Serie A, pagellone: 16 vittorie su 17 partite, Juve marziana. Napoli primo tra i terrestri
Il campo ha parlato ed anche in questo inusuale sabato di campionato il solito canovaccio si è ripetuto con estrema precisione: Juventus capace di ottenere tre punti, che le consentono di guadagnare il titolo di campione d’inverno e Napoli, testardo, secondo a -8. Per una Serie A, almeno al vertice, che pare già orientata, indirizzata ma che deve ancora entrare nel periodo caldo, nel periodo che, col combinato disposto fra turni di campionato e appuntamenti europei, può cambiare tutto. Ma se la Juventus, in festa, può trascorrere un Natale sereno, le milanesi, Inter e Milan, non possono fare altrettanto col panettone sotto l’albero per entrambi i tecnici ma in compagnia di un bel po’ di carbone per Spalletti e Gattuso.
Già perché i nerazzurri non riescono a superare la strenua resistenza del Chievo di Di Carlo pareggiando 1-1 al ‘Bentegodi’ mentre i rossoneri cadono al ‘Meazza’ sotto i colpi di Chiesa e le parate da top player di Lafont. Ma se Milano piange, la capitale, sponda biancoceleste, ride con il 3-1 al Cagliari decisivo per il contro-sorpasso in zona Champions ai danni proprio del Milan.
E poi? E poi c’è una lotta per le posizioni di Europa League davvero entusiasmante ed incerta con ancora otto squadre in cinque punti e la possibilità, dal Milan quinto al Parma dodicesimo, di agguantare i piazzamenti utili per mettersi in aereo ed affrontare voli continentali il prossimo anno. Poi, c'è il ventre della graduatoria, con pochi club tranquilli, e la zona bassa della classifica. Una zona bassa col Chievo ultimo, ma ancora vivo ed in piedi grazie al sesto pari di fila, il Frosinone penultimo, bravo ad agguantare il pari a Udine, ed una lotta, dal Bologna alla Spal all'Empoli davvero serrata e dai mille risvolti. Il tutto, quando sta per terminare il girone d’andata col boxing day nostrano e le gare del 29 dicembre a chiudere il primo giro di boa. E così, al termine dei dieci match del 17esimo turno, ecco promossi, rimandati e bocciati di questa incredibile giornata.
Promossi
Juventus campione d’inverno: pure la Roma va al tappeto
Ormai non ci sono più molte parole da spendere per questa Juventus. Bella o brutta che sia, rivedibile o spumeggiante, c’è sempre una costante ogni maledetta domenica: la ‘Vecchia Signora’ vince e non sa fare altro, o quasi.
Se si eccettua la parentesi, negativa il giusto, contro il Genoa, infatti, i bianconeri hanno sempre vinto in campionato riuscendo ad infrangere un nuovo record nei maggiori cinque tornei nazionali europei: i 49 punti in 17 turni di questa leggendaria Juve. Che, per non farsi mancar nulla, con due turni di anticipo, si laurea pure campione d’inverno. Al tappeto, nella lunga sequela di vittime dei campioni d’Italia, anche la Roma di Di Francesco che, pur non demeritando, specie nella ripresa, esce sconfitta dallo Stadium diventato, durante questa annata, non il solo fortino juventino.
CR7 e Dybala, Chiellini e Alex Sandro, Matuidi e Pjanic e via discorrendo, dominano quasi ovunque, disinnescano le velleità avversarie e si mostrano, quando mancano ancora 21 turni da giocare, già campioni designati, vincitori scontati per un percorso, al momento, quasi netto. I bianconeri sono invincibili e lo dimostrano sempre, anche contro la Roma, anche contro la buona organizzazione di gioco e i segnali di rinascita giallorossi.
Migliore in campo: Mario Mandzukic
Lazio bene sul Cagliari, sardi sconfitti 3-1
Vanno a pieni giri Milinkovic–Savic, Luis Alberto, Correa e Immobile, con l’efficace sostegno di Lulic in appoggio, e la Lazio torna al successo superando per 3-1 il remissivo Cagliari di Maran.
