Jorginho mette a nudo Ventura. E “che c’azzecca” Gabbiadini là in mezzo?
L’Italia fa la storia e bissa, dopo 59 anni, la mancata qualificazione ad un mondiale di calcio. Milano non fa il miracolo e l’effetto San Siro non impedisce a Ventura di compiere il suo capolavoro: essere il regista della notte più buia del calcio italiano. Il cuore non è bastato, Svezia in Russia e noi spettatori della rassegna iridata. Qui, nel giorno più triste del nostro movimento, top e flop della gara con la Svezia.
I Top di Italia-Svezia
Verratti chi? Jorginho è il regista che ci voleva
Se non ci avessero detto che quel numero #7 in mezzo al campo fosse al suo esordio in nazionale, nessuno se ne sarebbe accorto. In primis, canta l’inno con una voglia ed una passione da italiano doc, nato e cresciuto nel nostro paese. E poi, come da caratteristiche, come da copione, di consueto col suo Napoli, s’impossessa del centrocampo e gestisce sapientemente le operazioni dei suoi. Due palloni sbagliati ma anche due azzeccati. Inutile dire che questi ultimi, quelli indovinati, liberano per due volte consecutive Immobile che, una volta troppo defilato ed una volta per la paratona di Olsen, non trova il gol del vantaggio. Illumina il gioco, cancella Verratti, si mette sempre in visione, aiuta i compagni e dimostra al testone Ventura come sia diventato, in pochi anni, fra i migliori playmaker del mondo con il Brasile che, ora, lo guarderà in azzurro ma non ai mondiali.
Candreva moto perpetuo, si gioca sempre a destra
L’Italia è offensivamente sbilanciata. E sì perché nelle sue sortite d'attacco, la corsia preferenziale per sviluppare il suo gioco è la destra. Candreva assorbe, calamita tutti i palloni del centrocampo con una serie incursioni di grande spessore ed una conclusione, nel primo tempo, ad un passo dal bersaglio grosso. A differenza di venerdì, nel suo stadio di casa, il numero #6 azzurro gioca al meglio delle sue possibilità e si iscrive nel novero dei migliori della contesa pur non trovando lo spunto decisivo. Stoico.
El Shaarawy ci prova, suo il brivido finale
Entrato al 63’ per cercare di dare un po’ di brio all’attacco, l’esterno offensivo della Roma scompagina gli equilibri e cerca di creare quella superiorità numerica necessaria per trovare il gol. El Shaarawy prova sempre la giocata, dribbla spesso il suo diretto avversario e trova pure una conclusione all’86’ ben respinta però dall’ottimo Olsen. E proprio su questo tiro al volo dell’italiano le speranze azzurre si spengono definitivamente.
I Flop del Meazza
Darmian uomo in meno, l’out mancino non funziona
Fra i migliori nella gara d’andata, Darmian effettua una pericolosa inversione a U subendo una incredibile involuzione nella serata di Milano. Spesso libero di sfruttare l’ampiezza garantita dal 3-5-2, l’esterno mancino ma di piede destro sbaglia una quantità incredibile di traversoni sciupando tante, tantissime potenziali occasioni da rete. Timoroso anche in fase di possesso, diventa col passare del tempo assolutamente controproducente per i suoi con le azioni sulla sua fascia di competenza che si chiudono, puntualmente, con dei lanci nella gremita curva di San Siro. Cataclisma.
Immobile, manca sul più bello
Le speranze azzurre erano di sicuro affidate fra i sapienti, e pure prolifici piedi del bomber della Lazio. E invece, per ben due volte nella prima frazione di gioco, l'azzurro fallisce l'appuntamento con la storia sciupando due occasioni d'oro dinanzi a Olsen. Una duplice conclusione che è un po' la summa, la sintesi della sua partita con degli errori sotto porta tutt'altro che usuali per lui con 19 reti all'attivo in stagione. Nel secondo tempo, come tutti, si batte, prova a incidere ma non riesce a superare il muro svedese che respinge ogni suo, a questo punto sterile, tentativo. Delusione.
