James, Icardi, Lozano, Pépé: la crescita sostenibile del Napoli che sogna in grande
Il Napoli può e vuole spendere. De Laurentiis però vuole farlo con saggezza, col pensiero rivolto al medio-lungo periodo. La società, che l'anno scorso ha incassato oltre 80 milioni di plusvalenze frutto soprattutto delle cessioni di Jorginho (57 milioni) e Hamsik (20 milioni, tutta plusvalenza), dovrebbe chiudere il bilancio 2019 con una trentina di milioni di attivo finale, nonostante l'aumento del costo complessivo del personale per effetto del passaggio da Sarri ad Ancelotti. Tuttavia, gli ingaggi non superano il 70% dei ricavi, soglia richiesta dai parametri del fair play finanziario anche se non vincolante per evitare sanzioni. Per questo, può sostenere una campagna acquisti ambiziosa che può portare a James Rodriguez e uno o più probabilmente due tra Hirving Lozano, Nicolas Pepé e Mauro Icardi. Senza rovinare troppo i conti e senza incorrere in violazioni del fair play finanziario.
Il costo della rosa
L'anno scorso gli ingaggi complessivi dei soli giocatori pesavano per 92 milioni più bonus. A questi vanno tolti i 3,4 risparmiati per la cessione di Inglese e Diawara e i 4,4 per Albiol. Ma vanno aggiunti aggiunti i 6,5 dell'ingaggio di Manolas, i 2,2 versati a Di Lorenzo e gli effetti del ritorno dal prestito di Tonelli (2 milioni). Se a queste cifre si aggiungono i bonus, il tetto dei 100 milioni è ampiamente superato.
Gli azzurri, quinti in Serie A l'anno scorso per costo della rosa dietro Juve, Milan, Inter e Roma, possono spingersi “fino a un passivo di 70 milioni nel 2019-20 senza sforare il break-even triennale della UEFA” sottolinea Marco De Santis su Ultimo Uomo. La forza finanziaria della società è emersa l'anno scorso, quando il Napoli ha versato 30 milioni in contanti per acquistare Fabian Ruiz. Una scelta dal profilo eccezionale nel contesto attuale, dominato dai pagamenti rateizzati a cui anche De Laurentiis ha fatto frequente ricorso, tanto è vero che finirà di pagare Simone Verdi ad aprile del 2022, Inglese e Mario Rui nel 2021, Tonelli e Diawara nel 2020, anche se a fronte di cessioni già avvenute. Al 30 giugno 2018, il Napoli doveva versare 92 milioni e riceverne 33 per operazioni rateizzate comunque coperte dal tesoretto di attivo maturato negli anni. Proprio l'aumento del fatturato può spiegare, come sintetizza lo schema elaborato da Luca Marotta sul suo documentato e articolato blog, come l'innalzamento del costo della rosa non sia un elemento critico.
La trattativa per James
Il Napoli ha sempre puntato a realizzare attivi importanti in anni in cui le plusvalenze raggiungono livelli particolarmente elevati, per bilanciare i cali di entrate nelle stagioni con risultati meno brillanti in Europa senza dover cedere pezzi pregiati della rosa. Il club dovrebbe chiudere il bilancio con quasi trenta milioni di attivo, senza nessun timore per i vincoli del fair play finanziario. Anche dopo i 6 milioni di passivo del 2017, infatti, il Napoli avrebbe potuto chiudere due esercizi con un rosso di 50 milioni senza incorrere in sanzioni.
De Laurentiis è dunque in posizione di forza, da cui sta cercando di ottenere le migliori condizioni possibili nell'ambito della trattativa per James Rodriguez. Il Real Madrid quota il giocatore 42 milioni. Il Napoli cerca uno sconto o, ancor meglio, un prestito con diritto di riscatto con almeno due effetti positivi: si dà un anno in più per aumentare le entrate al fine di riscattarlo e magari intanto investe su un giovane di prospettiva per il futuro. Non solo. La formula consente di cambiare l'articolazione degli ammortamenti con cui le società spalmano il valore del cartellino per tutta la durata del contratto. Il Napoli non suddivide in parti uguali, ma attua la politica degli ammortamenti decrescenti: si scarica in bilancio il 60-70% nei primi due anni in caso di contratti lunghi.