Tre reti ad una ed un bel colpo di spugna alle incertezze, ai dubbi, alle incomprensioni ed alle discussioni dell’ultimo periodo con i biancocelesti, finalmente, a riassaporare la vittoria sette sfide, coppa compresa, dopo. Gara però, stante il punteggio, a due volti col finale di partita, tutto a favore dei sardi, bravi ad accorciare le distanze su penalty con Joao Pedro, specchio delle recenti difficoltà della banda Inzaghi. Eppure, i primi 70’ di gioco sono un toccasana per i padroni di casa che, oltre a ritrovare il gioco, il gol, la buona vena di Luis Alberto (uscito poi per un problema fisico nella ripresa), recuperano fiducia, organizzazione, compattezza ed una imprevedibilità davanti simile a quella dello scorso anno. Rilanciandosi in ottica Champions e, soprattutto, fermando l’emorragia di talento che, nelle ultime settimane, progressivamente, s’era spento sotto i colpi dei pareggi in extremis, delle sconfitte e dei troppo frequenti cali di tensione dell’Aquila. Lazio promossa.
Migliore in campo: Luis Alberto
Napoli a fatica sulla Spal: Meret e Raul Albiol decisivi
Il Napoli supera la Spal 1-0 e continua ad inseguire la Juventus capolista, si conferma formazione fortissima fra le mura amiche, raggiunge la settima affermazione in nove gare sin qui disputate al ‘San Paolo’, mette in serie una media pari a 2.41 punti per partita e, per finire, trova pure un ottimo Meret.
Notizie assolutamente positive ma che comunque stonano un po’ con quanto fatto vedere in campo dalla formazione di Ancelotti incapace, dopo il vantaggio di Raul Albiol, a proposito, decimo marcatore diverso in squadra, di chiudere la contesa e salutare con un sorriso il 17esimo impegno di campionato. E infatti, la formazione di Semplici resta aggrappata al match fino allo scadere con l’ex di turno, il predetto Meret, a sbarrare due volte il passo agli emiliani per un 1-1 che, alla fine dei giochi, avrebbe premiato oltre i suoi meriti la Spal ma che, allo stesso tempo, avrebbe avuto diritto di cittadinanza al termine dei 90’ di gioco. Insomma, bene i 3 punti, bene l’ottavo clean sheet stagionale, male, anzi malissimo la gestione della partita con Insigne e Mertens ancora a secco e non in grado di dare il colpo di grazia ai ferraresi.
Migliore in campo: Alex Meret
Samp in paradiso e a meno due dalla Champions
Cinque risultati utili di fila, frutto di tre successi e due pareggi, settimo sigillo consecutivo di ‘nonno’, si fa per dire, Quagliarella ed ennesima prova di forza di una Sampdoria sempre più a immagine e somiglianza del proprio allenatore Giampaolo. E sì perché dopo la convincente affermazione casalinga col Parma, dove i blucerchiati hanno dominato in lungo ed in largo le operazioni sul terreno di gioco, arriva un pirotecnico 4-2 esterno che, se rivela alcune incertezze e difficoltà difensive, evidenzia pure un carattere, uno spirito di gruppo ed una ampia selezione di scelte dalla panchina, eccellenti.
Tali, da poter consentire, chissà anche nel prosieguo della stagione, ai doriani, di operare ampie rotazioni e non smarrire quella fiducia, quello smalto, quegli automatismi e quella brillantezza sciorinata anche al ‘Castellani’ contro una formazione ostica, tignosa e che ha costruito 13 dei suoi 16 punti in casa. Insomma, la Samp vola e con Quagliagol, con il disattento Provedel (portiere empolese) ma soprattutto con Caprari, a proposito, già eguagliato il suo record di gol (5) in Serie A, supera l’Empoli, trova continuità, punti ed un sesto posto, a -2 dalla Lazio quarta, davvero impronosticabile alla vigilia del torneo dopo gli addii dei vari Zapata, Torreira o Silvestre. Il miracolo di Natale si chiama Sampdoria.
