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Sarri, Rabiot e De Ligt, un brand sempre più internazionale: ecco la Juventus che verrà

L’acquisto dell’olandese, l’arrivo a parametro zero di Rabiot danno forma alla squadra di Sarri. Giocare con passaggi stretti nell’ultima stagione ha pagato in Europa. La società ha inaugurato una nuova academy in Cina e lavora per un secondo stadio alla Continassa. I conti dovrebbero essere in rosso ma la Juventus è gestita come una multinazionale.
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Le parti sono ormai d'accordo. Il tempo di Matthijs de Ligt all'Ajax sembra definitivamente scaduto. Il golden boy del calcio olandese che ha stregato Marcello Lippi quasi sicuramente festeggerà i vent'anni, il prossimo dodici agosto, con la maglia della Juventus. Le società avrebbero trovato un accordo per 67 milioni più 13 di bonus, con un contratto per 7,5 milioni con possibilità di arrivare fino a 12 al raggiungimento di determinati obiettivi. Per effetto del Decreto Crescita che permette di calcolare le tasse sul 50% dell'imponibile per chi arriva dall'estero, l'ingaggio comporterà un esborso di 17 milioni e poco più.

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Le trattative di mercato

La società, che si è già assicurata a parametro zero la mezzala gallese Aaron Ramsey, ex Arsenal, sta per chiudere per Adrien Rabiot, anche lui con il contratto praticamente scaduto con il Paris Saint-Germain. Dal primo luglio potrebbe trasferirsi a Torino: si parla di un contratto da 7 milioni più bonus fino al 2024. La Juve che sta per nascere, dopo lo scambio Spinazzola-Pellegrini con la Roma resta in pressing su Zaniolo. Ha anche deciso di riprendere Gigi Buffon: una scelta su cui potrebbe aver pesato anche l'esigenza di occupare un posto in più con un giocatore cresciuto localmente nella lista per la Champions League.

Evidente l'intenzione di costruire una rosa che, soprattutto a centrocampo, possa interpretare il calcio di Sarri, orientato al possesso insistito e all'occupazione dello spazio attraverso la velocità del fraseggio stretto. Un meccanismo in cui sarà interessante capire come la squadra si adatterà alla presenza di Cristiano Ronaldo, diventato al Real un tipo di attaccante di movimento peculiare che interpreta il ruolo in modo diverso da Higuain al Napoli o Giroud al Chelsea.

Uno stile che in Europa paga. Secondo uno dei recenti approfondimenti settimanali dell'osservatorio calcistico del CIES, infatti, che ha preso in considerazione la lunghezza media dei passaggi delle squadre in 35 campionati europei, le formazioni che ricorrono ad appoggi più corti vincono di più. Tra le prime cinque, infatti, troviamo il PSG, il Barcellona, l'Ajax e il Chelsea, con cui Sarri ha vinto l'Europa League, insieme ai finlandesi dell'Honka, attualmente secondo in Veikkausliga, il campionato di prima divisione. Buona parte delle squadre che usano passaggi più lunghi, invece, si trovano nella parte bassa della classifica, con l'unica significativa eccezione del Getafe.

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Bilancio in perdita

La società, vicina al rinnovo con Rodrigo Bentancur, potrebbe optare per la cessione almeno di Cancelo. Nella lista dei partenti potrebbero esserci anche Khedira, Emre Can e Cuadrado, lasciando comunque spazio per almeno un'altra trattativa importante in entrata.

Tuttavia Paratici e Nedved, scrive Giovanni Capuano su Panorama, “dovranno fare le cose misurando entrate ed uscite perché il bilancio e i livelli di indebitamento, non preoccupanti considerata la crescita in atto del fatturato, suggeriscono cautela”. Secondo tutte le stime, infatti, i bianconeri chiuderanno il bilancio al 30 giugno 2019 in passivo per una cinquantina di milioni e con un debito finanziario netto superiore ai 384 milioni certificati al 31 dicembre 2018 nonostante il bond emesso per ristrutturarlo.

L'effetto Cristiano Ronaldo, che si vedrà in 24-36 mesi, non sarebbe bastato nemmeno contribuito a rendere più sereni i rapporti tra Andrea Agnelli e il cugino John Elkann, presidente della holding Exor che detiene il 63,77% delle quote societarie dei bianconeri, che secondo Dagospia non sarebbe intenzionato a ripianare il debito nei limiti che i vincoli Uefa in materia di fair play finanziario consentono. Anche se i bianconeri hanno chiuso i precedenti due bilanci validi per il triennio 2016-2019 con un attivo complessivo superiore agli 80 milioni di euro nelle voci rilevanti per l'iscrizione alle coppe europee.

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Una nuova Academy in Cina e il progetto di un secondo stadio

La Juventus, prima squadra italiana a incassare più di 50 milioni a stagione da uno sponsor tecnico, si sta trasformando in un colosso commerciale, tra merchandising e internazionalizzazione del brand, il più forte per una squadra di serie A secondo le stime di Brand Finance che si basa sulle prospettive di fatturato e sulla forza rispetto ai competitor. La Juventus, undicesima in Europa, ha comunque visto aumentare del 21,6% in un anno il valore del brand. Lo stadio di proprietà è uno dei principali fattori che consente a una società di slegare il valore del brand dall'oscillazione dei risultati. Non a caso, ha rivelato a maggio Tuttosport, la Juventus starebbe lavorando alla costruzione di un secondo impianto, di capienza non superiore ai 5 mila posti, dove potrebbero giocare l'Under 23, che punterà alla promozione in Serie B, e la squadra femminile, trasformando la Continassa in una cittadella del calcio bianconero. La valorizzazione del brand passa anche per un espansione in Oriente, come dimostra l'apertura di una sesta Juventus Academy in Cina a Suzhou, dopo quelle di Shanghai, Zhuhai, Nanjing, Tianjin e Meishan. Sono così 57 le strutture bianconere nel mondo.

L'effetto Cristiano Ronaldo ancora da valutare

Ancora da misurare completamente, invece, l'effetto-Cristiano Ronaldo. Dall'arrivo del portoghese, è quasi raddoppiato il valore del titolo azionario della Juventus, che raggiunge il mezzo miliardo di fatturato e, secondo gli analisti di Intermonte, dovrebbe far registrare nel periodo 2018-2025 un incremento medio annuo dei ricavi dell’8%, che porterebbe la Juventus tra i primi 5 club al mondo per giro di affari. Non solo. L'anno scorso sono aumentati gli spettatori allo stadio, il seguito sui social e il merchandising, che però potrebbero non avere un impatto finanziario significativo per le casse del club.

Nell'ultima stagione di Allegri, la Juve ha dominato un campionato che ha visto crescere dell'8% i ricavi complessivi, fino a 2,2 miliardi, ma in cui sette club hanno ridotto il monte ingaggi rispetto alla stagione precedente. Nella prossima, la sfida si giocherà sul campo e in ambito gestionale. La Juventus non corre rischi effettivi in materia di fair play finanziario, ma potrebbe dover cedere almeno un giocatore importante per raggiungere l'importante pareggio di bilancio nel 2020. Un obiettivo che, con l'erosione attesa del patrimonio netto, appare impossibile senza un significativo guadagno in sede di calciomercato. Il dominio di lungo periodo in campo si costruisce fuori.

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