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Serie A, come Kalidou Koulibaly è diventato l’oro di Napoli

In cinque anni il difensore franco-senegalese ha attraversato la gestione di tre allenatori: Benitez, Sarri e ora Ancelotti. Criticato all’inizio perché troppo irruento e non abbastanza disciplinato, è diventato uno dei migliori centrali d’Europa, indispensabile con e senza palla, nell’uno contro uno e nell’avvio dell’azione.
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Un diamante da 150 milioni. Il valore della clausola rescissoria, solo per l'estero, certifica la considerazione del Napoli per Koulibaly, il difensore che ha conquistato tre allenatori. Da Benitez a Sarri ad Ancelotti, è la certezza della squadra e della società, che ha deciso di alzare a sei milioni il suo ingaggio e prolungare il contratto fino al 2023.

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Benitez e la lezione con le posate

Quando Benitez lo chiama per portarlo a Napoli, riattacca due volte il telefono: pensa sia uno scherzo. Lo spagnolo gli riserva a cena una lezione molto personale. Muove forchette e bicchieri come attaccanti e difensore: come ti muoveresti, gli chiede, e gli presenta diverse situazioni possibili. “In un quarto d'ora ho imparato un sacco di cose” ha ammesso all'Equipe.

  • Il primo impatto è positivo, ma nel corso della prima stagione aumentano le critiche. A San Siro, nel dicembre 2014, decide di chiudere l'interno e consente a Menez un dribbling troppo facile: il francese del Milan vede la porta, tira e segna. Nella parte finale del campionato, Benitez gli preferisce Britos al centro della difesa.
  • Il momento più basso lo tocca a Empoli, in coppia con Britos per l'assenza di Albiol: appare lento, incerto, pesante. È una sorpresa positiva, però, a maggio quando Benitez lo schiera da terzino destro contro l'Inter: in quella posizione può spingere e difendere alto senza preoccuparsi di aprire spazi al centro. Si rivede quella forza atletica che si era già vista, seppur in forma ancora da grezza, contro la Roma con la fuga prima del passaggio a Callejon.
L'evoluzione del rendimento difensivo di Koulibaly al Napoli
L'evoluzione del rendimento difensivo di Koulibaly al Napoli

Arriva Sarri e cambia tutto

Sarri all'inizio non lo vede. Ma la stagione 2015-16, la prima del nuovo ciclo, cambia gli orizzonti di Koulibaly. Gli allenamenti senza avversari, che gli sembrano da folli, gli insegnano molto. Nella prima stagione del ciclo sarriano, il franco-senegalese recupera 26 palloni in un Napoli che chiude con la più alta percentuale di possesso palla e la seconda miglior difesa della Serie A. Aggiunge 82 intercetti (come Bonucci che però gioca tre partite in più), vince 183 contrasti ma commette anche 60 falli. È un difensore energico, che gioca d'anticipo e di fisico. Diventa anche un elemento determinante nella fase di impostazione.

  • Sarri chiede di iniziare l'azione da dietro con continuità: non è un caso se Albiol e Koulibaly (che ne completa 2310 in tutta la stagione) siano i due difensori che effettuano più passaggi in tutto il campionato. “Koulibaly è la sorpresa dell'anno, il miglior giocatore del campionato” dice Diego Maradona da Dubai.
  • L'Italia, spiega a France Football Dominique Bijotat, suo allenatore a Metz, “gli ha fatto un gran bene. Era ancora un difensore fragile, poteva commettere un errore e lasciarsi condizionare. È molto migliorato. Le sue caratteristiche son sempre le stesse, le ha solo adattate alle esigenze di una squadra di altissimo livello”.
Minuti giocati dal difensore senegalese del Napoli
Minuti giocati dal difensore senegalese del Napoli

L'evoluzione

Nella costruzione dal basso, il Napoli viene a creare una struttura con il centrale in possesso in posizione di equilibratore e l'altro più aperto verso il terzino. Il palleggio basso coinvolge l'esterno e Jorginho e permette al difensore in possesso anche di salire palla al piede se ha campo per creare superiorità numerica.

