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Dzeko annulla Messi, De Rossi ‘leader maximo’, storico Manolas: Barça matato

La Roma fa la storia e, contro ogni pronostico, abbatte il Barcellona iscrivendosi nel novero delle migliori quattro d’Europa.
A cura di Salvatore Parente
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I miracoli, anche nel calcio, esistono e gli underdog di serata, ogni tanto, buttano il cuore oltre l’ostacolo e mettono in ginocchio i più accreditati avversari. È questa la storia andata in scena all’Olimpico, è questa la trama, la sceneggiatura di una notte epica, leggendaria, al cardiopalma: Roma tre, Barcellona zero. E non è un sogno, un dolce racconto, è tutto vero. Merito di una squadra compatta, corta, attenta, pericolosa fin dal primo minuto ma anche vogliosa e determinata al punto giusto.

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Merito di un Barça spento, di una Lupa, di una città, a quasi 2.771 anni dalla fondazione, viva e che spinge, in una straordinaria simbiosi, i suoi all’impresa.

E Dzeko sale cattedra e annulla Messi. E De Rossi torna grande, eccellente, perfetto e annichilisce Iniesta. E Manolas, meraviglioso in interdizione, si trasforma in attaccante e sigla il punto del 3-0, il gol della qualificazione, la rete della storia, con la maiuscola.

I top del Camp Nou

Dzeko supera Pruzzo e diventa leggenda europea: che partita col Barça

Come nella gara d’andata, e come anche nella sfida interna di sabato con la Fiorentina, Dzeko è l’attacco giallorosso, anzi, Dzeko è la Roma. E sì perché la punta bosniaca, dal primo giro d’orologio in poi, è la risorsa più determinata ed in forma a cui affidare le speranze di rimonta, meglio, di remuntada giallorosse. E così, anche per non deludere i tanti tifosi accorsi all’Olimpico, il #9 di Di Francesco, sotto il segno del sei, sesto gol in Champions (record ogni epoca per i bomber capitolini nella manifestazione, superato Pruzzo) e dopo sei giri di orologio, porta in vantaggio i suoi con un gol di rara bellezza: stop di destro e tocco di suola di sinistro per anticipare il tempo della giocata e beffare Ter-Stegen.

Un gol che, appunto, lo lancia nella storia continentale della Roma ed infiamma il suo stadio. Nella ripresa poi, mr. 50 gol in Premier League, Serie A e Bundesliga porta a casa il penalty del 2-0 riuscendo a guadagnarsi, ancora una volta quest’anno, il proscenio europeo e meritare di restare protagonista di questa manifestazione.

De Rossi leader e capitano vero: Totti eguagliato per numero di gare in Champions

Quando le gare contano per davvero, il gioco si fa duro e la Lupa è con le spalle al muro, i romani puro sangue rispondono, convincono, lottano e danno l’anima in campo. Tracciamo, dunque, l’identikit di capitan De Rossi in grado, questa sera, di tornare a livelli altissimi di rendimento col #16 giallorosso a guidare il centrocampo, tracciare triangoli di gioco, ideare trame e verticalizzazioni interessanti ma anche a fare legna (chiedere a Rakitic) in mezzo al campo, arginare le sortite offensive dei centrocampisti blaugrana, portare con fierezza la fascia che, nell’ultimo quarto di finale in ordine di tempo, fu dell’eterno Totti (peraltro oggi eguagliato a quota 56 per presenze in Champions) e siglare, per non farsi mancare niente, pure il punto del 2-0.

Insomma, De Rossi, degno erede della nobile stirpe capitolina, con fierezza, dà il meglio di sé, si ritrova in semifinale e si iscrive, di diritto, nell’elitario club dei migliori in campo.

