Lazio-Inter: 0-3, tabellino e pagelle commentate
L’Inter raggiunge quota sei vittorie di fila in campionato battendo anche la tignosa Lazio di Inzaghi. I nerazzurri chiudono sul 3-0, la risolvono praticamente già nella prima parte di gara e mostrano compattezza, solidità, certo non troppa qualità nel gioco, ma anche un potenziale davvero imponente. Icardi segna e fa doppietta, e ancora male agli avversari; Brozovic legge bene il gioco in regia e punge dalla distanza e Politano, più di Perisic, si ingegna in supporto sulla trequarti.

Dall’altra parte, invece, la Lazio è costretta ancora una volta ad arrendersi contro un grande, già ko contro Napoli, Juventus e Roma, per una prestazione non all’altezza della situazione e delle ambizioni biancoceleste.
Male Milinkovic–Savic, ancora lontano parente da quello ammirato lo scorso anno, e Ciro Immobile, nervoso e incapace di creare vere occasioni dalle parti di Handanovic.
Icardi implacabile, ancora in gol da rapinatore d’area. Acerbi non può nulla
Si allaccia le scarpe, scende in campo, osserva il gioco ed i suoi intessere pericolose trame d’attacco e poi, come se nulla fosse, segna. Ancora una volta. Eh già perché Icardi, specie in questo periodo, pare una tassa che, chiunque, è costretto a pagare.
Cinque gol in campionato (che diventeranno sei) sì ma col minimo sforzo: solo sei (sette) conclusioni e la sensazione di stare osservando un talento come pochi nella storia del calcio. Una statistica che racchiude la sostanza stessa del #9 nerazzurro capace, anche contro la Lazio, di timbrare il cartellino, per ben due volte, e far ammattire l’intero pacchetto arretrato biancoceleste.
Tutti, Radu, Luis Felipe e Acerbi si concentrano sul campione argentino ma il guizzo, la zampata vincente, arriva uguale con Icardi bravo a centrare il bersaglio grosso e a mettere a nudo anche la minima indecisione avversaria. Leggendario.
Brozovic in rete, il gol lo scagiona da una prestazione discreta. Cataldi e Badelj Ko
Nella guerra dei registi, dei mediani che servono entrambe le squadre, attacco-difesa, di lotta e di governo, Brozovic vince il suo duello individuale, prima col connazionale Badelj, e poi con Cataldi, dimostrando la sua forma e la sua ritrovata fiducia. Eppure, la sua non è una prestazione da top, specie nella seconda parte del primo tempo.

Malgrado un buon avvio, infatti, il croato si fa ammonire per un fallo su Caicedo, perde un po’ le misure e non rischia con la consueta eleganza la verticalizzazione. Al minuto 41’ però, il #77 nerazzurro sugli sviluppi di un corner, prende palla sulla trequarti e, con un sinistro (non certo il suo piede) ben piazzato e viscido, su un terreno di gioco complicato per via della pioggia battente, fulmina l’incolpevole Strakosha. Una rete che paga la cauzione per il suo momentaneo smarrimento per una gara, nella seconda parte, buona e pure funzionale al successo dei suoi.

Politano sgusciante, Radu in difficoltà sull’interista
L’Inter è brava in mezzo al campo ma anche sulle corsie laterali. Anche se alla vigilia lo schieramento laziale, il 3-1-4-2, faceva pensare ad un dominio biancoceleste sulle fasce, con Lulic e Marusic a percorrere chilometri dietro le spalle di Perisic e Politano, i nerazzurri, aiutati dai propri terzini, coprono bene e attaccano. E lo fanno con estrema continuità anche se, specie nella prima parte del match, in maniera non proprio omogenea: si spinge di più sulla sinistra, dalle parti del numero #44.

