla Juventus capolista, che viaggia e frantuma record su record, e dal Napoli capace di tenere botta e, sia pure a distanza di sicurezza, in vita un torneo già ben indirizzato. E poi ci sono i tanti altri obiettivi del campionato. Quello Champions, col Milan in vantaggio sulla Lazio, quello Europa League, con sette squadre in tre punti e quello salvezza con, Chievo e Bologna a parte, tutte, dall’Empoli all’Udinese al Frosinone a cadere in questo 16esimo turno.
A cura di Salvatore Parente
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C'è una squadra che non molla, insegue un sogno e, pur vincendo in extremis, tiene in vita un campionato quasi compromesso. Il Napoli  C'è un'altra squadra, invece, che, al netto della prestazione, trionfa, porta a casa il risultato e prova, infrangendo record su record, a chiudere in fretta la pratica Serie A. La Juventus. È questa, in estrema sintesi, la storia del 16esimo turno fra campioni e vice campioni d'Italia, è questo il filo conduttore del 117esimo massimo campionato nazionale. E poi, in secondo piano, ma non troppo, c'è la lotta Champions, che vede l'Inter sempre terza, in solitaria, il Milan quarto a più 2 sulla Lazio, ed il collettivo biancoceleste, che non vince da cinque partite, in piena crisi.

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E poi c'è la bagarre per l'Europa League con sette squadre in tre punti ed una marea di entità, dai club di provincia alle grandi città, invischiate in una lotta senza quartiere per i posti utili per valicare le Alpi e battersi in giro per l'Europa il prossimo anno. E, infine, c'è la lotta salvezza, col Frosinone sempre più giù dopo il Ko interno col Sassuolo, l'Udinese sempre lì, al quartultimo posto, fra baratto e sopravvivenza ed un Chievo, pugnace, combattivo che, pur senza successi in questo torneo, lotta, resiste ed infila il quinto pareggio consecutivo.

Promossi

Inter di nuovo vittoriosa, la risolve Icardi

L’Inter torna al successo dopo quattro turni, Champions compresa, di astinenza, raggiunge la sesta affermazione casalinga di fila, trova la prestazione e, per chiudere, anche la 120esima rete del suo leader tecnico, del suo capitano carismatico: Mauro Icardi. Un sabato sera, nel freddo del ‘Meazza’, positivo, utile per riprendere la corsa verso il secondo posto del Napoli e per rinsaldare il terzo gradino del podio. Utile sì ma con qualche sbavatura. L’Udinese, difatti, specie nella ripresa, mette paura ai padroni di casa che, invece, pur sciorinando un calcio godibile finiscono per innervosirsi e sbagliare l’ultimo tocco, l’ultimo passaggio nei pressi della 16 metri avversaria.

La sfida sembra complicarsi ma il Var corre in aiuto dell’Inter: braccio su corner di Fofana, fra i migliori dei friulani fino ad allora, e gol su rigore del solito Maurito. Gol, set and match ed i nerazzurri si rimettono in pista, l’Udinese, pur alle prese con le ottime prove di Pussetto e De Paul, raccoglie il secondo Ko di fila.

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Migliore in campo: Mauro Icardi

Fine dell’attesa: la Fiorentina torna al successo 77 giorni dopo l’Atalanta

Trenta settembre, 16 dicembre, nel mezzo, 77 giorni di incertezze, diversi pareggi e qualche rovinosa caduta. Questo l’arco di tempo, piuttosto ampio, che è intercorso fra l’ultima affermazione della Fiorentina ed il successo di domenica pomeriggio al ‘Franchi’ nel derby con l’Empoli. Una sorta di calvario, di infinita attesa, fatta di sei pari e due Ko, che ha un po’ annacquato l’ottimo avvio di Pioli che aveva collezionato, sull’onda lunga della quasi perfetta coda della scorsa stagione, ben 13 punti nelle prime sette di campionato. Insomma, per tornare all’attualità, un bel po’ di tempo prima di riabbracciare i tre punti che, pur tardivi, sono assolutamente meritati.