Manolas come Sergi Roberto, è lui l’uomo della riscossa

A pochi minuti dal termine, quando l’eliminazione, sia pure con l’onore delle armi, sembrava realtà. Un greco, che di mestiere farebbe pure il difensore, svetta in area, sorvola i cieli a tinte azulgrana, e batte, inesorabilmente, il portiere Ter-Stegen. Il gol della leggenda, il gol dell’epica vittoria dei capitolini sul Barcellona e della qualificazione con i giallorossi, mai nell’era Champions prima di oggi, fra le migliori quattro d’Europa.

I flop di Roma-Barcellona

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Umtiti rivedibile, soffre l’attacco capitolino

Fra le tante note stonate del Barcellona, in una notte assolutamente non luminosa e brillante di quanto il 4-1 dell’andata potesse far presumere, troviamo il transalpino Umtiti che, per tutto il corso del match, fa fatica a contenere le punte avversarie: Schick ma, soprattutto, Dzeko. E proprio su quest’ultimo l’ex Lione non riesce proprio a trovare le giuste contromisure con, nel caso del primo gol dei padroni di casa, la sua corsa all’indietro su assist di De Rossi che non mette in offside l’ex Manchester City e apre un varco utile per il bosniaco il quale, come detto, non si lascia affatto pregare. Un errore marchiano, non proprio raro per lui, ma che mette in discesa la gara per la Roma e alimenta, poi, le ambizioni di qualificazioni di Kolarov e compagni. L'inizio della fine.

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Piqué in crisi, che svarione sul penalty giallorosso

Umtiti però, non è solo, a fargli compagnia, stavolta non solo al suo fianco in difesa ma anche nel novero dei peggiori della contesa, ecco spuntare Piqué.

E sì perché lo spagnolo del Barça non è immune da critiche né, tantomeno, da errori col centrale blaugrana vittima della preoccupazione, cronica, per Dzeko. E proprio sul bosniaco, il #3 barcelonista perde lucidità e pure la misura. Al 57’, infatti, Dzeko entra nella 16 metri avversaria, sfrutta la sua fisicità, si porta al limite dell’area piccola e prova a calciare trovando però l’opposizione fallosa del nazionale spagnolo che, rischiando anche il rosso, lo stende: rigore per la Roma. Una disattenzione sanguinosa, inattesa che somiglia ad un vitale balsamo per le energie giallorosse e compromette, irrimediabilmente, la gara e poi la prova del nativo di Barcellona.

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Messi deludente, poco o nulla nel suo match

Che la gara, sponda Barcellona, dovesse essere ragionata, difensiva e tattica, era chiaro fin dall’inizio, che poi Messi dovesse finire la sfida senza costruire praticamente nulla, un po’ meno.

Una sorpresa, meglio: una delusione. E proprio così può essere definita la partita individuale (e non solo) della ‘Pulga’ con l’argentino fuori dal match per tutto il corso dei 90’ di gioco, con rarissime accelerazioni a referto e pure un giallo, più unico che raro, che connota, meglio definisce i tratti di una serata assolutamente negativa, deludente, appunto.

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Tabellino e voti

Roma (3-5-2) Alisson 6.5; Manolas 8, Fazio 6.5, Juan Jesus 6.5; Florenzi 6.5, Nainggolan 7- (Dal 77’ El Shaarawy 6), De Rossi 8, Strootman 7-, Kolarov 7; Schick 6.5 (Dal 73’ Under 6.5), Dzeko 9. A disposizione: Skorupski; Bruno Peres; Gonalons, Gerson, Pellegrini; Under, El Shaarawy. Allenatore Eusebio Di Francesco 9

Barcellona (4-4-2) Ter Stegen 6; Semedo 6- (Dal 86’ Dembélé s.v.), Piqué 5, Umtiti 5, Jordi Alba 5.5; Sergi Roberto 5.5, Rakitic 5.5, Sergio Busquets 5.5 (Dal 86’ Paco Alcacer s.v.), Andrés Iniesta 5- (Dal 81′ André Gomes s.v.); Messi 5, Suarez 5.5. A disposizione: Cillessen; Vermaelen; Denis Suarez, Paulinho, André Gomes; Paco Alcacer, Dembélé. Allenatore Ernesto Valverde 4.5

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