Migliore in campo: Gianluca Caprari
Rimandati
Baroni frena l’emorragia di punti: il Frosinone impatta a Udine
Martedì è cominciata l’era Baroni ed il Frosinone, avvertendo la scossa voluta dal patron Stirpe, muta pelle, guadagna grinta e trova un pareggio, prezioso, contro l’Udinese. In quello che è a tutti gli effetti uno scontro per non retrocedere, con friulani e ciociari pienamente invischiati nella lotta per non salutare la categoria. Eppure, a vincere, come di consueto in simili contesti, è la paura con i padroni di casa maggiormente condizionati dal peso della sfida e dall’importanza del test casalingo. Alla fine dei giochi, difatti, sono i canarini a recriminare per un pari, frutto delle firme di Mandragora e di Ciano, che sta stretto agli ospiti bravi a cambiare passo dopo un primo tempo compassato e a macinare gioco con Ciano ed il subentrato Pinamonti. Uno a uno dunque ma, al di là del giudizio odierno, che rimanda il Frosinone, buonissimi segnali per Baroni che, ha tra le mani, un gruppo solido, resiliente ed ancora vivo.
Migliore in campo: Camillo Ciano
Torino ancora imbattuto in trasferta: ma è solo pari col Sassuolo
Alla vigilia alcuni dati lasciavano pensare ad una sfida equilibrata e, pure, fortemente indirizzata verso il pareggio: emiliani con una sola sconfitta al ‘Mapei Stadium’, granata imbattuti in trasferta. E questi numeri, che comunque sono ben rappresentativi del percorso in campionato delle due squadre che pure si giocavano una buona fetta di Europa, alla fine, si rivelano premonitori con Sassuolo e Torino a chiudere sull’1-1. La gara però, non è scontata come vorrebbero suggerire le statistiche pre-match, anzi, i cambiamenti di fronte ed i cambi in cabina di regia, sul ponte di comando della partita, sono tanti con entrambi gli attacchi, guidati da un Belotti positivo come nel derby, e da un Berardi altrettanto in forma, come contro il Frosinone, spesso pericolosissimi. Il ‘Gallo’ segna la rete del vantaggio, su assist di Zaza, che si redime dopo la sciocchezza contro la Juventus, i padroni di casa provano a raddrizzarla, ma un buon Ichazo, ancora titolare per via degli acciacchi di Sirigu, respinge al mittente i tentativi della formazione di De Zerbi. Il Toro si chiude nel finale, pare vicino a conquistare tre determinanti punti per la zona Europa League ma Brignola, rispolverato negli ultimi tempi dal proprio allenatore, di testa, spegne gli entusiasmi piemontesi. Le emozioni, e le delusioni, non terminano però qui con il Var, pochi secondi dopo, ad annullare per offside di Aina il gol di Iago Falque allo scadere. Ospiti sì imbattuti ma ultimi nel trenino, composto da sette compagini, che porta all’Europa.
Migliore in campo: Andrea Belotti
Parma bloccato in casa, l’Europa però resta vicina
Il derby emiliano fra Parma e Bologna, un derby che, almeno in avvio di campionato, doveva valere la salvezza, termina a reti bianche e, pure, con tanto rammarico da parte dei padroni di casa. Già perché se Inzaghi e compagni possono dirsi soddisfatti del punto raccolto in trasferta, il quarto fuori dal ‘Dall’Ara’, e della prestazione, con i felsinei bravi a non concedere molto agli avversari e a strappare un utile punticino ai gialloblù, la formazione di D’Aversa ha di che lamentarsi per non aver sfruttato la chance, ghiotta, di superare il Torino, agganciare Roma e Atalanta ed avvicinarsi ancora un po’ al sogno europeo. Un sogno, come detto, alla vigilia di questa Serie A, quasi insperato. Eppure, in ottica continentale le distanze restano colmabili con le ultime due gare del girone, contro Fiorentina e Roma, il prossimo 26 e 29 dicembre, a garantire una risposta a tutti sull’effettiva, solida candidatura dei ducali per un posto in Europa. Resta il rammarico, l’amaro in bocca per i padroni di casa col palo di Siligardi, e la sfortunata deviazione di Inglese nel secondo tempo su tiro di Sprocati, per una partita dura, combattuta ma che, nell’incertezza di un derby, poteva anche finire con un successo pro-Parma. Un successo, ora, che manca da quasi un mese: dal 25 novembre scorso nell'altro derby emiliano contro il Sassuolo, da lì in poi, solo due pareggi e due sconfitte.
