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Troppo Napoli, poca Roma: poker azzurro, fa saltare il banco Champions dei giallorossi

Napoli in vantaggio al 2’ con una perla mancina di Milik. Poi, dominio degli ospiti bravi a controllare il ritmo e a costruire palle gol. Che, però, non vengono convertite in rete per la rabbia di Ancelotti e le speranze capitoline. La Roma ci prova e, sul finire della prima frazione, raggiunge il pari su rigore col solito, dagli 11 metri, Perotti. Il secondo tempo, però, è un toccasana per gli azzurri capaci, in rapida sequenza e non senza gravi responsabilità degli avversari per atteggiamento e body language, di segnare tre gol con Mertens, Verdi e Younes e archiviare il match.
A cura di Salvatore Parente
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Il Napoli espugna l’Olimpico per quattro reti a uno e si conferma seconda forza del campionato. Trova la vittoria esterna dopo quattro turni amari fuori dalle mura amiche e riscopre Verdi. Prima assistman e poi goleador per il sigillo finale (prima del 4-1 di Younes). Un Mertens utile al momento giusto, e che raggiunge Cavani per gol segnati in Serie A, ed un Milik sempre più bomber. La Roma non c’è e si vede. Fatta eccezione per la voglia di De Rossi, Cristante e Perotti i giallorossi sono poca cosa e replicano come contro la Spal una prestazione davvero scialba, modesta e priva di orgoglio. Una prestazione vieppiù preoccupante e che, stante la sconfitta del Milan, potrebbe definitivamente compromettere velleità di Champions League.

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Azzurri in vantaggio al 2’ con una perla mancina di Milik. Poi, è dominio degli ospiti bravi a controllare il ritmo e a costruire palle gol. Che, però, non vengono convertite in rete per la rabbia di Ancelotti e le speranze capitoline. La Roma ci prova e, sul finire della prima frazione, raggiunge il pari su rigore col solito, dal dischetto, Perotti. Tutto da rifare per i campani. Ma il secondo tempo, specie l’avvio della ripresa, è un toccasana per gli azzurri capaci, in rapida sequenza e non senza gravi responsabilità dei giallorossi, in termini di atteggiamento e body language, di segnare tre gol e archiviare il match.

Milik non perdona e la sblocca subito. Molli Kolarov e Fazio

Pronti, via e il Napoli trova subito la sortita giusta per il vantaggio. Verdi, a sorpresa in campo dal primo minuto grazie al ballottaggio vinto sull’ottimo Younes, scucchiaia in verticale per Milik che, con un gran controllo col tacco sinistro ed una improvvisa e violenta girata con lo stesso piede, batte senza appello l’incolpevole Olsen. È 0-1 all’Olimpico e 16esima firma in campionato per il polacco capace, in appena due giri d’orologio, di guadagnarsi il proscenio ed un voto altissimo in pagella.

Legittimato, a seguire, da movimenti precisi in profondità, sponde utili ed una costante propensione a giocare con la squadra e a partecipare alla manovra dei suoi. Male, invece, nell’occasione della fiammata del #99 partenopeo, la linea di difesa della Roma, parsa troppo statica, molle e permeabile. Kolarov tiene in gioco Milik, e Fazio arriva tardi, sia pure non solo per colpe sue, sul centravanti avversario.

lo sviluppo del gioco sulle fasce di Roma e Napoli (whoscored.com)
lo sviluppo del gioco sulle fasce di Roma e Napoli (whoscored.com)

Verdi double face: impreciso sotto porta e poi cinico Killer nella ripresa

È un primo tempo strano, quasi estivo. I ritmi sono bassi, il Napoli tiene palla e la Roma attende. E questa condotta di gara premia le corsie laterali dove, data la densità sulla mediana, si trova maggiore spazio. E qui, il predetto Verdi crea calcio, si propone, chiama palla e va anche al tiro con estrema pericolosità. Insomma, gioca bene ma, allo stesso tempo, si rende protagonista, sempre nella prima parte del match, di uno, due episodi che rappresentano al meglio la sua prima annata all’ombra del Vesuvio. Una stagione alterna, interlocutoria e, a tratti, poco incisiva. A metà primo tempo, su assist perfetto di Mertens, spreca il 2-0 calciando sulla figura di Olsen; poi, pochi minuti più tardi, vanifica un promettente contropiede servendo male gli accorrenti Milik e Callejon.