Parolo combatte ma sbaglia troppo in fase di appoggio
Corre, si batte, lotta su ogni pallone, si inserisce senza palla, crea pericoli alla retroguardia svedese, eppure non riesce a incidere. Per la troppa corsa ed il dinamismo gettato sul rettangolo verde, perde lucidità e sbaglia più di qualche appoggio vanificando il difficoltoso giro palla degli azzurri. La sua generosità è invidiabile ma le sue imprecisioni in fase di costruzione, in una gara che ti obbliga a macinare gioco e a segnare, diventano, nella bilancia fra pro e contro, determinante per definire la sua bocciatura, seppure non senza appello.
Gabbiadini lì in mezzo proprio non ci sta
Chiamatelo spirito di sacrificio, di servizio, attaccamento alla maglia o professionalità. Chiamatelo errore, l'ennesimo, della apocalittica gestione Ventura: Gabbiadini seconda punta alle spalle di Immobile. Per dire, la confusione era ed è totale, completa, indiscutibile. Tutto il contrario di tutto, con l'ex tecnico del Bari voglioso di sfruttare il poderoso tiro dell'ex Napoli che, pur di dare il suo contributo, non si sottrae, anzi. Il calciatore del Southampton ce la mette tutta, s'impegna prova a venire incontro e a dialogare con il centrocampo, apre più e più volte sulle corsie esterne ma non trova, eppure era stato inserito per questo, mai la conclusione verso la porta avversaria. Ma ormai si sa, si naviga a vista e l'improvvisazione, un po' da jazzista consumato, diventa il mantra della gara con Gabbiadini che via via esaurisce le energie spese per lottare lì in mezzo al campo e provare qualche spunto utile guadagnandosi, a scoppio ritardato, poi la dolente e ribelle panchina azzurra.
Lahoz salomonico: 2-2 nel computo dei penalty (non concessi)
Se Cakir aveva permesso agli svedesi di fare qualsiasi cosa, lo spagnolo Lahoz riesce a fare ancora meglio non concedendo ben 4 penalty nel match. Dapprima, all’8 non fischia un intervento in area svedese su Parolo, la gamba scandinava di Granqvist sdraia nettamente l’azzurro. Poi, pochi minuti dopo, non fischia il rigore agli svedesi su fallo di mano di Barzagli che muove col braccio destro la sfera togliendola dalla disponibilità degli avversari. Fallo di mano che si ripete anche a fine primo tempo con lo stesso numero #15 azzurro che intercetta un pallone interno di Forsberg. Infine, a inizio ripresa, lo spagnolo converte il fallo su Darmian che riceve una ginocchiata in pieno petto da Lustig, inventando un mani del Red Devil. Insomma, malgrado le buone referenze di Mourinho, il direttore di gara è stato un autentico disastro.
Cambi tardivi, Ventura inadatto. De Rossi non ci sta
Nel secondo tempo, con gli azzurri nel pieno del forcing finale ma chiaramente bisognosi di qualche risorsa dalla panchina, Ventura tergiversa, pensa, manda a scaldare chiunque fino allo scatto rabbioso di De Rossi che, testuale, dice: “Che c…, entro a fare. Dobbiamo pareggiare, metti gli attaccanti”. Una sfuriata che dà il senso dell’assenza della tenuta dello spogliatoio da parte dell’ex tecnico del Torino che, poi, si ridesta e ordina i cambi di Belotti per Gabbiadini e El Shaarawy per Darmian. Completa il capolavoro poi, non inserendo nessuno fino al 76’ quando Ventura fa entrare Bernardeschi per Candreva lasciando in panchina Insigne, il calciatore più talentuoso della squadra. Chapeau.