Malgrado il vantaggio di Krunic, che avrebbe potuto disunire la formazione padrone di casa, infatti, i viola si riprendono il controllo delle operazioni, si rimettono in carreggiata con Mirallas per poi replicare, nella ripresa, con la zampata personale del ‘Cholito’, lui pure in astinenza, domenica scorsa a parte, da tempo immemore. Due a uno e vantaggio ma anche consapevolezza di poter confidare su un ritrovato carattere e sui soliti noti, e qualche lieta novità, con Chiesa, motore inesauribile, Biraghi, chirurgico in fase di spinta, Benassi, pronto e svelto sulla mediana, Mirallas, spina nel fianco sulla fascia, e Pezzella, invalicabile al centro della difesa, protagonisti di un 3-1, firmato da Dabo in contropiede, senza appello anche al cospetto del buon Empoli di Iachini che, alla quinta panchina azzurra, trova il suo primo dispiacere in Serie A.

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Migliore in campo: Giovanni Simeone

Sampdoria super: Ko il Parma di D’Aversa

Quarto risultato utile di fila e secondo sigillo casalingo consecutivo per una Sampdoria ora sì, a immagine e somiglianza del proprio tecnico Giampaolo. Qualità di palleggio, continuità di rendimento, sviluppo verticale del gioco, grande propensione ad allargare la manovra sulle fasce e poi a puntare al centro per Caprari ma, soprattutto, per ‘nonno’ Quagliarella che, alla veneranda età di 35 anni, spiega ancora calcio a tanti.

Parma annichilito e con soli 5 tiri totali, 0 nello specchio di porta di Audero, in tutti i 90’ di gioco di ‘Marassi’ per una performance, quella dei padroni di casa, davvero impeccabile. Per tre punti che rilanciano in classifica il collettivo ligure, ora sì perfettamente in grado di competere con tutte per entrare nel novero delle prime sette e guadagnare una qualificazione europea al momento, ed in forza degli ultimi risultati in campionato, nelle corde della compagine blucerchiata. Tutto in discesa dunque per Tonelli e soci col 16esimo turno a garantire ancora maggiore fiducia e consapevolezza ad una squadra partita con le marce basse ma che ora sembra pronta a spiccare, forse definitivamente, il volo…con un Quagliarella così tutto è possibile.

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Migliore in campo: Dennis Praet

Il Napoli espugna la ‘Sardegna Arena’, ma quanta fatica per gli azzurri

Il Napoli tiene vivo il campionato, per quanto gli 8 punti di distacco restino tanti, e batte in extremis il tignoso Cagliari di Maran. Merito della saetta dai 25 metri del polacco Milik, a proposito, quarto gol nelle ultime tre partite per lui, e di una tenuta mentale da parte dei ragazzi di Ancelotti, encomiabile. Malgrado le difficoltà della sfida, le tante occasioni sprecate in avvio di secondo tempo, il cronometro che avanza e la ‘palma’ per i padroni di casa di unica formazione, insieme proprio con Napoli e Juventus, imbattuta fra le mura amiche, i campani restano sul pezzo e, con una magia del loro numero #99, staccano nuovamente l’Inter e riscattano la recente, e pure cocente, eliminazione dalla Champions di martedì sera.

Una vittoria importante, forse, decisiva con il club partenopeo, al netto del copioso turnover operato, capace di avere la meglio dei fastidiosi sardi, che si difendono a denti stretti ma che al tempo stesso non rinunciano ad offendere, e di riacquistare autostima, fiducia e consapevolezza dopo la debacle di ‘Anfield Road’. Una vittoria col brivido, di cuore che mette in serie il nono risultato utile di fila in Serie A e consente a Milik di trovare l’ottavo sigillo del campionato per zittire i tanti detrattori e lanciare il guanto di sfida, nella classifica marcatori, a CR7 ma soprattutto al connazionale Piatek, per il titolo di ‘pichichi’, di capocannoniere, c’è anche lui.

