Mondiali, il Belgio tocca ferro: Martinez deve battere anche il tabù del girone perfetto
C'è un avversario in più per il Belgio del commissario tecnico Martinez. Sulla strada per la finale di Mosca, oltre alla nazionale giapponese, Mertens e compagni dovranno tener conto di un dettaglio scaramantico di non poco conto. Le ultime tre edizioni della Coppa del Mondo hanno infatti evidenziato che chi ha alzato la coppa non aveva chiuso il proprio girone a punteggio pieno. Ne sanno qualcosa Italia, Spagna e Germania che, prima del trionfo finale, conclusero i propri gironi senza centrare l'en-plein.
Centrare tre vittorie nel raggruppamento, non portò inoltre bene anche al Brasile nell'indimenticata edizione spagnola del 1982 e successivamente ancora all'Italia del compianto Azeglio Vicini, che terminò il proprio girone nel 1990 con le vittorie su Austria, Stati Uniti e Cecoslovacchia. I tifosi del Belgio, ma anche quelli di Uruguay e Croazia, sono dunque autorizzati a toccar ferro e ad evitare di pensare a questo aspetto poco felice legato alla scaramanzia.
Brasile e Francia le ultime a vincere dopo un girone perfetto
La nazionale dei "Diavoli Rossi" non può quindi dormire sonni tranquilli, anche perché arriva dal precedente poco rassicurante del 2014. Nel Mondiale in Brasile, l'allora squadra allenata dal commissario tecnico Wilmots centrò infatti tre successi nel girone (con Algeria, Russia e Corea del Sud), prima di vincere l'ottavo con gli Stati Uniti e fermarsi nei quarti davanti alla rete decisiva di Gonzalo Higuain e alla vittoria della nazionale argentina del ct Sabella.
Riavvolgendo il nastro della storia mondiale, c'è ovviamente anche chi è riuscito nell'impresa di trionfare dopo un girone perfetto. L'ultimo a riuscirci fu il Brasile in Giappone e Corea del Sud: capace di vincere sempre, fino alla finale di Yokohama e alla doppietta decisiva di Ronaldo. Quattro anni prima ci riuscì anche la Francia, che trionfò davanti ai suoi tifosi con sei vittorie e il pareggio con l'Italia nei quarti: risultato che poi cambiò dopo gli errori fatali dal dischetto di Albertini e Di Biagio.