Migliore in campo: Riccardo Gagliolo
Bocciati
Milan ad un passo dal baratro: ko casalingo con la Fiorentina
Incerottato, ferito, arrabbiato e, pure, pieno di pressioni con una Lazio, vittoriosa nel lunch match, a +1. È questo il Milan che affronta la Fiorentina domenica pomeriggio al ‘Meazza’ ed è anche questa la lunga sequela di motivi alla base dell’ennesima delusione di questo breve periodo pre-natalizio: solo due pari, viola e coppe comprese, nelle ultime quattro.
Con l’ultima partita, quella di ieri, a certificare la crisi meneghina con i rossoneri incapaci di fare risultato, di segnare, di sbloccare Higuain (ottavo digiuno per lui), di risvegliare Calhanoglu e di trovare quei tre punti che mancano dal 2 dicembre scorso col Parma. Certo, non si può dire che i padroni di casa non abbiano provato a fare loro la partita ma proprio i cambi di Gattuso, nell’ottica di mettere le mani su questo incontro, consentono alla Fiorentina di trovare spazi vitali in ripartenza con Chiesa, letale in campo aperto, bravo a dribblare Calabria, mediano per l’occasione, e a mettere il pallone alle spalle di Donnarumma. Uno a zero e risultato, anche mentalmente, compromesso con i tentativi del ‘Diavolo’ di Rodriguez e di Suso che non incontrano il favore della sorte per via di un Lafont in grande spolvero. Milan Ko in casa e Natale, aspettando la trasferta col Frosinone nel boxing day, rovinato. Unica nota lieta, il ritorno sul terreno di gioco di Conti che mancava dall’agosto del 2017.
Migliore in campo: Federico Chiesa
Atalanta senza continuità: 3-1 al ‘Ferraris’ col Genoa
Uscita dalla delicata fase d’esordio del campionato, con i bergamaschi ancora vittime della precoce eliminazione europea per mano del Copenaghen, a questa Atalanta restano nervosismo, rabbia e nervi facilmente irritabili. Già perché come successo ad Empoli, gli orobici, nel finale, perdono la testa e gettano alle ortiche la possibilità di uscire indenni dal ‘Ferraris’ con Palomino prima e Rafael Toloi poi, ad abbandonare anzitempo la contesa. Eppure, dopo l’errore dal dischetto di Ilicic, il vantaggio di Piatek, con gol derubricato ad autorete e poi assegnato a Toloi, i nerazzurri corrono ai ripari, raggiungono il pari col solito Zapata e si rimettono in carreggiata. La segnatura di Lazovic però, fa saltare il banco, e anche i predetti nervi, col gol del serbo a scompaginare gli equilibri e a mandare in soffitta speranze di successo a Genova. Un brutto stop, il secondo di fila in trasferta, il terzo nelle ultime cinque. Così, come ammette anche Gasperini, la qualificazione in Europa League, la solita croce e delizia della compagine lombarda, diventa difficile.
Migliore in campo: Krzysztof Piatek
L’Inter non supera il Chievo ultimo, brusca frenata al ‘Bentegodi’
Natale con beffa. Questo potrebbe essere il titolo del cinepanettone nerazzurro con l’Inter, a tre giorni dal Santo Natale, incapace di avere la meglio sul Chievo, ultimo in graduatoria ma pugnace come non mai nell’ultimo periodo (sei pareggi di fila), e di consolidare la sua terza posizione in campionato.
Malgrado le ottime prove individuali di Icardi, uomo squadra, assistman e collante offensivo, e di Ivan Perisic, finalmente all’altezza della sua fama e delle sue prestazioni in nazionale, infatti, i ragazzi di Spalletti, all’ultima curva utile, staccano in termini di attenzione regalando alla volpe Pellissier, imbeccata di testa da Stepinski, la chance per pareggiare. Lob preciso sull’uscita disperata di Handanovic e pareggio. Amaro, dal sapore di beffa, appunto. Una beffa che costa ormai l’ufficiale addio allo scudetto, la scia del Napoli, ora a +8, e la ridiscussione di alcuni equilibri, interni, di squadra, che dovevano restare immuni alla trasferta del ‘Bentegodi’. Inter-Chievo 1-1, doccia gelata e bocciatura, sotto l’albero.
Migliore in campo: Sergio Pellissier