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Migliore in campo: Arkadiusz Milik

Rimandati

Il Toro va vicino all’impresa, ma Zaza rovina i piani dei suoi

Torino rimandato. Anzi, Zaza bocciato e Cristiano Ronaldo, al solito, decisivo. Così, in estrema sintesi, si potrebbe descrivere/riassumere il derby della mole andato in scena sabato sera fra i granata e la Juventus capolista.

Già perché ai punti, per impegno, voglia, attenzione ed applicazione difensiva, il risultato più giusto sarebbe stato un pari, eppure gli episodi, specie quando hai dinanzi un dream team come quello bianconero, fanno la differenza.

E nel secondo tempo, il grave errore di Zaza, che in ripiegamento difensivo sbaglia il retropassaggio per Ichazo che poi commette fallo da rigore su Mandzukic, è determinante ai fini del risultato definitivo con CR7, implacabile dal dischetto, sia pure col brivido, a segnare il gol numero 5000 della nostra Serie A. Un gol storico, giustamente segnato da uno dei più fieri recordman del pianeta, ma che pure stende la strenua resistenza del Torino, sabato sera, encomiabile per spirito di squadra e compattezza. I valori però sono diversi, e gli errori, così come la precisione e l’accuratezza, anche solo dagli 11 metri, sono importanti: Juve 15 vittorie su 16 gare disputate, Toro con tanti applausi, un Belotti ritrovato ma con zero punti sul groppone.

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Migliore in campo: Cristiano Ronaldo

Spal e Chievo, nessuna svolta: un punto per parte

Spal e Chievo impattano 0-0 nel lunch match di domenica e si accontentano di un punto utile il giusto. Per la Spal, per mettere ancora un piccolo mattoncino sulla propria salvezza, per il Chievo per restituire continuità al suo complicato avvio di stagione. Eppure, nella boxe, i padroni di casa avrebbero meritato l’intera posta col secondo tempo giocato, tutto all’attacco ed all’arma bianca, il tiro di Paloschi deviato in extremis da Bani e la traversa di Floccari allo scadere, a gridare vendetta. Ciò nonostante, applausi per i clivensi che, pur in una situazione di classifica quasi drammatica, lottano allo stremo delle loro forze riuscendo a strappare l’ennesimo punticino, il quinto in serie, che li avvicina al Frosinone, ora a -4, ma anche all’Udinese quartultima nove lunghezze più avanti. Per un pari che dà forma e sostanza ad un sogno, solo un mese fa, davvero irrealizzabile. Spal-Chievo 0-0, tutti felici o, forse, tutti scontenti: il campo ha parlato.

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Migliore in campo: Manuel Lazzari

Bologna e Milan impattano sullo 0-0, rossoneri brutti e inconcludenti

Il derby delle panchine traballanti finisce 0-0 con entrambi gli allenatori, al momento, a salvare le rispettive panchine. Derby di ex compagni di viaggio, nel Milan e nella Nazionale, e fra campioni del mondo che però riversano le loro preoccupazioni sulle squadre con né il Milan, chiamato a fare la partita, né il Bologna, atteso ad una sfida di rimessa, capaci di mettere insieme uno spettacolo degno delle carriere e dei pedigree di Gattuso e Inzaghi. E se il secondo può essere soddisfatto per questo punticino, che almeno ha il merito di muovere la classifica dei felsinei, il primo non ha molto per cui festeggiare con la gara casalinga con la Fiorentina, ora, esame definitivo, senza appello, per l'ex tecnico del Pisa.

Ed il risultato, alla fine dei giochi, è la più eloquente fotografia del match con pochissime grosse occasioni, ancor meno parate decisive, tanta densità in mezzo al campo ed un fraseggio lento, sterile e prevedibile per entrambe: Ringhio rischia.

