Errori su palle inattive, panchina corta: Napoli top in Italia, in Europa non basta
Il Napoli fallisce l’impresa al San Paolo con la qualificazione che ora si fa sempre più difficile. Con la contestuale vittoria dello Shakhtar sul Feyenoord, infatti, due vittorie contro olandesi a Rotterdam e ucraini in casa potrebbero non bastare. Eppure, la sfida di stasera ha avuto due volti ed un punto di svolta, o come dicono gli inglesi, un turning point ben preciso rappresentato dall’infortunio di Ghoulam al 31’.
Prima di questo nefasto evento, infatti, i padroni di casa dominano per poi subire contraccolpo psicologico e gol del pari e poi del 2, del 3 e del 4-2 finale nei minuti successivi all’uscita dell’algerino. Una sconfitta che deprime il Napoli e frustra le ambizioni azzurre con i campani ora solo a quota 3 punti e diversi infortuni a referto figli dell’assenza di alternative in difesa e attacco. Dalla buona vena di Insigne all’ottima prestazione di Otamendi, ecco top e flop della serata Champions del Napoli.
I Top del San Paolo
Insigne apre le danze. Prodezza al 21’
Come tutta la squadra, Lorenzo Insigne parte bene, mette pressione agli avversari, gioca una marea di palloni e chiude nella propria metà campo il Manchester City del tiki taka di Guardiola. Il Barcellona, d’antan, sembra, anzi è il Napoli, con una formazione attenta, corta e capace di giocare al meglio la sfera. In questo preciso spartito, fra i migliori esecutori del preludio azzurro, proprio il napoletano doc che, al 21’, al termine di un lungo uno-due con Mertens, entra in area e trafigge Ederson con un destro secco sul secondo palo. Una rete dal peso specifico enorme (ridimensionato dal punteggio finale) che ha il merito di sbloccare la gara e regalare una grande gioia ai tifosi azzurri accorsi al San Paolo. Nella ripresa, poi, manda al bar due volte Danilo sul 2-1 per gli ospiti per poi colpire una stupenda traversa col solito destro a giro. Semplicemente, l'ultimo a mollare.
Otamendi che stacco, suo il gol dell’1-1
Sfruttando il momento di incertezza degli azzurri dopo il duplice infortunio di Ghoulam e Mertens, col primo uscito per un problema al ginocchio destro, il Manchester City, da grande squadra, trova il pari. A riuscire nell’impresa, l’uomo che non ti aspetti, il centrale argentino Otamendi che, bravo in impostazione, trova pure il gol di testa su corner dalla sinistra.
L’albiceleste, peraltro ben capace di siglare marcature importanti (20 in carriera prima di questa sera), svetta in terzo tempo su Hysaj e batte l’incolpevole Reina. Pochi minuti dopo, invece, di piede è meno bravo rispetto all’occasione del pareggio con un comodo tap-in clamorosamente mancato di destro. Eppure, nel complesso, in attacco e in impostazione, la prestazione dell’ex Porto è di assoluto valore con tante cose buone e pochissime sbavature.
Jorginho metronomo perfetto
Coccolato, accarezzato ed esaltato anche da Guardiola ma non da Ventura, Jorginho si sente, stasera, in dovere di dare fede agli elogi ricevuti. Detto, fatto con l’italo-brasiliano che disegna calcio, imposta e sembra vicino all’Oscar per il miglior regista della partita e, perché no, d’Europa. Metronomo preciso, gioca al meglio una quantità industriale di palloni e si regala pure la rete del momentaneo 2-2 dal dischetto. Perfetto o quasi.
Aguero non perdona
Non gioca di certo la sua miglior partita col City, eppure davanti la porta non sbaglia. È cosi al 69’ quando dopo l’errore di Hamsik l’argentino si invola verso la porta avversaria, entra in area e batte l’incolpevole Reina per la rete del 2-3 che taglia definitivamente le gambe agli avversari. Cinico.
I flop di Napoli-Manchester City
Mertens che flop, l’assist e più nulla
Doveva essere la serata del riscatto per il belga dopo la partitaccia dell’Etihad Stadium. E invece, Mertens pur voglioso, non riesce a incidere nel computo totale della gara. Controllato bene dalla coppia centrale dei Citizens l’azzurro non determina e anche se mette davanti alla porta Insigne per la rete del momentaneo 1-0, finisce nella morsa degli avversari spegnendosi via via nel corso della sfida. Una prestazione sotto tono per la punta di diamante napoletana a cui oggi erano affidate gran parte delle speranze campane.
