Mondiali, Russia fuori ma con l’onore delle armi. La Croazia ha un Modric in più
La Croazia suda non poco per conquistare le semifinali del mondiale contro una Russia, al solito, rognosa, ostica, vigorosa e fiera. Al Fisht Olympic Stadium è 3-4 finale dopo i penalty e 120’ di gioco di lotta, agonismo, grinta, voglia e tante difficoltà con i russi a schermare le azioni croate e gli uomini di Dalic a incontrare numerosissime problematicità nell’affermare la propria superiorità tecnica contro l’immane densità dei padroni di casa.
Alla fine però, come di consueto in questi appuntamenti, gli episodi fanno la differenza con i calci di rigore, dopo la rete di Cheryshev ribaltata dai colpi di testa dei biancorossi a scacchi Kramaric e Vida e poi bissata da Mario Fernandes in extremis, al 115’ del secondo tempo supplementare, a premiare gli algidi, e pure fortunati, tiratori croati.
Cecchini efficaci che disegnano i contorni di una maggiore efficienza nel duello dagli 11 metri ma anche il ritratto di un quarto di finale storico: la Russia esce a testa alta ed eguaglia il suo miglior risultato dal 1970 ad oggi, la Croazia ritrova le semifinali venti anni dopo Francia ’98.
La Russia fa muro, Zobnin-Kuzyaev come una diga. Kramaric fa breccia
Partita scontata secondo molti, partita complicatissima invece a Sochi per la Croazia. E sì perché la Russia, compatta, forte fisicamente, attenta, corta e, soprattutto, in fiducia dopo il successo, sia pure ai rigori, con la Spagna non molla un centimetro e con le sue armi, quelle della grande intensità, della densità in mezzo al campo e della voglia degli underdog, delle sfavorite, se la gioca. E, come detto, se la gioca come sa, con grande spirito di sacrificio, grinta, determinazione ed una mediana in fase di non possesso davvero granitica. Kuzayev, recente scoperta del Mancio allo Zenit, e poi Zobnin, peraltro autore di un mondiale eccezionale, sono difatti, almeno nel primo tempo, impenetrabili, impermeabili e immuni a ogni geometria, ad ogni tentativo della trequarti avversaria dimostrandosi all’altezza della situazione.
Ed il gol del #9 avversario, quello di Kramaric al 37’ e del pari della Croazia, non lede il buon giudizio sui centrali di Cherchesov che subiscono sì una infilata in mezzo ma non per una loro diretta responsabilità con Mario Fernandes che, perdendo un duello di testa alto sulla linea del centrocampo, genera la ripartenza vincente dei biancorossi a scacchi. Insomma, se la Russia cede il passo alla Croazia ma si regala il miglior piazzamento dal 1970 ad oggi, buona parte del merito va attribuito anche al tandem Kuzayev–Zobnin, alla muraglia composta dai talenti di Zenit San Pietroburgo e Spartak Mosca.
Vrsaljko spinge ma Cheryshev segna, sulla destra/sinistra vince l’esterno del Villarreal
Ogni mondiale vede protagonista un calciatore che, ai nastri di partenza, doveva essere soltanto un comprimario, al più, un gregario. Lo stesso destino, in sostanza, che doveva toccare all’esterno offensivo Cheryshev con pochi minuti di gioco e ancor meno giocate decisive. E invece, da quel felice esordio con l’Arabia Saudita e dalla doppietta della sfida inaugurale della sua Russia, il #6 di Chervchesov ha innestato le marce alte, accresciuto la consapevolezza nei propri mezzi e trovato la giusta dimensione mentale per colpire anche in questi contesti. Gol contro l’Egitto e prestazione importante pure stasera contro un cliente non facile come Vrsaljko che, spesso, lo costringe nella sua metà campo per una serie di ripiegamenti difensivi in aiuto di Kudryashov.
Ma se il #2 della Croazia preme con continuità, il #6 russo si veste da bomber e trafigge, al termine di un bellissimo uno due con Dzyuba, l’incolpevole Subasic dalla distanza, per un gol che cambia la trama del match, rompe l’equilibrio iniziale e gli fa vincere il proprio duello, quello del cinismo, sulla corsia sinistra: Vrsaljko, non solo Subasic, si arrende al magic momenti di Cheryshev.
