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Milan-Inter: da Vecino allo spettacolo di San Siro, le 5 cose da sottolineare nel derby

La determinazione di Vecino, sempre decisivo nelle gare che contano, l’assenza di Icardi che non ha pesato per niente per le sorti del derby. Sono alcune delle cinque considerazioni emerse da questo spettacolare Milan-Inter che ha messo in evidenza anche lo spettacolo di un San Siro che presto lascerà spazio al nuovo stadio progettato a Milano.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Il 3-2 dell’Inter sul Milan è un vero e proprio capolavoro tattico di Spalletti che in pochissimo tempo è riuscito a interpretare al meglio una partita che alla partita sembrava proibitiva per i nerazzurri dopo il ko in Europa League. Già, perchè non era facile contro un Milan che agguerrito e pronto ad allungare in classifica. Eppure non è andata così, ma andiamo con ordine. Il 4-3-3 di Gattuso era ben studiato con la forza di Bakayoko in mezzo al campo a fare da fulcro e con il duplice compito di far ripartire l’azione dei rossoneri quando questi andavano in possesso palla. Dall’altra parte l’ex tecnico della Roma è stato capace di ridisegnare in campo un’Inter che nonostante avesse in attacco un Lautaro che non fa propriamente il lavoro di Icardi, è stato comunque capace di giocare molto con il centrocampo e soprattutto con gli esterni dando grossa importanza al lavoro di manovra di Perisic da una parte e Politano dall’altra. Ma la vera svolta è stata la posizione di Vecino che ha giocato quasi da trequartista aggiunto dando una mano in attacco, riuscendo a dare pochi riferimenti ai rossoneri. Nel 3-2 finale, è emerso tutto il contrario di tutto quello che era stato portato avanti alla vigilia. E' stato riazzerato tutto. Vediamo dunque i cinque aspetti fondamentali da sottolineare di questo derby.

Tutto il contrario di tutto nel più pazzo derby degli ultimi anni

La vigilia di questo derby è stata caratterizzata da tante verità, presunte o tali, che hanno etichettato sia Milan che Inter, con aggettivi, appellativi e definizioni che sono state prontamente smentite al termine della gara. Già, perchè come capita spesso nelle grandi sfide, ciò che viene sottolineato alla vigilia, solitamente poi viene smentito al triplice fischio. E così è stato anche a San Siro dove, nel 3-2 finale, gli aspetti fondamentali stanno tutti nelle statistiche e nelle considerazioni. Si diceva infatti che il Milan fosse diventato così grande da pensare addirittura al secondo posto del Napoli.

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Si esaltava un portiere come Donnarumma che non prendeva mai gol e si contenstava un difensore come De Vrij che un anno fa segnava come un attaccante e adesso… Ma l'aspetto che ha maggiormente caratterizzato la vigilia di questo è derby, ha riguardato soprattutto l'Inter, che si diceva fosse stanca per aver giocato l'Europa League, mentre, al contrario, il Milan sarebbe stato più concentrato perché la prepara da una settimana. E i singoli protagonisti? Piatek non perdona (mai visto in campo), Spalletti ha perso la bussola (ha stupito tatticamente), Gattuso ha trovato la bussola. Appunto.

Vecino: un abbonamento con i gol pesanti

Se vogliamo davvero trovare una chiave tattica decisiva in questa partita, va ricercata sicuramente nella posizione strategica di Vecino che Spalletti ha fatto giocare quasi da trequartista a inizio partita. L’uruguaiano infatti è stato in grado di compiere quel movimento, detto ‘a pendolo', che solitamente faceva Nainggolan quando era alla Roma con il tecnico toscano in panchina. Una sorta di attaccante aggiunto pronto ad inserirsi in area di rigore sulle sponde degli attaccanti. Detto questo, soffermandoci sul singolo calciatore. Non vogliamo esaltare, nello specifico, soltanto la grande intuizione di Spalletti, quanto piuttosto il grande carattere mostrato dallo stesso Vecino che è stato ancora una volta decisivo nelle gare che contano.

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Ne contiamo tre (a memoria) nella gestione Spalletti: il gol decisivo contro la Lazio lo scorso anno che consentì ai nerazzurri di andare in Champions, la rete contro il Tottenham che fece esplodere San Siro e in ultimo la marcatura che ha aperto il derby dopo pochi minuti. Vecino non sarà il prototipo del giocatore tecnico, non è certamente un fuoriclasse e forse nemmeno un campione, però ha sottoscritto un abbonamento con i gol pesanti nelle partite che contano. E' il predestinato a mettere il suo nome nel tabellino quanto conta.