Per cui, comprando il giocatore per 42 milioni con un contratto quadriennale, l'ammortamento di James peserebbe nel bilancio per 16,8 milioni il primo anno e 12,60 il secondo più l'ingaggio lordo. Nel caso di un prestito, ipotizzando una formula onerosa (10 milioni subito e riscatto a 32) il Napoli metterebbe a bilancio 10 milioni quest'anno e 16 o 12 la prossima stagione a seconda della durata del contratto dopo il riscatto. Più naturalmente l'ingaggio. Oggi il colombiano guadagna 6,5 milioni netti, che per il Napoli vorrebbe dire dieci lordi nella stagione che sta per iniziare e 8 dalla successiva alla luce della formulazione definitiva degli sgravi fiscali inseriti nel Decreto Crescita. Per gli sportivi stranieri, infatti, la tassazione Irpef si applica sul 50% del reddito complessivo ma l'agevolazione, pur valida anche per i contratti stipulati da luglio 2019, partirà solo da gennaio 2020.
Che succede se arriva Icardi
Non è tramontata l'ipotesi Icardi, per quanto il giocatore non sembra voglia lasciare l'Inter nonostante Marotta e Conte abbiano fatto capire molto chiaramente come l'attaccante sia fuori dal progetto. Il Napoli avrebbe presentato un'offerta da 60 milioni e offerto un maxi-ingaggio da 8 milioni netti a stagione. Se accettata in questi termini, tra ingaggio lordo e ammortamento l'anno prossimo Icardi peserebbe per almeno 25 milioni sulle casse della società. Un impatto comunque sostenibile con almeno una cessione, anche senza vendere un big, rientrando comunque pienamente nei limiti dei vincoli europei.
Lozano e Pépé obiettivi concreti
De Laurentiis si è dato come obiettivo di non scendere mai sotto i 15 milioni di perdite annue nella sua gestione. L'arrivo di James, mantenendo intatte le stime dei ricavi della scorsa stagione, sarebbe più che coperto dalle cessioni già effettuate: Albiol al Villarreal per 4 milioni, Diawara (alla Roma nello scambio con Manolas), Inglese al Parma per 22 milioni, Rog al Cagliari per 18, Vinicius al Benfica per 17. Un'operazione strategica, questa, perché l'attaccante brasiliano è rappresentato dal potentissimo Jorge Mendes, agente anche di James.
Completare una seconda operazione in entrata non creerebbe problemi di sostenibilità economica nemmeno per la Uefa. Resta aperta la pista che porta a Lozano del PSV. Il Napoli avrebbe proposto 40 milioni al messicano che può giocare sulle due fasce nel 4-3-3 o in un 4-2-3-1, con un ingaggio superiore ai 2,5 milioni netti. Se queste dovessero essere le cifre, il primo anno ci sarebbe un aggravio sui conti nell'ordine dei 14 milioni in caso di quadriennale, 24 in caso di triennale, tra ammortamento e ingaggio lordo. Sullo sfondo rimangono anche la strada che porta a Nicolas Pépé, bomber del Lille, e Mauro Icardi.
Operazioni che la società potrebbe sostenere anche con la cessione di Hysaj che interessa alla Roma e potrebbe garantire una plusvalenza da 20 milioni, e Verdi, che sembrerebbe vicino al Torino per non meno di venti milioni, con plusvalenza da almeno 10. Per arrivare all'ivoriano c'è anche l'opzione di un'offerta da 60 milioni più il cartellino di Ounas.
Anche giocatori come Allan, su cui da tempo c'è l'interesse del PSG, Rog o Ghoulam consentirebbero di mantenere un'elevata quota di ricavi da calciomercato anche senza arrivare a cedere i big della rosa attuale, come Insigne o Koulibaly, e rendere comunque sostenibile anche l'eventuale doppio colpo. Il Napoli potrebbe così compiere l'ulteriore, forse definitivo, salto di qualità per competere con le grandi.