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Vecino, ‘pestone’ da Champions. De Vrij vince anche perdendo: è già dell’Inter

L’Inter ribalta in extremis la contesa e, grazie alla zuccata di Vecino, porta i nerazzurri, sei anni dopo, in Champions al termine di un match di rara bellezza e intensità. Lacrime per De Vrij a fine match ma il difensore olandese l’anno prossimo indosserà la maglia dei nerazzurri nella massima competizione europea per club.
A cura di Salvatore Parente
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Al termine di una gara da Champions che vale la Champions, l’Inter, pazza per definizione, batte la Lazio in rimonta con 3 folli minuti: prima Icardi e poi Vecino, infatti, regalano il 2-3 e la qualificazione, sabato scorso insperata, alla coppa dalle grandi orecchie. Primo tempo di marca laziale, chiuso in vantaggio per 2-1, seconda frazione tutta interista con il suo capitano, prima del 77’ mai servito dai suoi, a suonare la carica e creare le premesse per il sorpasso finale.

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Un sorpasso che somiglia, sponda Lazio, allo schock di Salisburgo e che lascia, sul palato biancoceleste, tanta, tanta amarezza. E così, dai guizzi di Icardi al colpo di testa dell’uruguaiano Vecino, ecco top e flop del match dell’Olimpico.

I top dello spareggio Champions

Marusic in versione goleador, il montenegrino apre il match

Fluidificante destro, esterno e quindi deputato a crossare palloni al centro, a correre, e pure tanto, e a presidiare la sua corsia macinando chilometri su chilometri. Eppure, stasera, il montenegrino si trasforma anche in goleador col punto del momentaneo 1-0 siglato proprio dal suo destro con un tiro, dai connotati balcanici, sporco deviato dal croato Perisic. Una rete che apre il match, lo accende e ne esalta i significati e che, al tempo stesso, porta l’ex Ostenda nel novero dei migliori di serata.

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MIlinkovic Savic stellare, imprendibile per i difensori nerazzurri

Luce, anima, cantore e ispiratore assoluto della manovra della Lazio, MilinkovicSavic, nella partita più importante dell’anno, si mostra al suo massimo, attacco-difesa. In fase passiva, infatti, è attento presidiando la porzione centro-sinistra del campo, in attacco, invece, illumina il percorso dei suoi in ogni singolo tentativo biancoceleste. Da lui, infatti, quasi come un server nel quale transitano tutte le informazioni, passano tutte le azioni più importanti dei padroni di casa col serbo in grado pure di risultare pericoloso, almeno in tre occasioni, e di regalare tanti passaggi chiave (passaggi che portano al tiro) ai compagni. Fisicità e qualità, interdizione e classe, voglia e determinazione per una prestazione, la sua, davvero stellare.

Nella guerra dei terzini, risponde D’Ambrosio

Al gol di Marusic, quasi come D’Ambrosio, da terzino, si sentisse chiamato in causa, arriva la replica dell’ex Torino bravo, in mischia, su corner, a raddrizzare, almeno momentaneamente, la contesa. Un gol di rapina, da consumato bomber d’area di rigore, da attaccante puro che, con voglia e determinazione, pareggia lo spareggio Champions.

Felipe Anderson autentica freccia

Se MIlinkovicSavic ispira e incanta, Felipe Anderson non è da meno e, più del serbo, segna e manda in visibilio il proprio numerosissimo pubblico. Il gol, anzi, la fiammata del 41’ in contropiede ed in tandem con Lulic ha il merito di fare mettere, appunto, la freccia ai suoi e di inserirlo, testa, cuore e anima, completamente in partita. Da lì in poi, infatti, il brasiliano diventa inarrestabile e nessuno dei due mediani di Spalletti, da Vecino a Brozovic, riescono a fermarlo o, almeno, a rallentarlo col verdeoro autentica spina nel fianco dell’Inter.

Icardi regala una speranza all’Inter

Come al solito, un po’ come un ordinario black mamba, il serpente più letale del pianeta, a Icardi basta poco per colpire ed essere poi decisivo. Male nei primi 70’ di gioco, con una unica occasione per lui, e pure sprecata in malo modo con un tiraccio davanti a Strakosha, l’argentino rivela la sua pericolosità al 77’ quando, sfruttando un errore del portiere albanese, ben servito da Eder, si guadagna il penalty per il possibile 2-2.