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Migliore in campo: Cristian Zapata

Bocciati

Frosinone in caduta libera: il Sassuolo passeggia allo ‘Stirpe’

Dopo la sfida di Napoli, rovinosamente persa contro un avversario fuori taglia, ed i tre pareggi consecutivi in casa, con Empoli, Fiorentina e Cagliari, il Frosinone aveva l’obbligo morale di provarci e, soprattutto, di tentare di proseguire questa striscia interna per coltivare speranze di salvezza. E sì perché le neopromosse o, più in generale, le squadre che hanno bisogno di evitare la retrocessione, devono cercare di costruire la loro impresa fra le proprie mura amiche. Dogma, specie domenica, completamente disatteso dai ciociari apparsi, già in avvio, assolutamente fuori dal match ed in balia di un Sassuolo, sia pure privo di vittorie da quattro turni, in salute, in fiducia e che intende comandare il gioco da principio. In pochi ci mettono cuore, grinta e determinazione. Tanti, invece, si abbandonano al possesso avversario finendo per rinunciare a quella vigoria in pressing vitale in circostanze simili. Certo ci si mette anche la sfortuna, col primo gol neroverde frutto di un autogol di Ariaudo, ma la reazione canarina è debole e le fitte trame emiliane letali con Berardi, finalmente fra i migliori dei suoi, abile a siglare il punto del 2-0 e chiudere i giochi. Canarini, con Baroni in panchina, penultimi e, ora, chiamati alla gara della vita contro l’Udinese quartultima.

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Migliore in campo: Domenico Berardi

Genoa sciupone a Roma, 3-2 all'Olimpico contro i giallorossi

Il Genoa, dopo il buon pareggio in casa con la Spal, col Grifone per ben 80′ di gioco in inferiorità numerica, sciupa l'occasione di affondare una Roma malaticcia e bissare l'unica affermazione fuori casa del campionato. E infatti, malgrado il duplice vantaggio, prima con Piatek, sempre più capocannoniere, e poi con Hiljemark, i rossoblù si distraggono completamente in fase difensiva lasciando all'attacco leggero capitolino, privo di Dzeko e con Schick in panchina, lo spazio necessario per inserirsi, spesso centralmente, e far male.

Kluivert pareggia sul 2-2, segnando la sua prima rete in A con la nuova casacca, il Var annulla il 3-2 ospite per offside di Piatek e, su ribaltamento di fronte, Cristante, uno dei calciatori più in discussione negli ultimi tempi, mette insieme la rete del definitivo sorpasso. Nel finale però, la bocciatura dei liguri diventa ancora più evidente con i tanti attaccanti in campo, ed in maggior misura Pandev, incapaci di sfruttare la paura di vincere della Roma e la scarsa protezione difensiva di Manolas e soci. Certo, ci sarebbe anche un rigore solare per la formazione di Prandelli, con Florenzi che spinge sul più bello l'attaccante macedone intento a svettare di testa, ma l'occasione, ghiotta, quasi irripetibile di fare punti a Roma, è andata persa col Genoa ad uscire a mani vuote dall'Olimpico malgrado due gol in trasferta.

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Migliore in campo: Bryan Cristante

La Lazio affonda a Bergamo, è crisi biancoceleste

Se la Roma evita l'esonero del suo tecnico col successo col Genoa e attenua la crisi di risultati, i cugini laziali non riescono ad emulare i giallorossi, anzi. E così sul difficile campo di Bergamo i ragazzi di Inzaghi trovano la sconfitta, per mano del solito Zapata, ed anche la settima gara, coppe comprese, senza successo.

Una sorta di consacrazione, in negativo, di un periodo da dimenticare. Certo la reazione è stata positiva, specie nel finale di gara con solo il Var a cancellare il pari di testa di Acerbi, ma gli svarioni difensivi, corali nell'occasione del gol, la scarsa freddezza sotto porta e le ancora poco convincenti prestazioni di alcuni elementi imprescindibili non salvano la Lazio che, cadendo all'Atlelti Azzurri d'Italia, rallenta la sua corsa verso quella Champions League già sfumata in extremis lo scorso anno.

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Migliore in campo: Duvan Zapata

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