Modric mente alta, nulla si muove senza di lui
Se la mediana russa è votata al contenimento, alla difesa, al vigore più che al ricamo o al fioretto, Modric, con il suo paio di piedi, è un manuale del calcio, un libro nel quale ogni pagina è vergata con la classe dei calciatori eletti. Schierato nei due del centrocampo, difatti, il #10 madrileno governa al meglio la manovra dei suoi, decide i ritmi della squadra e illumina le ambizioni biancorosse con fraseggi e palloni precisi costringendo Golovin e, a turno, Samedov, poi sostituito da Erokhin al 54’, a corrergli dietro con scarsi risultati. Insomma, il nativo di Zadar è il deus ex machina della Croazia, l’uomo senza il quale nulla sembra poter accadere, il fenomeno che, anche contro un centrocampo così folto, non subisce il pressing e la foga avversarie.
Tempi supplementari
Geometrie Croazia, difesa Russia ma a ‘vincere’ sono le palle inattive
I supplementari, i secondi consecutivi per Russia e Croazia, non sembrano cambiare il canovaccio di una partita sempre fissa, identica, inamovibile e uguale dal primo minuto di gioco: fraseggio, talvolta lento, per la Croazia, muro per la Russia. E così, con un elemento in più, partecipe e vivo della contesa, la stanchezza, la sfida pare destinata a concludersi, ancora una volta per gli uomini di Cherchesov e quelli di Dalic, ai rigori. Ma la sorte sembra farsi beffe dei tifosi delle due squadre. Dapprima, infatti, è tempo di esaltare la bravura dei croati sulle palle inattive, una bravura che parrebbe risolvere una situazione vieppiù complicata col gol, al minuto 101’ di Vida che svetta di testa su corner, in controtempo, battendo l’incolpevole Akinfeev.
E poi col pareggio russo di Mario Fernandes al 115’, al netto dell’inferiorità nel dominio dei cieli del Fisht Olympic Stadium con uno score di 49 duelli aerei vinti a 28 pro-Croazia, con il meno russo di tutti, a siglare, di testa ovviamente, l’insperata rete del pari, la rete dei penalty oltre i quali non c’è domani.
La sfida sui calci di rigore
Smolov comincia alla Totti, ma con risultati decisamente differenti, Subasic neutralizza la superbia del russo e manda in discesa la sfida, sempre delicata, dagli 11 metri. Akinfeev para il tiro di Kovacic rimettendo in corsa la Russia (1-1) dopo il rigore di Dazgoev ma è solo l'ultimo acuto di una Russia ancora viva, ancora pronta alla lotta ma ad un passo dal capitolare e cedere l'accesso alle semifinali alla Croazia. Mario Fernandes, da eroe diventa sfortunato protagonista, sprecando il rigore del vantaggio dopo lo sbaglio del madrileno ex Inter e poi, Modric, con un pizzico di buona sorte, e Brozovic e Rakitic, la risolvono sfruttando al massimo gli errori precedenti, e annullando i gol di Ignashevich e Kuzayev, mandando così un intero popolo che riabbraccia le semifinali mondiali 20 anni dopo.
Tabellino e voti
Russia (4-2-3-1) #1 Akinfeev 6.5; #2 Mario Fernandes 7-, #3 Kutepov 6, #4 Ignashevich 6+, #13 Kudryashov 6.5; #7 Kuzyaev 6.5, #11 Zobnin 6.5; #19 Samedov 6 (Dal 54’ Erokhin 5.5), #17 Golovin 6 (Dal 102’ Dzagoev ), #6 Cheryshev 7+ (Dal 67’ Smolov 5); #22 Dzyuba 7 (Dal 78’ Gazinsky 6). A disposizione: #20 Gabulov, #12 Lunev; #14 Granat, #5 Semenov, #18 Zhirkov; #15 Miranchuk, #8 Gazinskiy, #16 A. Miranchuk, #21 Erokhin, #23 Smolnikov; #9 Dzagoev, #10 Smolov. Ct Stanislav Cherchesov 6.5
Croazia (4-2-3-1) #23 Subasic 7; #2 Vrsaljko 6.5 (Dal 97’ Corluka s.v.), #6 Lovren 6, #21 Vida 8, #3 Strinic 6 (Dal 74’ Pivaric 6); #7 Rakitic 7, #10 Modric 7+; #4 Perisic 6+ (Dal 63’ Brozovic 6+), #19 Kramaric 7 (Dal 88’ Kovacic 5), #18 Rebic 6; #17 Mandzukic 6-. A disposizione: #12 Kalinic, #1 Livakovic; #5 Corluka, #13 Jedvaj, #15 Car, #22 Pivaric; #14 Bradaric, #19 Badelj, #11 Brozovic, #8 Kovacic; #20 Pjaca, #9 Kalinic. Ct Zlatko Dalic 6.5