Tabellino e voti:
Italia (3-5-2) Buffon 6; Barzagli 6, Bonucci 6, Chiellini 6; Candreva 6.5 (Dal 76 Bernardeschi 5), Parolo 5.5, Jorginho 7, Florenzi 6.5, Darmian 5 (Dal 63’ El Shaarawy 5); Gabbiadini 5.5 (Dal 63’ Belotti 5), Immobile 5.5. A disposizione: Donnarumma, Perin; Rugani, Astori, Zappacosta; Gagliardini, De Rossi; Bernardeschi, Insigne, Belotti, Eder, El Shaarawy. Allenatore Giampiero Ventura 4
Svezia (4-4-2): Olsen 6.5; Lustig 6, Lindelof 6, Granqvist 6, Augustinsson 5.5; Claesson 6, Larsson 6, Johansson s.v. (Dal 19’ Svensson 6), Forsberg 6.5; Berg 5.5, Toivonen 5 (Dal 54’ Thelin 5). A disposizione: Johnssom, Nordfelt; Helander, Jansson, Olsson, Krafth; Durmaz, Sema, Rohden Snevsson; Thelin, Guidetti. Allenatore Janne Andersson 6.5
Arbitra lo spagnolo Lahoz
Il direttore di gara della sfida di ritorno del Playoff Mondiale fra Italia e Svezia sarà lo spagnolo Antonio Mateu Lahoz, gli assistenti arbitrali Pau Cebrián Devís e Roberto del Palomar, il Quarto uomo Jesús Gil Manzano. Il fischietto valenciano, 52 gare Uefa, ha arbitrato l’Italia solo una volta (3-0 all’Irlanda del Nord nelle qualificazioni a Euro 2012) mentre non annovera precedenti con la Svezia. Con i club nostrani, invece, Lahoz vanta 4 successi per le italiane, 2 pareggi e 3 sconfitte mentre con i team svedesi solo una vittoria col Malmoe corsaro a Glasgow contro i Rangers nel 2011.
Precedenti, in Italia gli azzurri non perdono dall’83
Ventura e l’Italia, già nell’immediato post-partita di Solna, hanno chiamato in causa Milano ed il Belpaese per la rimonta. Una rievocazione giusta con diversi precedenti contro la Svezia sul suolo nazionale a favore degli azzurri. E sì perché i nostri alfieri hanno disputato dieci gare interne contro gli scandinavi dal 1924 a oggi, con un bilancio favorevole fatto di 7 vittorie, 2 pareggi e una sola sconfitta, per 3-0, nel 1983 a Napoli. L'Italia, in più, è reduce da un filotto di quattro successi consecutivi nelle ultime quattro sfide casalinghe giocate contro la Svezia con l’ultimo scontro fra le due nazionali risalente al 2009, quando, a Cesena, l’Italia di Lippi si impose per 1-0 con gol di Giorgio Chiellini. Propizi pure i precedenti a Milano, con 1 vittoria e 3 pareggi (risultato inutile stasera) in quattro gare.
Le gare in Italia
16/11/1924: Italia-Svezia 2-2 a Milano (amichevole); 11/11/1951: Italia-Svezia 1-1 a Firenze (amichevole); 09/10/1971: Italia-Svezia 3-0 a Milano (qualificazioni Campionati Europei); 29/09/1973: Italia-Svezia 2-0 a Milano (amichevole); 26/09/1979: Italia-Svezia 1-0 – Firenze (amichevole); 15/10/1983: Italia-Svezia 0-3 a Napoli (qualificazioni Campionati Europei); 26/09/1984: Italia-Svezia 1-0 a Milano (amichevole); 14/11/1987: Italia-Svezia 2-1 a Napoli (qualificazioni Campionati Europei); 23/02/2000: Italia-Svezia 1-0 a Palermo (amichevole); 18/11/2009: Italia-Svezia 1-0 a Cesena (amichevole)