Politano però, non si scompone ed anzi, un po’ come Re Mida, trasforma in oro ogni pallone ricevuto puntando sempre il diretto avversario, premiando le sporadiche sovrapposizioni di Vrsaljko e delineando i contorni di una sfida davvero chirurgica in sede di costruzione del gioco. Radu, ed in minor misura Lulic, faticano a contenerlo.

Milinkovic-Savic discontinuo, Joao Mario incoraggiante
La Lazio, ormai da un po’ di tempo, non riesce più a fare completo affidamento su due, tre elementi che erano stati vitali nell’ultima annata. Quella, per intenderci, conclusa ad un passo dalla Champions dopo il ko nello spareggio di maggio proprio contro l’Inter. Luis Alberto parte dalla panchina e non entrerà mai nella contesa ma anche Milinkovic–Savic, uno di quelli coinvolti nel nostro discorso, pur impiegato dall’inizio, latita e non fa sentire con la costanza che tutti si aspettano il suo peso, offensivo e non. Troppo discontinuo, poco efficace, nervoso e, talvolta, pure lezioso.
Tutt’altra storia invece per il lusitano Joao Mario che oggi, in contumacia Nainggolan, trova una maglia da titolare che mancava addirittura da gennaio. E la ruggine si fa sentire, si intravede, specie in avvio, anche se il lusitano si sblocca via, via, s’impegna e, defilandosi spesso sull’esterno per un 4-3-3 globale, mette insieme una partita davvero credibile, positiva: di sicuro, incoraggiante. Certo, il futuro è ancora incerto ma, dopo la serata dell’Olimpico, meno nebuloso.

Polveri bagnate per Immobile, Skriniar lo controlla bene
Ha segnato negli ultimi due anni in campionato tanto quanto Cristiano Ronaldo, ben 57 gol, ed appena una marcatura in più rispetto a Icardi. E, pure, si presentava allo scontro di vertice con la ‘palma’ di pericolo pubblico numero uno per l’Inter, da capocannoniere dell’ultima annata. E così Spalletti ritiene opportuno costruirgli una sorta di gabbia addosso con Skriniar, quasi a uomo su di lui, a ringhiargli dietro per tutta la partita. E l’effetto dello slovacco sul #17 biancoceleste è un po’ quello della kryptonite per Superman con SuperCiro incapace, malgrado l’impegno, la rabbia, i continui scatti e la voglia, di dare sostanza a tutto lo sforza atletico prodotto.

Tabellino e voti:
Lazio (3-1-4-2) #1 Strakosha 6; #3 Luis Felipe 6, #33 Acerbi 5.5, #26 Radu 5 (Dal 78’ Bastos s.v.); #25 Badelj s.v. (Dal 34’ Cataldi 6+); #77 Marusic 6, #16 Parolo 5.5, #21 Milinkovic-Savic 5.5, #19 Lulic 5.5; #17 Immobile 5.5, #20 Caicedo 6+ (Dal 69’ Correa 6.5). A disposizione: #24 Proto, #23 Guerrieri; #4 Patric, #13 Wallace, #22 Caceres, #15 Bastos, #5 Lukaku; #32 Cataldi, #96 Murgia, #7 Berisha, #11 Correa; #10 Luis Alberto. Allenatore Simone Inzaghi 5.5
Inter (4-2-3-1) #1 Handanovic 6+; #2 Vrsaljko 6+, #23 Miranda 6, #37 Skriniar 6.5, #18 Asamoah 6; #77 Brozovic 7, #8 Vecino 6.5 (Dal 88′ Gagliardini s.v.); #16 Politano 6.5 (Dal 88′ Keita Baldé s.v.), #15 Joao Mario 6+ (Dal 57’ Borja Valero 6), #44 Perisic 6.5; #9 Icardi 8. A disposizione: #27 Padelli; #13 Ranocchia, #29 Dalbert, #6 de Vrij, #33 D’Ambrosio; #5 Gagliardini, #20 Borja Valero, #87 Candreva; #10 Martinez, #11 Keita Baldé. Allenatore Luciano Spalletti 7