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Gattuso e il miracolo Bakayoko-Calhanoglu

“Se giocherà Biglia? Lo vedrete”. Gattuso è stato misterioso alla vigilia del derby dando pochissime indicazioni soprattutto sulla posizione dell’argentino. E infatti Biglia non sarebbe mai stato l’uomo adatto per il modo di giocare che aveva in mente Ringhio per mettere in difficoltà l’Inter. E così il dualismo con Bakayoko si è risolto a favore del francese che ha avuto compiti ben precisi di chiusura degli spazi, anticipo e ripartenza, andando anche in gol con la rete che ha riaperto le speranze rossonere.

I numeri di Bakayoko (Sofascore)
I numeri di Bakayoko (Sofascore)

Partendo dal francese, la considerazione più importante da fare in questo derby, è sicuamente quella che riguarda il modo in cui Gattuso è riuscito a tirare fuori da lui e da Calhanoglu il meglio in vista della partitissima milanese. Le abilità di Rino vanno ricercate soprattutto nella capacità di dare compiti e responsabilità pesanti a due giocatori che sembravano ormai destinati a panchina o partenze altrove già a gennaio. Proprio come accaduto per il turco che pareva essere a un passo dal Lipsia prima della forte opposizione di Gattuso. Il tecnico rossonero gli ha dato compiti importanti per tutto il 2019 dimostrando anche nel derby di affidarsi a lui nel momento più difficile, nel secondo tempo, quando c'era da tirare la carretta. Così come per lo stesso Bakayoko che, oltre al gol, ha ripagato con una prestazione sontuosa che ha confermato a Gattuso le doti di questo calciatore che è riuscito a far inserire al meglio nei meccanisimi di gioco rossoneri.

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Con questo Lautaro c'è davvero bisogno di rimpiangere Icardi?

Non è e non sarà mai come Icardi ma se questo derby deve avere un protagonista, allora non diciamo che è solo merito delle intuizioni di Spalletti, ma forse anche di un Lautaro Martinez chiamato agli straordinari per non far rimpiangere il grande lavoro di raccordo di Maurito.

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Il Toro ha avuto la capacità di buttarsi spesso nelle azioni in verticale dei nerazzurri e nonostante non riuscisse spesso a prendere la palla, ha giocato molto d’astuzia sfruttando la sua capacità di coprire palla per consentire a Perisic e Politano di salire e creare difficoltà ai terzini del Milan. Il gol su rigore è stato poi il giusto premio per la prova di un calciatore che sta dando davvero tutto per dimostrarsi all’altezza di Icardi che ad oggi, con Lautaro in campo, è diventato forse già un ricordo. Lautaro tira pure i rigori meglio di Brozovic. Quindi resta aperta la domanda sul perché quello con l'Eintracht in coppa l'abbia tirato il croato.

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Ma detto questo, il vero quesito è se l'Inter debba davvero affidarsi per il post Icardi (frattura che ormai sembra insanabile) a questo giovane attaccante argentino che sta dimostrando di avere grinta e determinazione da vendere per rubare la scena all'ormai ex capitano. Qualcuno certamente arriverà ma ai nerazzurri va fatta questa domanda: il gruppo sembra essere più compatto senza Maurito? Probabilmente nessuno risponderà, ma come spesso accade, è il campo a parlare e l'unione con cui tutti si sono abbracciati al termine della gara, vale più di mille quesiti.

Vedere San Siro stracolmo è un messaggio ulteriore per il progetto del prossimo stadio

Non poteva che essere la capitale del business italiano come Milano a far registrare il record d'incassi più alto del massimo campionato italiano. La 223ª Stracittadina infatti, ha fatto segnare il tutto esaurito a San Siro, con il più alto incasso nella storia del Milan (superiore ai 5,7 milioni compresi i servizi hospitality), record assoluto anche per la Serie A. Superato il precedente primato realizzato in Inter-Juventus del 28 aprile 2018 come record del campionato italiano, la sfida si piazza al secondo posto dietro i 5,9 milioni di Inter-Barcellona tra i record in Italia.

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Sorrisoni e anche dolore perchè forse sarà difficile accettare l'idea che questo sia stato uno degli ultimi derby a San Siro. Perchè l'idea di abbandonare questo tempio del calcio italiano fa male a tutti, neutrali compresi. L'atmosfera pazzesca che si respirava a San Siro era tangibile, anche seduti sul divano da casa.

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E allora ecco che la considerazione viene spontanea: chiunque stia disegnando il prossimo San Siro si spera abbia potuto sentire le stesse sensazioni, perché andrà replicata anche nel nuovo impianto magari nel replay di un altro derby come questo e chissà, anche in Champions come accaduto nel 2003.

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