Un 2-2 che poi arriva proprio dal dischetto con l’ex Samp, appunto come l’aspide più pericoloso del mondo, letale dagli 11 metri. Un gol che sblocca l’impasse e dà il la alla remuntada nerazzurra che poi si concretizza con la rete di Vecino.

Vecino porta l’Inter in Champions

Spaesato, sotto pressione e pure schiacciato dalle mezze punte della Lazio, Vecino, all’81’ si riscatta totalmente per tutto quanto costretto a subire non solo in questi 90’ di gioco ma anche da gennaio in poi, panchine ed esclusioni incluse. La sua zuccata, per il 2-3 finale, è l’apoteosi, l’emblema di un riscatto, di una rivoluzione nerazzurra attesa e voluta fin dall’inizio.

Di una rete salvifica, eccezionale, da campione, anzi, da Champions. Una rete dal peso specifico immenso che riabilita la sua prestazione, e pure la sua annata, per un gol che ha fatto la felicità di milioni di tifosi interisti nel mondo e garantito una bella rivincita al suo tecnico.

I flop dell’Olimpico

Rafinha non in giornata, il brasiliano è l’ombra di sé stesso

Altro che calciatore di riferimento o uomo al quale affidare le speranze nerazzurre di Champions. Rafinha, questa sera, è stato un autentico corpo estraneo sulla trequarti non riuscendo, tranne in rare occasioni, a legare i reparti e rivelarsi decisivo al tiro o nell’ultimo passaggio. Passaggi, peraltro, quasi croce all’Olimpico dell’ex Barcellona spesso, incapace di trasmettere bene il pallone e conservarlo dall’aggressione degli indemoniati avversari mettendo insieme, nella serata più importante, una delle sue peggiori prove dell’anno, anzi, dei sei mesi meneghini.

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Male anche Candreva, gli esterni non aiutano Icardi

Una partita, la sua 36esima di stagione, come metafora di un’annata davvero incolore. Candreva è, anche con la sua ex squadra, la Lazio, un elemento che non garantisce alcun vantaggio/utilità alla manovra dei suoi. Largo come al solito sulla destra, infatti, il numero #87 trova raramente il fondo e, quando lo fa, non consente a Icardi, solo ed abbandonato per tutto il match, di colpire come accaduto più e più volte in passato consegnandosi, negli annali, fra i meno positivi dello spareggio europeo.

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Tabellino e voti

Lazio (3-5-1-1): #1 Strakosha 6; #27 Luiz Felipe 6+, #3 de Vrij 5.5, #26 Radu 6+ (Dal 77’ Bastos s.v.); #77 Marusic 7, #96 Murgia 6.5, #6 Leiva 6.5, #21 Milinkovic-Savic 7+, #19 Lulic 6.5; #10 Felipe Anderson 7; #17 Immobile 6 (Dal 75’ Lukaku s.v.). A disposizione: #23 Guerrieri, #25 Vargic;  #15 Bastos, #22 Caceres, #13 Wallace, #8 Basta, #4 Patric, #5 Lukaku; #21 Di Gennaro, #11 Crecco; #7 Nani, #20 Caicedo. Allenatore Simone Inzaghi 7

Inter (4-2-3-1) #1 Handanovic 6; #7 Cancelo 6+, #37 Skriniar 6, #25 Miranda 6, #33 D'Ambrosio 7- (Dal 81’ Ranocchia s.v.); #11 Vecino 7.5, #77 Brozovic 6; #87 Candreva 5 (Dal 61’ Eder 6), #8 Rafinha 4.5 (Dal 67’ Karamoh 6.5), #44 Perisic 6.5; #9 Icardi 7. A disposizione: #27 Padelli, #46 Berni; #2 Lopez, #13 Ranocchia, #21 Santon, #29 Dalbert; #5 Gagliardini, #20 Borja Valero; #17 Karamoh, #23 Eder, #99 Pinamonti. Allenatore Luciano Spalletti 7

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