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Koulibaly cambia la storia, la Juve non tira in porta: allo Stadium non era mai successo!

Koulibaly, su corner, riporta il Napoli a un punto dalla Juve. I bianconeri per la prima volta chiudono senza tiri in porta nello stadio di proprietà. Higuain tocca solo nove palloni nel primo tempo. Nel Napoli insostituibile Jorginho, spento Mertens.
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Un salto nel vuoto, uno stacco nel cuore delle certezze bianconere. Koulibaly, sull'unico errore in copertura di Benatia, riapre il campionato. Il Napoli allunga a 30 la striscia di imbattibilità in trasferta  che dura dall’ultima sfida contro la Juventus all’Allianz Stadium, a ottobre 2016. Il miglior difensore degli azzurri, tra i migliori d'Europa, bilancia la scarsa giornata di Mertens ed esalta un confronto in campo decisamente migliore di quanto si vede fuori. Il "benvenuti in Italia" dei tifosi bianconeri fa il paio con gli insulti all'arrivo del pullman del Napoli. Anche se nessuna provocazione può giustificare la reazione di Maurizio Sarri che, seduto sui primi scalini del corridoio che attraversa il mezzo, ha alzato il dito medio della mano destra. Il video ha fatto subito il giro del web, ma più dell'inizio sarà la conclusione a restare nella memoria.

Koulibaly, un gol per la storia

Il Napoli, al contrario, non deroga ai suoi principi e agli oltre seicento passaggi corti di media a partita: solo il Manchester City, che ha appena vinto la Premier League, ne completa di più. Merito soprattutto di Jorginho, che ne distribuisce 113 stasera e 95 palloni di media a partita, più di chiunque altro in Europa.

L'italo-brasiliano, chiuso da Pjanic ma sempre al centro delle orchestrazioni offensive del Napoli, arretra per ricevere palla dai difensori e col passare dei minuti insiste nella ricerca sempre più rapida del ribaltamento sugli esterni per creare quella superiorità che permetterebbe agli azzurri di rompere le certezze difensive dei bianconeri.

Ma alla fine, il gol per la storia lo segna un difensore. Il miglior difensore del Napoli e della Serie A che brucia la miglior difesa del campionato. Uno stacco, uno smacco, un acconto sul finale di stagione, il racconto di un altro finale. Di un terzo tempo energico come un salto sul corner di Callejon, secco come un taglio di Fontana, come una sliding door, come un sogno che adesso diventa possibile.

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Higuain, solo 9 tocchi nel primo tempo

Gonzalo Higuaín timbra le 100 in bianconero in tutte le competizioni. Il Pipita ha segnato 54 gol, 5 al Napoli prima di questa partita, compreso il gol vittoria all'andata.  L'argentino è il punto di riferimento del secondo miglior attacco della Serie A, ma nel primo tempo tocca appena nove palloni, meno di chiunque altro.

Per la prima volta in un match di Serie A allo Stadium (quindi dal 2011-12 ad oggi) la Juventus non ha effettuato nemmeno un tiro nello specchio della porta. Uno zero che dà la misura di una squadra troppo ripiegata su se stessa. Un dato che da solo basta a spiegare come mai abbiano perso due gare in casa in questo campionato, una in più che nei precedenti 4 tornei di Serie A.

I duelli delle difese

Gonzalo Higuaín, punto di riferimento del secondo miglior attacco del campionato, timbra le 100 in bianconero in tutte le competizioni, ma nel primo tempo tocca appena nove palloni, meno di chiunque altro.

La Juve, esattamente come all'andata, occupa il centro, neutralizza gli uno-due con cui il Napoli pervicacemente tenta di sfondare, e lascia solo la possibilità di cross inutili dalle fasce. Benatia, notevole nelle letture preventive, depotenzia Mertens prima e Milik poi. Il Napoli copre bene, è aggressivo nelle chiusure non solo con i difensori, come dimostrano i sei tackle di Allan e Jorginho.

Gradualmente, la partita cambia. La Juve si adagia, si concentra sul modo di far giocar male gli avversari, di neutralizzare le fonti del gioco, ma produce meno. Il Pipita resta isolato, Mandzukic si vede poco, e Buffon si scalda con un paio di interventi prima del gol che cambia radicalmente il finale di stagione.

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Spento Mertens

Il Napoli si sfoga sugli esterni, con Callejon protagonista della prima e unica vera chance del primo tempo, ma finisce per mancare lo sbocco centrale. Perché Dries Mertens, 15 passaggi e un tiro solo prima di lasciare il posto a Milik, è rimasto a secco nelle ultime otto partite di campionato contro la Juventus a cui ha segnato solo nel marzo 2014.

La squadra di Sarri, che vanta il primato di tiri totali, 486, e in porta, 284, in campionato, si ferma a due tiri in porta su dieci in 90 minuti. Poca cosa per una squadra che viaggia su una media di quasi 18 conclusioni tentate, la terza più alta nei cinque più importanti campionati d'Europa (Premier League, Bundesliga, Liga, Ligue 1 e Serie A, il cosiddetto Big 5) dietro solo al Real Madrid e al Bayern Monaco.

Delude Dries Mertens, 15 tocchi e una sola conclusione, rimasto a secco di gol nelle ultime otto partite di campionato contro la Juventus, cui ha segnato solo nel marzo 2014. Meglio Insigne, che tenta tre conclusioni, leggermente sotto la media di 4.9, meno solo di Messi, Cristiano Ronaldo e Harry Kane in Europa.

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Pjanic e Douglas Costa non bastano

Centrale, ancora una volta, Pjanic nella struttura di una Juve che si mette a specchio. Il bosniaco, che va alto a pressare Jorginho per spezzare la catena con i due centrali e togliere gradi di libertà al primo regista azzurro, mantiene gli equilibri e l'efficacia delle transizioni positive. Differente, meno lineare la partita di Douglas Costa che viaggia su una media di 18 passaggi chiave, otto assist e 3.5 dribbling a partita.

L'ex Bayern partecipa a quasi tutte le azioni offensive di una Juventus che cerca proprio la sua imprevedibilità negli inserimenti dalle fasce. Ma l'azione dei bianconeri si fa via via meno fluida, più intimorita. I bianconeri chiamano dentro gli azzurri, ne esaltano energie residue insospettate fino all'esplosione finale di gioia.

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