Chi si rivede, André Silva. Ma allora c’è nel Milan? Sampdoria horror
In una 28esima giornata che si gioca nel ricordo del difensore della Fiorentina Astori, morto per una bradiaritmia cardiaca appena 7 giorni fa, la Juventus adempie in pieno al proprio dovere compiendo, senza attendere il recupero di mercoledì sera contro l’Atalanta, l’operazione sorpasso. Un’operazione quasi inattesa nelle ultime settimane ma colpa della recente resa del Napoli costretto, in appena due giornate, a recitare il duplice mea culpa: per la sconfitta di appena 8 giorni orsono in casa con la Roma e per il pari a reti bianche con l'Inter di ieri sera.
Un mea culpa che porta momentaneamente i campani a quota -1 dai bianconeri con la possibilità per gli uomini di Allegri di aumentare i rimpianti partenopei mercoledì sera per l'allungo, decisivo, per il titolo. Zona Champions, invece, la classifica subisce un discreto strattone con la Roma a recuperare terreno sull’Inter, ora a +4, e con la Lazio, bloccata a Cagliari per 2-2, con un solo punto di margine sui nerazzurri.
In Europa League, si stacca il Milan che, dopo aver agganciato la Samp, sempre a Genova, ma col Genoa, ottiene tre punti e sorpassa, contestualmente, i doriani, sconfitti in Calabria dal Crotone, con un successo buono per la classifica ma anche per riscattare il capitombolo casalingo continentale di giovedì scorso con l’Arsenal.
Infine, per quanto riguarda la lotta per non retrocedere, la sconfitta nel derby col Verona inguaia il Chievo (solo 4 punti nel girone di ritorno), mentre il Ko del Benevento a Firenze con la Viola condanna, quasi inesorabilmente alla B, i sanniti con, invece, dal Cagliari all’Hellas ben sei squadre coinvolte in 5 punti. Il tutto, per un magma in continua evoluzione, una bagarre all’ultimo pallone giocato che infiammerà, ne siamo certi, la Serie A fino alla 38esima giornata. E così, come di consueto, ecco promosse, rimandate e bocciate di questa affascinante tappa del nostro massimo campionato.
Promosse
Roma implacabile: tris al Torino
Fra le promosse di questa tristissima giornata di Serie A giocata nel segno e nel ricordo di Astori, non possiamo non citare la Roma che, d’autorità, batte per 3-0 il Torino. E sì perché i giallorossi, al netto di un primo tempo rivedibile nel quale gli ospiti hanno messo più e più volte in difficoltà il pacchetto arretrato capitolino, sono riusciti a dare continuità al successo esterno col Napoli di sabato scorso guadagnando altri tre fondamentali punti per la Champions League.
Quella del prossimo anno ma, anche, quella attuale con l’affermazione di venerdì sera come carburante esiziale per la supersfida dell’Olimpico di domani sera allo Shakhtar Donetsk. La risolvono Manolas, di testa, ma anche De Rossi e Pellegrini bravi a cancellare le amnesie della prima frazione di gara e a rivelarsi spietati e decisivi nel momento giusto con Nainggolan nei panni, per lui inediti, di assistman della contesa.
Migliore in campo: Kostas Manolas
Verona, il derby è tuo. Ora la salvezza sembra possibile
Il Verona si aggiudica il derby cittadino col Chievo e accresce le proprie speranze di salvezza dopo il successo contro il Torino di due settimane fa. Sei punti di straordinaria importanza che ravvivano l’Hellas capace, proprio nel momento decisivo della stagione, di mettere per la prima volta a referto due vittorie consecutive mandando Pecchia in paradiso.
Eppure, la sfida di sabato ai ‘cugini’, i mussi volanti, non è stata semplice con i ragazzi di Maran, in crisi di risultati con soli 4 punti nel girone di ritorno, che hanno lottato fino all’ultimo prima di cedere il passo al Verona e ottenere la decima sconfitta nelle ultime 14 di campionato.
Merito del cinismo dei padroni di casa, di Caracciolo, 2 gol con soli due tiri in stagione, ma anche di un Nicolas, uscita all’ultimo secondo a vuoto a parte, in grande spolvero con gli scaligeri in grado, ora, di riaprire, prepotentemente, il discorso permanenza in Serie A.
Migliore in campo: Daniele Verde
La Viola batte il Benevento, ma il calcio conta il giusto: il ‘Franchi’ dice addio ad Asto
Il verdetto del campo recita: 1-0 per la Fiorentina con gol di Vitor Hugo. Ma il risultato, ieri, sembrava non interessare a nessuno, meno che mai a quel pubblico, quello fiorentino, al quale il fato ha tolto il capitano Astori. E così, la partita, non è stata altro che una lunga serie di ricordi, rimandi e citazioni per quel #13 che, da domenica scorsa, non indossa, e non lo farà mai più, la casacca dei toscani.