Nel 2016-17, Koulibaly riduce la quota di contrasti a partita (da 3 a 2), a parità sostanziale di intercetti (2.3 di media). Aumenta il contributo in termini di spazzate (4.1) e commette meno falli (1.5). Scende leggermente la media passaggi, da 71.4 a 69.6, ma è più alta la percentuale di accuratezza. Tatticamente, si perfeziona la costruzione di Sarri. Koulibaly governa le operazioni da dietro, è lui che avvia l'azione con Jorginho che offre la prima opzione di passaggio. È una squadra che difende in avanti, con la linea alta, accettando anche i rischi di un simile atteggiamento tattico: due sue ingenuità costano la sconfitta contro la Roma.

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La grande illusione dello scudetto mancato

L'anno scorso, Koulibaly diventa il diamante della difesa: anticipo, marcatura, presenza fisica e velocità con e senza palla, efficacia nell'uno contro uno in campo aperto, lucidità nella fase di impostazione compongono il multiforme prisma di un difensore che brilla di luce propria. Gli resta la grande illusione del gol allo Juventus Stadium che fa accarezzare al Napoli lo scudetto e il rimpianto dell'espulsione dopo sei minuti contro la Fiorentina.

  • Nell'ultima stagione, completa 68 contrasti su 91, vince 75 duelli aerei su 138, completa 1.5 contrasti (il 77,8% di quelli tentati) e 1.1 intercetti di media (40 in totale). Respinge 16 tiri e blocca 113 azioni offensive. Completa 87.5 passaggi ogni 90 minuti (2720 totali sui 2981 tentati). Di fatto, è il primo regista della squadra. Manda a destinazione il 53,3% dei passaggi lunghi, offre un assist e due cross. Crea otto occasioni da rete, tenta 18 tiri e segna cinque gol.
  • È l'uomo giusto per il 4-3-3 dinamico e ritmico del Napoli di Sarri. Piazzato sul centro-sinistra nella linea difensiva, Koulibaly si erge a punto di riferimento in campo aperto, nelle letture preventive, nelle transizioni positive e negative. Per questo, finisce spesso per rompere la linea difensiva se c'è da chiudere gli spazi all'attaccante avversario nelle situazioni di palla scoperta.

In fase di possesso l'azione comincia praticamente sempre da lui, il secondo giocatore per palloni toccati in Serie A dietro Jorginho. Nella costruzione dal basso, il franco-senegalese si apre verso il vertice dell'area mentre il terzino di riferimento si alza quasi sulla linea dei centrocampisti.

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Da Sarri ad Ancelotti, come cambia il gioco di KK

Il calcio di Sarri, ha spiegato lo scorso ottobre al Corriere dello Sport, “è bellissimo e mi ha permesso di vedere il calcio e le partite in un’altra maniera. La sua filosofia era concentrata sulla tattica, con lui tutto era previsto e nulla casuale. Oggi, quando guardo una partita di qualsiasi squadra, non la vedo più come quattro o cinque anni fa. E lo devo a lui”. Di Ancelotti, l'ha sorpreso “l’umiltà che ha ancora nonostante tutto quello che ha vinto e anche la voglia di vincere che non smette di avere. Dà fiducia a tutti, non credo si sentirà mai qualcuno parlare male del mister, speriamo di vincere qualcosa con lui. È un uomo veramente perbene, a mia moglie dico sempre che spero, alla sua età di essere una persona simile a lui”.

Migliori squadre per OPPDA, media passaggi nella propria metà campo per azione difensiva avversaria
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La sua presa di posizione dopo gli insulti razzisti durante Inter-Napoli non faranno che rinforzare questa sensazione. Koulibaly è il giocatore più utilizzato da Ancelotti, che tatticamente fa evolvere il Napoli come modulo e come stile. Cerca l'ampiezza, l'equilibrio e non il sistematico possesso ad alto ritmo, ma non cambiano il suo stile e l'interpretazione del ruolo. Se il Napoli è la squadra che in media riesce a completare più passaggi nella propria metà campo quando messa sotto pressione è anche merito suo.

Il confronto con van Dijk, uno dei più forti centrali d'Europa

A Napoli, ha detto Ancelotti al Corriere della Sera, “c’era una squadra che aveva un'identità ben precisa, noi cerchiamo di averla un po’ più versatile”. Ma con una certezza, ammette. “Un fuoriclasse, faccio più fatica a fare a meno di lui”. E nel confronto con van Dijk, uno dei più forti centrali d'Europa, non sfigura affatto. Anzi…

Il confronto tra van Dijk del Liverpool (uno dei più forti centrali in Europa) e Koulibaly del Napoli
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