La giovane Italia di Roberto Mancini: tredici under 24 tra i convocati azzurri
Questa sera l’Italia di Roberto Mancini affronterà il Portogallo nell’ultimo match del girone della Nations League e con una vittoria potrebbe ancora sperare di accedere addirittura alla Final Four per la conquista del trofeo. Dopo un inizio non proprio esaltante, il ct azzurro sembra aver trovato finalmente la quadratura del cerchio e, nelle ultime partite con Ucraina e Polonia, mostrando anche netti miglioramenti dal punto di vista del gioco e non solo dei risultati.
A Roberto Mancini, dopo la disastrosa gestione di Ventura (e la breve parentesi di Di Biagio) si chiedeva di rifondare completamente una nazionale che con la non qualificazione al mondiale russo aveva raggiunto il punto più basso della propria storia. E così, ad un anno esatto dalla disfatta contro la Svezia, il tecnico jesino sembra aver trovato la giusta formula per ripartire, ossia ripartire dai giovani.
Poker di trentenni
Già nelle precedenti convocazioni l’ex allenatore dell’Inter, aveva fatto capire di voler puntare sui giovani, rendendo anche futuribile il suo progetto che non può però prescindere dal dare risultati già nell’immediato. E per la fondamentale sfida al Portogallo di San Siro Roberto Mancini non ha voluto tradire quel progetto convocando solo tre ultratrentenni (diventati quattro poi con la chiamata in extremis del laziale Francesco Acerbi per sostituire l’infortunato Romagnoli): il portiere del Torino Salvatore Sirigu e la coppia di centrali della Juventus formata da Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini. Con quest’ultimo che contro i lusitani raggiungerà quota 100 presenze in azzurro.
I 13 giovani di Mancini: 5 ancora convocabili in Under 21
Ci sono poi alcuni calciatori nel pieno della maturità calcistica come i classe ‘91 Alessandro Florenzi e Lorenzo Insigne, il 28enne Ciro Immobile o il 29enne Leonardo Pavoletti, ma la maggior parte del gruppo è composto da calciatori under 24, cioè quelli che ancora non hanno completato del tutto il percorso di crescita calcistica. Tra i convocati iniziali del ct azzurro erano ben 13 i giocatori nati dopo il 1° gennaio del 1994 (diventati poi 11 con i forfait forzati di Federico Bernadeschi e Alessio Romagnoli), di cui ben 5 ancora eleggibili per l’Under 21: il portiere del Milan Gianluigi Donnarumma, i centrocampisti Lorenzo Pellegrini e Nicolò Barella, che insieme a Federico Chiesa figurano ormai in pianta stabile tra i grandi, a cui in questa occasione ha aggiunto il millenial del Brescia Sandro Tonali (l’ultima volta invece c’era il classe ‘99 Nicolò Zaniolo).
A volte ritornano: gli ex Under 21
Nutrita quindi anche la schiera dei classe ‘94 e ‘95, quelli cioè reduci dal precedente biennio dell’Under 21 che, a parte gli infortunati Bernardeschi e Romagnoli, vede la presenza del portiere del Cagliari Alessio Cragno, del centrale della Juventus Daniele Rugani, del terzino italo-brasiliano del Chelsea Emerson Palmieri, del reintegrato Roberto Gagliardini, della new entry Stefano Sensi e del suo compagno di squadra al Sassuolo Domenico Berardi.
I 7 troppo giovani per essere esperti
Appare dunque immediatamente evidente come Roberto Mancini voglia proseguire sulla strada della “giovane Italia” il suo corso da commissario tecnico, a riprova di ciò anche il folto gruppo dei classe ‘93 e 92’(quelli che calcisticamente sono troppo giovani per essere definiti esperti, e troppo vecchi per essere considerati giovani). Sono infatti 25 gli anni già compiuti sia dall’altra newentry, l’italo-tedesco dell’Hoffenheim Vincenzo Grifo, che dall’interista Matteo Politano, mentre sono 26 quelli di Cristiano Biraghi, Mattia De Sciglio, Jorginho, Marco Verratti e Kevin Lasagna.