E poi, ironia della sorte o volere dall’alto di Davide, chi ti va a far gol e a decidere questa tristissima gara? Proprio quel Vitor Hugo, quel #13 a numeri invertiti (#31 n.d.r.), che sostituisce, solo in campo è chiaro, Astori.
Eppure, il dato più importante, è quello del rispetto e del cordoglio di un’intera popolazione capace, al 13’ del primo tempo, con una coreografia da brividi nella curva Fiesole di fra piangere l’Italia intera rendendo omaggio al suo uomo-simbolo, al ragazzo dal volto buono: addio capitano.
Migliore in campo: Vitor Hugo
Juventus inarrestabile: Ko anche l’Udinese
La Juventus ormai non si ferma più e, come una valanga che si getta su di una ripida discesa, sfrutta l’inerzia, aumenta la propria velocità e lascia sulla sua strada diverse vittime, sportive s’intende. Stavolta, a cadere all’Allianz Stadium è l’Udinese con gli uomini di Allegri bravi, col cruise control, a gestire la gara, metabolizzare l’ennesimo errore dal dischetto di Higuain e totalizzare la 19esima partita nelle ultime 22, Champions e Coppa Italia comprese, senza subire gol .
Un percorso netto mai messo in dubbio dall’ordinata Udinese di Oddo incapace di arginare la superiorità tecnica dei padroni di casa né di impedire alla ‘slavina’ Dybala di abbattersi sui friulani. Ed è proprio l’argentino, esaltato dalla rete di Wembley, a seminare il panico nei pressi di Bizzarri con una doppietta tanto bella quanto utile: prima, infatti, disegna una meravigliosa punizione per l’1-0 iniziale e, poi, per chiudere la contesa, raccoglie l’1-2 lungo con Higuain incrociando di destro sul palo lungo dell’#1 avversario per il 2-0 finale/personale. Insomma una ‘Vecchia Signora’ inarrestabile vista scudetto, vista Champions.
Migliore in campo: Paulo Dybala
Il cuore oltre l’otsacolo, André Silva la risolve al 94’
Il Milan, pure con estrema difficoltà, vince a Marassi e riesce a dare continuità di risultati al proprio cammino in campionato con questi 3 punti che, ora, portano i rossoneri a quota 47 lunghezze. Una quotazione utile per staccare la Sampdoria, accorciare il distacco dalla Lazio quarta, ora il margine di vantaggio dei biancocelesti è di 6 punti, riscattare il pesante Ko europeo con l’Arsenal e, per fare completare il quadro di una serata da ricordare, ritrovare pure André Silva. E sì perché è proprio il lusitano a risolvere la contesa al 94’ con un colpo di testa su traversone di Suso che si infila alle spalle di Perin per la prima gioia in campionato per l’ex Porto ed il risultato utile consecutivo numero nove per i suoi in Serie A.
Un guizzo vincente, un colpo da 3 punti che potrebbe, non solo accrescere l’autostima della banda Gattuso in vista di una entusiasmante rimonta Champions, ma anche restituire alla squadra quel talento misterioso costato, in estate, qualcosa come 38 sonanti milioni di euro.
Migliore in campo: André Silva
Rimandate
Lazio in affanno, Immobile cava d’impaccio Inzaghi
Le fatiche europee della Lazio si fanno sentire eccome con i biancocelesti costretti a operare un discreto turnover e a sperare di uscire indenne dalla ‘Sardegna Arena’ in vista dell’imminente ritorno con la Dinamo Kiev in Europa League. Speranza vana, almeno fino al minuto 95, col Cagliari a dare del filo da torcere agli ospiti fino al termine della sfida. Eppure, il punto sardo, sponda Lazio, deve essere considerato molto positivo specie per il recente rendimento di Inzaghi e compagni che, nelle ultime sette in Serie A, hanno raccolto ben 4 sconfitte con 10 gol fatti e 11 subiti.
La cronaca del match però, è una eterna rincorsa verso i più freschi padroni di casa che, per due volte, riescono a portarsi in vantaggio e a dare la sensazione di riuscire a conquistare tre pesantissimi punti in ottica salvezza. Dapprima, con gol fortuito di Pavoletti, poi impattato dall’autorete di Ceppitelli, e poi grazie al penalty di Barella raggiunto con una perla del sempre più capocannoniere Immobile, quasi allo scadere. Insomma, fra Europa e campionato, l’equilibrio, strada facendo, sembra sempre più precario.
Migliore in campo: Ciro Immobile
Sassuolo ancora a secco nel 2017, lo spettro della B si avvicina
Una delle partite più delicate della giornata era di sicuro il derby emiliano fra Sassuolo e Spal con entrambe le squadre coinvolte nella lotta per evitare la retrocessione. Una gara, alla vigilia, attesa come intensa, tattica, fisica e con una posta enorme in palio. Eppure, il punteggio finale, sembra quasi pilatesco con le compagini coinvolte intente a spartirsi il punto e vivacchiare su di una classifica precaria. E invece il match, pur esteticamente rivedibile, non è male, anzi, è vibrante, acceso e non lesina occasioni da una parte e dall’altra. Specie nel primo tempo. Dove, alla fine dei giochi, si confeziona l’1-1 finale.