Le palle inattive azzurre ancora sul banco degli imputati
A questi livelli e con squadroni come il Manchester City, le palle inattive e la cura difensiva dei calci piazzati diventano fondamentali. Dal primo giorno dell’arrivo di Sarri a Napoli però, i campani hanno scelto: si marca a zona. Questa decisione però ha condannato più e più volte i partenopei, specie in Champions. Dalla doppietta di Sergio Ramos ai due gol dei centrali Otamendi e Stones non sembra cambiato tanto con errori individuali e di posizione pesanti come macigni. Due capocciate che mettono a nudo le lacune azzurre su palla alta ribaltando una partita che si era fatta viepiù difficile per i Citizens.
Hamsik che combini, suo l’errore del 2-3
Il capitano azzurro del Napoli, un po’ come tutta la squadra, gioca due partite diverse: eccellente nella prima mezz’ora di gioco, precaria nel resto della gara. Con in più, quel peso morale, quella zavorra, quella spada di Damocle del record di gol all-time di Maradona. Un record che magari gli sarà balenato in mente anche nell’occasione della rete del Manchester City con Hamsik che, dal limite dell’area avversaria, prova il dribbling per tentare il tiro magari segnare, regalare il vantaggio ai suoi e raggiungere il Pibe de Oro.
E invece il suo tentativo viene vanificato da un intervento difensivo che concede il contropiede agli ospiti con Sané prima e Aguero poi a confezionare il gol del 2-3. Un errore marchiano che macchia irrimediabilmente la sua gara e complica ancora di più il match del San Paolo.
Hysaj lotta, si batte ma concede l’1-1 a Otamendi
Gioca una buona partita, si impegna, tiene bene a distanza il diretto avversario Sané ma finisce per subire l’impatto emotivo, e poi tecnico, dell’infortunio di Ghoulam al 31’ del primo tempo. Dopo l’uscita dell’algerino, infatti, l’albanese si sposta sulla corsia mancina e poco dopo, su crossi di Gundogan, il numero #23 pur nella sistemazione a zona complessiva della retroguardia si fa scavalcare da Otamendi che, di testa, specialità della casa, sigla l’1-1. Un errore pesante in grado di spegnere l’entusiasmo che aleggiava al San Paolo e consentire ai Citizens di sbloccarsi anche sul piano del gioco.
Tabellino e voti:
Napoli (4-3-3) Reina 5.5; Hysaj 5, Albiol 6, Koulibaly 6, Ghoulam 7 (Dal 31’ Maggio 5); Allan 5.5 (Dal 75’ Rog 5.5), Jorginho 7 (Dal 82’ Ounas s.v.), Hamsik 5; Insigne 7, Mertens 5, Callejon 5.5. A disposizione: Sepe; Chiriches, Maggio; Diawara, Rog, Zielinski; Ounas. Allenatore Maurizio Sarri 5
Manchester City (4-2-3-1) Ederson 6.5; Danilo 5.5, Stones 6.5, Otamendi 7, Delph 5.5; Fernandinho 6, Gundogan 6.5 (Dal 71’ David Silva 6.5); De Bruyne 6.5, Sané 6.5 (dal 89’ Gabriel jesus s.v.), Sterling 6; Aguero 7 (Dal 76’ Bernardo Silva 6). A disposizione: Bravo; Walker, Mangala; Touré, Silva, Bernardo Silva; Gabriel Jesus. Allenatore Pep Guardiola 7
Arbitri e assistenti
L’arbitro è il fischietto tedesco Felix Brych, gli assistenti Mark Borsch e Stefan Lupp. Gli addizionali, Bastian Dankert e Marco Fritz. Il quarto uomo, invece, Marco Achmüller. Il direttore di gara stasera guiderà la sua 87esima partita internazionale con due precedenti col Napoli. Nel primo caso i partenopei uscirono dalla Champions 2011/12 allo Stamford Bridge col Chelsea (4-1 lo score finale), nel secondo rimediarono una vittoria casalinga contro il Benfica lo scorso anno con un rotondo 4-2 sui lusitani.
I Precedenti
Tre i precedenti diretti fra le due squadre. Oltre a quello dell’andata nel quale gli azzurri di Sarri hanno perso per 2-1, i campani hanno incontrato i Citizens in altre due circostanze. La prima, nella fase a gironi della Uefa Champions League 2011/12 con un pari in Inghilterra per 1-1 con gol di Cavani e Kolarov il 14 settembre 2011 (prima gara di Champions della storia azzurra). La seconda, invece, nella sida di ritorno della stessa edizione della “Coppa dalle grandi orecchie”, con la vittoria al San Paolo del 22 novembre successivo per 2-1 con reti di Balotelli e doppio Cavani. Maggio e Hamsik, unici superstiti di quell’avventura.