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In sostanza, l’ex Bologna si disimpegna bene tatticamente, per intensità, voglia e carattere, meno quanto a conclusione della manovra e freddezza nei momenti clou. Eppure, nella ripresa, quasi come emblema di quello che potrebbe essere in futuro o, semplicemente, sarebbe potuto essere questo suo primo anno senza infortuni Verdi si riscatta in zona gol e si trasforma in cinico cannoniere trovando il punto del 3-1. Il punto esclamativo sulla sfida e sulla sua prestazione, da quel momento, sgombra da ogni nube.

L’orgoglio della Roma è nei piedi di Diego Perotti

Dall’altra parte della barricata, c’è un Perotti col vestito buono. Con l’abito di chi non vuole adeguarsi alla calma piatta giallorossa e di chi ha fame di calcio. Prima del rigore del pari, col Monito che si conferma implacabile dagli 11 metri, è proprio l’asso argentino, insieme a De Rossi, a cercare di tirare su il morale dei suoi con serpentine, tentativi di dribbling e giocate ai danni del dirimpettaio Hysaj. Il rigore, doppio, per via del mani di Mario Rui su N’Zonzi e poi per improvvida uscita di Meret su Schick, gli rende giustizia e gli offre l’occasione per concretizzare il suo lavoro.

Callejon chirurgico, Mertens provvidenziale. Olsen da paura

Sempre sulle fasce, stavolta quella destra del Napoli, troviamo un altro straordinario protagonista della gara: José Maria Callejon. Che sforna il passaggio chiave per il 2-1 di Mertens ma che nel corso di tutta la gara abbina, al solito, quantità, qualità, tempi di gioco e scelte sempre giuste, posate, oculate. A tratti, sembra giocare da fermo restando sempre lucido, attento e bravo a leggere lo spartito della gara. Malissimo, invece, Olsen autore dell’ennesima papera di una stagione fra pochi alti e molteplici bassi, non raccogliendo il traversone rasoterra del #7 avversario che poi pesca, solo, Dries Mertens.

Che sale a quota 10 in campionato e raggiunge, in Serie A, a 78 centri nel massimo campionato, una leggenda azzurra come il Matador Cavani.

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Koulibaly al top, Dzeko agli inferi

La storia del match ed il suo epilogo è concentrata in tanti fattori: duelli personali e di squadra, motivazioni e prestazioni, agli antipodi. E nel confronto diretto fra Koulibaly e Dzeko si nota il differente stato di salute delle due squadre con una Roma spenta, molle e distratta ed un Napoli bello, forse un po’ narciso ma poi cinico e concreto. Come il suo centrale di riferimento, KK, come, sponda capitolina,  l'attaccante principe Dzeko. Il primo, sempre attento, pronto e preciso in chiusura, il secondo svogliato, fuori dal gioco e inconcludente davanti. E, pure, ancora a secco in campionato davanti al suo pubblico.

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Tabellino e voti

Roma (4-3-3) #1 Olsen 4.5; #18 Santon 5.5, #20 Fazio 5.5, #44 Manolas 6+, #11 Kolarov 5.5; #4 Cristante 6, #16 De Rossi 6+ (Dal 82 Kluivert s.v.), #42 N’Zonzi 5.5; #8 Perotti 7 (Dal 82 Under s.v.), #14 Schick 5 5(Dal 63’ Zaniolo 6), #9 Dzeko 5. A disposizione: #83 Mirante, #63 Fuzato; #15 Marcano, #2 Karsdorp, #5 Juan Jesus; #53 Riccardi, #22 Zaniolo, #19 Coric; #17 Under, #34 Kluivert. Allenatore Claudio Ranieri 5.5

Napoli (4-4-2): #1 Meret 5.5; #23 Hysaj 6 (Dal 68’ Malcuit 6), #19 Maksimovic 6, #26 Koulibaly 7, #6 Mario Rui 6-; #7 Callejon 7, #5 Allan 6-, #8 Fabian Ruiz 6+, #9 Verdi 7.5 (Dal 75’ Younes 7); #14 Mertens 7 (Dal 58’ Ounas 6), #99 Milik 7. A disposizione: #27 Karnezis, #22 D'Andrea; #2 Malcuit, #13 Luperto; #34 Younes, #11 Ounas, #18 Gaetano. Allenatore Carlo Ancelotti 6.5

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