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Curve chiuse per cori razzisti: in A già 4 casi in questa stagione

In Europa squalificato lo stadio Olimpico dall’Uefa per le intemperanze dei tifosi della Lazio.
A cura di Maurizio De Santis
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Il consiglio federale del 4 giugno ha recepito le direttive Uefa e, con il nuovo testo dell'articolo 11 della Normativa contro il Razzismo e la modifica dell'articolo 18 del Codice di Giustizia Sportiva, ha indirizzato la linea severità per le sanzioni da comminare a tesserati, dirigenti e club colpevoli di comportamenti discriminatori. Precisando che le stesse società, per responsabilità oggettiva, dovranno rispondere anche del comportamento dei loro tifosi. In Italia è già accaduto anche di recente:
Roma-Verona, 2a giornata in A (Curva Sud dell'Olimpico chiusa per i cori contro Balotelli nella penultima giornata del campionato scorso); Lazio-Udinese, 1a giornata (Curva Nord della Lazio chiusa per una giornata dopo i ‘buu' razzisti in Supercoppa contro alcuni giocatori della Juventus); Inter-Fiorentina, 5a giornata (Curva Nord di San Siro chiusa per i ‘buu' razzisti rivolti a Pogba ed Asamoah durante Inter-Juventus); Milan-Sampdoria, 6a giornata (Curva Sud di San Siro chiusa per cori razzisti in occasione della sfida col Napoli); Lazio-Apollon (Olimpico chiuso per la prossima gara di Europa League contro i ciprioti dell'Apollon Limassol del 7 novembre per i cori razzisti durante Lazio-Legia Varsavia).

La normativa dell'Uefa (l’articolo 14 del Codice di disciplina): "Qualsiasi persona (…) che insulta la dignità umana di una persona o di un gruppo di persone in qualsiasi modo, anche per motivi di colore della pelle, razza, religione, origine etnica, va incontro ad una sospensione della durata di almeno dieci partite o per un determinato periodo di tempo, o a qualsiasi altra sanzione adeguata".

La normativa italiana (articolo 11, al comma 1, del Codice di Giustizia sportiva): "Costituisce comportamento discriminatorio, sanzionabile quale illecito disciplinare, ogni condotta che, direttamente o indirettamente, comporti offesa, denigrazione o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine territoriale o etnica, ovvero configuri propaganda ideologica vietata dalla legge o comunque inneggiante a comportamenti discriminatori".

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