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Fifa World Cup 2018, i Mondiali in Russia

Non è il Mineirazo, ma il Brasile è fuori. Hazard meglio di O’ Ney e Belgio in semifinale

Il Brasile esce da Russia 2018 e rimanda l’appuntamento con la vittoria mondiale al 2022. Il Belgio è più cinico, pronto e caparbio: segna e poi difende e lo fa ordinatamente. I verdeoro concedono troppi varchi e poi si riversano nella metà campo avversaria nella ripresa non trovando l’incredibile rimonta: sarà derby francofono fra Belgio e Francia.
A cura di Salvatore Parente
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Il Belgio, 32 anni dopo, ritorna in una semifinale mondiale battendo i pentacampioni del Brasile 2-1 al termine di una gara dai due volti: pro Diavoli Rossi nella prima frazione di gioco, e a completo appannaggio dei verdeoro nella ripresa, con i ragazzi di Tite alla disperata ricerca del pari.

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Una gara, fatta di tante piccole partite, individuali e di reparto, e di diversi duelli, con Hazard a fare meglio della stella sudamericana Neymar, con Witsel a dominare su Fernandinho, e Meunier a respingere gli assalti all’arma bianca dell’intera fascia sinistra brasiliana.

Una sfida intensa, bellissima, storica e che vi andiamo a riassumere con gli sconti diretti, e di ‘blocchi', fra Brasile e Belgio.

Fernandinho sostituisce Casemiro, ma lo fa rimpiangere. Suo l’autogol dello svantaggio

La squalifica di Casemiro, nota anche alla vigilia, era una delle incognite di questo quarto di finale con Fernandinho, sia pure forte interprete della mediana, a rischiare di non riuscire a sopperire all’assenza, pesante, del madrileno. Paura, che diventa realtà già al 13’ di gioco, quando, per la verità più per sfortuna che per suoi demeriti, di testa, condanna allo svantaggio i suoi convertendo in gol, anzi in autogol, la spizzata del #4 avversario Kompany. Un gol che costringe i brasiliani alla rimonta ed anche ad un piano partita differente con i verdeoro vogliosi di raggiungere presto il pari ma anche ad aprire varchi letali per Alisson che, alla mezz’ora, capitola proprio su veloce transizione belga con De Bruyne giustiziere dal limite dell’area di rigore dell’estremo difensore della Roma.

De Bruyne e Hazard, inarrestabili. Mediana verdeoro a pezzi

Il gol del vantaggio, come detto, scompagina gli equilibri del Brasile con gli uomini di Tite, forse un po’ impauriti dall’iniziale 1-0, subito a caricare a testa bassa la difesa dei Diavoli Rossi. Logica conseguenza, specie contro il miglior attacco del mondiale, quella di scoprirsi un po’ troppo con il solo Fernandinho, al netto degli inserimenti senza palla di Paulinho e del gioco totalmente offensivo di Coutinho, costretto a rispondere alle folate in contropiede dei trequartisti del Belgio. Risultato? Quello di subire diverse accelerazioni in contrattacco da parte dei fortissimi calciatori di Martinez con Hazard e De Bruyne a banchettare e a sfruttare tutte le praterie concesse dalla mediana verdeoro.

I talenti di Premier, del Chelsea e del Manchester City, si divertono, e si vede. Superano con facilità l’avversario, si muovono con grande agilità, si mettono sempre in visione e, pure, calciano con pericolosità in porta dimostrando la forza offensiva di un Belgio, in attacco, a tratti, davvero irresistibile, anche per l’ottima, almeno nelle prime quattro gare, retroguardia brasiliana.

a sinistra, le corsie più battute dal Brasile. A destra, quelle del Belgio. Netto dominio per la zoan di Marcelo, Coutinho e Neymar (Whoscored.com)
a sinistra, le corsie più battute dal Brasile. A destra, quelle del Belgio. Netto dominio per la zoan di Marcelo, Coutinho e Neymar (Whoscored.com)

Il Brasile è la corsia mancina, Marcelo-Coutinho-Neymar contro tutti

Il Brasile, come di consueto, anche nella ripresa e dopo l’inserimento già al 46’ di Firmino, non abbandona la corsia mancina, la catena sinistra con Marcelo, Coutinho e poi Neymar a possedere il monopolio del gioco verdeoro. Ogni singola azione d’attacco, ogni tentativo, contro Meunier e Alderweireld proviene per lo più da quella specifica zona di campo con punte del 70% di squilibrio offensivo nella manovra di O’ Ney e compagni.

Eppure, malgrado l’impegno degli elementi in causa, specie nel secondo tempo, con Marcelo bravo spesso a mettere in crisi Meunier, e Douglas Costa a impegnare anche Chadli e Vertonghen sull’altra corsia, il risultato, 2-1 di Renato Augusto a parte, non cambia: il Belgio batte il Brasile e si porta in semifinale 32 anni dopo Messico ’86.

Witsel-Fellaini, la diga che blocca il Brasile e Neymar

La bellezza degli errori è quella, specie per le persone intelligenti come il Ct Martinez, di rivelare la strada da percorrere per fare sempre meglio e non ricadere negli stessi sbagli. Ci spieghiamo: col Giappone in campo cinque fra mezze punte e punte, Mertens, Hazard, Lukaku, Carrasco e De Bruyne per la bellezza di due gol subiti. Oggi, col Brasile, due trequartisti ed il solito Lukaku ma anche due mediani a fare legna come Witsel e Fellaini.

nel 54% dei casi il Belgio è stato impegnato a difendere la propria porta (Squawka.com)
nel 54% dei casi il Belgio è stato impegnato a difendere la propria porta (Squawka.com)

Mossa, ovviamente all’altezza della pericolosità dell’avversario (non ce ne voglia il Giappone), ma anche alla ricerca di un equilibrio vitale in gare del genere ed in manifestazioni simili. E il primo tempo, più che il secondo, è il manifesto ideologico di un centrocampo attento, corto, costantemente in aiuto della difesa, proteso verso i compagni per arrestare Neymar, arginare i guizzi di Coutinho e cercare di spegnere le fonti di gioco del Brasile e poi sfruttare la propria fisicità davanti. Una mossa, vincente che paga cospicui dividendi, con Witsel e Fellaini non certo appariscenti in fase di impostazione, ma preziosissimi in quella di non possesso.

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Alisson quasi inoperoso, Courtois imbattibile

Infine, nei duelli individuali, emerge con assoluta certezza, la prestazione di Courtois, ultimo baluardo, argine finale ai tentativi del Brasile. Quando né il centrocampo e neppure la difesa rossa riescono a mettere i bastoni fra le ruote ai verdoro, subentra il portierone del Chelsea che, in una serata magica, in grande spolvero, cancella anche le recenti delusioni di Champions League contro il Barcellona sbarrando la strada, proprio, ad un ex blaugrana come Neymar. Una prestazione da 8 in pagella, che lo eleva fra i migliori estremi difensori della rassegna iridata e gli consente di trionfare nel duello individuale, fra colleghi di reparto, con l'incolpevole, e quasi inoperoso, Alisson.

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Tabellino e voti

Brasile (4-3-3) #1 Alisson 6; #22 Fagner 5.5, #2 Thiago Silva 6-, #3 Joao Miranda 6, #12 Marcelo 6.5; #15 Paulinho 5.5 (Dal 73’ Renato Augusto 8), #17 Fernandinho 5, #11 Coutinho 6.5; #10 Neymar 5.5, #9 Gabriel Jesus 6- (Dal 58’ Douglas Costa 6.5), #19 Willian 5.5 (Dal 46’ Roberto Firmino 6+). A disposizione: #23 Ederson, #16 Cassio; #4 Geromel, #13 Marquinhos, #6 Filipe Luis; #Fred, #8 Renato Augusto; #7 Douglas Costa, #21 Taison, #20 Roberto Firmino. Ct Tite

Belgio (3-4-2-1) #1 Courtois 7 #2 Alderweireld 6, #4 Kompany 6.5, #5 Vertonghen 6; #15 Meunier 6.5, #6 Witsel 6.5, #8 Fellaini 6.5, #22 Chadli 6.5 (Dal 81’ Vermaelen ); #7 De Bruyne 7, #10 Hazard 7; #9 Lukaku 6 (Dal 87’ Tielemans s.v.). A disposizione: #12 Mignolet, #13 Casteels; #20 Boyata, #3 Vermaelen; #17 Tielemans, #16 Thorgan Hazard, #23 Dendoncker, #19 Dembélé, #11 Ferreira Carrasco, #18 Januzaj; #14 Mertens, #21 Batshuayi. Ct Roberto Martinez

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