E sì perché al 26’ Schiattarella inventa per Antenucci, ottavo gol stagionale, che batte Consigli con il Sassuolo, poi, bravo a reagire ma ad interpretare male il fondamentale del calcio di rigore. Se, infatti, Babacar al 31’ non si fa incantare da Meret siglando il punto dell’1-1, un quarto d’ora più tardi, su fallo di mano di Grassi, Politano non è altrettanto freddo sul dischetto finendo per farsi deviare la conclusione dagli 11 metri dal giovane estremo difensore avversario. Un errore pesante che non permette ai padroni di casa di passare in vantaggio né, tantomeno, di raggiungere la prima vittoria del 2018, col successo, ora, lontano quasi 3 mesi da quell’1-0 sull’Inter del 23 dicembre scorso.
Migliore in campo: Mirko Antenucci
Napoli in crisi di risultati: finisce 0-0 a Milano con l'Inter
Il Napoli pareggia fuori casa con l'Inter e dice con tutta probabilità addio al sogno scudetto cullato per quasi tutta questa straordinaria stagione campana fatta di 24 turni, su 28, in testa. Eppure, al cospetto di una Juventus che non perde un colpo i due stop, con Roma e Inter, potrebbero compromettere un'annata, fino a 9 giorni fa, davvero eccellente. Un'annata, appunto, da titolo. E invece, il pari con l'Inter, contro un'ottima Inter affossa il morale degli azzurri sfortunati ma anche troppo imprecisi sotto porta a Milano con i nerazzurri. Dove, i campani, trovano pane per i loro denti. E sì perché al solito, consueto, usuale possesso palla, fatto di quasi 800 passaggi nel corso dei 90′ di gioco, la compagine di Sarri ha calciato solo due volte nello specchio della porta non riuscendo ad incidere e a trovare il colpo del Ko.
Un colpo però, non del tutto meritato con la squadra di Spalletti brava, ordinata e, finalmente, squadra nella migliore accezione semantica del termine. Insomma, al netto di una stagione con l'82% dei punti disponibili a referto, il Napoli, con 70 punti in 28 gare di campionato, si vede costretto a cedere lo scettro del primato e, di sicuro, pure quello di favorito per il successo finale.
Migliore in campo: Milan Skriniar
Bocciate
Sampdoria horror, che tonfo col Crotone
Uno dei punti deboli della stagione della Sampdoria è sempre stato il rendimento esterno con i doriani (3 vittorie, 3 pareggi e 7 sconfitte), spesso, incapaci di replicare le ottime prestazioni messe insieme nel catino del ‘Ferraris’. Un handicap che potrebbe costare caro in ottica qualificazione Europa League e che si è rivisto anche ieri a Crotone con i ragazzi di Giampaolo lontani anni luce dalla Samp che ha incantato pubblico e tifosi.
E sì perché, nel pieno dono della sintesi, due immagini su tutte sembrano essere lampanti della Caporetto di ieri: il tabellino al termine del primo tempo che recita 3-0 per i calabresi, ed il punto del 4-1 dei pitagorici con Silvestre e Viviano a combinare un autentico pasticcio.
Insomma, un brutto Ko, uno stop inatteso molto simile a quello di fine anno col Benevento, che deve essere inteso come un campanello d’allarme in vista del rush finale e della corsa fino a maggio per l’Europa.
Migliore in campo: Marcello Trotta
Seconda sconfitta di fila: Bologna in un momento no
Arrendevole, rinunciatario, in sintesi, in difficoltà. Questa, in maniera piuttosto laconica, la gara del Bologna che, in casa con l’Atalanta, non riesce ad esprimere il proprio usuale gioco scontentando tutti, pubblico e allenatore e rimediando, di conseguenza, il secondo Ko consecutivo nelle ultime due di campionato. Un risultato però, bisogna ammetterlo, meritato con gli ospiti, sia pure con un Gomez non proprio in giornata di grazia, bravi a imporre il proprio ritmo e a dominare la contesa per quasi tutta la durata dei 90’ di gioco. Eppure, malgrado la superiorità tecnica espressa, al Bologna stava per riuscire l’impresa di salvare la gara sia per merito dei guizzi del proprio portiere, Mirante, che per imprecisione avversaria, con Cristante, Freuler, Gomez e Spinazzola a fallire clamorose occasioni per il vantaggio. E invece, a 7 giri di orologio dal termine, la beffa: De Roon, col turbante per via di uno scontro nella prima frazione di gioco con Dzemaili, imbeccato dall’ottimo Ilicic, calcia a giro dal limite dell’area battendo il numero #83 bolognese per lo 0-1 finale.
Migliore in campo: Josip Ilicic