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Piatek è meglio di Higuain? Perché il Milan è convinto di fare un affare

L’effetto domino generato dalla cessione di Higuain al Chelsea sta per restituire i suoi effetti: il Pipita ai Blues, Morata all’Atletico Madrid e Piatek, giovane rivelazione della Serie A, ai rossoneri. Un mosaico complesso di tessere che il Milan spera di completare in chiave Champions. Qui, tutti i motivi per i quali Piatekin rossonero potrebbe essere un autentico affare.
A cura di Salvatore Parente
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Ormai per Higuain a Milano sponda rossonera stanno per scorrere i titoli di coda. La liaison, lunga un flirt estivo, un lampo, sta per finire con Gonzalo, nei panni del figliol prodigo, a riabbracciare il padre tecnico, e pure spirituale, Sarri. Il Chelsea ed una nuova vita, il tiki-taka e la possibilità di voltare pagina e ritrovare quella serenità interna, che ti fa segnare a raffica, smarrita.

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E il Milan in tutto questo? Vittima? Forse. Ma Leonardo non è certo uno sprovveduto e la situazione attuale, per nulla inattesa, prospetta nuove opportunità e occasioni di rilancio. Batshuayi certo ma la prima scelta, pure probabile, è quella che porta a Piatek con i rossoneri ed il Genoa, storicamente società amica, vicini ad un accordo. Un accordo che accontenta entrambe le parti ma che soprattutto potrebbe prospettare un netto miglioramento per l’equilibrio, la qualità e la salute del pacchetto offensivo del Diavolo. E così, quando lo scenario descritto è ad un passo dalla sua concreta realizzazione, ecco perché, alla fine dei giochi, Piatek per Higuain potrebbe essere un’ottima pesca per i meneghini.

Momento di forma: il polacco stravince contro il Pipita

Diciannove gol a otto con più o meno le stesse partite (22 a 21) ed un minutaggio simile: 1.861’ totali per l’argentino, 1.774’ per il polacco. Che fanno una rete ogni 233 minuti per il ‘Pipita’ e un gol ogni 93 minuti per il Pistolero. Nonostante due ingaggi differenti, anzi, agli antipodi: 7.5 milioni di euro per il rossonero (ex a questo punto), che vanta la ‘palma’ di secondo calciatore più pagato del campionato, contro i 450mila euro dell’ex Cracovia.

I numeri, 24mila euro per gol per il secondo e quasi 1 milione di euro per realizzazione per il primo, buttati lì in maniera veloce, sono piuttosto eloquenti. Come per i due ingaggi, i due talenti del gol sono su due pianeti, in termini di rendimento e forma, totalmente differenti. Due galassie lontane che non si toccano mai e che, invertite, potrebbero fare la fortuna del Milan. Via un investimento oneroso, ma che non ha pagato dividendi, dentro un ragazzo giovane, di prospettiva, con motivazioni, fame e, pure, tante segnature in più.

Età e prospettive: Piatek è il futuro

Ventitré anni contro 31 ed una carriera, al momento, ancora tutta da costruire. È questo lo scambio, nel gioco delle parti, vicino alla conclusione in casa Milan. Ed è o, almeno potenzialmente, uno scambio vincente, se non per pedigree, carriera, esperienza o chilometraggio internazionale, tutti a favore del Pipita, per freschezza, margini di miglioramento e prospettive. Il polacco è più giovane di otto anni rispetto all’argentino ed ha fatto vedere, al momento, solo una parte del suo talento, della sua garra e del suo innato senso del gol. In un Genoa vivace e che gioca per lui certo ma questi sei mesi, quasi come un periodo di tutoraggio, di stage formativo, potrebbero essere essenziali per lui e per i destini del lombardi. Higuain rappresenta il presente, anche per il declino del suo valore di mercato (in ribasso a 50 milioni di euro) e forse uno scampolo di futuro, Piatek la contemporaneità dell’oggi ma anche l’avvenire, lungo, del Milan.

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Piatek vera punta, vitale per il 4-3-3 rossonero

E pure tatticamente la soluzione potrebbe premiare il Milan. E sì perché il Pipita, malgrado un avvio positivo interrottosi l’11 novembre scorso contro la Juventus, quando Higuain prima sbagliò un calcio di rigore e poi si fece espellere imboccando la strada del non ritorno, non pare mai esser stato totalmente all’interno del progetto offensivo del Diavolo. L’ex #9 di Gattuso, da punta a cui piace toccare tanti palloni, aggrediva meno l’area di rigore, tendeva a scendere sulla trequarti a giocare con i compagni e a costruire la manovra lasciando forse troppo spesso la sua zona di competenza. Risultato? Tanto gioco, tanti tocchi (22.1 a 15.7) ma anche, di conseguenza, meno tiri (3.7 a 4.1) e ancor meno precisione sotto porta con, solo per parlare del campionato, sette reti in meno rispetto al Pistolero rossoblù.

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Che invece, è un autentico uomo d’area, un panzer vecchio stile che lotta, fa reparto da solo e contribuisce ad esaltare il gioco corale dei suoi con tanti gol, di destro, suo piede naturale, di sinistro, e pure di testa.

dati Opta sul rendimento in attacco di Piatek
dati Opta sul rendimento in attacco di Piatek

Per un bomber, forse, tagliato su misura per ‘Ringhio’, per l’ampiezza della manovra meneghina, per la verticalità della formazione dell’ex mediano della nazionale e per un 4-3-3 perfetto per le sue caratteristiche e le sue movenze.

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Motivazioni: Piatek affamato, Higuain svogliato

In mezzo al campo, specie nell’ultima parte della sua avventura a ‘San Siro’, Higuain è sembrato nervoso, irascibile e, a tratti, fuori dai meccanismi, anche mentali, della squadra. Insomma, l’argentino, da novembre in poi, pare aver imboccato una sorta di tunnel psicologico senza via d’uscita col gol che non arrivava, con tante difficoltà ambientali, pressioni ed un gennaio visto come unica soluzione ai problemi individuali e del club. Tutt’altra storia invece per Piatek che, fin da subito, si è calato alla perfezione nel contesto italiano trascinando i suoi gol dopo gol, domenica contro domenica. Il polacco, cercato da tante big europee e ad un passo dal vestire una delle casacche più blasonate del mondo, potrebbe portare anche una ventata di entusiasmo che, col Pipita, pareva solo un miraggio. In più, l’occasione della vita, per il #9 del Genoa, potrebbe rappresentare uno slancio in più per fare bene, imporsi anche al ‘Meazza’ e guadagnare l’etichetta di top player, bomber e, anche qui, trascinatore dei suoi.

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