Toni Kroos vuol lasciare la Germania dopo la disfatta del Mondiale in Russia
La delusione è stata fortissima. La Germania campione del mondo sconfitta dal Messico (al debutto) e poi dalla Corea del Sud (ko decisivo per l'eliminazione da Russia 2018) è tornata a casa reduce da una disfatta. La squadra è stata battuta perché ‘cotta', scompaginata, incapace di reagire. La reazione d'orgoglio che aveva aiutato a battere la Svezia era stata scandita dalla prodezza balistica di Toni Kroos. Un'illusione lunga quanto la parabola finita in fondo al sacco. Una bellissima illusione, svanita al cospetto di un avversario che nemmeno immaginava di potersi misurare con il gigante tedesco. E' andato come nemmeno il più fantasioso dei copioni cinematografici avrebbe rappresentato: 2 gol, 2 ceffoni sul muso, 2 cazzotti all'autostima in pieno recupero e tanti saluti all'armata dei panzer.
Che botta, davvero. Kroos, 28enne centrocampista della ‘Mannschaft‘ e del Real Madrid, l'ha presa male. Forse anche troppo. Il peso dell'umiliazione e delle responsabilità lo hanno trasformato da eroe contro la Svezia a protagonista del fallimento. E' finito, suo malgrado, sul banco degli imputati assieme a Ozil, il più bersagliato di tutti dai tifosi che gli hanno rinfacciato come ‘debba vergognarsi' un calciatore che come lui guadagna uno stipendio di 400 mila euro a settimana (all'Arsenal). Prendi tanti soldi e giochi in quel modo? La sconfitta fa parte del gioco, salvare l'onore è altra cosa… E Kroos – bersagliato da critiche durissime – ha pensato di fare harakiri alla sua maniera – come raccontato dal quotidiano Bild -, ovvero riporre nel cassetto la maglia della nazionale dicendo addio alla Germania.
Dal 2010 (85 presenze, 13 gol) e dall'edizione di Coppa del Mondo in Sud Africa, Toni Kroos è diventato una parte integrante della selezione tedesca che ha accompagnato in due semifinali all'Europeo (nel 2012 e nel 2016) e soprattutto nella vittoria contro il Brasile (il Mineirazo scandito dal 7-1 storico) seguita dal successo contro l'Argentina. Adesso potrebbe dire addio. Lothar Matthaus, icona della Germania, prova a far cambiare idea al numero 8 della ‘Mannschaft' che resta affida a Joachim Löw. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore.