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La chiamata alle armi del popolo ultrà: “Facciamo chiudere tutti gli stadi d’Italia”

La decisione della Giustizia Federale di chiudere San Siro per i cori ‘discriminatori’ della Sud rossonera ha scatenato la rabbia delle Curve di tutta Italia. Che promettono battaglia.
A cura di Alessio Pediglieri
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curva sud milan

La decisione del Giudice Sportivo di chiudere San Siro per Milan-Udinese dopo aver letto sul rapporto degli addetti federali di nuovi cori ‘discriminatori' da parte dei tifosi rossoneri verso i napoletani è stata il classico sasso lanciato nello stagno. L'opinione pubblica ha applaudito alla ‘tolleranza zero', parte della stampa si è schierata a favore e parte contro tale decisione. Le società, in toto, si sono opposte e il Milan – toccato sul più vivo – ha emesso anche ricorso dopo le parole dure del suo amministratore delegato Adriano Galliani. Infine  i tifosi, il vero e unico fulcro di tutta questa vicenda. Loro che hanno innescato la bomba, hanno acceso la miccia e che adesso minacciano di soffiarci sopra a pieni polmoni. Senza aver paura di nulla e di nessuno. Tanto meno delle istituzioni e delle leggi.
Così, è iniziato un vero e proprio arruolamento, una chiamata alle armi dei ragazzi di tutte le Curve d'Italia. Da veri e propri "ultrà".

L'applicazione delle direttive UEFA – A poco più di due mesi dall'inizio del campionato, il vaso è già colmo. Dopo 7 giornate di campionato sono 4 le sanzioni messe in atto dalla Giustizia Federale verso il razzismo e la discriminazione da stadio. Niente di nuovo, già si sapeva da quest'estate quando la FIGC aveva sposato le direttive provenienti dall'UEFA sull'inasprimento della tolleranza verso i soliti idioti della domenica. Da qui la chiusura della Curva della Lazio (per insulti in Supercoppa contro la Juventus), quella della Roma (per i ‘buuu' a Balotelli la scorsa stagione), quindi la Curva Nord nerazzurra (altri cori offensivi verso giocatori bianconeri), poi la Curva Sud rossonera (canti anti-napoletani). Adesso – come da nuovo regolamento – la tifoseria del Milan, recidiva sui cori contro Napoli, ha condotto il Giudice Sportivo ad applicare il regolamento: chiusura non di una parte ma dell'intero stadio. Da qui – e ancor prima con la manifestazione fuori da San Siro prima di Milan-Napoli sfociata in una violenza verbale inaudita, fatta di volantini, canti e striscioni volti alla diretta provocazione – l'escalation della lotta dura degli ultrà.

Il tam-tam della solidarietà ultrà – Il comunicato della Nord milanista aveva preceduto il raduno alle porte di San Siro. Parole scritte al limite della minaccia, che rivendicavano la propria natura "ultrà", quella di poter dire e fare all'interno di uno stadio (quasi) tutto ciò che si vuole giustificandolo come ‘goliardico', ‘ironico'  al massimo ‘maleducato'. Ma soprattutto rivendicando la propria intolleranza e lotta a istituzioni che pensino di poter incanalare su binari di una normativa di buon senso ciò che si possa o non si possa fare/dire durante una partita. Da qui, le promesse dello scontro diretto prontamente giunto alla prima occasione, con nuovi cori. E la squalifica di San Siro. Altro comunicato della Sud e un ulteriore balzo in avanti: appello alle altre Curve d'Italia per combattere regole ritenute ingiuste e penalizzanti della libertà di pensiero e parola. Così a Napoli gli stessi ultrà partenopei dichiaravano la propria solidarietà ai colleghi rossoneri con l'oramai famoso striscione auto-insultante "Napoli Colera". La parola d'ordine, il segnale che ha confermato totale solidarietà tra le tifoserie contro il ‘nemico' comune: la legge.

L'arruolamento alle armi – Così, mentre le società si radunavano per gridare la loro rabbia e la Lega Calcio presentava formale protesta verso una normativa "sbagliata", altri comunicati sono stati dati alla luce. Come quello della Curva Nord di Milano, sede del popolo nerazzurro, che ha diramato il proprio pensiero con un vero e proprio "manifesto" di battaglia. Perchè nello spirito ultrà prima e dopo ogni ragionamento, ci dev'essere sempre spazio per la "lotta dura". L'arruolamento è iniziato:

"ci riserviamo di proporre iniziative POPOLARI coordinate con altri tifosi, Ultras, con gli stessi tifosi dell’altra squadra della nostra città, con i nostri gemellati, con i nostri rivali storici e con chiunque comprenda lo sbalorditivo tentativo di imporre alle nostre menti un perbenismo alieno frutto dei pazzi psicotici che comandano il nostro calcio, il nostro Paese…"

si legge nel comunicato nerazzurro. Al quale seguiranno certamente adesioni da tutt'Italia. Di tempo ce n'è: la pausa per le Nazionali permetterà certamente alle diverse tifoserie di mettere in atto il piano di battaglia:

3) SIAMO PRONTI E AUSPICHIAMO CHE TUTTE LE CURVE FACCIANO CORI DISCRIMINANTI PER ARRIVARE AD UNA DOMENICA DI TOTALE CHIUSURA DEGLI STADI!!!Difficile la contemporaneità, probabilmente meno difficile coordinarsi…Più facile ancora FARLO piuttosto che dirlo o scriverlo!!!

Intanto, la cronaca racconta che la Digos è pronta ad arrestare i tifosi con indagini fatte in mezza Italia (a Bologna, a Verona a Venezia) e che a Benevento il presidente del club non ha ceduto alle pressioni dei tifosi che volevano il licenziamento di Evacuo reo di aver salutato a fine derby la tifoseria della squadra avversaria dove aveva militato solo l'anno prima.
Ma queste sono altre storie, figlie di un Dio minore. Perchè se non si parla di Milan o di altri top-club è lecito che tutto passi in secondo piano.

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