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Giappone, suicidio Mondiale: perché non è colpa della maledizione (se non hai Holly e Benji)

A differenza di quanto accaduto nel match perso contro la Polonia con la clamorosa melina finale per centrare la qualificazione, il Giappone contro il Belgio si è reso protagonista di un vero e proprio suicidio sportivo sbilanciandosi in avanti nel finale e incassando invece all’ultimo respiro la rete di Chadli.
A cura di Marco Beltrami
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Difficile rimanere impassibili di fronte alle lacrime dei giocatori del Giappone. Una delusione cocente quella della formazione di Nishino che dopo aver assaporato l'impresa in vantaggio di due reti sul Belgio nel confronto degli ottavi di finale dei Mondiali, hanno incassato un'incredibile rimonta culminato nella rete del 2-3 subita proprio all'ultimo respiro. Un vero e proprio "harakiri" per i Blue Samurai che se nel match contro la Polonia si erano resi protagonisti di una brutta "melina" per perdere tempo e difendere una sconfitta di misura influente ai fini della qualificazione ottenuta grazie al Fair Play, contro il Belgio anche sul 2-0 hanno continuato a "giocare" senza barricarsi dietro.

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Giappone, dalla melina nel finale con la Polonia al suicidio con il Belgio

In Senegal probabilmente qualcuno avrà sorriso per l'esito della partita tra Giappone e Belgio. I calciatori africani infatti non hanno digerito l'atteggiamento dei Blue Samurai nell'ultima gara della fase a gironi contro la Polonia. Sotto di un gol, ma in vantaggio per il minor numero di cartellini rispetto ai senegalesi battuti dalla Colombia (la differenza reti tra le due squadre era in perfetta parità), i nipponici hanno fatto melina con gli avversari per far passare il tempo nel finale. Troppo rischioso "giocare" e rischiare magari di incassare un altro gol o altri provvedimenti disciplinari, con buona pace dei fischi del pubblico e delle proteste ufficiali del Senegal alla Fifa per il criterio legato al Fair Play. Una situazione che però la squadra del Sol Levante non ha ripetuto contro il Belgio

Il Giappone fuori dai Mondiali, Harakiri con il Belgio agli ottavi di finale

Sorprendentemente avanti di due gol nella sfida degli ottavi di finale contro il Belgio, a 38′ dal termine il Giappone ha sfoderato un atteggiamento molto diverso rispetto a quello dell'ultima partita della fase a gironi. Altro che melina per i Blue Samurai che hanno provato a sfruttare le loro caratteristiche difendendosi e ripartendo, senza arroccarsi in difesa. Una scelta che però non ha premiato gli uomini di Nishino che dopo aver incassato il 2-2 con la mezza papera di Kawashima sul tiro cross di Vertonghen e il colpo di testa di Fellaini, si sono arresi all'ultimo respiro nel recupero a Chadli.

Il gol vittoria del Belgio contro il Giappone nato da un corner di Honda

La fotografia perfetta dell'harakiri del Giappone contro il Belgio nella sfida valida per gli ottavi di finale dei Mondiali è quella relativa alla dinamica del gol vittoria del Chadli. Tutto nasce da un corner per i nipponici, che invece magari di perdere tempo hanno preferito tentare la via del tris. Honda sul punto di battuta del calcio d'angolo, ha tirato con leggerezza spedendo il pallone tra le braccia di Courtois. Quest'ultimo è stato lestissimo a far ripartire la manovra dei Diavoli rossi che con un'azione perfetta si sono riversati nella metà campo avversaria segnando poi il 3-2 che ha punito una formazione completamente sbilanciata.

Una sconfitta non casuale per il Giappone e Holly e Benji alla fine erano del Belgio

In Giappone in molti hanno fatto riferimento alla maledizione che ogni 8 anni sembra colpire la formazione asiatica ai Mondiali con l'eliminazione rocambolesca agli ottavi. In realtà però la scaramanzia centra poco alla luce di quanto detto, per quello che invece è stato un vero e proprio suicidio sportivo. Certo, grandi meriti anche per il Belgio che ha dimostrato di essere una squadra di grande carattere con giocatori che alla luce delle proprie doti tecniche sono capaci in ogni momento di risolvere le partite. Insomma proprio quegli Holly e Benji a cui hanno fatto riferimento i correttissimi tifosi del Giappone nel tentativo di spronare i propri beniamini all'impresa con una splendida coreografia e che avrebbero fatto proprio comodo a Nishino.

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